Residui di depressione post parto?

Buongiorno, sono una mamma di 33 anni e ho una bimba di 5 anni e un bimbo di anni e mezzo. Sono alla ricerca di un aiuto per capire come mai a distanza di due anni e mezzo ci sono momenti in cui ancora mi rendo conto di non aver accettato del tutto il mio secondo bambino... Per quanto io lo ami moltissimo, sono stanca di ritrovarmi a pensare che a quest'ora la mia vita sarebbe molto più semplice, che sarei molto pù riposata e sicuramente una persona caratterialmente migliore, di avere questi pensieri nei momenti di sconforto dovuti alla stanchezza. Il mio secondogenito ancora si sveglia di notte un paio di volte per bere, e la mattina prestissimo ci butta giù dal letto (mentre la sorella alla sua età dormiva già come noi adulti), oltretutto non parla e questo per me è fonte di preoccupazione anche se le recenti visite effettutate (elettroencefalogramma, logopedia, psicomotricità)non hanno rilevato problemi neurologici o fisici, quindi probabilmente si tratterà solo di aspettare che si sblocchi.
Forse ho sbagliato a pensare di dare una compagnia alla sorella così presto perchè crescessero insieme, avrei dovuto concentrarmi sul fatto che io fossi pronta o meno, e forse non lo ero ancora... Sicuramente la sorella alla stessa età era molto più avanti, e io che credevo che avrei goduto maggiormente rivivendole tutte le tappe del piccolo da neonato in poi... in realtà mi sono riscoperta insofferente e desiderosa che crescesse al più presto... Vorrei godermi i miei bambini serenamente, vorrei sentirmi come mi sentivo prima che nascesse lui con la mia bambina, invece adesso basta un po' di sonno arretrato per gettarmi nello sconforto.. Vi sarò grata se riuscirete a trovare un modo per capire come uscire da questa situazione, grazie infinite.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Occorre abbassare le aspettive, sarà difficile che trovi online la soluzione al suo problema. Se ritiene di essere in difficoltà, dovrebbe parlarne con un collega di persona.

Direbbe che nel resto della sua vita, a parte quella di mamma, è tutto a posto oppure ci sono altre aree d'insoddisfazione che la preoccupano?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Le depressioni legate al parto possono originare da tanti motivi simbolici che dovrebbe elaborare con una persona competente.
La mancanza di sonno viene senz'altro ad aggravare una situazione di cui forse non conosce i confini e consiglierei di chiedere un aiuto per compendersi nell'interesse sia suo che dei suoi bambini.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Gentilissimi, vi ringrazio per la rapida risposta. Mi rendo conto che un consulto di persona non potrà mai essere paragonato ad una risposta cercata on line, ed era infatti nelle mie intenzioni cercare l'aiuto di qualcuno. Nel frattempo ho pensato di chiedere anche qui, visto che ci sono professionisti molto validi sempre disponibili almeno per un primo indirizzamento o per un parere.
Dr.Santonocito: direi che l'unica fonte di preoccupazione al momento è quella legata al mio secondo figlio. Questo devo ammettere che mi allontana un po' anche da mio marito, non riesco ad essere sempre serena con lui quando ho questi pensieri, ma lui tutto sommato si dimostra comprensivo.
Dr.ssa Esposito: sicuramente io il sonno lo patisco moltissimo, e a seconda della qualità del sonno notturno il mio umore cambia molto.

Ci terrei a precisare che il mio umore altalenante mi colpisce soprattutto durante il giorno, quando sono lontana da loro e, anche se lavoro, ho più tempo per pensare. Quando rincaso la sera improvvisamente ritrovo la gioia di stare insieme e quasi mi dimentico di tutto il turbamento vissuto durante il giorno..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sembrerebbe che il suo vissuto sia denso di sensi di colpa. Ciò sembra evidenziato dal fatto che sta peggio quando è lontana da loro, ma anche, per sua stessa ammissione, dai consulti che ci ha richiesto in precedenza sullo stesso tema.

