Disturbo avversione sessuale

Buongiorno,
espongo il mio problema, che credo sia legato al disturbo di avversione sessuale. Cercherò di essere il meno prolissa possibile, considerando che è anche la prima volta che ne parlo.
Da quando avevo circa 3 anni, ho meglio da quando la mia memoria ricordi, ho iniziato a subire non so se definirli abusi, da un amico di mio zio che frequentava spesso casa mia. Lui aveva il vizio di prendermi in braccio e accarezzarmi sempre li, oppure se doveva andare in bagno mi chiedeva sempre di accompagnarlo. Io da bimba piccola, non sapevo che quelli atteggiamenti non erano adeguati, in fondo io lo vedevo come un secondo zio, non ne parlai mai con mia madre, perchè non vedevo un problema, in fondo era una zio che mi voleva bene e mi accarezzava. Verso gli 8 anni, una mia zia si accorse della cosa (perchè lui lo faceva sempre quando eravamo da soli), e da allora lui smise. Negli anni 80 non si parlava di abusi su minori etc, e poi c'era sempre una sorta di omertà nella mia famiglia per certe cose. Quando avevo 13 anni mia madre si fidanzò con un uomo che viveva lontano da noi. Quando andai a casa sua per conoscerlo, iniziò per me un incubo. Nel momento in cui mia mamma si addormentava lui veniva da me, si metteva nel mio letto e mi accarezzava il seno, mi ripeteva sempre che ero molto bella, e che era presto per arrivare giù, ma che con il tempo ci saremmo arrivati. Io non dissi mai nulla a mia madre, chi ero io per disintegrare il rapporto? Dopo tutto lei era felice, ma io diventavo sempre più scontrosa, ribelle ingestibile, dentro di me c'era una rabbia repressa......
Poco dopo i miei 14 anni loro si lasciarono e per me fù una liberazione. Da allora solo ogni tanto mi ritornano alla mente questi ricordi vividi come se li stessi rivivendo.
Il problema però nasce ora. Negli anni raggiunsi la mia sessualità, notavo che i primi tempi avevo voglia di fare l' amore con i miei patner, poi all' improvviso mi dava fastidio il solo pensarlo, e l' essere toccata mi creava nausea, non sopportavo sentire il loro corpo, l'essere toccata, solo al fine sessuale. Mi dicevo ok , non lo amo più, via si lascia se ne trova un altro, e la storia puntualmente dopo pochi mesi si ripresentava. Finchè non ho conosciuto il mio attuale compagno, lo adoro sotto ogni forma, però adesso a distanza di 4 anni ( e credimi in confronto a pochi mesi sono tanti), si ripresenta il problema. Fino a questo punto, non ho mai pensato di avere un problema, ma ho iniziato a pormi delle domande, arrivando a qualcosa che forse è la soluzione. Ma ora arriva il punto....
Come faccio per risolverla??? Come posso spiegare che adoro fare l'amore con lui, ma che solo in certi periodi mi piace essere toccata e nella maggior parte delle volte, non lo sopporto?
Ho paura di mimare la sua autostima, e nello stesso tempo ho paura di raccontare il tutto, è se non lo capisse, ma pensarebe che il problema sia lui?
Mi scuso per la lunghezza, e vi ringrazio per ogni risposta che potrete darmi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

se lei ha subito degli abusi sessuali in maniera reiterata da bambina e da ragazzina è più che comprensibile che si porti ancora dentro le conseguenze di quello che è successo.

E' un bene che abbia deciso oggi di condividere la sua storia con qualcuno, scrivendo a noi, ma è molto importante che non si fermi qui e che faccia il secondo passo rivolgendosi di persona ad uno psicologo al quale raccontare meglio cosa è successo, come si è sentita e come si sente oggi, elaborando i ricordi e soprattutto le emozioni che sono rimaste dentro di lei dopo gli abusi.

Prima ancora di decidere se e come raccontare al suo compagno quello che le è successo le consiglio vivamente di affrontare la questione con un professionista, anche per decidere come parlarne poi al suo fidanzato.
Penso che se lui la ama capirà, ma penso anche che per sapere come parlargliene deve prima fare chiarezza dentro di sé su quello che ha subito e sulle conseguenze che sta ancora subendo.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Alle indicazioni della collega, le suggerisco questa lettura sul disturbo da avversione sessuale (DAS)

.lo legga, se desidera, ne riparliamo




https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1887-quando-non-piace-fare-l-amore-il-disturbo-da-avversione-sessuale-das.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

purtroppo le memorie di quegli abusi, proprio perchè poco leggibili per una bimba o per una ragazzina, restano nella mente in maniera disordinata e hanno bisogno di essere accuratamente rielaborate e rilette in maniera adeguata, da adulta. E soprattutto con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.

Lei ha già visto che la storia tende a ripetersi e che per Lei il tempo massimo che riesce a concedersi in una relazione è di pochi mesi. Poi mette in atto -in maniera inconsapevole- un comportamento che, con buona probabilità, Le è utile per scappare dalle memorie traumatiche e per sfuggire l'intimità con il partner.

Poichè ora sta diventando sempre più consapevole, e vuole anche interrompere questa tendenza alla fuga dalle relazioni profonde, scelga uno psicoterapeuta nella Sua zona e si faccia aiutare. Da qui, vista anche la delicatezza della Sua richiesta, non è possibile fornire aiuto su come parlarne al Suo compagno, nè se e quando sia opportuno farlo.

