Vita affettiva distrutta, presenza eccessiva dei genitori, pornodipendenza

Sono un ragazzo di 29 anni. Dopo che mia madre ha sofferto molto per un tumore maligno al seno che le è stato diagnosticato circa 5 anni fa e da cui poi è guarita, i miei genitori si sono avvicinati alla fede cattolica, vista come l’unica speranza per il futuro, in maniera ancora più intensa di quanto non avessero mai fatto in precedenza. A partire dall’età di 20 anni, io mi sono trasferito al Nord per studiare all’università, sono riuscito ALL’EPOCA a crearmi una cerchia di amici, ma per vari successivi trasferimenti, traslochi e soggiorni all’estero non sono mai riuscito di fatto a legare stabilmente con nessuno. Durante gli anni della scuola elementare e anche media ero spesso visto in classe come un estraneo e soltanto pochi mi davano corda. Sono stato oggetto anche di violenti episodi di bullismo da parte dei compagni, soprattutto all’età di 7, 8 e 9 anni. Mi sono sempre di più chiuso in me stesso. Trascorrevo molto tempo da solo in casa, durante le elementari ma anche alle medie e alle superiori, mentre i miei genitori erano sempre al lavoro.
Non ho MAI avuto veramente una figura di riferimento in casa: mi sembrava di stare in un ambiente inadeguato alle mie esigenze, mio padre si è “indebolito” nel corso degli anni, anche in virtù di questo suo ripiegamento verso la religione, e io non ho avuto parenti o amici adulti che mi sono stati vicini a spiegarmi come si deve comportare una persona adulta. Da bambino e preadolescente la religione mi è stata imposta, per un periodo sono stato anche costretto a insegnare catechismo e ad andare tutte le domeniche alla Messa e io probabilmente ho acconsentito tutto ciò per dimostrare ai miei genitori quanto “ero bravo” e quanto valevo, non ho avuto la possibilità di vedere il mondo "fuori" dalla bambagia in cui mi trovavo. All'età di 17-18 anni ho smesso di frequentare questi circoli “soffocanti” e le varie organizzazioni musicali in cui suonavo il clarinetto e successivamente, grazie d un mio trasferimento lontano da casa e frequentando l'università, ho visto come funzionano le cose nella vita reale.
Nel corso dell'adolescenza ho avuto problemi relazionali anche con i ragazzi (sono gay), un po’ per la chiusura mentale che caratterizza la nostra cultura e che all’epoca era ancora più marcata, un po’ per l’indottrinamento religioso a cui sono sttao soggetto e per le possibilità reali ed effettive di incontri e conoscenze. Quindi sono stato a lungo completamente bloccato dal punto di vista sentimentale/sessuale perchè mi sono mancati i primi contatti adolescenziali con gli altri.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

non trovo una domanda alla fine del suo post; interpreto, quindi, il suo "sfogo" come un'integrazione a quanto già ampiamente descritto di lei nei suoi precedenti consulti, cui mi riferisco prima di tentare di darle una risposta.

Tutto ciò che ci racconta ha, certamente, origini remote e meriterebbe un'attenzione specifica in un setting adeguato, con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta de visu.

Rileggendo tutti i suoi precedenti consulti e a me sembra che lei stia cercando un aiuto che, purtroppo, da qui non è possibile offrirle.

Non comprendo, quindi, quale sia la vera ragione per cui non cerchi un aiuto di persona.
E' la difficoltà a trovare un professionista all'estero dove, mi sembra di capire, ancora si trovi?
E' il timore di condividere alcuni aspetti della sua sessualità come già avvenuto in passato con la psicologa da cui era seguito?

E' la mancanza di disponibilità economiche?
E' altro?

Io credo che lei abbia delle grandi doti intellettive ed introspettive e sono certo che anche lei è consapevole di questo; tuttavia non è cercando "pezzetti" di risposte che potrà costruire il puzzle del suo disagio e trovare quanto ancora non ha trovato.

E' necessario, a mio parere, che lei viva un'esperienza emotiva correttiva che possa offrirle un nuovo modo di affrontare la vita; ma ciò è possibile solo di persona, in un setting protetto dalla massima riservatezza, ma fuori dall'anonimato.

