Paura lavoro

Gentili dottori,
vi scrivo per sottoporvi una questione probabilmente banale, ma di cui provo profonda vergogna, in considerazione del periodo di crisi economica in cui stiamo vivendo. A fine dicembre 2012 mi sono laureato con 110 in scienze politiche ( laurea specialistica nei tempi burocratici previsti, un ottimo voto rispetto al 90 della triennale, per la quale ci ho messo un anno di piu). dopo circa un mese e mezzo in cui ho temporeggiato ho iniziato a inviare cv in diversi ambiti, più che altro per quanto concerne l'area amministrativa, lo sbocco piu ovvio per una laurea come la mia che è nota per dare una buona preparazione di base, ma poco specialistica. premetto di essermi iscritto a tale corso di laurea per passione ( non dell'attività politica pura, mai sostenuta e lungi da me la volontà di iniziarla, ma per l'analisi di essa) ma senza la minima idea di cosa fare dopo il diploma. un'idea che purtroppo persiste tuttora. il problema principale sta però non solo nella mancanza di idee riguardo al mio futuro, ma nella paura di affrontare il processo di inserimento nel mondo del lavoro. dopo 2 mesi ho smesso di inviare curriculum ( aprile) e non ne sto inviando tuttora. leggo offerte e arrivo alla candidatura ma al momento di inviare il cv ho una sorta di blocco. una cosa che considero ridicola e deprimente, in quanto c'è gente che al momento darebbe tutto per trovare un lavoro ( una situazione che mi posso permettere in quanto mio padre lavora e ci mantiene, ma vengo da una situazione familiare medio borghese che cmq è stata soggetta alla crisi, in quanto mia madre ha perso il lavoro e mio fratello maggiore lavora con un contratto di solidarietà, quindi devo trovare il modo di superare questa fobia in qualche maniera). il problema è la mia totale immobilità di fronte questa situazione. nel corso delgi ultimi 10 mesi non sono stato completamente fermo, ho sostenuto con successo un esame al fine di ottenere una certificazione di inglese e ho aiutato mio zio nel suo lavoro di ufficio, ma sono rimasto completamente inattivo nella ricerca di un lavoro. in tutto cio avrei anche la possibilità di trasferirmi in inghilterra, data l'immobilità del mercato del lavoro italiano, in quanto ho parenti che vivono li, ma la mia insicurezza mi blocca anche nel compiere un salto di tale portata, che la mia mente considera anche come la possibilità intellettualmente piu stimolante, ma al di là delle mie possibilità. in tutto ciò ho escluso l'ipotesi di un master, sia per l'eccessivo dispendio economico, che per la poca voglia di affrontare un altro anno di studio e lezioni. la soluzione starebbe quindi o nello studiare per qualche concorso pubblico o nel riprendere la ricerca di un lavoro, o nel trasferirsi. come potete vedere ho ben chiare l'idee su cosa andrebbe fatto, ma non faccio nulla di tutto ciò. non so se a causa di immaturità, vigliaccheria o insicurezza.
grazie per l'attenzione e buona serata
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

come la maggior parte dei ragazzi che arrivano alla laurea senza aver pensato concretamente al "dopo" lei si sta trovando ad affrontare il difficile passaggio dallo status di studente a quello di lavoratore. Durante l'università a volte tutto sembra possibile e realizzabile, ma quando il corso di laurea è terminato bisogna fare i conti con la realtà e, soprattutto di questi tempi, con un mondo del lavoro non certo ricettivo nei confronti di chi ha conseguito un titolo di studio non particolarmente ricercato dal mercato.

Di conseguenza il suo stato d'animo e la sua scarsa motivazione a cercare attivamente un impiego è comprensibile e il problema non è affatto "banale" come lei lo definisce.