Intanto Le suggerisco alcune letture sull'abuso e sulla difficoltà per i bimbi (e talvolta anche per gli adulti) di intercettare il fenomeno:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1072-che-cos-e-l-abuso-sessuale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1095-il-pedofilo-chi-e-e-come-riconoscerlo.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina,
Mi ha molto colpito che lei sia rimasta coinvolta per ben due volte e con due persone diverse nell'arco del suo sviluppo in questi abusi. Cio' puo' fare ipotizzare che lei abbia sviluppato una sorta di "identita'" e che questa riaffiori inconsciamente a sua insaputa.
Il mio consiglio e' percio' di andare a esplorare tali dimensioni identitarie con l'aiuto di uno psicoterapeuta a orientamento psicoanalico o psicodinamico. Lasciate agire senza prenderne coscienza potrebbe potenziare tali dimensioni creandole dei problemi.
Saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Buonasera,
grazie a tutti per le risposte, lè ho lette con molto interesse. Per assurdo, ho capito che forse è il caso di iniziare un percorso, che mi permetta di uscire da questa fase, ma ciò mi spaventa molto. Un conto è espormi, senza un viso, un conto è parlare apertamente con qualcuno che mi può vedere. Potrebbe sembrarvi sciocco, lo ammetto, ma adesso devo trovare il coraggio per espormi in prima persona.
Dr. Esposito, cosa intende per una sorta di "identità"?
Mi avete consigliato uno psicologo psicoterapeuta, ma che sia specializzato nel ramo sessuale?
Non so come ringraziarvi per i vostri pareri, con l'occassione vi auguro buon anno

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina,
Non serve uno psicologo specializzato in materia sessuale perche' l'abuso non ha nulla di sessuale. Le dimensioni che vi vengono giocate sono di tutt'altro genere. Ma non e' il caso di anticipare in modo semplicistico queste tematiche che sono molto delicate.
Mi chiede cosa intenda per "identita'". Direi che questa parola e' centrale per definire la situazione è anche su questo non e' il caso di anticipare una spiegazione in questa sede.
Quando si trovera' in un setting specialistico il discorso verra' da se'.
Non si crei pudori nell'immaginare questi colloqui. Come le dicevo in un abuso non c'e nulla di sessuale. Comunque per maggiore tranquillita' potra' scegliere una terapeuta donna con cui potra' stabilire una relazione piu' facile.
Saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

è chiaro che ciò che Le viene proposto è una consulenza con un professionista tenuto ovviamente al segreto professionale, ma che sia anche in grado di creare con Lei quel clima rassicurante, empatico e collaborativo che è indispensabile per poter fare un buon lavoro psicologico e/o psicoterapico.

A mio avviso è opportuno vedere con molta prudenza le dinamiche di tali abusi, in quanto è anche probabile che si riesca a fare un buon lavoro anche solo focalizzandosi sul problema sessuale che Lei porta qui.

Per questa ragione non ritengo sia opportuno uno psicologo specializzato in materia sessuale (che peraltro non esiste), ma certamente specializzato in psicoterapia, in quanto ogni psicoterapeuta è in grado di trattare un disturbo sessuale, se di questo si tratta, o di aiutarLa a comprendere meglio le Sue dinamiche, se ancora legate alle memorie dell'abuso.

Un cordiale saluto,
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Chi subisce un abuso se ne sente involontariamente responsabile dal momento che, dal punto di vista psicodinamico, l'inconscio tende a elaborare una percezione auto-centrata di ciò che succede e quindi a farci sentire responsabili di ciò che ci accade e non vittime passive, nemmeno quando questo è ciò che oggettivamente siamo.

Per questo motivo lei teme di esporsi: si vergogna come se fosse responsabile dell'accaduto, anche se così non è, ma entrare in contatto con un terapeuta non significa "esporsi" quanto permettergli di assisterla nel lavoro di elaborazione dell'abuso.
Come nessuno di noi la giudica, nè pensa minimamente che lei possa avere qualche responsabilità, anche il collega cui deciderà di rivolgersi non lo farà.

Non pensi anzi che la sua storia sia così rara: gli abusi sui bambini sono purtroppo piuttosto diffusi proprio perchè chi li subisce fa molto spesso come lei e non ne fa parola per decenni, quando non per tutta la vita.

Non parliamo poi di quelle volte in cui il fatto viene alla luce ma gli adulti che si accorgono di ciò che accade fanno solo il minimo indispensabile (o nemmeno quello), come sua zia che si è limitata ad ammonire il marito senza preoccuparsi delle conseguenze che lei si portava già dentro, e tanto meno di denunciarlo per il reato odioso che ha compiuto.

Il tipo di abuso che ha subito lei non lascia segni visibili ed è probabilmente quello perpetrato più di frequente proprio perchè la piccola vittima non ha segni da mostrare per avvalorare il proprio racconto, così lascia perdere e si tiene dentro un dolore e una rabbia che possono avvelenare l'intera sua l'esistenza.

Le auguro davvero di decidere di prendere in mano la situazione e di non permettere più a chi le ha fatto del male in passato di continuare a fargliene.