Che cosa devo fare se la psicoterapeuta non è più disponibile?

Gentili medici e professionisti,
vi ringrazio in anticipo per la vostra sollecitudine e per le volte in cui in passato ho usufruito del vostro servizio.
Mi ritrovo un dilemma direi pratico: la mia psicoterapeuta mi ha mandato una mail in cui ha annullato tutti gli appuntamenti di giugno e luglio per "problemi inderogabili".
Non si sa quando rientrerà, non mi ha dato altre referenze ed è sparita.
In questo momento stavo per iniziare un supporto di tipo farmacologico, ma senza la terapia non me la sento di cominciarla. Per me è un periodo delicato e ricominciare con un'altra persona con agosto alle porte, quando tutti vanno in ferie, non mi sembra una buona idea.
Premetto che sono in terapia da lei con cadenza 7/15ale da settembre 2012.

Non mi sembra si sia comportata molto correttamente.
a ciò si aggiunge il fatto che, a fine agosto partirò tre mesi in giappone con borsa di studio e vorrei stare al meglio e prepararmi a questo tour de force che significa tanto come opportunità di crescita e formazione.
La collega psichiatra ha aggiunto di comprendermi e di chiamarla dovessi stare male.
Però ognuno il suo lavoro no? Perciò non so cosa fare... ( la diagnosi che ha formulato è ritiro di tipo depressivo con forte componente ossessiva )
Cordiali saluti,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La collega avrebbe dovuto prepararla per tempo all'interruzione del rapporto terapeutico. Ma se deve partire ad agosto, sarebbe comunque servito a poco: è improbabile che in due mesi scarsi sarebbe riuscita a fare ciò che non ha fatto in nove. La psicoterapia non va bene quando è usata come pronto soccorso, soprattutto per problemi d'ansia.

Quanto tempo conta di rimanere all'estero?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Due mesi e 20 giorni starò in Giappone.
All'inizio sapevo che lei non c'era ad Agosto perciò non avevo problemi... Mi sarebbero rimasti metà Maggio, Giugno e luglio e quindi una decina di sedute per prepararmi. Inoltre sapeva che sarei partita sin da Febbraio.

In aggiunta non risponde più a mail o a telefonate.

É un pronto soccorso perchè per colpa sua io sto peggio. Sono ricominciate le tachicardie notturne, il fiato corto, le crisi di pianto, la voglia di farla finita...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> É un pronto soccorso perchè per colpa sua io sto peggio.
>>>

In che senso? Perché la ha abbandonata, oppure perché durante la terapia la collega avrebbe fatto delle manovre che l'hanno fatta peggiorare?

In altre parole, finché la terapia era in essere, si stava sentendo già peggio di quando era iniziata, o il peggioramento è iniziato dopo la lettera di abbandono?
[#4]
dopo
Utente
Utente
No, da settembre a Maggio ho avuto direi dei miglioramenti apprezzabili.
Verso la fine del mese di aprile mi consigliò tuttavia di rivolgermi presso il centro di disturbi alimentari delle Molinette, dove poi ho conosciuto la psichiatra che mi ha preso successivamente in cura un mesetto dopo.
Dato per assodato che sono stati comunque esclusi da loro problemi di comportamento oro alimentare, ho continuato sia a frequentare la psichiatra durante il mese di Aprile/ metà maggio, e anche la psicoterapeuta. All'inizio un po' scettica, poi mi sono convinta che potevano coesistere.
Ovviamente ho fatto un paio di colloqui con la psichiatra prima di parlare di prescrizioni farmacologiche, ho fatto dei test anche. Poi a metà maggio, attorno al 20, la psicoterapeuta mi manda questa missiva. Quella sera stessa ho cominciato a stare male, continuavo a stare a letto, ad alzarmi, ero irrequieta.
Ho chiamato la psichiatra che però aveva il telefono spento.
Ho cominciato a sudare, ad avere una forte nausea e ho chiesto a mia mamma di portarmi al pronto soccorso perché mi sentivo morire. Da quel momento succede ogni 4/5 giorni un episodio simile.
La psichiatra ha ovviamente confermato la poca correttezza della terapista, e mi ha suggerito una cura farmacologica che però, non ho il coraggio di iniziare. Voglio potere essere sostenuta in entrambi gli aspetti, e mi sento più che mai sola.
In ogni caso, c'era stato un netto miglioramento, ma dopo questo avvenimento, sono ripiombata nella disperazione.

