Suicidio, unica via d'uscita?

Sono ormai sola, lo sono da anni, ma ora lo sono anche fisicamente.
Mi sono trasferita all'estero, ho 20 anni, nulla è cambiato nelle mie attitudini.
Continuo a far finta di stare meglio riguardo ai DCA, ma li sento ancora dentro.
Sto facendo di tutto per costruirmi un buon futuro (ma quale futuro?), sto per iniziare l'università in uno Stato straniero e sono propositiva, ma dall'altra parte, quella che si manifesta in giornate come oggi, sono sfinita e voglio solo morire.
Ho passato anni a dirmi che avrei dovuto allontanare tutti per rendere la mia morte meno grave. Devo dire di esserci riuscita, non ho più nessuno se non la mia famiglia, distante, ma non per questo meno sensibile al pensiero della mia morte.
Mi sono costruita il nulla, lui, l'unica persona che volevo accanto è lontana da me.
L'ho abbandonato in un momento terribile della sua vita, nonostante abbia provato a far finta di niente, di non vedere che era lontano e che mentiva, che gettava via tutto il mio amore, ancora ed ancora, dopo anni, non ho potuto andare oltre, le mie sofferenze erano terribili, l'ho lasciato li perché lui non mi ha nemmeno voluta seguire. La mia è stata una scelta di sopravvivenza, stavo già morendo di fame per conto mio, lui mi avrebbe portata alla tomba.
Ed ora non capisco perché ho fallito in tutto, nonostante io sembri una ragazza brillante che è riuscita in tutto, coraggiosa, indipendente, che si mantiene da sola e studia all'estero, bella.

La verità è che il mio telefono non squilla più da anni, la gente di cui mi importa sembra non volermi più tra i piedi dopo pochi minuti, che tutti mi stiano allontanando anche nelle poche volte che mi faccio viva.
Non riesco a socializzare più,nonostante le attenzioni dei ragazzi, il mio enorme sorriso.

Non ho più voglia di andare avanti da anni ed anni, e questo è il risultato, un risultato infetto. Io sono ormai infetta.
Ciò ho provato in tutti i modi, non si può dire che non l'abbia fatto, quest'ultimo anno ho cambiato la mia vita per il meglio, ho fatto il meglio che potevo fare per il mio futuro. Ma io un futuro non lo voglio più da tempo.
E se ho reagito è stato solo per il dolore di vedere la mia famiglia soffrire nel vedermi rifiutare di nutrire il mio corpo, la mia vita.
Ho risposto ad un dolore troppo grande da sopportare.
Ho sempre amato profondamente chi mi circondava. Ho sempre dato il massimo, ho smesso di tagliarmi per loro, motivo per cui sono arrivata a sfogare con i DCA, mi hanno scoperta dopo anni, e ho reagito anche questa volta riparando il tutto.
Niente è stato riparato. Sono scappata per respirare, ma questo enorme fardello, questo vivere forzato, questo mio amore mai intrusivo, timido, non capito, non accettato, respinto in modo educato e sleale...
Non è cambiato nulla. Ho passato quasi tutto il giorno a letto, era da tanto che non mi capitava.
Credo sia il mio destino, nessuno può aiutarmi, sono andata troppo oltre.
Le ho provate tutte in 8 anni.Forse è davvero l'unica soluzione.
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

il Suo comportamento nel complesso mi fa pensare allla necessità di fuggire da qualcosa.

Del resto, i DCA possono essere considerati anche come una fuga, in un certo senso.

Credo che la soluzione non sia la "fuga estrema" che Lei vuole tristemente attuare, ma affrontare le questioni che stanno _all'origine_ del Suo comportamento.

Si chieda quindi da che cosa sta fuggendo, in realtà.

Da come scrive è chiaro che Lei è una persona intelligente, quindi non si faccia ingannare da certe idee distorte.

Non è vero che nessuno può aiutarla, piuttosto deve rivolgersi a un/una professionista che tratta questi problemi e che può assisterLa lungo un percorso di approfondimento, affinché Lei possa comprendere, valutare, ridimensionare, affrontare e risolvere l'intera faccenda.

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