A suo tempo le avevamo suggerito di cercare aiuto di persona, credo che a questo punto dovrebbe considerare seriamente la possibilità. Se lei ha una tendenza a deprimersi, il problema potrebbe stare non tanto nel bambino o nel sonno perso ma, più banalmente, nel fatto che deve sconfiggere questa tendenza di base, imparando a tollerare i momenti "down" e a non soffrirne così tanto.

Per inciso, depressione e sensi di colpa vanno spesso insieme.
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Utente
Utente
Penso che lei abbia pienamente ragione.. Ho bisogno di trovare la chiave per affrontare i sensi di colpa, che si generano volente o nolente. Razionalmente sono consapevole di tante cose e riuscirei a dare i migliori consigli a chi si trova nella mia stessa situazione, ma poi, nella realtà, il senso di sopraffazione e di sconforto continuano a fare capolino e non c'è modo di arrestare questa altalena: per alcuni giorni sento di aver ritrovato la pace interiore, e poi ecco di nuovo mi assale questo senso di estrema stanchezza, questo desiderio di vedere il mio bambino parlare come tutti (più o meno!) e togliere il pannolino e avviarsi come si è avviata la sorella nel mondo dei bimbi più grandi.. Diciamo che sicuramente mi ha spiazzata ancora una volta scoprire di non riuscire a vivere come avrei creduto e desiderato: come dicevo ero certa di voler rivivere tutte le tappe e godermele perché in fondo ne avevo una certa malinconia (anche se ne ricordavo la fatica), invece tutto è stato più difficile, dallo svezzamento, ai primi passi (che si sono fatti notevolmente attendere:18 mesi!), adesso le prime parole assenti, il pensiero della materna che inizierà a settembre e lui sarà il più piccolo di tutti, e quasi sicuramente ancora con il pannolino... Avrei voluto provare lo stesso entusiasmo, le stesse sensazioni con lui, e forse da questo deriva il mio senso di colpa, perché così non è stato e non me ne do pace..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> sicuramente mi ha spiazzata ancora una volta scoprire di non riuscire a vivere come avrei creduto e desiderato: come dicevo ero certa di voler rivivere tutte le tappe e godermele
>>>

Secondo il modello breve strategico, le depressioni reattive nascono dal crollo di un mito che si è alimentato internamente. Qualcosa di molto importante per noi e che ritenevamo vero, ma che improvvisamente ci rendiamo conto non essersi realizzato.

Schematicamente: illusione > delusione > depressione.

Alcune persone sono predisposte ad attaccarsi con forza alle proprie convinzioni e a credere che la realtà debba svolgersi in un certo modo. Salvo poi, una volta resesi conto che così non è stato, non avere la forza per rialzarsi e andare avanti. Si è rigidi all'inizio e fragili alla fine.

In tal caso la cura consiste nel diventare più resilienti, ossia meno suscettibili alle avversità, e più disillusi, perché la disillusione è il miglior antidoto preventivo alla depressione.

Quali sono stati i pareri specialistici che ha ricevuto riguardo a suo figlio, sul fatto che a gennaio ancora non parlava?
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Utente
Utente
Generalmente sono considerata addirittura pessimista, non si direbbe? Forse lo sono solo all'apparenza, forse vorrei esserlo per mettere le mani avanti e farmi meno male, ma nella realtà l'illusione si crea lo stesso?Solo che i casi di bimbi che ancora non parlano a quest'età certamente non rientrano nella norma, quindi forse mi ero illusa di avere un bimbo che rientrasse nei normali parametri ma così non è.. Specialmente con la sorella inarrestabile nella parola fin dall'età di due anni! Lui non è interessato al linguaggio. Lui non è interessato ad imitare, fa solo quello che gli aggrada, e coinvolge la sorella dettando lui la regola del gioco e non viceversa (anche se non parla!)La logopedista ha detto che sembrerebbe una sorta di rifiuto a stare alle regole, come se pensasse "chi io?!Io dovrei fare come tutti??", e in effetti il suo comportamento me ne dà la conferma. Per fare un esempio tra tanti, in attesa dalla pediatra un bimbo poco + piccolo indicava le cose che vedeva e ne pronunciava il nome, o per lo meno ci provava, e mio figlio lo guardava con un'espressione che aveva tutto tranne che dell'affascinato, sembrava pensasse " e io dovrei ridurmi così? Che pena.."
Abbiamo effettuato elettroencefalogramma (senza anomalie) e visita logopedica, psicomotoria e cognitiva. Attendiamo che il professore che ha organizzato il tutto raccolga tutti i dati per darci un'indicazione sulla strada da intraprendere per aiutarlo a sbloccarsi, anche se la cosa sicuramente avverrà da sé, ma se si può aiutarlo, più che altro a scalfire questo nocciolo duro del suo carattere, perché aspettare?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> per aiutarlo a sbloccarsi, anche se la cosa sicuramente avverrà da sé, ma se si può aiutarlo, più che altro a scalfire questo nocciolo duro del suo carattere, perché aspettare?
>>>

