Frustrazione e depressione a causa delle donne

Salve.
Vivo ormai da tempo un disagio particolare. Durante la mia adolescenza non sono mai riuscito ad avere un'esperienza sessuale nonostante i miei sforzi.
Corteggiavo in maniera compulsiva tutte le ragazze carine. A 18 anni ormai stanco ho deciso di andare con una escort.
Nonostante questo non sono riuscito a togliermi dalla testa questa ossessione.
Navigo tutti i giorni sui siti a luci rosse e mi "tocco" in maniera compulsiva.
Ma tutto ciò non basta a placare la mia ossessione. Ho bisogno di avere rapporti con ragazze normali. Ho bisogno di sentire il corpo di una donna.
Non riuscirei mai a dire queste cose se non fossi dietro un pc.
Mi tormento ogni giorno domandandomi perchè non sono mai riuscito ad attrarre sessualmente una donna. Cosa cè che non va in me? Perchè devo sopportare il peso di questa croce?
Sono attratto praticamente da tutte le donne. Esco di casa, vedo la mia vicina (che tra l'altro è single) e penso "perchè non prova attrazione sessuale per me? Perchè è così irrealizzabile il desiderio di andarci a letto?"
Non ce la faccio più a tormentarmi ogni giorno così. Mi sento consumato dalla frustrazione e dalla tristezza.
Perchè? Perchè è così difficile che una donna voglia venire a letto con me?

Per favore vorrei una risposta da una dotteressa. La prego cerchi di capirmi. Perchè nella mia vita non ho incontrato nessuna donna che volesse venire a letto con me?
Da un lato vorrei piangere disperatamente, ma poi penso: "che senso avrebbe?". Tanto la situazione non cambia, e io starò sempre peggio.

Scusate se mi dilungo ma vorrei solo raccontare un episodio:
quando ho compiuto 18 anni ero in crociera con i miei compagni di scuola.
Mi sono chiuso in bagno piangendo mentre tutti erano in discoteca a ballare.
Ero disperato perchè molti miei compagni avevano avuto rapporti con ragazze di altre scuole, mentre io non sono riuscito a fare nulla.

A volte ci sono state notti che piangevo a dirotto perchè soffrivo il fatto di non saperci fare con le ragazze.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Purtroppo per te non sono una dottoressa, ma ti darò lo stesso il mio punto di vista.

>>> Mi tormento ogni giorno domandandomi perchè non sono mai riuscito ad attrarre sessualmente una donna.
>>>

Probabilmente perché lo vuoi in modo troppo intenso. Come tu stesso riconosci ne hai fatto un'ossessione e per questo fatto stesso ti viene difficile rilassarti e presentarti in modo tale da non farle scappare tutte.

Perciò credo che dovresti iniziare a pensare in modo diverso al tuo desiderio di avere una donna, appunto come a un desiderio, non un obbligo. Farti aiutare da uno psicologo ti gioverebbe, e proprio il fatto che tu dica che non riusciresti a parlarne di persona lo rende ancora più opportuno. Spesso le cose che crediamo di non poterci assolutamente permettere sono quelle che invece ci aiuterebbero a crescere.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Mi associo alle indicazioni del Collega nella risposta.
Da quanto leggo nella sua richiesta di consulenza manca del tutto la dimensione relazionale della sessualità, compensata con l' eros mercenario e con l' autoerotismo di tipo compulsivo.

Credo che un approfondimento andrebbe valutatao, dalla conoscenza della sua sessualità, intimità e pieghe psichiche, potrebbe trarre grande giovamento in termini di qualità di vita

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

mi colpiscono moltissime affermazioni raccolte nel post:

- "Perchè è così irrealizzabile il desiderio di andarci a letto?"
Ora questa è una Sua convinzione: è irrealizzabile, non contemplata neppure l'idea di poter avere una relazione (anche sessuale) con una donna, ma vorrei capire meglio da dove viene questa idea. Lei ha provato in passato a corteggiare una ragazza, ad uscirci, ad arrivare a fare l'amore e poi qualcosa non è andato per il verso giusto, oppure non ci ha mai neppure provato?

Mentre gli altri compagni di scuola, in quella crociera, erano in discoteca e avevano comunque raggiunto l'obiettivo di stare con una ragazza e Lei no, ci aveva ugualmente provato ed era stato respinto?

- Lei chiede: "Cosa cè che non va in me?"
Probabilmente nulla, a parte la paura e l'autoconvincimento di non essere sessualmente desiderabile: "Perchè nella mia vita non ho incontrato nessuna donna che volesse venire a letto con me?": forse perchè accuratamente -sebbene in maniera inconsapevole- ha fatto e sta facendo di tutto per non incontrarla e soprattutto per non presentarsi nel migliore dei modi, proprio perchè in fondo potrebbe essere addirittura preoccupato o spaventato... Spesso, dietro queste condizioni si celano aspetti fobici non trascurabili.

- "soffrivo il fatto di non saperci fare con le ragazze. "
Va bene, è comprensibile, ma cosa sta facendo per modificare la situazione? Le domando questo, perchè a me Lei rimanda l'immagine di un ragazzo che soffre e si lamenta ma che avrebbe bisogno di imparare COME FARE a relazionarsi un maniera più serena e disinvolta.

Per questa ragione anch'io ritengo sia opportuno chiedere un aiuto mirato ad uno psicologo psicoterapeuta su tali problematiche.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ringrazio tutti per le risposte.
Dr Angela Pileci apprezzo in particolar modo la sua risposta.
Si corteggiavo molto le ragazze, però a pensarci bene non ho provato a concentrarmi su una soltanto. Sono uscito solo qualche volta con una ragazza alla quale piacevo, però avendomi detto che voleva fare l'amore solo dopo il matrimonio sono sparito. Non mi sono comportato bene lo so, però io non voglio una relazione sentimentale.
Adesso comunque sono cambiato e mi troverei a disagio a corteggiare una ragazza, quindi nemmeno lo prendo in considerazione. Mi sono chiuso tanto da qualche anno a questa parte.
In crociera non ci ho provato con nessuna ragazza. C'era una mia compagnia che mi piaceva (soprattutto emotivamente) e ci sono rimasto male a vederla con un altro mio compagno. A pensarci bene quando sono andato in bagno a piangere, poco prima mi aveva regalato un cigno di carta. Era stato un bel gesto però non so perchè ma ci sono rimasto male. Forse ho pianto per qualcosa collegato a questo e non per l'invidia rivolta ai miei compagni. Comunque neanche con lei ho mai avuto il coraggio di provarci. Anche se lei aveva capito che la guardavo in un certo modo e a volte attaccava bottone, ma io ero troppo timido per dialogare. Ecco perchè sto male, non ci so fare.

