Consiglio depressione appena arrivata

Buongiorno,
sono in cura da uno psicologo da qualche mese per risolvere i mie problemi relazionali (timidezza, scarsa autostima, rapporti con persone che mi trattano male e mi lasciano). per ora grandi progressi non ne vedo se devo essere sincera. tranne il fatto, non da poco, che ho smesso di essere soffocante e pressante quando vedo che sto per essere lasciata. questa ultima volta infatti non ho fatto assoltamente nulla per trattenere la persona. e sono fiera di me stessa per essermi riuscita a controllare. sto facendo questo percorso che mi sta cambiando a livello razionale, ovvero riesco più a razionalizzare i miei comportamenti e non cedere all'istinto di scenate, pianti o comportamenti assillanti. ma dentro di me sto male lo stesso. malissimo direi. allora quest'ultima persona, mio coetaneo, con cui sono uscita un paio di volte e che ho baciato, ha iniziato a corteggiarmi chiamandomi ogni giorno per mesi, chiedendomi di uscire, parlavamo tantissimo, ridevamo tantissimo e ci siamo anche detti cose reciprocamente cose private. lui stesso sentendo una grande intesa mentale con me parlava della possibilità di avere una storia insieme. alla fine usciamo di nuovo perché io mi sentivo rassicurata dalla sua insistenza e della sua sensibilità e dalla simpatia reciproca e poi mi diceva che aveva anche una grande attrazione fisica per me. unica cosa che mi faceva restare male era il continuo confronto con le sue ex che diceva essere più belle di me e questo è stato anche motivo di diversi litigi tra noi. usciamo e lui ci prova subito e io cedo ad un rapporto. lui subito dopo si alza, né durante né dopo (a differenza delle volte precedenti in cui ci eravamo visti) non mi bacia e alla mia esplicita richiesta dice che mi bacerà più avanti nel tempo quando si sentirà più in complicità con me. ci sono rimasta male e mi sono irrigidita.mentre lo abbracciavo diceva che ero appiccicosa. pensavo proprio di non piacergli per nulla e anche se lui "dopo" voleva andare a fare una passeggiata ho chiesto di tornare a casa. nel tragitto mi ha chiesto se volessi il giorno dopo andare a cena con suoi amici e ho detto no. la sera stessa mi chiama chiedendomi di andare un we con un'altra coppia di suoi amici e rifiuto anche qui e dico che volevo stare con lui. lui mi dice che da soli noi due si annoia.mi offendo. lui dice:quindi non lo facciamo più?e non vuoi vedermi più? io felice: certo che si!mi piaci tanto!lui dopo questa frase mi dice:non siamo compatibili, non voglio vederti mai più.non voglio illuderti. io piango e chiedo di restare amici almeno su fb. lui rifiuta e dice forse più avanti, non sei mia amica non mi interessa parlarti ancora.e ha detto che sarebbe uscito con un'altra.ci sono rimasta malissimo e non l'ho più cercato.è passato un mese ma dentro sento una tristezza molto forte, solitudine e indegna d'amore. il mio psicologo a tal proposito non dice nulla.io mi sento distrutta dentro per essere stata gettata come una cosa di poco valore.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

l'episodio che racconta è successo un mese fa e, nel frattempo, non ha cercato di elaborarlo in terapia?

Dice che il suo psicologo, al proposito, non dice nulla.
Posso chiederle se si tratta di uno psicologo o di uno psicoterapeuta?
Ne conosce l'orientamento teorico?

Già in passato aveva scritto per problematiche analoghe; purtroppo, però, qui possiamo solo darle alcune indicazioni di massima e non possiamo trovare una giustificazione al comportamento del suo "amico".
Forse è proprio questa che lei sta cercando...

Se lei è seguita da un collega, rischia di fare confusione a chiedere pareri anche ad altri.
Non crede?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente

Buongiorno Dottore,

il mio psicologo è uno psicoterapeuta specializzato in terapia cognitivo comportamentale, scelta da me perché in passato ho sofferto di ansia e questo approccio mi aveva aiutata.