Perché, se lo sblocco avverrà da sé, com'è probabile, voler affrettare i tempi potrebbe essere controproducente.

Sto ipotizzando, ma non è da escludere che se il blocco del bambino non ha substrati neurologici, possa essere mantenuto in vita dai vostri comportamenti nei suoi confronti.

Per quale motivo ritiene che il nocciolo duro del carattere di suo figlio sarebbe da scalfire? Solo perché così riuscirebbe a conformarlo all'ideale di come dovrebbero andare le cose quando sono normali, o per qualche altro motivo?
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Utente
Utente
A dire il vero ho riportato le parole della logopedista, lei diceva appunto che sicuramente c'è una strada da percorrere per aiutarlo a scalfire "il più grosso", essendo il suo un atteggiamento voluto e non dovuto a problemi neurologici. A gennaio ci rivolgemmo ad un logopedista che ci disse di attendere giugno e se non ci fossero stati cambiamenti avremmo intrapreso qualche seduta.
Noi abbiamo preferito andare a fondo, pensavo ad una semplice visita neurologica per escludere problemi di questa natura, ma il professore ci ha proposto di andare un po' a fondo essendoci stata anche la componente di ritardo nel camminare, solo per escludere altre cause. E lui ci disse appunto che non era d'accordo nell'aspettare giugno. Intanto siamo a giugno, e ancora la situazione non si è sbloccata. Ho letto che intervenire prima dei tre anni in realtà potrebbe essere controproducente perché potrebbe creare nel bambino la sensazione di essere "diverso". Quando sono con lui non insisto minimamente tentando di ottenere un qualche risultato, interagisco con lui con serenità e non ritengo di fargli pesare il fatto che non parla... Detto francamente lo vedo sereno e felice, anarchico, ma felice, e non ho voglia di instaurare una "guerra" per questo motivo. Non credo che servirebbe a qualcosa, in fondo credo che al di là di tutti gli aiuti che potremo ricevere, lui farà (come sempre del resto!), il suo comodo e parlerà quando lo riterrà utile.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> essendo il suo un atteggiamento voluto
>>>

Benissimo. Se siete riusciti a determinare questo, concedetevi almeno un'altra via di azione: rivolgetevi a uno psicoterapeuta a indirizzo breve strategico o sistemico relazionale. Spesso, dall'analisi dei comportamenti e delle tentate soluzioni messe in atto dalla famiglia, e prescrivendo opportune azioni correttive, è possibile arrivare a uno sblocco in tempi anche rapidi.

In questi casi in TBS si lavora esclusivamente sulla famiglia. Il piccolo non viene mai portato dal dottore, che diventa il consulente dei genitori e li aiuta a intervenire sul bambino.

