Dipendenza dall'alcool

Buonasera, sono una ragazza di 25 anni e convivo con il mio ragazzo che ne ha 29. Notando la serietà e la professionalità di questa pagina ho deciso di scrivere il mio primo consulto. La mia situazione è complessa e spero di riuscire a spiegarmi al meglio. Il mio ragazzo ha avuto per diversi anni un dipendenza dal gioco d'azzardo (esclusivamente i comuni "giochetti" che si trovano nei bar), al che ha deciso di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Ora da circa 2 anni questo problema sembra sorpassato ma in concomitanza alla scomparsa del primo ne è sorto un secondo: la dipendenza dall'alcool. Un anno e mezzo fa beveva quasi tutte le sere 1 o 2 bottoglie di vino e manifestava spesso comportamenti aggressivi. Con l'aiuto dello psicoterapeuta gli episodi di aggressività e le sere in cui beve il vino sono dimunuite ma ci sono sempre. La situazione è questa: con la frequenza di una volta ogni due settimane, in media, bene una bottiglia di vino a cena (niente di strano all'apparenza!). Subito dopo però dopo cena, verso le 23.00 inizia a rivolgersi a me con toni brischi per indispettirmi fino a quando con una scusa esce di casa, incontra degli amici, continua a bere e torna a casa la mattina. La cosa per me preoccupante è che lui non ha veri e propri amici, ma solo conoscenti e non esce mai la sera, esce soltanto quando beve il vino a tavola. E' anche ipocondriaco (credo che questa informazione serva per definire il quadro generale). Il suo problema credo stia più in un disturbo di personalità che in una dipendenza dall'alcool vera e propria. La mia domanda quindi è questa: posso considerarlo dipendente dall'alcool? Come devo comportarmi in questi casi? Nei momenti di lucidità gli ho parlato di questo suo atteggiamento ma lui non riesce a capire il problema e si limita a rispondermi "non capisco qual è il problema se una volta ogni tanto esco la sera!". Bè il problema è che le persone "normali" decidono di uscire mentre lui no, non pensa minimamente ad uscire e decidiamo di passare la serata insieme a casa, ma un'ora dopo circa che finisce la bottoglia di vino lui con una scusa mi lascia da sola in casa e se ne va e rientra la mattina.
Ora è quasi un anno che ha interrotto gli incontri con lo psicoterapeuta.
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

innanzitutto vorrei precisare che bere una bottiglia intera di vino è troppo in ogni caso.

La dose tollerabile (ovvero scarsamente nociva) dall'organismo è di mezzo bicchiere o un bicchiere _al giorno_, secondo il livello di gradazione alcolica; superare questa dose significa intossicare il fegato, con tutto quello che ne consegue.

Per quanto riguarda la dipendenza, si direbbe che il Suo compagno sia dipendente come stile di comportamento, cosa che potrebbe indicare una necessità di compensare in un modo o nell'altro qualcosa che lo turba.

Questo qualcosa va approfondito con l'aiuto dello psicoterapeuta, perché molto probabilmente è la radice dell'intera situazione.

Ovviamente, è fondamentale la volontà di cambiare da parte dell'interessato.

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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
Gentile utente,

quando si fa uso di alcolici smoderato e frequente oltre la dose giornaliera "di accompagnamento ai pasti", si può iniziare a pensare ad una dipendenza.

Come detto dal collega sarebbe necessario approfondire cosa il suo uomo nasconde dietro questo comportamento.

Sicuramente online non ci è possibile, ma potrebbe provare a riproporre di riprendere le sedute con lo psicoterapeuta.

Non è possibile obbligarlo, ma potrebbe proporre di accompagnarlo o partecipare a qualche seduta (concordando con il terapeuta).


Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la dipendenza da gioco d'azzardo, appartiene alle nuove forme di dipendenza dette "senza sostanza" , che si differenziano dalle altre solo dal' oggetto della dipendenza, in questo caso i gioco d' azzardo, in altri internet, droghe, alcol, cibo.....

Spesso quando si verifica una problematica di dipendenza si verifica che c''e' una "personalita' dipendente", non è mai un solo aspetto ad essere disfunzionale.

E' opportuno affrontare la questione in modo poliedrico e completo, portando il soggetto a elaborare le ragioni inconsce della sua ricerca di eccitazione, perchè di questo si tratta.

Il soggetto cerca "compulsivamente" uno stimolo che lo ecciti, che sia mentale, visto, emotivo, tramite il gioco....
L'approccio psicoterapeutico combinato , potrebbe esser una soluzione:
i farmaci aiutano a superare il bisogno e la psicoterapia agisce sulle dinamiche che hanno fatto si che la dipendenza si sia strutturata ed organizzata .
Soltanto il suo ragazzo, però potrà stabilire se decidere di avere un problema e farsi aiutare o negarlo ad oltranza e passare da una dipendenza all'altra .

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie per le risposte esaustive. Farò leggere al mio compagno i vostri interventi e ne parleremo insieme. Ringrazio il Dr. Repici perchè quello che mi interessava particolarmente era riuscire a quantificare la giusta dose giornaliera di alcol che una persona in media può assumere e avere la conferma del fatto che è un problema comportamentale che cela un disagio (come conferma anche la dottoressa Mirona).
E' necessario a mio avviso che lui continui le sedute con lo psicoterapeuta, e proporgli di accompagnarlo potrebbe essere un'ottimo modo per stimolarlo a ricominciare.
Dipende comunque tutto dalla volontà del soggetto.
Convivere con delle persone soggette a dipendenze e/o disturbi comportamentali è difficile: sono persone che tendono a "farsi terra bruciata intorno", a far soffrire gli affetti e, tendenzialmente, a rimanere sole. Quello che più fa soffrire è il sentirsi impotenti di fronte alla situazione.
Credo sia sbagliato dedicare la vita completemente alla "cura" del disturbo di queste persone dimenticando la propria.
In sei anni ho fatto di tutto e sono stata molto vicino al mio compagno, ma ora ho capito che queste sono situazioni che o si accettano o non si accettano, ovvero o si rimane insieme, o ci si separa. Io ho scelto la prima opzione, fino a quando la forza di volontà mi accompagnerà.
Certo, come ho fatto presente al mio compagno, se la situazione continuasse il rapporto sarebbe necessariamente destinato a finire o a rimanere congelato in una situazione che non dà possibilità al rapporto di fare "il salto di qualità", diventando una vera e propria famiglia con dei figli.
Vi ringrazio molto della gentilezza, delle risposte tempestive ed esaustive.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Lei scrive :
" Dipende comunque tutto dalla volontà del soggetto."

io le dico che non è affatto così, la volontà non correla con problematiche di dipendenza .

Sapere quale sia la giusta dose di vino, non è per chi soffre di problematiche simili importante, anche perchè non hanno il senso del limite e lei o chi per lei, non lo può tenere a bada.

Le problematiche vanno affrontate dalla radice, altrimenti passa dall' alcol al gioco, ecc....