La ringrazio comunque tantissimo per la sua consulenza a titolo gratuito. Si immagini in che mani sono finita pur pagando...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

queste cose possono capitare per diverse ragioni, ad esempio per malattia del terapeuta o per altre ragioni.
A me però interessa di più la Sua reazione (e credo sia anche la questione più interessante per Lei, al di là dello stile personale del terapeuta nel dare comunicazioni).
Sta protestando perchè ha perso il terapeuta e questa protesta mi pare anche una buona cosa, che può verificarsi talvolta anche verso la fine di una terapia (c'è infatti attaccamento a quel terapeuta):

" mi sento più che mai sola.
In ogni caso, c'era stato un netto miglioramento, ma dopo questo avvenimento, sono ripiombata nella disperazione. "

C'è stato un peggioramento dei sintomi, oppure Lei si sente disperata e protesta senza la Sua base sicura?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dt. Pilenci,

probabilmente non ho saputo, come dire, adeguarmi al cambiamento.
Non nego che da quella volta, piango molto più spesso, ho crisi d'ansia molto più forti, e già un paio di volte ho pensato di farla finita.

Mi rendo conto che adesso sono anche fortemente titubante ad aprirmi con una persona , o ad una categoria di persone, che mi ha ferito.
Perché è così che mi sento. Ferita.

Il pensiero che faccio quindi è, di assoluta presa coscienza del dolore, di non vedere nessuna via d'uscita (ho paura di prendere farmaci, ho paura di riaprimi ad un nuovo psicoterapeuta) e quindi cosa mi rimane?

Non crede che uscire da un percorso terapeutico in malo modo, e che questo episodio diventi talmente significativo da compromettere (almeno per il momento) nuove esperienze terapeutiche, possa essere considerato un peggioramento rispetto alla condizione iniziale?
Non ho risolto il problema, sto ancora male, e ho l'aggravante pregiudiziale nei confronti degli psicoterapeuti. (oltre che la voglia di ricominciare tutto da capo che è veramente poca.)
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

qui però la scelta è tutta Sua: se permettere che questa esperienza riesca a rovinarLe la vita e compromettere la guarigione e la terapia, oppure andare avanti.
Le ho parlato di relazione terapeutica e attaccamento perchè è frequentissimo che il pz arrivi a protestare anche semplicemente quando la terapia sta per concludersi.

Qui però non ho ben capito se stiamo parlando di questo o di altro, magari di insoddisfazione verso questa terapia e questa modalità di "chiusura".

Indipendentemente dalle modalità di chiudere, vuole permettere che questo evento La faccia stare male o peggio? Non Le pare che la scelta più saggia per risolvere il problema sia cercare un altro terapeuta?
Questo non significa buttare via il lavoro già fatto, se ha avuto qualche miglioramento.
Se invece non ha avuto miglioramenti, pur comprendendo la rabbia e l'insoddisfazione, è il caso di far di tutto per raggiungere il benessere nel Suo esclusivo interesse. Potrebbe chiedere allo psichiatra di aiutarLa, se crede.

Si faccia aiutare a intravedere una via d'uscita; chiudersi in se stessa peggiorerà solo la situazione.

Cordiali saluti,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> a metà maggio, attorno al 20, la psicoterapeuta mi manda questa missiva. Quella sera stessa ho cominciato a stare male, continuavo a stare a letto, ad alzarmi, ero irrequieta
>>>

In tal caso, se il peggioramento è iniziato dall'abbandono, sembra probabile che lei abbia un problema d'ansia da risolvere.

Se in 9 mesi non è riuscita a risolverlo, è probabile che la terapia non abbia funzionato nel modo dovuto e che si sia venuta a creare una collusione fra lei e la terapeuta in modo tale per cui lei stava usando la terapia per sentirsi rassicurata. Allo stesso modo in cui adesso vorrebbe essere disperatamente rassicurata con urgenza, perché non sa come fare a viaggiare e stare due mesi all'estero. Solo che anche questo non costituirebbe cura, sarebbe solo un rimandare il problema.

Lei deve cercare un terapeuta che valuti se il suo problema sia in effetti di ansia e paura del distacco, e che confermato questo lavori per aiutarla a *non* aver più bisogno di essere rassicurata. Quella è la cura corretta dell'ansia.