Quando ha iniziato l'università quali erano le sue aspettative e speranze per il futuro?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
gentile dott.ssa la ringrazio per la risposta.
il problema è proprio questo, non ho mai avuto un'idea precisa di cosa fare nella vita e ho sempre ( forse con immaturità) rinviato il problema al post laurea, preso da corsi ed esami e anche da una totale mancanza i idee e paure sul post laurea. negli ultimi mesi di università fra l'altro oltre scrivere la tesi ho svolto anche un'attività part time presso un dipartimento della facoltà ( occasione che viene offerta ogni anno dalla facoltà ad un tot di studenti) e quindi la cosa mi ha ulteriormente spinto a non curarmi del mio futuro.
una caratteristica che purtroppo ho sempre avuto, successe la stessa cosa per la scelta dell'università, rimandata ad un mese prima dell'inizio dei corsi e dell'iscrizione. purtroppo a causa di poca autostima non ho mai guardato al futuro e ho sempre preciso di concentrarmi sul da farsi nel presente, una situazione che si può estendere a tutte le mie attività ( sono un musicisita non professionista, suono bene il basso e un pò la chitarra, ma in tutti i gruppi che ho avuto ho sempre guardato con paura all'eventualità di fare sul serio e cercare di intraprendere la professione di musicista, ma questa è un'altra storia).
quindi di aspettative e di speranze per il futuro ne ho sempre avute ben poche, semplicemente però sarebbe giunto il momento di darsi da fare e iniziare almeno ad imboccare una strada, il problema è piu che capire qualesia, è trovare il coraggio di fare qualcosa...
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Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Caro utente, qual' e' il clima familiare che sta respirando? Sembra che la nuova situazione finanziaria l' abbia gettata in un clima d' allarmismo. C' e' qualcuno che nella sua famiglia e' particolarmente preoccupato ?
Diciamo che in un certo senso, e' normale che ad una certa età non si pensi con troppa serietà al futuro e che si viva nel presente. Come ha trascorso gli anni dell'università ? Che tipo di relazioni ha creato ? Viveva fuori sede oppure con la sua famiglia?

Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692

[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Buonasera, per quanto concerne la mia esperienza universitaria è stata molto positiva ( al contrario di quella scolastica), sia per i risultati raggiunti che per quanto riguarda le diverse amicizie create con dei colleghi nel corso degli anni. e anche in ambito familiare ho ricevuto sostegno e complimenti per quanto fatto, anche perchè a scuola ero tutto tranne che uno studente diligente o interessato. per quanto riguarda la sua ultima domanda, ho vissuto durante l'università e vivo tuttora con la mia famiglia, la cui condizione economica è leggermente peggiorata nel corso degli anni, ma non è assolutamente preoccupate.
ciò che mi preoccupa/irrita è il mio atteggiamento di totale immaturità e paralisi per quanto concerne l'iniziare ad affrontare il mondo del lavoro. devo dire di non aver ricevuto eccessive pressioni a riguardo, il problema sta nel mio attegiamento e nell'assenza di stimoli nel modificarlo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"sarebbe giunto il momento di darsi da fare e iniziare almeno ad imboccare una strada, il problema è più che capire quale sia, è trovare il coraggio di fare qualcosa..."

Ragionando in questi termini però lei rischia solo di perpetuare quanto accaduto fino ad ora: fare qualcosa per essere impegnati nel presente e non domandarsi *dove* sta andando.
Quando si è iscritto all'università all'ultimo momento ha fatto così, e i risultati sono quelli che ci sta descrivendo.

"a causa di poca autostima non ho mai guardato al futuro e ho sempre preciso di concentrarmi sul da farsi nel presente"

E' sicuro che nella sua storia personale non ci sia qualche fallimento o delusione che possono averla portata a rinunciare a fare progetti?
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dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
gentile dottoressa,
la mia storia personale è quella di una persona insicura, spaventata dall'affrontare le cose e dalle novità. non ricordo grandi fallimenti personali per il semplice fatto che nella mia vita ho rinunciato a provare a fare tante cose per la semplice paura di non essere adeguato, fallire o non sentirmi all'altezza.
quindi non posso parlare di fallimenti di piccoli o grandi progetti, ma ad una rinuncia a priori a quest'ultimi, una caratteristica penso legata alla mia insicurezza ed alle difficoltà in ambito relazionale che hanno caratterizzato la mia esistenza prima degli anni universitari ( problemi non risolti in toto).
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Qual è stato l'atteggiamento dei suoi genitori verso di lei negli anni della crescita?
Ha ricevuto incoraggiamento, sostegno, riconoscimento per i risultati positivi?

Uno di loro (o anche entrambi) è una persona pessimista, che pensa che ci si debba accontentare e che nella vita non bisogna farsi troppe illusioni?
[#8]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
per quanto concerne l'atteggiamento dei miei durante gli anni della mia crescita è stato comprensivo e di incoraggiamento, non mi hanno mai dato pressioni o costretto a fare cio che non mi andava. forse giusto un pò troppo protettivo nel corso dell'infanzia a causa di una brutta dermatite atopica che ho dalla nascita eda cui sono affetto tuttora. così come c'è stato un riconoscimento dei miei buoni risultait universitari.
sono io che mi lascio scivolare addosso le cose positive e concentro la mente sui problemi e che sono generalmente pessimista su ciò che mi riguarda. sono in psicoterapia da 3 anni e ho fatto tanti progressi ma non riesco a sviluppare un minimo di fiducia in me necessario per superare questi ostacoli.
[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
per quanto concerne l'atteggiamento dei miei durante gli anni della mia crescita è stato comprensivo e di incoraggiamento, non mi hanno mai dato pressioni o costretto a fare cio che non mi andava. forse giusto un pò troppo protettivo nel corso dell'infanzia a causa di una brutta dermatite atopica che ho dalla nascita eda cui sono affetto tuttora. così come c'è stato un riconoscimento dei miei buoni risultait universitari.
sono io che mi lascio scivolare addosso le cose positive e concentro la mente sui problemi e che sono generalmente pessimista su ciò che mi riguarda. sono in psicoterapia da 3 anni e ho fatto tanti progressi ma non riesco a sviluppare un minimo di fiducia in me necessario per superare questi ostacoli.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Che psicoterapia sta effettuando?
[#11]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
mi scusi per il ritardo nella risposta ma ho avuto problemi con la connessione internet. sto effettuando una terapia psicoanalitica
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ha parlato con chi la segue del fatto che le sembra di non aver fatto progressi sul fronte dell'autostima e di come questo la fa sentire?
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dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
certo ma è l'unica cosa di cui non riesco a superare e a cui non sono in grado di far fronte. la mia insicurezza in alcune situazioni tale era e tale è rimasta, quasi mi vergogno di mostrare me stesso o esser sottoposto a giudizio o esaminato in quanto mi vergogno di misurarmi anche in ambiti in cui sono cosciente di essere dotato. ed il periodo di incertezza e la poca esperienza lavorativa non fanno altro che ampliare la mia insicurezza in tale ambito.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sicuramente le condizioni esterne, oggettivamente difficili, non aiutano.
E' possibile che la vergogna che prova la stia portando a evitare di affrontare direttamente l'argomento?
Le consiglio di parlare esplicitamente di questa difficoltà in seduta, per approfondire il discorso sul perché ha risolto altri problemi e difficoltà, ma non questa.
[#15]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
gentile dott.ssa, grazie per la risposta.il problema penso sia dovuto a 2 componenti, che ho sviscerato ampiamente nelle sedute ma non ho affrotato nella vita di tutti i giorni, ossia una certa immaturità di fondo e la paura del cambiamento, su cui penso si basano le fondamenta ( poste in passato dalla dermatite atopica) della mia insicurezza. da un lato mi sono adagiato, anche se con tumulto interiore, in questa situazione di disoccupazione, non facendo nulla per uscirne. dall'altro la mia costante paura di mostare me stesso e di sentirmi giudicato, situazione che in passato mi ha impedito di socializzare, suonare dal vivo ecc ecc. essendo un passo importante quello lavorativo e venuta meno la routine universitaria dopo 5 anni sono soggetto ad un blocco. la mia psicoterapeuta sono mesi che cerca di convincermi a provare anche ad andare fuori italia per cercare quanto meno di migliorare la lingua, ma sono sempre stato restio all'idea ( anche se sarebbe quella piu stimolante dal punto di vista intellettuale). quindi mi trovo qui a lamentarmi ( o in seduta) di ciò che non faccio e di come ciò non mi vada bene, ma nemmeno mi alzo dalla sedia e invio una mail con un cv.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La dermatite atopica non è causa, ma conseguenza di un soggiacente disagio psicologico che riguarda il rapporto con l'ambiente circostante, e, in particolare, con la madre (se parliamo di neonati o bambini piccoli).

Se si trova in un momento di impasse potrebbe sospendere temporaneamente il percorso psicodinamico ed effettuare qualche seduta di ipnosi presso uno psicologo che la utilizzi per sbloccare la situazione.
L'ipnosi è tranquillamente integrabile e affiancabile a trattamenti più globali, come è quello che lei sta effettuando, per intervenire su problematiche specifiche.
[#17]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
grazie per il consigio, ci penserò. perdoni la battuta, ma magari lo psicolog mi ipnotizza convincendomi a cercare lavoro :D
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In un certo senso è proprio così : )

Mi faccia sapere!
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