Continuando invece a concentrarvi solo su ciò che fa il bambino, potreste perdere di vista altri fattori importanti.
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Utente
Utente
Mi scuso per ieri ma non mi è più stato possibile rispondere.
Stiamo appunto aspettando che il professore in questione ci indichi come procedere, probabilmente ci dirà le stesse cose che consiglia Lei; dal momento che è stato tanto disponibile la terrò sicuramente aggiornato! E speriamo che un giorno, anche il mio umore altalenante possa finalmente trovare un equilibrio.. E chissà se dovrò davvero cercare un aiuto come ho pensato più volte, o se riuscirò a superare tutto da sola...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> chissà se dovrò davvero cercare un aiuto come ho pensato più volte, o se riuscirò a superare tutto da sola
>>>

Ci tenga pure aggiornati. Nel frattempo, però, legga questo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
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Utente
Utente
La ringrazio infinitamente, ho letto e ho chiaramente recepito il messaggio! Mi vergogno a dirlo, ma forse il motivo principale che ancora mi trattiene dal rivolgermi ad uno psicologo di persona è la mancanza di tempo, essendo fuori casa per lavoro dalle 8 del mattino alle 18.30 di sera, tutto quello che resta va naturalmente verso i figli e la casa (verso la casa molto poco, devo dire che chiudo spesso non solo un occhio, ma entrambi!). Mi piacerebbe moltissimo parlare con uno specialista, non la ritengo una vergogna e sono affascinata dalla possibilità di fare finalmente un viaggio dentro me stessa opportunamente guidata. Devo acquisire questo pensiero, che aiutare me stessa sia altrettanto importante...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
No, deve acquisire un pensiero più importante: curare la mente è altrettanto importante che curare il corpo. Se avesse una gamba rotta, il tempo per farsela aggiustare lo troverebbe eccome.

Perciò, per quanto duro le possa sembrare, forse non ha ancora sofferto abbastanza. Il suo disagio non è ancora arrivato alla soglia di sopportazione massima, quella che le farà dire: "Ora basta, devo far qualcosa".

Perché curarsi non significa fare un viaggio affascinante alla scoperta di se stessi; quella è altra roba.

La maggior parte delle persone che si reca da noi deve prima superare tale soglia. Deve prima arrivare alla frutta, altrimenti non si decide.
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Utente
Utente
Sì, sicuramente ha ragione ancora una volta! Evidentemente non sono arrivata al limite.. Spero di non dover toccare il fondo prima di decidermi, le farò sapere!! Anche perché temo che la mia soglia di sopportazione sia davvero molto molto alta.. Solo non vorrei che poi se aspetto l'esplosione questa possa fare troppi danni.. Naturalmente immagino che non ci sia un campanello d'allarme, qualcosa che mi faccia intuire che non posso più aspettare, forse il solo fatto di aver deciso di scrivere qui, di mettere nero su bianco i miei disagi, dovrebbe essere sufficiente.. :)
Cmq c'è da dire che purtroppo... nella società odierna, per quanto sul lavoro non mi possa lamentare dell'elasticità e comprensione, dire "mi prendo dei permessi per andare a curare la gamba rotta" piuttosto che qualcos'altro di fisico, non è proprio come dire "mi prendo dei permessi per andare dallo psicologo", non so se capisce cosa intendo, e questo indubbiamente non agevola.. Ma magari riuscirò a trovare degli orari che mi consentiranno di non assentarmi dal lavoro e non dover quindi dare delle spiegazioni.. Non perché me ne vergogni, ma proprio perché il clima è abbastanza confidenziale, e sarebbe impossibile per me non dover raccontare i motivi... Ma non ritengo che siano cose che devono sapere le mie colleghe di lavoro..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> non vorrei che poi se aspetto l'esplosione questa possa fare troppi danni
>>>

Pensi a suo figlio, prima che a lei.

Pensi che il mutismo che dura ormai da tempo potrebbe significare qualcosa. Pensi che i bambini sono come spugne: tutto il bene e il male che sentono attorno a sé, emotivamente parlando, lo assorbono e lo rimandano indietro, in forme a volte diverse.

Il resto, mi permetta, a me sembrano scuse per continuare a non voler affrontare il problema.

Ora devo lasciarla, perché continuare a discuterne sarebbe inutile. È lei che deve prendere una decisione, non io a doverla convincere.
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Utente
Utente
Grazie ancora per il tempo che mi ha dedicato, parlare con Lei, è stato comunque prezioso. Le auguro buon lavoro e la aggiornerò sicuramente.