Se per mancanza di spazio non ha formulato la domanda che pensava di porci non esiti a farlo; sarò lieto di darle le indicazioni necessarie, pur nei limiti di un consulto on line.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott. Callina,

grazie mille della sua risposta. Rispondo "seccamente" alle domande che mi ha fatto perché vorrei aggiungere la seconda parte del "post" che volevo scrivere prima ma che il sistema non mi ha consentito di aggiungere a causa della lunghezza. Non posso andare da nessuno psicologo/psicoterapeuta per carenza di disponibilità economiche, dato che sono ancora alla ricerca di un'occupazione. Ultimamente mi sono rivolto a una Heilprakiterin ("guaritore", "medico tradizionale", figura poco diffusa in Italia), esperta anche in psico- e traumaterapia, ma devo pagare ogni volta "privatamente". E da un qualsiasi psicoterapeuta non posso andare perché occorre avere un'assicurazione sanitaria, che qui è possibile stipulare solo se si ha un'occupazione. Termino il post di prima, chiedendo che cosa io debba fare perché non so davvero più dove sbattere la testa. La ringrazio dell'attenzione, davvero.

"Ora, dopo aver preso coscienza di due problemi di cui soffro da più di 6 anni (la pornodipendenza e la masturbazione compulsiva), che può darsi peraltro abbiano condizionato la mia costante incapacità di stabilire e coltivare relazioni interpersonali appaganti nonché il mio perenne disagio esistenziale, e dopo aver portato a termine, seppure con mille fatiche, i miei studi universitari, mi trovo a dover essere ancora introdotto al mondo del lavoro e ad “annaspare” nel mare dell’insicurezza, dell’incapacità di prendere una decisione. Facendo inoltre un bilancio della mia vita vedo che tutto è andato male: non ho avuto alcuna figura valida di riferimento, non ho mai fatto sesso nel vero senso della parola (al massimo, grazie a qualche esperienza o “storia”, come piace ancora definirla a me, fatta dopo i 20 e i 21 anni e durata anche piuttosto a lungo, mi sono limitato a baciare o fare sesso orale), ho problemi relazionali con le persone, non ho alcun amico (dato che sono solo da un’eternità e la mia vita sociale e affettiva è praticamente inesistente), sono spesso demotivato in qualsiasi cosa che faccio. Mi sento totalmente inutile e non provo un’emozione vera da anni. Sono diventato apatico, deconcentrato, mi chiudo in me stesso. Sono irregolare nel sonno e forse nel metabolismo, ragion per cui continuo a essere molto magro nonostante mangi in abbondanza. All'apparenza do l'impressione che tutto vada bene, anche di fronte ai miei genitori, perchè sono stato "costruito" così da altri. Non sono veramente io, ma sono la proiezione dei desideri della mia famiglia di avere un "bravo ragazzo".

Il risultato di tutto ciò è che oggi non sono neanche più in grado di prendere una decisione per la mia vita e vado in paranoia di fronte a ogni piccola sfida che mi trovo ad affrontare."
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
lei denuncia un sentimento di solitudine e un' insicurezza nel dover afffrontare decisioni e scelte.
In un precedente post parlava di mancanza di "fiducia primordiale".

Se le circostanze finora non sono state in grado di fornirle l'appoggio di cui lamenta la mancanza, la persona più indicata che possa forniglierlo è lo psicoterapeuta, uno psicoterapeuta con cui possa instaurare una buona relazione.

Possibile che non ci sia modo per lei di accedere a una psicoterapia? esistono anche le terapie brevi che, non durando molto, risultano economiche e non di meno efficaci.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Sciubba,

vede, è proprio questo il mio più grande problema, ossia l'incapacità di prendere decisioni, che si trascina ormai da anni. Potrebbe sicuramente avere a che fare con un senso di fiducia mal trasmesso da parte dei miei genitori durante la mia infanzia o preadolescenza, purtroppo non ho tutti gli elementi in mano per determinarlo con certezza. In uno dei post di qualche tempo fa, sì, parlavo di "Urvertrauen" o "fiducia primordiale", chiamato anche, se non ricordo male, "attaccamento sicuro". Con questo ho sicuramente un problema. Ora, la Heilpraktikerin che vedo ogni tanto e che richiede circa 50 euro a seduta mi ha consigliato di iniziare lavorando sulla pornodipendenza, perché, a sua detta, potrebbe essere alla base di molti dei miei disturbi quali forti oscillazioni dell'umore, stato d'animo depresso nonché forte deterioramento del mio ambiente sociale e relazionale. Questa, almeno, è la sua teoria.

Sa, ho già seguito una sorta di "psicoterapia" quando mi trovavo a casa in Italia, dico "sorta" perché la psicologa che mi ha assistito per oltre un anno era una psicoterapeuta in formazione, molto giovane e, devo dire, molto competente per l'età che aveva. Però forse non era ancora del tutto preparata su determinate dinamiche o situazioni, non so, anche se lei lo aveva più volte definito a suo tempo "percorso psicoterapico". So solo che qui dove mi trovo è difficile avere accesso a un servizio sanitario se non per breve termine, fintantoché si ha la possibilità di avvalersi della tessera sanitaria europea. Come scrivevo infatti anche prima, occorre aver firmato un'assicurazione sanitaria e per far questo occorre prima avere un lavoro. In Italia, in quanto paese del Sud, il servizio sanitario è pubblico, qui non proprio. Chiaramente sono mesi che mi mobilito per cercare un lavoro, ma questo è un altro problema che esula dalla mia condizione.

