Dolore da lutto

Salve,ecco la mia storia: a 10 anni ho perso mio padre (tumore)e per anni ho fatto finta che non fosse accaduto nulla, mai un pianto, mai un discorso con gli amici, mai un riferimento (per la serie che (esempio concreto) se qualcuno che non sapeva diceva "ma tuo padre non si incavola?" la mia risposta era "no i miei non si incavolano"e non "guarda mio padre è morto,sto solo con mia madre e lei non si incavola",) Ai 16-17 anni ad un certo punto è stato come svegliarsi da un sogno e ritornare alla realtà, forse spinto dal fatto che in tante situazioni della vita mi mancava realmente una figura paterna che potesse fungere da punto di riferimento, quindi tutti o quasi uscì fuori, con tutto il dolore che ne consegue, è uscito fuori e adesso quantomeno non faccio finta che il problema non sia mai esistito.
Andiamo avanti: a 17 anni ho perso anche la mia sorellastra. Era molto più grande di me, sui 29, per cui non ho mai avuto un grande rapporto con lei, ci vedevamo poco, però le volevo bene e sono sicurissimo che lei me ne volesse altrettanto... E' andata via anche lei (tumore, tanto per cambiare) Ricordo che quando fui informato dell'accaduto (chiaramente sapevo che stava male)mi trovavo con amici, mia madre mi chiamò e io non feci una piega!. Solo dopo averla vista scoppiai a piangere come non mi era mai successo in vita mia.
Arriviamo ad oggi. In pratica dopo uno sfogo con la mia ragazza riguardo i miei vari casini fra università, famiglia, ecc mi sono reso conto che non avevo completamente citato l'argomento di mia sorella! Nessun problema a parlare di mio padre, ma della mia sorellastra NIENTE, COME SE NON FOSSE MAI ACCADUTO NULLA! Non è che ci ho pensato e non l'ho detto, proprio neanche mi è passato per la testa! Allora ho avuto "l'illuminazione": mi sono reso conto che avevo fatto e stavo facendo esattamente la stessa cosa che feci quando morì mio padre, ovvero far finta di niente! Ma l'intuizione è arrivata oggi, in questi anni non mi ero mai neanche posto il problema, proprio come se l'avessi rimosso dalla mia memoria... Sta di fatto che appena la mia ragazza è andata via, spontaneamente ho acchiappato una foto di mia sorella e ho pianto per 10-15 minuti abbondanti con la foto tra le braccia, proprio come feci quel giorno, e le uniche parole che sono riuscito a dire sono state "ti prego scusami" e "mi dispiace".
Ora, una volta raccontate le vicende chiave, vorrei capire perchè ho questo atteggiamento! é una cosa comune?Credo che non faccia affatto bene vivere fingendo che nulla sia accaduto solo per "difendersi" dal dolore e dai ricordi, però vorrei sapere esattamente se esistono degli effetti negativi concreti che produce questo atteggiamento in chi lo adotta. Inoltre vorrei sapere cosa accade a livello psicologico nel momento in cui invece ci si rende conto (come mi è capitato oggi) di aver rimosso l'evento, e cosa può rappresentare per un ragazzo (oggi ho 24 anni) un lutto di questo tipo, una persona cara e anche giovane. Grazie mille
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

"rendersi conto" è la cosa migliore sotto tutti i punti di vista, poiché permette finalmente di affrontare il dolore che si è accumulato nel tempo, e poi, col tempo, di superarlo.

Riguardo a che cosa può rappresentare un lutto come quello che descrive, semplicemente esprime quanto era cara la persona che non c'è più, e questo nessuno lo può sapere meglio di Lei.


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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
aggiungo un mio pensiero alle preziose riflessioni del Collega.

I lutti necessitano di un'adeguata elaborazione per essere superati, l'intensità del dolore correla con il valore della persona e con l'eventuale fragilità psichica di chi li vive....

Le persone care, quando non sono più estinte, diventano "oggetti interni" da custodire ed accarezzare....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

francamente dovrebbe essere Lei stesso a dire che cosa rappresentano questi lutti nella Sua vita (a partire dall'infanzia) e cosa significa per Lei aver momentaneamente archiviato. E' sicuro di aver archiviato il dolore in questi anni? Forse era soltanto più concentrato a costruire la propria vita e questo a mio avviso è stato un bene. Oggi Lei è un ragazzo con un buon equilibrio e che ha fatto tante cose: frequenta l'università, ha una relazione d'amore, ha degli amici e probabilmente fa tante altre cose che qui non ci dice.

Vede, talvolta, la nostra mente costruisce degli equilibri che danno priorità ad alcune cose e meno ad altre. Forse in passato Lei non avrebbe potuto sopportare quel peso. Inoltre quando è morto il papà era anche piccolo. Per un bambino quando un genitore va via (non mi riferisco solo alla morte, ma anche in caso di separazione o affido ad es. ai Servizi Sociali) scatta il senso di colpa, perchè il bimbo ha il pensiero magico di poter influenzare con il proprio comportamento o con la propria mente ciò che accade (es. sono stato un bravo bambino, ecco che è successo.... e viceversa).

Perchè Le dico che dovrebbe essere Lei a trovare le risposte?
Perchè le risposte che Lei cerca NON ce l'ha nessuno psicoterapeuta: tali risposte e tali significati, anche in una terapia vis a vis, sono da costruire insieme, pz. e terapeuta. Un insegnamento importantissimo datomi dai miei prof. è che il maggiore esperto sul pz. in una psicoterapia è il pz. Il terapeuto lo aiuta solo a trovare ciò che sta cercando, facilitandolo con le domande giuste ad es.

Invece per quanto riguarda la risposta alla Sua domanda:
"vorrei sapere cosa accade a livello psicologico nel momento in cui invece ci si rende conto (come mi è capitato oggi) di aver rimosso l'evento, e cosa può rappresentare per un ragazzo (oggi ho 24 anni) un lutto di questo tipo, una persona cara e anche giovane..."
mi pare che qui ci sia un po' d'ansia e di preoccupazione da parte Sua. In ogni caso che cosa pensa che potrebbe accadere adesso?

Da una parte è vero che noi esseri umani non siamo progettati per le separazioni e quindi soffriamo quando ci separiamo (non solo per la morte), ma è altrettanto vero che siamo anche sufficientemente attrezzati per far fronte alle separazioni.

Certamente ci sono casi di lutto complicato, ma non mi pare proprio il Suo caso, pur con i limiti di un consulto on line.

Mi pare invece che Lei, oggi, abbia pianto -ricordando la sorellastra defunta. Non costruisca inutilmente problemi.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Salve,
volevo ringraziarvi per la vostra professionalità e il vostro supporto. Può sembrare una cosa banale, ma anche una breve risposta in merito al mio problema per me vuol dire tantissimo, anche perchè come avrete capito non sono solito parlare di questi argomenti con chi mi sta vicino... Davvero grazie mille a tutti, in particolare ho apprezzato la risposta della Dottoressa Pileci, e ho riflettuto molto sulla frase conclusiva "non costruisca inutilmente problemi": diciamo che questa cosa me l'hanno detta in tanti e penso proprio che sia una reale e forte componente del mio carattere, che in generale nella vita non aiuta molto. Spero di migliorarmi in qualche modo sotto questo punto di vista.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"...penso proprio che sia una reale e forte componente del mio carattere..."

Se questa è una caratteristica del Suo carattere, è importante fare qualcosa per modificare tale aspetti, perchè potrebbe verosimilmente trattarsi di un problema d'ansia che La spinge a rimuginare sugli eventi.

Ci pensi.
Cordiali saluti,