Io credo che Lei abbia ragione, e che io abbia dei problemi a relazionarmi.
Vorrei tanto andare in un centro di igene mentale e consultare una psicologa ma ho paura di non trovare l'aiuto che mi aspetto. Poi io, anche se non dovrei, cerco compassione. E non mi va di affrontare una terapia in maniera meccanica, voglio prima essere compreso.
Lei crede che dovrei tentare? E se poi mi pento?
Rileggendomi mi accorgo di essere fragile e insicuro. Ho tentato di costruirmi un'immagine forte ma in realtà ho un disperato bisogno di aiuto.
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
" E non mi va di affrontare una terapia in maniera meccanica, voglio prima essere compreso"


L'empatia, il sentire condiviso, la comprensione, come la chiama lei, sono i pilastri di una buona alleanza terapeutica tra paziente e clinico

Se rimane online e non va fisicamente da un nostro Collega, fa come le donne....ne corteggia tante, ma non vivrà nessuna relazione autentica
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

il problema è molto più semplice di quanto a Lei possa apparire e Le spiego il perchè. Lei ci prova una volta sola e la ragazza dice di voler aspettare le nozze per fare l'amore per la prima volta e Lei sceglie legittimamente di sparire.

Da qui però comincia a mettersi dei guai, nel senso che non fa altro che EVITARE sistematicamente qualcunque tipo di approccio con le ragazze, ma vive la Sua vita da spettatore della vita altrui: da qui ovviamente l'invidia per gli altri e i successi degli altri e la percezione (che oggi è diventata convinzione) di avere qualcosa che non va, di non saperci fare, di essere poco piacevole, ecc...

Sinceramente non interessano neppure più di tanto le ragioni che L'hanno spinta nel tempo a comportarsi così, almeno secondo il modello teorico che io utilizzo per fare psicoterapia che è quello cognitivo-comportamentale: interessa molto di più e soprattutto risolvere il problema relazionale e se adesso Lei impara a stare con gli altri e più lo fa, all'inizio dovendo esercitare uno sforzo perchè naturalmente a Lei verrà più facile continuare ad evitare, più si sentirà a proprio agio.

Quindi io credo, e questo vale per i disturbi d'ansia e per problematiche come la Sua (fobia sociale?), che per prima cosa sia necessaria l'ESPOSIZIONE a ciò che genera il problema: una terapia "meccanica" ha solo il vantaggio di aiutarLa in breve tempo e se desidera essere compreso... bè, ha già ottenuto la comprensione. Quale essere umano infatto non riuscirebbe a comprendere il Suo stato mentale ed emotivo? A 18 anni mi pare la cosa più sana e normale del mondo desiderare una ragazza e voler avere una ragazza. Ed è comprensibile sia questo desiderio sia lo stato d'animo che accompagna la Sua narrazione.
Però mi pare di intuire che dietro a tutto ciò ci sia il timore di non essere capito che potrebbe derivare da una certa VERGOGNA e senso di INADEGUATEZZA che si accompagna alla situazione che stai vivendo.
A parte il fatto che Lei è in ottima compagnia perchè questa difficoltà tra le persone giovani è piuttosto frequente, ma non vale la pena una volta per tutte affrontare paure, timori, inadeguatezza, ecc...?

Se anche uno psicologo La comprendesse, ma non La aiutasse operativamente a cambiare, non Le servirebbe a nulla.
Forse vale la pena ammettere che la cosa è fastidiosa e genera un po' di vergogna e imbarazzo... lo può dire anche così allo psicologo, ma anche che desidera sapere COME CAMBIARE.

A mio avviso ne vale la pena.
Tenga inoltre presente che tali difficoltà nel tempo tendono in genere a rafforzarsi e non a sparire da sole, quindi vale la pena affrontarle quanto prima e vivere più serenamente.

Che ne dice?
[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr Valeria Randone non ce la faccio. Io mi immagino lì di fronte la psicologa, e sono sicuro che mi sentirei a disagio. Non riuscirei mai a dire ad una persona ciò che ho dentro. E di cose da dire ne avrei tante, però davvero non riuscirei ad aprirmi.

L'empatia tra paziente e medico io non credo che possa essere elevata, questo perchè il medico ascolta ogni giorno diversi pazienti con problematiche diverse. Non può concentrarsi su uno soltanto. Io ho bisogno di tutta l'attenzione e la disponibilità possibili.
Mi rendo conto che la psicologa che ho di fronte è un essere umano come me, e sicuramente anche lei ogni tanto avrà bisogno di una spalla sulla quale appoggiarsi. Non posso pretendere di ottenere l'aiuto che mi aspetto, perchè ci sono troppe persone che hanno bisogno di essere aiutate.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Quindi che tipo di aiuto ti aspetti di ricevere online? Pensa a questo. Credi che per email si possano curare problemi dei quali non riesci nemmeno a parlare di persona?

Leggi questo, forse ti darà qualche spunto di riflessione in più:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
" Non posso pretendere di ottenere l'aiuto che mi aspetto"

Gentile Utente,

la paura di affrontare una persona fa parte del problema, ma l'alternativa è restare così per sempre, rafforzando il problema. Io credo che se Lei facesse un tentativo (cosa che non fa ad esempio con le donne... quindi è un po' lo stesso problema), con coraggio e prenotasse un colloquio, potrebbe sperimentare che le cose non sono così spaventose come se le immagina.

Che tipo di aiuto si aspetta di ottenere? Pensa di essere un caso troppo difficile?
[#10]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr Angela Pileci riporto alcune frasi da Lei scritte.
"il problema è molto più semplice di quanto a Lei possa apparire"

Ci sono tante cose che non ho detto. Cè stata anche un'altra ragazza alla quale piacevo, ma sono scappato anche da questa perchè già il primo giorno che ci eravamo conosciuti mi aveva presentato in famiglia. Talmente assurda la situazione che quasi non sembrava reale.
Comunque il punto è che ho sempre evitato frequentazioni durature. Non volevo altro che un'esperienza sessuale. Il disagio che vivo a causa di questa mia ossessione verso il sesso e le donne è enorme. Forse può sembrare un problema piccolo, ma io lo percepisco come un problema enorme. Proprio oggi mentre andavo alla posta ho visto una donna molto bella e affascinante. Ho provato un senso di disperazione indescrivibile. Come se stessi vivendo un trauma in quel preciso istante. E la cosa buffa è che non riesco neanche a capire cosa sia con esattezza che scaturisce in me questa sofferenza.

