Consulto su alcuni aspetti del carattere

Salve, scrivo perché è da molto tempo ormai che mi capita sia di strapparmi sempre le pellicine delle dita (con i denti e proprio con le dita) e sia provocarmi ferite autolesioniste.
Premetto che 4anni fa è morto mio padre, al quale ero molto legata, con lui mi trovavo benissimo gli volevo un bene dell'anima...e quando è morto mi è caduto il mondo di sopra.
Penso sempre alla sua morte...mi capita anche di sognarlo.
Detto ciò, è da circa 4 anni, appunto, che mi capita di strapparmi ripetutamente le pellicine attorno alle dita. Mi provoco dolore, ma allo stesso tempo mi sento soddisfatta di quello che ho fatto. Per quanto riguarda invece l autolesionismo mi capita saltuariamente, e per cose che poi riflettendoci sono sciocchezze... Per esempio mia mamma mi alza la voce o mi dice qualcosa contro...e io entro subito in uno stato di angoscia. Mi chiudo nella mia stanza e inizio a piangere, mi sento sola... E tutta la rabbia che ho la sfogo su me stessa! Per esempio con dei graffietti con le forbicine e facendomi male con rasoi...ETC. Tutto in maniera superficiale. Dopo che compio "l'atto" mi faccio più schifo di prima perché mi rendo conto che non è giusto. Ma in quel momento è l unica cosa che riesce a calmarmi. È come se mi odiassi. Ma dopo capisco che il tutto non aveva senso. Adesso io mi chiedo se questi due problemi possono essere in qualche modo collegati alla morte di mio papà? Ma cosa posso fare per risolvere i problemi!? Ma sopratutto cosa ho? Grazie mille gentilissimi!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gemtile Utente,
Di cosa si tratta realmente soltanto un nostro Collega, mediante valutazione diretta potrà dirlo.
Sembra trattarsi di condotte autolesionistche, che solitamente subentrano quando non si è capaci di Elaborare e gestire il dolore psichico.

Lo spostamento dal dolore psichico, ingestibile ed insopportabile, a quello fisico, è una strategia disfunzionale della nostra psiche.
Accudire in corpo sofferente, serve a lenire il dolore " altro" ....difficilmente elaborabile

Si rivolga con fiducia ad un nostro Collega per diagnosi e terapia

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la dott.ssa Randone.
Forse l'aspetto legato alla morte di suo padre è solo uno degli elementi in gioco in questa situazione. Pare che anche la relazione con sua madre vada esplorata meglio. Infatti è il rimprovero di sua madre che innesca il tutto.
Che cosa succede tra voi?
Sua madre è a conoscenza delle sue difficoltà?

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Innanzitutto grazie per avermi risposto! Comunque mia madre diciamo che è al corrente... Cioè io glielo dico ma forse non mi prende sul serio perché immagina che lo dico apposta per attirare l'attenzione. Ma tutto sommato ho un rapporto sistemato con mia madre. In più ho delle "manie" di controllo...mi spiego meglio... Devo controllare diecimila volte se x esempio ho spento la piastra...se il condizionatore è spento...se ho chiuso tutte le,porte....insomma... Ciò mi capita da quando anni fa, quando mio padre era ancora vivo che combatteva contro il tumore, è scoppiato a casa mia un condizionatore...e io da quel giorno ho la "fobia" di lasciare cose accese o per esempio porte aperte... Non so proprio cosa pensare! Grazie mille
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

i comportamenti come quelli che descrivi tradiscono in genere un disturbo d'ansia e quindi, secondo un'ottica cognitivo-comportamentale, ha meno importanza in questo momento capire se la cosa può in qualche maniera essere collegata alla morte del papà.

La cosa più importante è diagnosticare e poi gestire il problema.
E' curioso che tu dica che hai notato che avviene dopo una discussione con la mamma: forse l'incapacità di modulare alcune emozioni non ti permette di attuare delle strategie comportamentali più adeguate e funzionali.

In particolare, quando scrivi: "Dopo che compio "l'atto" mi faccio più schifo di prima perché mi rendo conto che non è giusto. Ma in quel momento è l unica cosa che riesce a calmarmi."
Molto spesso i pz. utilizzano queste condotte per calmarsi, per far scendere il livello d'ansia.
Sappi però che ci sono altri comportamenti che potresti mettere in atto, anzichè lesionarti, per calmarti.

Di questo però è importante che tu ne parli direttamente con uno psicologo, perchè da qui non possiamo aiutarti, nè dare indicazioni precise.

Se la mamma si comporta nella maniera che racconti, cioè pensa che sia un tentativo di attirare l'attenzione e forse è poco propensa a suggerirti l'aiuto psicologico, sappi che puoi farlo tranquillamente anche senza condividere tutto ciò, perchè sei maggiorenne e puoi rivolgerti a qualunque consultorio della città o allo Spazio Giovani.

Saluti,
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie per avermi risposto.
In effetti ho,sempre avuto l'impressione di soffrire troppo d'ansia.
Soffro anche di sudorazione eccessiva nei periodi di forte stress, e di colite nervosa.
Mi mettono ansia tutte quelle situazioni nuove in cui mi trovo.
Anche il solo andare in un posto a sbrigare delle cose... Il solo pensiero di immaginare di andare in quel posto, non conoscere chi c'è...parlare ... Mi mette in difficoltà! Lo so che è assurdo. Ma intanto non posso evitarlo! Per fare delle cose nuove voglio sempre qualcuno accanto a me che conosco...che mi faccia compagnia...che non mi lasci sola.
Questa insicurezza e' andata ad aumentare dopo la morte di mio papà. La sua morte me ne rendo conto... Mi ha turbata molto.
Si è ammalato quando avevo 15 anni ed è morto quando ne avevo 17. Ho passato degli anni difficili e tristissimi.
Mia mamma mi sta vicina, non lo nego... È l unica figura genitoriale che mi è rimasta. E ciò che mi fa stare male e che lei alle volte mi alzi la voce, o non mi ascolti... Mi sento come esclusa.
Scusatemi per lo sfogo. Ma non mi capita spesso di parlarne con qualcuno. Grazie, veramente
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

anzichè sfogarsi (cosa che magari può darti solo una momentanea sensazione di sollievo), sarebbe opportuno affrontare il disagio che provi.
Credo che qualcosa si sia in qualche maniera inceppato... se per uscire hai bisogno dell'accompagnatore che diventa una sorta di "infermiere" pronto ad aiutarti nelle tue difficoltà, NON VA BENE.
Così come non andrebbe bene (cosa che però per fortuna non fai) evitare le situazioni che generano ansia.

La cosa migliore è rivolgersi ad uno psicologo di persona per superare questo problema, in modo che lo specialista possa insegnarti delle tecniche per affrontare il problema e risolverlo.

Solo in seconda battuta potresti capire se tutto ciò è collegato alla morte del papà e cioè se, con la sua assenza, non ti senti più sicura (la sicurezza, così come il controllo, è un tema centrale in psicoterapia, soprattutto nei disturbi d'ansia).

Che ne pensi?