Io non voglio giustificazioni per il comportamento di quella persona, forse dalla mia lettera si evinceva il contrario perché ho messo molti dettagli. A tal proposito il mio psicologo non dice nulla nel senso che dice onestamente che in tutta onestà non conoscendo lui non può fare interpretazioni a distanza sul comportamento di un'altra persona e che la persona importante da salvaguardare sono io e devo lavorare su me stessa.

Infatti non voglio interpretare nulla del suo comportamento anche perché a differenza del passato dove analizzavo anche le virgole quando ad esempio stavo con il mio ex che amavo e che mi ha lasciata, ho capito che la risposta anche se dolorosa a volte è la più semplice. io a questa persona per non so quali motivi non piacevo. Forse se n'è accorto dopo avermi frequentata in intiminità (dubito) o forse, come penso io, aveva fin dall'inizio un interesse puramente fisico neanche molto forte per la verità, che una volta ottenuto non gli ha fatto desiderare ulteriori contati con me. capita. e infatti avendo dato una risposta tanto brutale quanto semplice a me stessa non sento nemmeno io la voglia di rivedere uno che ha così poca considerazione e affetto per me. del resto le sue parole sono inequivocabili: non sei mia amica e non voglio parlare più con te. più chiaro di così e quindi meglio chiudere definitivamente con un essere tanto spregevole.

il fatto è che proprio essere stata trattata con così poco tatto e in così poca conto mi fa sentire svilita. mi dico: caspita anche se un "provolone" del genere mi snobba devo valere proprio poco. e dentro di me da qualche giorno sento una grande tristezza. come un nodo, ma non per lui o la sua mancanza, sono triste per me stessa! mi sento un po' come quegli anziani indifesi picchiati nelle case di riposo...quelli che nessuno ama e che vengono trattati male senza motivo. e così non va bene. mi sento bloccata nei miei sentimenti.mi viene spesso da piangere ma non ci riesco..le lacrime mi si bloccano in gola...queste sensazioni non le avevo mai provate , sofferenza si e tanta ma acuta, questa che provo adesso invece è una cosa profonda...credo sia depressione nel senso che mi sento anche demotivata a fare altro.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

<<lui non può fare interpretazioni a distanza sul comportamento di un'altra persona e che la persona importante da salvaguardare sono io e devo lavorare su me stessa.>>

credo che la risposta del suo curante sia adeguata e la condivido in pieno.

E' proprio il lavoro su se stessa cui deve pensare in questo momento. Ed è per questo che è importante che condivida il suo stato d'animo con il suo psicologo, la sua tristezza, il suo sentirsi indifesa, la sua sofferenza...

Sono tutte sensazioni che possono aiutarvi insieme a comprendere quale sia il modo migliore per superare il blocco in cui si è trovata a causa di circostanze avverse che la vita, di tanto in tanto, ci pone di fronte.

"Per vie senza pericoli si mandano soltanto i deboli", diceva Hermann Hesse in un bellissimo libro.

Purtroppo, da qui, possiamo accogliere il suo sfogo ma, come può ben immaginare, è il suo curante la persona cui far riferimento; è lui che la conosce, che conosce i suoi punti deboli e le sue risorse interiori che, sono certo, in questo momento continuano ad esserci, anche se soffocate dal difficile momento che sta attraversando.

Ha già fissato il prossimo appuntamento con il suo terapeuta?
Con che frequenza lo vede?

Un caro saluto
[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente


Gentile Dottore,

grazie per l'empatia che mi dimostra con le Sue parole.

Io lo psicologo per motivi economici prevalentemente lo vedo a cadenza di ogni 15 giorni. per questo sento il bisogno di sfogarmi con altri professionisti.

in questi momenti mi sento così sola e senza risorse, come su una discesa scivolosa e non riesco a fermarmi dal cadere sempre più in basso.