"se desidera essere compreso... bè, ha già ottenuto la comprensione."

Magari. Purtroppo non è così. E il fatto che Lei pensi che abbia avuto la comprensione che cercavo mi rattrista, perchè significa che non sono riuscito a farle capire quanto sto male.
Ma stia tranquilla, non gliene faccio una colpa. Ci mancherebbe.

"Se anche uno psicologo La comprendesse, ma non La aiutasse operativamente a cambiare, non Le servirebbe a nulla."

Metaforicamente parlando: Se sono a terra ferito preferisco che mi sia data una carezza piuttosto che una mano.

Grazie per avermi ascoltato, ma il fatto di non riuscire a far capire quanto abbia bisogno di compassione mi butta ancora più giù. Ecco perchè non ha senso che io provi ad andare da una psicologa.
[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Se ha bisogno di compassione NON deve rivolgersi allo psicologo, perchè lo psicologo fa un altro tipo di lavoro.
E la situazione è comprensibilissima, mi creda, come comprensibile è il Suo tentativo di ottenere compassione.
Gli esseri umani non sono mica così tanto diversi gli uni dagli altri...
Ma posso chiederle a che cosa Le serve?
Dopo aver ricevuto la compassione degli altri tutti i problemi elencati spariranno come per magia?
"Se sono a terra ferito preferisco che mi sia data una carezza piuttosto che una mano." quindi Lei preferirebbe rimanere a terra e non rialzarsi?
Mi dispiace, ma non funziona così e a questo punto fa bene a non rivolgersi allo psicologo.

Mi permetta solo un paio di osservazioni:
1) " ho sempre evitato frequentazioni durature." Mi domanderei le ragioni... disagio? Paura di una relazione più intima? Paura dei legami? altro? Forse tutto ciò fa parte del problema

2) ""se desidera essere compreso... bè, ha già ottenuto la comprensione. Magari. Purtroppo non è così. E il fatto che Lei pensi che abbia avuto la comprensione che cercavo mi rattrista..."
Lei ha avuto la comprensione e insieme la proposta di soluzione, ma evidentemente è quest'ultima parte che la sfida...

Cordiali saluti,
[#12]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Purtroppo senza clinici, empatia, progetto terapeutico....lei non risolverà le sue diffciolà.

Quando, nel tempo, il disagio sarà maggiore rispetto alla vergogna, forse si deciderà a chiedere aiuto
Auguri per tutto
[#13]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr Giuseppe Santonocito ho letto il testo.
Sinceramente non so perchè abbia chiesto un parere online, ma non credo di riconoscermi negli esempi fatti in quel testo. Non cerco di risolvere i miei problemi online. Non è mia intenzione tirar fuori qualche consiglio per poi decidere se seguirlo o meno. Non sono in grado di risolvere i miei problemi da solo, ma penso anche che non possa essere aiutato se non prima vengo capito.
Forse, ma è solo un'ipotesi, la mia intenzione era quella di capire se gli psicologi fossero disponibili all'ascolto e soprattutto capaci di comprendere il disagio di una persona. Se avessi ricevuto un parere da uno psicologo che avesse capito il mio disagio, forse avrei trovato il coraggio di tentare un approccio faccia a faccia.
Ripeto è solo un'ipotesi, non mi capisco nemmeno io. Quando dico che non posso pretendere di ricevere l'aiuto che mi aspetto intendo proprio questo, intendo che se non riesco a capirmi nemmeno io non posso pretendere di essere aiutato.

Io vorrei farmi aiutare, ma come faccio a trovare lo stimolo di andare da uno specialista se ho la convinzione che quest ultimo non sarebbe in grado di aiutarmi?
Ma non è che non è capace lui, è che sono complicato io.
Poi sinceramente ci sono già stato da adolescente, e non è stata una bella esperienza. Ero stato costretto ad andare da mia madre perchè era in corso la separazione dei miei genitori. Ho provato ad aprirmi con la psicologa ma non è riuscita a capirmi, anzi si è anche arrabbiata pensando che la stessi prendendo in giro.

Comunque ripeto non cerco aiuto online. So benissimo che non sarebbe possibile. Ci sono troppe cose da raccontare e da analizzare, ci vuole tempo.
[#14]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr Angela Pileci è per questo che non riesco a trovare il coraggio di andare dallo psicologo. Dal suo ultimo intervento mi sembra di percepire irritazione, quando io invece cerco comprensione.
Da adolescente andavo da una psicologa dalla quale volevo essere capito, ma lei verso la fine delle nostre sedute era irritata perchè pensava che la stavo prendendo in giro. Quindi io ci sono rimasto male e ho pensato: "ma come, io cerco comprensione e invece trovo un muro anche qui?"
Perchè dice che la compassione non rientra nel suo lavoro? Mi lascia scioccato questa affermazione. Forse sono io che ho sempre avuto un'immagine sbagliata dello psicologo?

Non capisco, mi aiuti a capire. Il suo lavoro consiste solo nell'individuare problematiche relative a processi psicologici distorti studiati per tanti anni? E poi trovare il modo di risolverli?
E' tutto qui?

Mi dispiace se ho frainteso il suo lavoro. Io sono sempre stato dell'idea che bisogna prima capirla una persona, altrimenti non può essere aiutata.
Forse è vero che ho la fobia sociale e problemi a relazionarmi, ma non è questa la comprensione che intendo io. Lei ha individuato il problema, ma non ha capito quello che ho dentro. Inoltre quello non è l'unico problema, cè dell'altro.

La cosa che più mi fa male è aver letto che se cerco compassione allora è meglio che non vada dallo psicologo. Non può immaginare quanto ci sia rimasto male.
[#15]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr Valeria Randone.

"Quando, nel tempo, il disagio sarà maggiore rispetto alla vergogna, forse si deciderà a chiedere aiuto."

Io non provo vergogna a stare davanti ad uno psicologo. Provo disagio perchè è difficile aprirsi con una persona che non mi conosce nemmeno.

Purtroppo il disagio è diventato insostenibile, e per disagio non intendo solo quello relativo alla sfera sessuale. Provo malessere e non so a cosa sia dovuto.
Ho provato a chiedere aiuto qui proprio perchè non avevo più dove sbattere la testa. Ma non mi aspettavo aiuto online, speravo solo che ci fosse un pò più di comprensione.
E' solo attraverso la comprensione che riuscirei ad aprirmi.

