Elaborazione del lutto per nostra madre ostacolata da nostro padre

Ho già scritto qui, circa due anni fa, ed allora mi è stato consigliato di rivolgermi ad uno psicologo, ma nonostante il mio bisogno di aiuto non ne ho avuto il coraggio. L'ho avuto ieri, anche se più che il coraggio è stato l'aver toccato il fondo. E la paura. E ora il tempo che mi separa dal primo incontro, un mese, mi sembra infinito.

Mia madre, malata di tumore al pancreas, dopo una ripresa violenta della malattia, è mancata pochi mesi fa. Il sospetto che allora avevo, e cioè che mio padre la tradisse, è oggi una certezza. Non so se sia la stessa di ora, ce n'è stata più di una, quasi da sempre, e mia madre lo sapeva. Lui, non è cambiato. Non è cresciuto.

La sua donna attuale è una delle infermiere che nelle ultime settimane di vita di mia madre si prendeva cura di lei a domicilio; lui la vedeva già da diversi mesi, l'ha conosciuta in ospedale. Lui oggi la porta a casa, di nascosto, nel letto di nostra madre, con ancora l'urna con le ceneri di lei sullo scrittoio. Non lo sopporto, e meno di me lo sopporta mio fratello. Lui dice spesso che nessun'altra donna entrerà mai in casa, in lacrime: "excusatio non petita, accusa manifesta". Noi sappiamo, l'abbiamo visto. Come se non bastassero le voci che ci arrivano da ogni parte... E poi ci sono le bugie, una dietro l'altra, su tutto, che con il tempo inevitabilmente si rivelano da sole: esce quasi tutte le sere, ma vede ora un amico ora un altro, non una donna; sui soldi, che tra un affitto, il suo lavoro e la pensione di mamma sono tanti, 2000 al mese, e che però non ci sono mai, tra serate fuori e non so che altro. Non ha pagato neppure il funerale, l'ho fatto io. Beve, anche.

Però non possiamo affrontarlo: io, oggi, sono sposata ed economicamente indipendente da lui, ho la mia casa, ho mio marito. Ma mio fratello no. Ha vent'anni, non ha un lavoro fisso, dipende da lui ed è costretto a stare nella sua casa, come me due anni fa. E io non posso vivere con l'angoscia che una parola storta o il non sentirsi dare la ragione che vuole lo portino a mettere le mani addosso a mio fratello, senza più mamma che lo contenga e in qualche modo lo fermi. E' per questo che ho pregato mio fratello di avere pazienza e di affrontare le cose poco alla volta, con calma, di non fare nulla che possa indisporlo, di ignorare e lasciar correre. Ma allo stesso tempo vedo quanto soffre e non so che fare. Io mi mordo la lingua, ma il prezzo è la mia vita finalmente un po' più serena che va lentamente a sfasciarsi: alterno giorni di insonnia a giorni in cui riesco ad alzarmi dal letto a fatica, ho perso interesse per molte cose, la casa è un disastro e anche io lo sono. Vorrei ritrovare quella serenità, per me e per mio marito, e vorrei trovare il modo per aiutare mio fratello, anche se sono consapevole che la questione, di fatto, non è risolvibile. Non in modo indolore, almeno.

Pochi giorni fa ho sognato di ucciderlo. E per quanto sia mostruoso da parte mia, vorrei che ci fosse lui al posto di mia madre.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Lui, non è cambiato. Non è cresciuto.
>>>

Nemmeno lei. Continua ancora a desiderare con rabbia che suo padre sia quello che non è.

Smettere di tradire non equivale alla crescita, perché gli esseri umani hanno sempre tradito indipendentemente dall'età. E inoltre si vede che smettere non è ciò che vuole lui. I genitori sono una delle cose che non possiamo sceglierci.

Perciò, smetta di voler cambiare suo padre e vada avanti con la sua vita. Si faccia aiutare. Se già ha fissato un appuntamento, abbia pazienza e poi parli con il collega.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Psicologo attivo dal 2013 al 2022
Psicologo
Gentile utente,
il dolore che lei si trova ad affrontare è comprensibilmente grande e dunque la sua scelta di farsi supportare psicologicamente è corretta e le sarà di aiuto.
Molti sono gli aspetti che lei ha qui riportato: la delusione per l'atteggiamento di suo padre, le difficoltà già esistenti in passato, le preoccupazioni per il fratello.
Sicuramente avrà modo di sviscerarli durante i colloqui con il terapeuta.
Ciò che è importante, e che lei stessa in qualche modo riconosce parlando di se nell'ultima parte del suo messaggio, è che non perda di vista l'importanza del prendersi cura di se stessa e delle sue ferite, solo così potrà, in seconda battuta, trovare il modo più consono anche per dare supporto a suo fratello. Deve quindi prima di tutto concedersi di trovare la sua serenità, che passa anche attraverso il darsi il tempo per affrontare il lutto per sua mamma.
[#3]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, il dr Santocito.
E' fondamentale che si stacchi emotivamente dalla famiglia. Questo non significa fregarsene ma evitare che le proprie emozioni siano messe a "soqquadro" dagli altri. L'indipendenza economica non è affettiva. Si può vivere a migliaia di km di distanza ed essere ancora molto invischiati nelle dinamiche familiari e abitare con i genitori essendo da loro autonomi. Inoltre lei sembra aver trovato il capro espiatorio di tutti i dolori di mamma in suo padre ma mamma è adulta, è lei che ha scelto di continuare a vivere con lui.
Buon inizio di terapia.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#4]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, trovo anch'io che in mezzo a questo grande dolore, con l'aiuto del Collega che avrà tra breve al fianco, sarà opportuno via , via diventare meno invischiata con le dinamiche della sua famiglia d'origine, anche per trasmettere a suo fratello dei messaggi di coraggio e di spinta in avanti.
Come dice il Collega Mori la mamma ha scelto di restare con suo padre, in fondo di com'erano i loro rapporti lei non può sapere tutto.
Mi rendo conto che ora detesta suo padre che le appare pessimo, ma lui potrebbe essere più che altro debole che reagisce al lutto con una fuga verso la vita, la sessualità agita con la prima che gli è capitata, che beve per non pensare..le possono sembrare parole sacrileghe queste, ma di fronte all'angoscia di morte ognuno reagisce diversamente, chi nega, chi affronta chi diventa migliore..
Guardi avanti , abbia cura del suo rapporto di coppia, della sua casa e di sè stessa, questo vorrebbe la sua mamma per lei..


MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it