Il mio psicologo è molto "razionale" e questo mi aiuta come dicevo quando essendo io invece molto emotiva per esempio a trattenermi dal fare "colpi di testa" come appunto figuracce ossessive. in altri momenti come questo invece quando sento la necessità di essere "consolata" mi sento a disagio e frustrata perché non ricevo questa cosa sia per la poca frequenza delle sedute sia perché non mi sento per il suo modo di fare consolata. o meglio, non provo consolazione anche se le sue parole sono parole di ascolto e di vicinanza.

Provo molta invidia per quelle ragazze e donne che lasciano gli uomini o anche per gli uomini che mi lasciano che poi continuano la loro vita indifferenti e tranquilli. io non ci riesco. e poi provo invidia per le persone "normali e banali" .io normale non mi sono mai sentita. e non in senso positivo. mi sono fin da piccola sentita sempre un po' fuori posto, sempre timida, sempre un po' in disparte, sempre sola. sempre insicura. vedo donne brutte e anche noiose fidanzate e sposate e felici,. e mi chiedo come facciano. da una parte è consolante che anche "quelle così" ce l'hanno fatta e dall'altra provo frustrazione invida e mi dico, caspita una cosa tanto banale, pure i poveri idioti ce la fanno, pure quelli che non sanno parlare, pure quelli brutti, hanno una vita sentimentale e io no! ma è proprio ingiusto. e poi cerco mille risposte. e la mia depressione credo nasca da questo.prima avevo la speranza che sarebbe capitato anche a me. adeso dico ok potresti restare senza un motivo valido da sola per sempre. non sei brutta, non sei stupida eppure sei sola. e se fin'ora non ce l'hai fatta a realizzare quello che in effetti è lo scopo principale della tua vita, ovvero vivvere l'amore vero e farti una famiglia, è probabile che passando il tempo e peggiorando anche fisicamente con l'età e gli uomini liberi sempre meno sarà sempre peggio. e mi viene voglia di spararmi!
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

<<in altri momenti come questo invece quando sento la necessità di essere "consolata" mi sento a disagio e frustrata perché non ricevo questa cosa sia per la poca frequenza delle sedute sia perché non mi sento per il suo modo di fare consolata. o meglio, non provo consolazione anche se le sue parole sono parole di ascolto e di vicinanza. >>

sarebbe importante che lei comunicasse queste sensazioni al suo terapueta. Non deve sentirsi imbarazzata, o temere di essere fuori luogo. Se sente un disagio e una frustrazione perché non riceve la consolazione che si aspetterebbe, è importante che il suo terapeuta lo sappia.

TUTTO ciò che riguarda la relazione terapeutica è elemento di analisi che può essere utile e favorire il suo processo di guarigione.

<< lo vedo a cadenza di ogni 15 giorni. per questo sento il bisogno di sfogarmi con altri professionisti.>>

<<e poi cerco mille risposte>>

In merito a queste sue affermazioni vorrei dirle, ma credo che lei lo sappia, che la terapia non è uno sfogo; è qualcosa di più articolato che si pone obiettivi precisi.

Lo sfogo può essere utile con i suoi amici... ma continuando a cercare risposte reali, on line, o nella sua mente, rischia solo di peggiorare il suo stato.

Se vuole un consiglio, come se fossi un amico e non uno psicoterapeuta, non continui a cercare risposte, non continui a pensare a cosa c'è di sbagliato in lei, non continui a chiedersi perché gli altri ce l'hanno fatta e lei no... vada a fare una passeggiata all'aperto appena può, c'è il sole oggi, si prenda un caffè con un'amica, legga un buon libro, si coccoli un po', faccia qualcosa solo per lei, quello che le piace fare nei momenti meno bui, come se non esistessero altri problemi intorno a lei.

Lasci fluire il malessere e si regali un momento solo per lei; le risposte che cerca possono attendere il prossimo appuntamento con il suo curante...

Resto comunque in ascolto.

Un caro saluto