Grazie per gli auguri
[#16]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
"Il suo lavoro consiste solo nell'individuare problematiche relative a processi psicologici distorti studiati per tanti anni? E poi trovare il modo di risolverli?
E' tutto qui?"

Scusi, ma Le pare poco?
Riesce ad immaginare la Sua vita SENZA i problemi che descrive perchè finalmente li ha risolti?

Se la risposta è affermativa, cosa attendersi di più?

Lo psicologo è un professionista, non un crocerossino: se Lei ottenesse compassione da uno psicologo, Le garantisco che sarebbe meglio scappare a gambe levate da quello psicologo, perchè la relazione terapeutica si basa sulla cooperazione, non sulla compassione. La compassione fa commettere gravissimi errori terapeutici e tecnici, perchè si rischia di compatire e accudire il pz., cosa che NON deve mai accadere, salvo rarissime eccezioni (ad es. se bisogna comunicare ad un pz. la morte del figlio, il protocollo impone di essere accudenti, ma non certo per una fobia sociale, un problema sessuale o relazionale).
Tutto questo non significa che Lei non stia soffrendo, ma Le ho detto che il problema pare -con tutti i limiti del consulto on line- risolvibile e ho cercato di ridimensionarlo.
Ma Lei, anzichè essere quanto meno sollevato e felice che ci sia una soluzione, ne è dispiaciuto...

"Io sono sempre stato dell'idea che bisogna prima capirla una persona, altrimenti non può essere aiutata."
Questo è mito duro a morire: andando dietro a chiarimenti, cause, comprensioni, se si è ansiosi, si fanno solo più danni.

E se non si è trovato bene in passato o su questo sito con gli psicologi, non significa che Lei non debba fare qualcosa per se stesso per risolvere la situazione, sia perchè è molto giovane, sia perchè parliamo della Sua vita, che è ciò di più prezioso Lei ha.

Ci pensi.
Cordiali saluti,
[#17]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr Angela Pileci ho interpretato male il ruolo che ricopre.
Infatti mi sono reso conto che chiedendo un consulto online non cercavo aiuto, ma compassione.
Io sono dell'idea che il mal di vivere non si possa curare. Faccio fatica quindi a credere che una persona pensi di poter risolvere i propri problemi attraverso la psicoterapia. Quello che cercano le persone secondo me è solo compassione. Empatia.

Nel mio caso specifico poi è inpensabile che ci possa essere una persona più razionale di me, in grado di analizzare e risolvere i miei problemi. E' davvero inpensabile. Solo attraverso l'autoanalisi è possibile risolvere QUALCHE problema.
Bisogna guardare dentro se stessi e non aspettarsi che sia qualcun altro a farlo.
Questa ovviamente è una mia opinione, condivisibile o meno.

Riporto una considerazione fatta da me e una fatta da Lei.
"Il suo lavoro consiste solo nell'individuare problematiche relative a processi psicologici distorti studiati per tanti anni? E poi trovare il modo di risolverli?
E' tutto qui?"
"Scusi, ma Le pare poco?
Riesce ad immaginare la Sua vita SENZA i problemi che descrive perchè finalmente li ha risolti?"

Come si può immaginare una vita senza problemi? Come si può pretendere di risolverli tutti?
Ci sono milioni di persone nel mondo che hanno disagi psicologici, è arrivato il momento di prenderne atto e farsene una ragione.
Anche se io ad esempio riuscissi a risolvere i miei problemi relazionali, avrei comunque altri problemi da affrontare.

La saluto Dottoressa, e Le chiedo scusa per averle dato l'impressione di voler essere aiutato. Quando dicevo di voler essere aiutato in realtà intendevo essere compatito.
E' stato un mio errore fatto inconsapevolmente.
Arrivederci e Buon lavoro
[#18]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Aggiungo solo un particolare per i 3 medici che si sono cortesemente interessati al mio problema.
Nessuno di voi stranamente mi ha domandato qualcosa in più riguardo il mio abuso di pornografia e masturbazione.
Casualmente però mi sono inbattuto in un articolo scritto dal Dr. Francesco Mori:
"Pornodipendenza da internet, quali conseguenze?"
Mi sono identificato perfettamente nel soggetto dipendente da pornografia.
Ne abuso da quando avevo 15 anni. E' questa la causa della mia difficoltà a relazionarmi con le donne. Ho sviluppato una visione distorta della sessualità, e ne sono immensamente felice di questo.

Ora però che ho individuato il problema mi domando: "come si potrebbe risolvere?"
Mi faccio questa domanda perchè pensare di poter smettere di far uso di materiale pornografico è inconcepibile. Nonostante io mi renda conto che parli in questa maniera perchè soffro di questa dipendenza, anche razionalmente parlando non credo che sia la soluzione più adatta alla risoluzione del problema.
Perchè privarsi di qualcosa che mi fa stare bene?
Il fatto che io non riesca a farne a meno è patologico, me ne rendo conto. Ma mi domando in maniera razionale perchè dovrei smettere di star bene?

Gli effeti collaterali di questa dipendenza sono gravi, e me ne rendo conto perchè soffro molto il disagio. Però sono disposto a pagarne il prezzo se questo mi permette di stare bene anche solo per poco tempo. A questo punto mi chiedo perchè non venga considerata una dipendenza anche l'amore.
Quando una persona è innamorata si sente in paradiso, ma quando poi l'amore svanisce arrivano gli effetti collaterali. E' una forma di dipendenza anche questa.
Io semplicemente rivolgo tutte le mie energie verso la sessualità piuttosto che verso l'amore, ma tuttavia io e una persona innamorata abbiamo molto in comune.

Quanto sono intelligente. Dovrei amare me stesso, ma poi aggiungerei un altro problema alla mia esistenza: il narcisismo.

Grazie per l'attenzione. Vi saluto augurandovi Buon lavoro
[#19]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> penso anche che non possa essere aiutato se non prima vengo capito
>>>

Esatto, ma non puoi aspettarti di essere capito online, o di poter apprezzare il lavoro dello psicologo comunicando con noi per email. Questo è il senso dell'articolo che ti ho linkato, per quanto ti riguarda.

È la stessa differenza che passa fra fra mangiare (o fare altro) e stare a guardare.

È in atto la stessa modalità masturbatoria che ti sei fatto diventare familiare, probabilmente, a farti confondere la realtà con l'immaginazione. Sia con il sesso, sia con l'idea che ti stai facendo della psicoterapia. Schermo = realtà. Occhio, che non è così.