Ho sentito parlare della terapia breve strategica e forse potrebbe servirmi o comunque essermi più utile di una terapia analitica. Non appena avrò la possibilità, infatti, mi metterò in moto in questo senso, anche se mi è stato detto che i risultati di una psicoterapia si possono vedere appena dopo due o tre anni a decorrere dall'inizio delle sedute.

In ogni caso, a me al momento servirebbe anche un sessuologo, qualcuno che mi accompagnasse durante il percorso di "disassuefazione" dalla dipendenza da materiale pornografico, un problema che mi trascino dietro da oltre sei anni e di cui, si renda conto, solo ultimamente ho preso consapevolezza (che tristezza, sono molto amareggiato per questo).

La ringrazio comunque di avermi letto,
le auguro ancora un buon sabato pomeriggio.

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
la ringrazio dei suoi augri e le aggiungo che nelle Terapie Brevi importanti risultati si vedono (e si dovrebbero vedere) in pochissimo tempo: mesi o settimane anche se ovviamente poi alcuni problemi hanno bisogno di ulteriore tempo per assestarsi.

Pensare che occorrano due o tre anni è del tutto fuorviante. La TBS non è l'unico approccio ad effettuare terapie brevi, è consigliabile sempre informarsi oltre che con libri sull'argomento, anche presso il terapeuta.

Mi sembra plausibile che il problema di pornodipenza si gioverebbe di un miglioramento generale della sfera relazionale, perciò focalizzarsi solo su di esso mi sembra riduttivo e probabilmente votato a scarsi risultati.
Perdoni la franchezza, ma è sempre preferibile rivolgersi a uno psicologo per problemi psicologici e non ad altre figure.
Cordiali saluti
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Utente
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Gentile dott.ssa Sciubba,

grazie infinite della Sua risposta. Ho effettivamente pensato anch'io che risolvere o quantomeno iniziare a risolvere il problema della pornodipendenza potrebbe essere un primo passo e le spiego perché. Ho nitidi ricordi delle mie sensazioni provate all'età di 20 e 21 anni, immediatamente prima di iniziare a fare uso di materiale pornografico online. Riuscivo ad avere erezioni molto più frequenti insieme ad altri partner o compagni, vedevo tutto in un'ottica molto più positiva, mi sentivo più "leggero" e spensierato. Secondo lei, non sarebbe opportuno più che altro indagare sui motivi che mi hanno spinto all'epoca a iniziare a fare uso del porno? Sarebbe, credo, un percorso interessante da compiere. Solo che non so se una strada di questo genere potrebbe essere battuta nell'ambito di una terapia breve strategica, anche perché questa è un tipo di terapia che si prefigge, come ha scritto giustamente anche Lei, l'obiettivo di far raggiungere al paziente concreti risultati in pochissimo tempo (suppongo tuttavia che occorra presentare al terapeuta un determinato problema su cui voler lavorare, se si vuole affrontare una terapia, appunto, breve). Mi confermi pure Lei se la mia intuizione è corretta o meno.

Quanto alla figura medica a cui rivolgermi, terrò sicuramente conto di quanto Lei mi ha suggerito e non appena avrò trovato un'occupazione che me lo consente (ossia dopo aver stipulato un'assicurazione sanitaria), mi metterò subito alla ricerca di uno psicologo psicoterapeuta, ovvero un maggiore esperto.

Grazie mille ancora per il Suo temp e il Suo aiuto,
cordiali saluti.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
gentile utente,
dal presente al passato o dal passato al presente? così un po' semplicemente potrebbero sintetizzarsi i suoi dubbi sul tipo di psicoterapia.
La terapia strategica adotta prevalentemente il primo schema d'azione che sembrerebbe irrazionale e soprattutto contro principi di causalità lineare, altri tipi di terapia si incentrano più direttamente anche sul passato, sulle origini della sintomatologia.

L'unica cosa che possiamo modificare è il presente e perciò ambedue gli approcci funzioneranno solo se riusciranno a modificare il presente. Ogni cambiamento poi porta inevitabilmente altri cambiamenti.

Termino qui le mie brevi considerazioni teoriche invitandola se le interessa ad approfondirle altrove, ma spero di aver chiarito un po' perchè la terapia Strategica, pur lavorando per obiettivi e in genere non focalizzandosi sulle "cause" ha ripercussioni generali sulla persona, compreso il suo modo di rapportarsi al passato, agisce in pratica in modo potremmo dire "retroattivo".

