Problema di dipendenza affettiva

Buongiorno, credo di avere un problema di dipendenza affettiva. Ho 22 anni e sono sempre stata una persona molto indipendente, fino a che, 2 anni fa, ho avuto la mia prima relazione. Questa relazione è stata molto malata (lui era iperpossessivo, aveva tagliato 'fuori' sia i miei che i suoi amici) e il modo in cui ci siamo lasciati ha avuto un forte effetto su di me. Ora frequento un nuovo ragazzo, ma continuo ad avere le insicurezze lasciatemi dall'ex: ho paura a parlargli delle mie emozioni e dei miei problemi perchè penso che questo porterebbe ad un suo allontanamento. Allo stesso modo, vivo male le sue giornate con gli amici: non è un problema di fiducia, inoltre conosco i suoi amici e io stessa li stimo molto, è proprio il terrore che lui si renda conto di non avere bisogno di me.

Ho visto che in una consulenza simile, avete chiesto all'utente dei rapporti con il padre, quindi ne parlo in caso possa esservi utile: non ho un vero e proprio rapporto con lui, viviamo sotto lo stesso tetto, ma da un paio di anni l'ho come tagliato fuori dalla mia vita, non mi sono mai sentita nella posizione di potermi confidare con lui.
Potreste darmi qualche dritta su come lavorare sul mio problema?
Vi ringrazio anticipatamente!
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
L' Amore dovrebbe fondar si sul " piacere" non sul " bisogno" dell' altro, altrimenti inizia in maniera zoppicante.....

È possibile che le dinamiche del suo vecchio amore l' abbiano resa vulnerabile, dipendente e fragile ed adesso stia ancora ripetendo inconsciamente quel copione relazionale e disfunzionale.

Nella dipendenza d’amore, l’amore verso il partner assume le stesse caratteristiche delle "dipendenze in generale", come per esempio da droga, alcol, cibo ed internet; è un amore malato, malsano......che si nutre, senza riuscire però a sentire sazietà, del tempo e della presenza dell’oggetto amato.

Solitamente, in chi soffre di dipendenza d' Amore, è sempre presente, il bisogno quasi compulsivo di fondersi con l’altro, senza poter più definire i contorni tra sé e l’oggetto d’amore; bisogno che non tende mai a colmarsi, né con la quantità, né con la qualità del tempo trascorso e condiviso.( se non ho mal capito, dinamiche presenti con il suo primo amore...).


La dipendenza d' amore, quando si tratta di questo, solitamente parte da lontano, dalle figure genitoriali e dai legami con loro....ma siamo online ed il suo vissuto non può esse esplorato, un nostro Collega potrebbe aiutarla a conoscersi meglio, altrimenti tenderà a ripetere lo stesso copione senza elaborazione alcuna

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
Lei stessa ha definito "malato" il precedente rapporto che escludeva tutto il resto del mondo e si basava più sul possesso che non sull'amore.
Ora è invece un po' spaesata in questa nuova relazione, perché non sa come comportarsi e, non essendoci abituata, teme la vicinanza di persone esterne alla coppia.

Da quanto tempo frequenta questo ragazzo?
Quali sue caratteristiche le piacciono maggiormente?
Ne è innamorata?

Se ritiene che l'influenza negativa e gli strascichi che il vecchio rapporto ha lasciato dentro di Lei possano in qualche modo condizionare la nuova relazione, le consiglierei di provare a discuterne con uno psicologo, in modo da poter affrontare questa nuova storia con maggior serenità.
Potrebbe, vista la sua giovane età, rivolgersi gratuitamente al Consultorio della sua ASL.


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#3]
dopo
Utente
Utente
Intanto ringrazio entrambi per le risposte.

Per la Dr. Paola Scalco: Sì, io stessa definisco 'malata' la mia prima relazione, purtroppo però me ne sono accorta solo dopo la fine di questa. Essendo stata appunto la mia prima relazione, mi lasciai 'guidare' parecchio da quella persona, per poi rendermi conto solo dopo di quanto questo fosse sbagliato. Ormai però il danno era stato fatto, in un certo senso è come se mi avesse 'convinta' che fosse giusto vivere le relazioni in quel modo. Ed esattamente come ha detto, ora mi trovo proprio spaesata: razionalmente so bene che non c'è nulla di male nell'avere ognuno i propri spazi, anzi, io stessa negli rapporti (amicizie e famiglia) sono molto indipendente. Purtroppo però, nel rapporto di coppia, non riesco a controllare questa cosa, è come se sentissi coesistere due 'volontà', pur essendo cosciente che non sia la cosa giusta.