>>> Se avessi ricevuto un parere da uno psicologo che avesse capito il mio disagio, forse avrei trovato il coraggio di tentare un approccio faccia a faccia
>>>

No. Tu stai partendo prevenuto (non posso andare da uno psicologo) e perciò non riesci a prendere in considerazione un'idea diversa. È proprio questa modalità rigida di pensiero che devi curare.

>>> non è che non è capace lui, è che sono complicato io
>>>

Purtroppo l'illusione di essere complicati è la stessa di ogni adolescente o post-adolescente con problemi. Si accontenta di dire a se stesso: "Eh, ma io sono complicato" piuttosto che riconoscere di avere problemi vecchi quanto il mondo, che si possono curare. Pensa di essere troppo speciale. L'egocentrismo, cioè la convinzione che il mondo ruoti attorno ai propri interessi e alla propria originalità, è tipico dell'adolescenza. Anche del narcisismo, ma siccome sei post-adolescente, per ora il giudizio va sospeso.

Non devi aspettarti che qualcuno qui insista nel convincerti di andare dallo psicologo. Nessuno di noi ne ha bisogno, semmai sei tu ad avere bisogno, ma devi arrivare a capirlo da solo.

A proposito di dipendenza da videopornografia ti suggerisco di leggere questo, se già non l'hai visto:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1137-deficit-erettile-e-mancanza-del-desiderio-quanto-e-dannosa-la-pornografia-online.html
[#20]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Giuseppe Santonocito La ringrazio molto per avermi proposto questo articolo.
Solitamente non mi metto a leggere argomenti lunghi per via della mia difficoltà a concentrarmi per lungo tempo. Ma questo articolo è talmente interessante che merita proprio.
La sostanza che viene prodotta ogni volta che siamo sottoposti a novità, io credo che sia quella a rendermi dipendente. E' come la nicotina nel sangue.
E' davvero sbalorditivo l'articolo che ho letto. Non posso credere che la scienza medica possa arrivare a tanto. E' sbalorditivo.
Sospettavo che i miei problemi di eccitazione e di erezione di fronte a partner reali fossero dovuti alla pornografia. Questo mi successe in 2 incontri avuti a 18 anni, non è ho avuti altri purtroppo.
Quanta verità ho riscontrato in questo articolo. Però vorrei parlare della soluzione proposta. Non credo di poter smettere completamente.
Ci sono stati periodi che siccome quella sostanza non veniva prodotta, allora avevo un calo del desiderio (forse perchè guardavo sempre i soliti video).
Resta il fatto che ho provato diverse volte, approfittando del calo di desiderio, a smettere di navigare su siti pornografici.
L'astinenza la controllavo masturbandomi senza vedere materiale video, ma purtroppo l'eccitazione era bassa e quindi spesso rimanevo senza far nulla per una settimana intera.
Io penso che sia riuscito a resistere senza guardare pornografia al massimo 1 mese.
Non riuscirei mai a smettere completamente, anche perchè ricordo che nei periodi di astinenza ricercavo altri tipi di dipendenza in sostituzione di quella.
Non riesco a vivere senza dipendere da qualcosa. Ho bisogno di provare qualcosa altrimenti avverto un enorme senso di vuoto.

Mi creda Dottore, io sarei anche disposto a rinunciare per un pò di tempo a questa dipendenza, ma poi come farei a colmare il vuoto interiore? Come farei a non cadere in qualche altro tipo di dipendenza?
In fondo non è facile, è come chiedermi di vivere in un deserto quando per anni ho vissuto in un'oasi.

Comunque La ringrazio veramente tantissimo. Mi è servito tanto leggere quell'articolo. Almeno adesso so che se gli effetti collaterali della dipendenza dovessero raggiungere livelli elevati, posso sempre staccare per un periodo.
[#21]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Almeno adesso so che se gli effetti collaterali della dipendenza dovessero raggiungere livelli elevati, posso sempre staccare per un periodo
>>>

Non è proprio così. Quando il cervello si abitua a uno stato di dipendenza può essere necessario un certo tempo, superiore a un mese, per "resettarlo". Possono essere necessari anche 3 o 4 mesi prima di vedere risultati tangibili.

>>> è come chiedermi di vivere in un deserto quando per anni ho vissuto in un'oasi
>>>

È proprio per questo, che non riesci a fare a meno di masturbarti: perché è un surrogato di qualcosa che ti manca altrove.

Il problema non è tanto lo smettersi di masturbarsi. Tutti i ragazzi si masturbano eppure non hanno i problemi che hai tu.

Il punto è smettere la DIPENDENZA dalla videopornografia e al tempo stesso metterti in condizione di crearti una vita RELAZIONALE e sessuale soddisfacente. Come vedi si tratta di problematiche che non hanno la minima speranza di essere risolte a distanza. Ti occorre un aiuto professionale di persona.
[#22]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
"Come si può immaginare una vita senza problemi? Come si può pretendere di risolverli tutti?"

Infatti io ho scritto "Riesce ad immaginare la Sua vita SENZA i problemi che descrive perchè finalmente li ha risolti?"

Che nella vita ci siano problemi è pacifico, li abbiamo tutti e li affrontiamo. Qui però si parla di problemi (o sofferenza, se preferisce) patologica, non di problemi di tutti i giorni.

"Faccio fatica quindi a credere che una persona pensi di poter risolvere i propri problemi attraverso la psicoterapia.": Lei sta facendo un'autoanalisi, ma come può vedere NON sta funzionando. Spero che tutto ciò possa aiutarLa a riflettere.

Poi, ribadisco, a mio avviso in questo momento non deve rivolgersi allo psicologo perchè non è pronto per farlo.

Le faccio tanti auguri per il Suo futuro.

[#23]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Angela Pileci.
"Poi, ribadisco, a mio avviso in questo momento non deve rivolgersi allo psicologo perchè non è pronto per farlo."

Sa cosa ho pensato quando ho finito di leggere la frase?
Ho pensato: "e io invece ci vado proprio perchè lei pensa che non debba andarci."

Successivamente ho avuto il sospetto che Lei stesse usando la psicologia inversa per spingermi ad andarci.

Infine ci sono rimasto male perchè ho pensato: "io vengo qui a chiedere aiuto e mi viene detto di andarmene. Mi sento rifiutato."