I due orientamenti comunque non sono incompatibili. Vari psicoterapeuti usano approcci integrati mutuati da più scuole psicoterapeutiche.
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Utente
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Gentile prof.ssa Sciubba,

grazie mille della risposta. Ci tengo a precisare, tuttavia, che un percorso psicologico-psicoterapeutico "dal presente al passato", che, come lei scrive, costituisce l'approccio su cui è incentrata una terapia breve strategica, io l'ho già compiuto due anni fa quando ero ancora in Italia. Ora, il problema è che non so quanti risultati abbia prodotto nel presente. A quanto pare non molti (altrimenti oggi non mi troverei in questa condizione!), salvo farmi prendere consapevolezza di determinati problemi - e questo è già molto, mi creda, alla luce della mia difficoltà a stabilire un contatto con il mio "sé"!

Vedrò in ogni caso quello che posso fare, trovandomi in un paese dove il servizio sanitario non è pubblico come in Italia. Anche se, tengo a precisarlo, in Italia si corre poi magari il rischio di capitare nelle mani di psicologi o psicoterapeuti per niente preparati. Le faccio un esempio: io ho avuto la fortuna di finire a esser stato seguito da una psicologa molto giovane che, nel "centro di igiene mentale" (che bruttissima parola!!!) dove mi recavo, era allieva di un altro medico psicologo "al di sopra" di lei. Mi è bastato un SOLO dialogo con questo medico per capire che non mi avrebbe aiutato in niente e che non ne avrei ricavato che una pessima impressione!! All'epoca ho avuto fortuna a esser stato indirizzato da LUI STESSO da una sua allieva, molto più capace, secondo me, dell'altro!!

I miei più cordiali saluti e grazie ancora.

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
mi scusi se cerco ancora precisazioni, ma lei ha chiesto alla psicologa in formazione in base a quale indirizzo terapeutico la seguiva?
Una terapia breve strategica molto raramente dura un anno e quando avviene le sedute dovrebbero essere diradate (una volta al mese o più).

Quanto al medico psicologo, finalmente da qualche anno non è più possibile ai medici specializzarsi in psicologia clinica, per cui può darsi che fosse uno psichiatra o uno specialista di vecchia data.
Il fatto che oggi non sia più possibile ai medici accedere alla specializzazione in psicologia clinica dice da solo quanto sia opportuno rivolgersi agli psicologi per gli aspetti psicologici della vita e della salute. lasciando ovviamente intatte le competenze del medico.
Capisco che la materia possa sembrare ingarbugliata, ma una dirimente ad es. sono i farmaci: essi sono di competenza medica, laddove invece si debba curare con la psicoterapia sono del parere che gli psicologi per formazione ed attitudini siano più competenti, in ogni caso la "psicologia clinica" è un loro campo precipuo ed esclusivo.
Mi scusi se mi sono dilungata, cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Sciubba,

no, purtroppo non ho chiesto alla psicologa che all'epoca mi seguiva in che tipologia di psicoterapia ci saremmo cimentati. Non avevo la benché minima idea che esistessero vari tipi di terapia. A me serviva solo qualcuno che mi aiutasse a risolvere i miei problemi. Che all'inizio del 2011 mi sia capitata la psicologa e psicoterapeuta in formazione di cui ho parlato sopra, devo dire, è stata una mia fortuna. Ma io non sono andata a cercarla, bensì il servizio mi è stato affidato dal medico preposto a lei, come già raccontavo prima.

In ogni caso, credo la terapia fosse incentrata su un "mix" tra terapia analitica e la cosiddetta Gestaltherapie, quella tipologia di terapia fondata sul "qui" e "ora": Le dico questo perché spesso la mia psicologa tendeva a chiedermi: "Cosa sente? Se le faccio questa osservazione cosa avverte dentro di sé? Che effetto le fa sentirsi dire questa cosa? o prendere consapevolezza di questo dato di fatto?". Tutto ciò perché, capisce, non riesco ad aver contatto con il mio Sé. O meglio, da allora, grazie a Dio, le cose almeno UN POCHINO sono migliorate sotto questo profilo.

Ma sa, il mio è un problema UNIVERSALE e le spiego perché: ho ormai purtroppo la tendenza a trattare CHIUNQUE si avvicini un po' di più a me come uno psicologo, me lo ha fatto notare il mio coinquilino, che mi dice sempre che ho un enorme "Redebedarf", un bisogno di parlare immenso. Anche per questo probabilmente (anzi, SICURAMENTE) non riesco a stabilire amicizie appaganti e solide.

Non si scusi per essersi dilungata, io La leggo volentieri.

Cordiali saluti