Frequento il mio ragazzo da 3 mesi, ma eravamo amici da diversi anni, lui stesso mi aiutò moltissimo dopo la rottura con il mio ex a riprendere in mano la mia vita.
I maggiori pregi che gli riconosco sono il fatto che è una persona molto paziente, ma allo stesso tempo molto energica e positiva. Apprezzo molto anche il bel rapporto che ha con gli amici e i suoi familiari, e il fatto che non abbia mai cercato di forzarmi: per esempio, la rottura con il mio ex mi aveva bloccato moltissimo nel fidarmi nuovamente di qualcuno al punto di parlargli dei miei sentimenti, ma questo non è mai stato un problema, ci sono voluti mesi, ma con i miei tempi sono riuscita a farlo.
Ne sono molto innamorata, è stato un sentimento cresciuto con molta calma, io stessa provai ad 'impedire' che succedesse proprio per le mie paure di una nuova relazione, ma alla fine le cose sono piano piano andate apposto e (a parte il problema che vi ho descritto nel post iniziale), è un rapporto che mi da molta serenità.

Mi informerò appena possibile presso la mia ASL, la ringrazio per la dritta.

[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

anch'io sono dello stesso parere della Collega Scalco, perchè la prima esperienza di relazione tu l'hai vissuta con un amore tossico e che oggi ti ha resa una persona un po' insicura nelle relazioni...

Questo può accadere anche a persone più grandi, ma credo sia un limite parlare di dipendenza affettiva e cercare altre cause...

In fondo sei stata brava a mettere fine a quella relazione che ti toglieva la gioia e ora ne hai impostata una diversa che ti dà serenità e che ti permette di stare bene.

Senza andare troppo alla ricerca delle cause, spaccandosi la testa dietro a queste cose, tieni presente che alla tua età le relazioni servono anche per capire che cosa desideriamo, quale tipo di persona vogliamo accanto, come stiamo in una relazione, ecc... Solo vivendo quelle storie possiamo imparare. Vedila anche come un'occasione per imparare ciò che NON vuoi per te stessa.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie anche a lei, Dr. Pileci.
Ha ragione sul fatto che servano anche a capire cosa vogliamo e cosa non vogliamo, spero infatti, nel caso mi ritrovassi nuovamente in una relazione come la prima, di riconoscerla per tempo, evitando ulteriori danni. Ricordo, durante quella prima relazione, la sensazioni di 'reclusione' fin dai primi momenti, e noto con grande piacere di non sentire tutto questo nella mia relazione attuale, lo considero come un piccolissimo passo avanti.
So che non sarà un percorso semplice e breve, ma mi sento determinata a portarlo avanti, prima di tutto per me. Sto cercando di documentarmi il più possibile a riguardo.
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Non è detto che non sarà un percorso semplice, solo che talvolta alcune persone fanno meno fatica ad abituarsi alle cose spiacevoli, piuttosto che a quelle piacevoli...

Assapora quello che vivi adesso.
Spero tu riesca a ricordare quella storia solo come una sorta di "vaccinazione" per le tue future relazioni, in modo tale da sapere meglio distinguere come vuoi essere trattata in futuro e cosa desideri.

Saluti,
[#7]
dopo
Utente
Utente
Pensavo, a proposito, di parlare di tutto ciò al mio ragazzo stasera, non so se possa essere una buona idea. Ho pensato di farlo perchè credo che lui, pur essendo al corrente delle mie esperienze passate, non le 'colleghi' con il fatto che mi capita di sentirmi giù e così via.
Oltre al lavoro personale che dovrò fare io su me stessa, c'è qualcosa che lui possa fare per aiutarmi a superare il tutto?
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Non saprei che cosa dire, così a distanza.
Condividere col tuo ragazzo tutto ciò è chiaramente una tua scelta, pensa alle conseguenze di tutto ciò e se ciò potrebbe farti sentire ugualmente bene.

Il lavoro su te stessa è tutto tuo, così come la fatica per farlo e ovviamente i risultati. A mio avviso non c'è nulla che gli altri possano fare per risolvere un problema che è tuo e di cui tu sarai in grado di occupartene e liberartene.

Come mai pensi che al tuo ragazzo debba spettare di fare qualcosa per aiutarti e non uno psicologo?


Buona giornata,
[#9]
dopo
Utente
Utente
Ho pensato di parlargliene per il fatto che, quando questo problema si 'manifesta', finisco per essere in 'conflitto' con me stessa, nel senso che da una parte, cosciente del fatto che non sia un tipo di reazione normale, cerco di 'nasconderlo' e metterlo a tacere, ma ovviamente non mi riesce del tutto. Quindi forse, sapere che lui sa cosa mi sta succedendo, che non ci sono altri problemi dietro, mi darebbe un po' più di tranquillità, come se potessi concentrarmi solo su quello e non anche sul giustificargli il motivo delle mie parole, per esempio.

Non intendevo che spetti a lui fare qualcosa, solo che conoscendolo, quando gli spiegherò come mi sento, chiederà se c'è qualcosa che lui possa fare o evitare al fine di facilitare il mio percorso. Poi ovviamente il 'lavoro' sarà mio e su me stessa, domani mattina contatterò il consultorio della mia città per vedere come affrontare la cosa.
Grazie ancora a tutti per le gentili risposte!
[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Fai bene a contattatare il consultorio.

Saluti,