Non riesco a capire se le cose che dice le pensa veramente. Però Lei mi suscita lo stesso effetto che mi suscitava mia madre quando cercavo il suo affetto.
Io facevo di tutto per farmi volere bene ma lei mostrava un apparente comprensione nei miei confronti per poi farmi sentire rifiutato.

Non voglio più percepire questo tipo di disagio. Non voglio più sentirmi rifiutato.

Comunque grazie per gli auguri è molto gentile
[#24]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Giuseppe Santonocito
"Come vedi si tratta di problematiche che non hanno la minima speranza di essere risolte a distanza. Ti occorre un aiuto professionale di persona."

Voglio provare a fare un compromesso con me stesso. Io ci provo, ci vado. Però se non mi ritengo soddisfatto, posso scrivere su questo sito il perchè? Oppure è vietato dal regolamento criticare uno psicologo?

Inoltre cè un problema. Non so se scegliere uno psicologo o una psicologa.
Se scegliessi la psicologa potrei rischiare di sentirmi attratto sessualmente da lei, se invece scegliessi un uomo potrei avere difficoltà ad aprirmi perchè FORSE mi ricorda la freddezza di mio padre.
E' un bel problema.

Infine vorrei fare una domanda. Se per caso lo specialista che mi segue decide ad un certo punto di farmi seguire anche da uno psichiatra, io sarei libero di interrompere la terapia? Oppure può obbligarmi a continuarla perchè la legge glielo consente?
[#25]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

Lei è libero di interrompere la terapia, non esiste una Legge che costringa il pz. a continuare ad essere un pz.
Certamente potrà raccontare qui la Sua esperienza.

Cordiali saluti,
[#26]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Scusatemi Medici, non so perchè ho detto che avrei provato ad andare da uno psicologo. L'ho detto perchè vorrei tanto, ma non ce la farei mai.
Non riesco a trovarmi di fronte ad una persona e dirgli ciò che provo, ciò che penso, ciò che ho dentro.
Quando chiacchiero con una persona non riesco neanche a inquadrarle la faccia. Io mi relaziono senza problemi, e do anche l'impressione di essere socievole, però in realtà quando parlo con una persona quest ultima non sa che io mentre parlo sono sulla difensiva. Sento di dover stare attento ad ogni sua mossa, come se potrebbe aggredirmi da un momento all'altro (non fisicamente).
Quando un vicino di casa, ad esempio, mi chiede se ho trovato lavoro, io mi sento minacciato perchè la mia famiglia mi mette pressione affinchè trovi lavoro e quindi sento di dovermi difendere da chi mi chiede se ho trovato lavoro.
Quando sto in mezzo alle persone sono sempre sulla difensiva. Sento di dover tenere gli occhi ben aperti perchè potrei essere aggredito in un qualsiasi momento (non fisicamente).
Solo attraverso uno schermo riesco a comunicare ciò che provo ed aprire il mio cuore.
Se mi trovassi di fronte uno psicologo probabilmente mentirei su quello che provo, e lo farei senza neanche rendermene conto perchè è un meccanismo di difesa che ormai mi viene naturale. Non mi servirebbe provarci. Non ho neanche il coraggio di andarci perchè mi sembra quasi di adentrarmi nella tana di un lupo.

Scusatemi non volevo alimentare false speranze. Sono una persona completamente diversa quando mi relaziono nella vita reale. Recito una parte. Non sono sincero.
Solo online riesco a far uscire quello sono realmente.
Ho bisogno di qualcuno che voglia comunicare con me online. Mi rendo conto però di aver scelto il posto sbagliato dove cercare.
Proverò a chiedere un altro consulto riguardo un altro disagio. E proverò a cercare una persona online che sta male come me.

Grazie per avermi ascoltato. Mi dispiace ma non riesco a farmi aiutare. Posso solo provare a chiedere un altro consulto su un altro problema.

Grazie e Buon lavoro
[#27]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
"Quando sto in mezzo alle persone sono sempre sulla difensiva."
Visto che se ne rende conto e che questa può essere la causa dei problemi relazionali (la paura di essere se stesso ed aprirsi), credo sia già sulla buona strada.
Tuttavia ci sono persone che paradossalmente scelgono di stare male e di non voler cambiare, raccontandosi molte giustificazioni a riguardo.

"Solo attraverso uno schermo riesco a comunicare ciò che provo ed aprire il mio cuore."
Questo Le basta davvero?

Nelle relazioni interpersonali si corrono certamente dei rischi (non essere capiti, non piacere, essere rifiutati, ecc...), ma non crede sia un rischio da affrontare comunque, se davvero desidera una relazione?

Cordiali saluti,
[#28]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Angela Pileci
"Tuttavia ci sono persone che paradossalmente scelgono di stare male e di non voler cambiare, raccontandosi molte giustificazioni a riguardo."

Non è che non voglia cambiare, è che non me lo posso permettere. Ogni volta che ho aperto il mio cuore a qualcuno ho sofferto. Vorrei tanto riaprire il mio cuore ma dopo le esperienze vissute la mia mente ha elaborato un meccanismo di difesa inperforabile.
Io non voglio dare l'impressione di esagerare, ma sono convinto che i miei problemi relazionali non possano essere risolti. Forse se raccontassi la mia vita dall'inizio alla fine Lei capirebbe che non è più possibile nel mio caso avere fiducia nelle persone.

"Nelle relazioni interpersonali si corrono certamente dei rischi (non essere capiti, non piacere, essere rifiutati, ecc...), ma non crede sia un rischio da affrontare comunque, se davvero desidera una relazione?"

Il mio problema è che dalle relazioni interpersonali (e anche affettive), ho sempre ottenuto sofferenza. Ho già preso in passato questi rischi, ma le conseguenze sono state molto più gravi di un semplice: non essere capiti, piacere, essere rifiutati.
Io CREDO, ma non ne sono sicuro, di aver subito un trauma che mi impedisce di riacquisire la fiducia nelle persone.
E' come toccare il fuoco, dopo che ci si brucia diverse volte il cervello elabora un meccanismo di difesa che impedisce alla persona di riprovare a toccare quel fuoco.
[#29]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

quello che ha spiegato è chiarissimo: dopo alcune delusioni Lei, per tutelarsi e non essere più deluso e/o non soffrire più, sta evitando relazioni profonde e intime e si è chiuso a riccio.
E' chiaro. Però è un meccanismo di difesa che diventa disfunzionale e che alla lunga La porterà solo a soffrire di più, perchè più evita, più vuole evitare e più i timori aumentano.

Quindi torniamo un po' al punto di partenza: mi pare opportuno che Lei si faccia aiutare per spezzare questo meccanismo disfunzionale.

