Depressione e fobia sociale

ho da poco compiuto 18 anni, mi sento sempre inadeguato ma non credo sia un problema dovuto a me ma credo perchè non sono circondato da persone alla mia altezza...i miei coetanei che frequento perchè siamo nella stessa classe sono immaturi, vuoti, superficiali, siamo solo tre ragazzi ed io costretto a sedermi vicino a un ragazzo col sostegno col quale non ci si vuole sedere nessuno vicino, le altre persone pensano a fumare erba, sballarsi, divertirsi e io sono troppo introverso, odio mettermi in mostra, vivo ormai da tre anni recluso in casa, non esco mai, non mi annoio perchè studio, scrivo e suono ma sento la mancanza di una compagnia ma se da una parte desidero relazionarmi con gli altri dall'altra questo confronto mi spaventa e mi mette l'ansia, sono molto perfezionista e io credo la mia timidezza sia cresciuta da quando alle medie ho subito un atto di bullismo, un ragazzo mi abbassò i pantaloni davanti a tutti e io mi sentii tremendamente a disagio e ricordo che i prof passarono sopra all'accaduto, io mi sono sentito sempre più messo da parte e ignorato...ora frequento il quarto anno di liceo, ho problemi a relazionarmi con i compagni di classe, non esco mai dalla classe a ricreazione, ho paura di essere malgiudicato, di fare brutte figure, ho una timidezza eccessiva e paralizzante, quando parlo con qualcuno arrossisco subito, tendo a balbettare o a non tenere lo sguardo e mi considerano ridicolo...non sono brutto come ragazzo ma nonostante questo non ho mai avuto una ragazza, solo amori non ricambiati e non riesco ad avere una grande autostima, mi sento sempre non abbastanza qualcosa, mi vedo grasso, anche se ho perso 46 chili in pochi mesi l'anno scorso...già perchè ho avuto anche problemi di peso fino a 16-17 anni, colmavo le mie mancanze di affetto con il cibo ma non ho mai rigettato, non credo sia bulimia solo che inghiottivo a dismisura enormi quantità di cibo in piena notte, i miei lavorano e non sono mai molto presenti, quando ci sono non hanno comunque tempo per ascoltarmi come vorrei e ultimamente gli espongo i miei disagi con una prof di fisica che mi ha dato il debito e che non faceva altro che sminuirmi in pubblico davanti alla classe e svalutarmi non riconoscendo mai il mio impegno e loro non capiscono la mia esigenza di cambiare classe e l'ingiustizia della scuola che ha premiato chi non ha mai frequentato mettendogli il debito come me e penalizzato me che ho fatto sempre il mio dovere...avverto di vivere delle profonde ingiustizie e dei disagi molto pesanti ma non considerati come dovrebbero e spesso vengo scambiato solo per uno che si lamenta solo, un rompiscatole dai miei, non mi sento capito nè da loro nè dai miei coetanei nè dai prof, penso di essere un rifiuto della società, mi sento inutile e spesso ho vaghe idee di suicidio o di autolesionismo anche se non ho idea di come metterle in pratica, tutto ciò di cui avrei bisogno è di cambiare aria, scuola, vita ma i miei non me lo permettono. Che ne pensate della situazione?
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

credo che costruire situazioni piacevoli possa essere un modo per contrastare le situazioni spiacevoli e considerarle per ciò che effettivamente sono.

Per esempio, dato che ha degli interessi, come studiare, scrivere e suonare, il concentrarsi maggiormente su di essi e trovare persone con cui condividerli e svilupparli può essere un modo per costruire una rete sociale entro cui sviluppare relazioni amicali in modo proficuo.

Questo aiuterebbe molto nel rafforzare l'autostima, nel considerare obiettivamente e nel saper fronteggiare al meglio le situazioni spiacevoli che la vita talvolta presenta.

Il resto verrà di conseguenza.
[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazzo,
comprendo il suo sentire, ma credo che il focus della sua attenzione vada spostato dagli altri su sé proprio per comprendere e imparare COME affrontare le difficoltà che ha espresso.

<ma non credo sia un problema dovuto a me... penso di essere un rifiuto della società, mi sento inutile e spesso ho vaghe idee di suicidio o di autolesionismo>

Non crede che sentendosi un rifiuto della società, inutile finirà per comportarsi in modo tale da confermarsi la percezione che ha di sé?
Non crede che in questo modo farà in modo che anche gli altri le rispondano di conseguenza?

Attribuire le sue problematiche solo agli altri non la aiuta a divenire consapevole di quanto anche lei contribuisca al perpetuarsi dei suoi disagi.

Come già le avevamo consigliato in un recente consulto, sarebbe opportuno che incontrasse direttamente un nostro collega che in un clima empatico e non giudicante, la potrebbe ascoltare attentamente e aiutarla ad affrontare in modo efficace le sue difficoltà in vista di migliore benessere e qualità di vita.

Da qui e non per cattiva volontà, ma per i limiti intrinseci al consulto on line, non possiamo intervenire come lei meriterebbe, come invece potrebbe fare uno psicologo direttamente.

Si può rivolgere alla ASL Consultorio Familiare Spazio Giovani del suo territorio, non esiti a farlo, ne ricaverà benefici.

Ecco il link con gli indirizzi
http://www.vitadidonna.it/sanita/consultori/consultori-familiari-di-roma-elenco.html

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto