Relazione con un uomo sposato

Gentile Dottoressa, sono una ragazza di 25 anni,studentessa,figlia unica, ho una difficile situazione familiare- da tre anni mio padre soffre di depressione, non esce di casa, ha un forte malessere fisico ma non vuole curarsi e fare gli esami appropriati per curarsi,mia mamma accetta la situazione dicendo che è malato, io reagisco a volte con rabbia, a volte con silenzio e lacrime,con lui non ho più comunicazione.una volta avevo un rapporto migliore con lui, seppure abbia un carattere schivo e mi abbia spesso dimostrato il suo affetto piu con regali che con gesti- e peggiore con mia madre, ora il contrario, seppure con mia madre parli poco di me. mi sento poco capita dalle mie amiche,non so se per colpa mia perché mi fido poco e sono una persona che si mette poco in discussione o perche loro non siano in grado di aiutarmi; sono stata un anno fuori casa e ho avuto una relazione con un mio insegnante, che ha il doppio dell'età di me, sposato e con una figlia, la relazione però non ha mai avuto nulla di fisico, era solo una grande intesa mentale, ci scrivevamo molto, mi ascoltava, mi sosteneva, mi sentivo capita soprattutto, ci vedevamo anche, la cosa è durata sette mesi, lui ambiguamente mi faceva delle avances- per iscritto e anche dal vivo- alle quali io non rispondevo ma lo ignoravo e nonostante questo il rapporto continuava. a un certo punto mi sono stufata, ero diventata dipendente dalle sue mail e ho voluto chiudere tre mesi fa, sono contenta della decisione che ho preso seppure a volte nella mia vita senta un caos completo, mancanza di obiettivi, di motivazione, di comprensione, la situazione familiare mi deprime e non riesco a reagire perché sono impotente di fronte a tutto questo, mi sento poco amata e considerata, diffidente, ho paura di non riuscire a trovare una via di uscita da questo schifo, di non riuscire a rapportami più con qualcuno, coetaneo, che sia realmente interessato a me, di amare e di essere amata. recentemente in condizioni non lucide ho avuto un rapporto con un uomo di 20 anni piu vecchio di me, è stata un'esperienza disgustosa, che mi ha veramente schifata, sopratutto dopo che è venuto a dirmi di essere già impegnato e me ne sono andata. questa ultima esperienza mi ha così colpita nel profondo che mi faccio uno schifo dentro tale da non aver voglia di uscire di casa, ma soprattutto mi rende triste da morire il fatto che mi sia abbassata a questi livelli, avendo bevuto, cose che mi capitavano qualche anno fa e non più ora, in questo senso dico che sento mancare nella mia vita completamente una guida, una direzione e dei pensieri positivi, nonostante io non abbia mai brillato per ottimismo; devo scrivere la tesi e sono demotivata in una maniera incredibile, mi lascio risucchiare da questi pensieri e non riesco a uscirne, mi sento sola e forse l'unica cosa positiva, che mi dà sollievo è pensare al futuro seppure mi senta veramente male in questo presente e non posso andare avanti ignorandolo.
grazie in anticipo,
Giulia
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza, forse, il suo stato caratterizzato da questa demotivazione, le fa enfatizzare una situazione (relazione con uomo più grande) ed interpretarla come qualcosa di disgustoso (ciò che fa ridurre la sua stima) ma che non ha nulla di tragico e, per certe persone, addirittura rappresenta un momento esperienziale di crescita. Le dico questo perché non dovrebbe colpevolizzarsi di nulla ma imparare a trarre dall'esperienza ad a trovare le risorse necessarie per continuare i suoi studi senza reimmergersi e interpretare negativamente il suo passato . Forse, per questo, qualche consulenza con uno psicologo potrebbe aiutarla.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr De Vincentiis.
Forse non dovrebbe enfatizzare la negatività di un rapporto con uomo più grande e forse dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo di persona, visto il periodo stressante che attraversa.
In ogni caso trovo interessante che i conflitti con suo padre, coincidano con un periodo in cui ricerca intimità in figure che potremmo definire "paterne" (uomini più grandi, insegnati, ecc.).
Posso comprendere il suo bisogno di sostegno in periodo importante e significativo come la conclusione del percorso universitario, tuttavia forse non ha bisogno che sia un genitore a sostenerla.
Le mie sono soltanto ipotesi.
Dovrebbero essere esplorate all'interno di un contesto terapeutico.
Si faccia coraggio.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
dopo
Utente
Utente
gentili Dottori,
vi ringrazio dellle risposte, pensavo di rivolgermi di persona a uno psicologo; tuttavia, a causa dello spazio mi sono dimenticata di indicare il fatto che ho smesso di fumare l'anno scorso, dopo 8 anni e poi ho ricominciato e smesso di nuovo un mese fa, volevo chiedere se anche questo possa influire in maniera così forte sul mio stato d'animo (fumavo tanto- circa un pacchetto al giorno), specie in momenti di stress come studio o tesi (seppure in realtà fumare mi agiti più che calmarmi) o in momenti delicati qui in casa vedendo mio padre trascurare se stesso, io invece ho preso una buona decisione ma la situazione di mio padre mi demotiva, mi toglie energia e voglia di vivere, con lui mi sento in colpa a condividere qualcosa di positivo- successi/ smettere di fumare- perché mi risponde con malinconia e distacco, da qui la non-comunicazione e probabilmente il mio cercare la sua figura altrove, perché non sono capace di accettare il suo stato di malessere.
G.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, brava che sta smettendo di fumare e questo forse contribuisce a renderle più pesante la situazione, d'accordo coi colleghi le consiglio di farsi aiutare lei , dato che in famiglia c'è questo clima.
Certo è interessante il fatto che cerchi attenzione e amore da uomini più grandi, che possono essere carismatici e affascinanti ma deludenti alla fine, nel suo caso.
Io direi di cercare uno psicologo di sesso maschile , per sentirsi appoggiata , compresa ed anche aiutata a riprendere in mano la sua vita, a riprendere i suoi studi ad avere coraggio.
Perchè anche sua madre mi sembra depressa, così passiva che si lascia andare...
Allora decida, presto, questo è tutto tempo buttato, si faccia aiutare forse anche con un piccolo .. starter .. farmacologico..
Restiamo in attesa..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
indubbiamente mia madre è depressa, ma cerca di darlo poco a vedere occupandosi sempre e solo degli altri e mai di se stessa, ho provato a farglielo capire ma non tollera che io possa occuparmi di lei e vuole tenersi stretto il ruolo di madre; con lei non ho mai avuto un vero dialogo a proposito della mia intimità, ci ho provato ma lei lo rifiuta e comunque non sarebbe il caso di farlo in questo momento perché si preoccuperebbe e mi riempirebbe di ulteriori ansie che non necessita lei né io, oltre al sentirmi incompresa e giudicata essendo lei di mentalità abbastanza chiusa. Ho un'ultima domanda: perché lei mi consiglia di rivolgermi a uno psicologo di sesso maschile piuttosto che a una psicologa?
Giulia
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara Giulia,perchè in questo caso, mi sembra più opportuno, vista la sua sofferenza passata e presente nei rapporti con suo padre e il padre , come dice il libro è" mediatore del mondo esterno ".
Il rapporto col padre inoltre interferisce grandemente , nelle ragazze, nelle scelte sessuali adulte .
Comunque la cosa fondamentale è che si dia aiuto e prenda delle decisioni. ..coraggio..!