Lo psicologo psicoterapeuta non solo sospende il giudizio, perchè il nostro lavoro non consiste nel giudicare, ma nell'aiutare il pz. ma potrà soprattutto farLe capire COME FARE per cambiare.

Cordiali saluti,
[#30]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Angela Pileci La ringrazio perchè sta continuando a mostrare disponibilità nonostante io incosciamente stia tentando di "aprirmi un pochino per poi chiudermi nuovamente".
Ho paura di andare troppo a fondo alle mie problematiche, ho paura di aprirmi troppo e di farmi male. Quindi forse incosciamente chiedo aiuto ma subito dopo mi chiudo nuovamente per paura di soffrire ancora.
Ho addirittura il sospetto che la mia apparente apertura sia solo un modo per acquisire da Lei e dai suo colleghi informazioni utili che mi serviranno per autoanalizzarmi.

Adesso, dopo aver letto la sua risposta, le domande che mi faccio sono:
- "non poteva esercitare nella mia città questa psicologa? Così almeno andavo da lei visto che mi sembra che mi capisce."
- "come faccio a sapere che lo specialista dal quale andrò sia disponibile e bravo quanto questa psicologa?"
- "ho il forte sospetto di avere qualche patologia psichiatrica. Chi mi assicura che non mi obbligheranno ad assumere psico-farmaci?"
- "lo specialista sarà in grado di aiutarmi se per esempio dovessi avere qualche disturbo grave come ad esempio "borderline" oppure "disturbo di personalità multipla"?

Al solo pensiero che qualcuno si possa accorgere di quanto sia grave la mia condizione, mi viene il terrore.
Una parte di me mi dice anche che non avrei dovuto rivelare i miei timori. Mi sto spingendo troppo oltre, ma ho un grande bisogno di aiuto ed è questo che mi spinge a rischiare.
[#31]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
"Ho paura di andare troppo a fondo alle mie problematiche, ho paura di aprirmi troppo e di farmi male. "

Questa paura può superarla solo facendo ciò che teme: è chiaro che si corrono dei rischi e c'è la probabilità di venire feriti da qualcuno nella vita, ma da una parte fa parte del pacchetto, dall'altra come pensa di poter crescere se non si fa anche un po' male?
Come può imparare dall'esperienza se si nasconde dietro un pc?
Come può fare esperienza?

Ripeto che la strategia di evitamento è un modo disfunzionale di risolvere il problema.

"Quindi forse incosciamente chiedo aiuto ma subito dopo mi chiudo nuovamente per paura di soffrire ancora." Questa mi pare una valutazione corretta, una Sua modalità di cui sta diventando sempre più consapevole. La consapevolezza però non è sufficiente per modificare qualcosa di noi che ci crea un problema.

Come può sapere se il professionista farà al caso Suo?
Semplicemente andandoci e facendo esperienza, esattamente come con qualunque altra relazione.

Cordiali saluti,
[#32]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
"è chiaro che si corrono dei rischi e c'è la probabilità di venire feriti da qualcuno nella vita, ma da una parte fa parte del pacchetto, dall'altra come pensa di poter crescere se non si fa anche un po' male?
Come può imparare dall'esperienza se si nasconde dietro un pc?
Come può fare esperienza?"

Crescere, farsi male, trarre esperienza dai rapporti affettivi ed interpersonali....sono tutte cose che purtroppo mi sono toccate. Sono tanti i rapporti che ho vissuto, e non ce ne è stato 1 che non mi abbia fatto soffrire. Sono state tutte esperienze negative, mi sono fatto male, e l'esperienza acquisita mi ha insegnato a starne alla larga.

Io credo che da quello che ho espresso fino adesso, nessuno sia riuscito a capire quanto abbia sofferto e quanto sia difficile per me tornare a vivere un rapporto umano.
Sono convinto, adesso più che mai, che senza un coinvolgimento emotivo da parte di chi mi ascolta non posso essere aiutato.
Non ho sbagliato ad aprirmi e a rivelare le mie paure, ho sbagliato a farlo in questa sede (o contesto chiamiamolo come vogliamo).
Per fortuna mi sono reso conto in tempo che quello che mi serve non è un medico. Avrei fatto uno sbaglio enorme a manifestare il mio dolore ad un medico.
Faccio bene a diffidare, l'esperienze che ho vissuto sono servite a molto.

Quello di cui ho bisogno adesso è trovare una persona che capisca, o ancora meglio che CONDIVIDA il mio dolore.
Ho solo bisogno di allegerire il peso che mi porto dentro. Non posso cancellare ciò che mi ha segnato per sempre. I problemi relazionali di cui mi rendo perfettamente conto di avere non possono essere risolti a causa di traumi troppo forti.
E' già un miracolo se riuscirò a parlare dei miei problemi ad 1 persona, figuriamoci se riesco a relazionarmi con gli altri in maniera spontanea e non diffidente.

La ringrazio Dottoressa per il tempo dedicatomi. Ringrazio Lei e i suoi colleghi. Adesso so cosa devo fare.
[#33]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Ha notato, magari rileggendo tutta la conversazione, come cambia repentinamente umore e opinione ogni volta che Le dico che dovrebbe FARE qualcosa per risolvere il problema, nella fattispecie fare proprio ciò che Le fa paura?
[#34]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Angela Pileci Sa cosa mi domando in questo momento? Mi domando cosa la spinge a volermi aiutare. Una persona normalmente è spinta ad aiutare qualcuno perchè riesce a mettersi nei suoi panni. Ma se Lei ha detto che lo psicologo non deve assolutamente farsi coinvolgere emotivamente dal paziente, allora cosa la spinge a volermi aiutare? Se non è l'empatia, cosa spinge uno psicologo a voler aiutare il suo paziente? Forse un protocollo che viene percepito come un codice d'onore?

"Ha notato, magari rileggendo tutta la conversazione, come cambia repentinamente umore e opinione ogni volta che Le dico che dovrebbe FARE qualcosa per risolvere il problema, nella fattispecie fare proprio ciò che Le fa paura?"

Sono consapevole dei miei sbalzi d'umore e sono anche consapevole di cambiare spesso opinione. La coerenza non è il mio forte.
In ogni caso la cosa che ho notato di più rileggendo la nostra conversazione è stato il mio disappunto quando ha detto che se cerco compassione allora non devo andare dallo psicologo.

Riguardo invece il fare qualcosa per risolvere i miei problemi, Sa perchè ho paura di risolvere i miei problemi? Ho paura di dover riaffrontare tutto quello che ho subito durante l'infanzia e l'adolescenza. Ho paura che mi fermi un malvivente per strada e che io non mi sappia difendere. Ho paura di rivivere la violenza fisica e psicologica subita in passato.
HO BISOGNO di questa parete di protezione che mi sono creato, ne ho bisogno per sopravvivere.
Non è una scelta quella di non voler cambiare, è una condizione irreversibile.
Per quanti sforzi io possa fare, ammesso che li voglia fare, non posso andare contro la mia mente.
E' come quando un cucciolo di leone vaga tranquillamente per la savana sottovalutando i pericoli che corre. Quando diventa adulto quel leone non vagherà più tranquillamente per la savana, farà molta attenzione e sarà in grado di affrontare i pericoli.

Qui non si tratta di affrontare le proprie paure, qui si tratta di tornare a sottovalutare i pericoli che incombono. Comportarsi spontaneamente di fronte ad un orso non equivale ad affrontare la propria paura, significa sottovalutare il pericolo.
[#35]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

non mi pare proprio di averLe detto che deve fare il temerario in giro per il mondo. La persona temeraria non considera i pericoli, ma la persona coraggiosa li ha ben calcolati e ponderati e ha pensato come fare per raggiungere i propri obiettivi, tenendo conto che nel percorso potrebbe incontrarli. E aggiungo anche che tutti noi esseri umani siamo attrezzati dalla natura di segnali d'allarme per farvi fronte.

E non mi pare proprio di averLe detto che lo psicologo non debba essere empatico, ecc... Le ho detto che non è un crocerossino.

Ma torniamo sempre al solito punto, perchè persino un ameba che non ha cervello scappa davanti al pericolo. Lei invece vorrebbe farmi credere di essere in una situazione irreversibile. Se le cose stanno davvero così, dovrà solo vivere serenamente questa situazione irreversibile. Ma allora non capisco cosa stia cercando.

Io la penso diversamente e, per quanto sia d'accordo che una piccola corazza sia necessaria (soprattutto dopo un trauma e non ho capito se davvero è stato aggredito da un malvivente o se sia un Suo timore), tuttavia sono certa che la vita non debba essere trascorsa chiusi nelle proprie paure per tutti i timori che ha elencato (che vanno dalle relazioni al pericolo di affrontare malviventi).

Anche i malviventi vivono attorno a noi, non solo a Lei ma anche a me, ma certamente a nessuno sano di mente passerebbe per la testa di correre incontro al pericolo: ci limitiamo, molto più modestamente, a vivere la nostra vita, consapevoli che queste realtà esistono, e ad evitare sistematicamente solo luoghi e situazioni in cui i malviventi potrebbero essere presenti e farci del male.

Infine, con gentilezza, Le sto ancora rispondendo, e ribadisco quanto detto sopra: non è il momento adatto per rivolgersi ad uno psicologo, Lei non mi pare ancora pronto per prendere in mano la Sua vita.

Per quanto riguarda invece i Suoi attacchi e le Sue svalutazioni ("codice d'onore" e simili), sottolineo solo che non sarà questa competizione con me a tirarLa fuori dai Suoi problemi: non è me che deve convincere di nulla, perchè la vita (che non sta vivendo) è la Sua.

Le faccio tanti auguri per il Suo futuro.
[#36]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
"Lei invece vorrebbe farmi credere di essere in una situazione irreversibile."

E' una parte di me che lo pensa, l'altra parte nutra ancora speranza ma il problema è che si sta arrendendo.

"non capisco cosa stia cercando."

Non lo so, mi creda, non lo so nemmeno io.

"non ho capito se davvero è stato aggredito da un malvivente o se sia un Suo timore"

No, mi sono spiegato male. Siccome ho subito violenza fisica e psicologica da parte dei miei genitori e dei miei coetanei (bullismo), e siccome parzialmente ricordo il terrore che provavo, allora ho pensato che se per caso mi si avvicina un malvivente per strada POTREI rivivere quelle sensazioni. La barriera di protezione che mi sono creato mi permette di saper affrontare una situazione che per una persona normale sarebbe insostenibile....una situazione come ad esempio essere minacciati da un malvivente.

"con gentilezza, Le sto ancora rispondendo"

Le sono immensamente grato per questo.

"Per quanto riguarda invece i Suoi attacchi e le Sue svalutazioni ("codice d'onore" e simili), sottolineo solo che non sarà questa competizione con me a tirarLa fuori dai Suoi problemi: non è me che deve convincere di nulla, perchè la vita (che non sta vivendo) è la Sua."

No no, non mi voglio mettere in competizione con Lei. Ci sono dei momenti che dico cose di cui non mi rendo conto, non so se lo faccio per impressionare o attirare l'attenzione. MI CREDA non volevo mettermi in competizione con Lei. Non erano attacchi, come avrei potuto attaccarla se si è dimostrata così disponibile?
Le chiedo scusa. Ho il difetto di allontanare chi si avvicina a me.

Le voglio fare un ultima domanda, poi giuro che non Le scriverò più.
Ho letto nel suo profilo che una delle sedi in cui esercita è l'ospedale di Sesto San Giovanni.
Il servizio che svolge in questa struttura è gratuito?
A Lei andrebbe di seguirmi, se io decidessi di venire lì?
[#37]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dr. Angela Pileci La prego mi risponda solo al mio ultimo messaggio.
[#38]
Gentile utente,
l'accesso alle strutture pubbliche non è regolato dal libero arbitrio di chi vi esercita, quindi la sua richiesta non può che mettere in difficoltà chi la riceve: se lei ha bisogno di un servizio erogato dal SSN si rechi nella struttura che ritiene più opportuna, che la accoglierà secondo le modalità previste dalla struttura stessa.

Chiedere ad un professionista una sorta di appuntamento privato in una struttura pubblica è una richiesta che, si renderà conto anche lei, non permette alcuna risposta.

Grazie per l'attenzione
staff@medicitalia.it

[#39]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
"Chiedere ad un professionista una sorta di appuntamento privato in una struttura pubblica è una richiesta che, si renderà conto anche lei, non permette alcuna risposta."
"l'accesso alle strutture pubbliche non è regolato dal libero arbitrio di chi vi esercita"

Chiedo scusa, non ero a conoscienza di questo particolare.
La ringrazio per avermi messo al corrente.
Scusate se mi sono dilungato nel mio consulto.

Vi saluto ringraziandovi per il servizio che offrite.

I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.

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