Violenza psicologica?

Gentili psicologi,

mi scuso in anticipo per questo consulto, ma sento il bisogno di un confronto. Può chiamarsi violenza psicologica la tendenza del proprio compagno a sminuire ogni cosa che faccio? Mi diletto nel canto e quando ho comunicato al mio compagno che avevo trovato un chitarrista disposto a fare qualche prova, il suo unico commento è stato: "ti sei presa un altro impegno, non ne hai già abbastanza?" (premetto che il mio unico impegno fisso è il coro nel quale canto come soprano). Critica alcuni miei amici che neanche conosce per la loro abitudine di andare in montagna anche in condizioni climatiche difficili ( i suoi amici sono intoccabili); ho un lavoro di livello superiore al suo e spesso e volentieri mi commenta: "tanta fatica per guadagnare solo 20 € più di me". Ho una situazione economica di gran lunga più difficile della sua e faccio i salti mortali per pagare le rate e le spese e mi sento dare della taccagna. Quest'opera continua di demolizione mi ha condotta due giorni fa ad avere un principio attacco di panico dal quale non mi sono ancora del tutto ripresa: provo una profonda prostrazione, tristezza, sensazione che tutti mi facciano del male, rabbia, impotenza, senso di indegnità. Quando mi ha vista distrutta è stato dolcissimo, ma neanche nella giornata intera che ha passato con me è riuscito a risparmiarsi delle frecciatine. Gentili psicologi, sono sconvolta: ho scoperto que quello che credevo essere una bella persona è invece un uomo da poco, che ha bisogno di sminuirmi per sentirsi migliore..provo amarezza, tristezza per questo enorme abbaglio e perché temo che non ci siano margini di recupero e che l'unica possibilità sia allontanarmi da lui. Non ho una domanda precisa, non so esattamente cosa chiedere, forse vorrei solo un parere. Grazie a chi vorrà darmelo.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
indipendentemente dall'etichetta da dare al comportamento del suo compagno, il comportamento nei suoi confronti sembrerebbe volto a sminuirla, a colpire la sua autostima, probabilmente ad avere un ruolo di potere nei suoi confronti.
<Quando mi ha vista distrutta è stato dolcissimo, > anche questo atteggiamento sembrerebbe in linea, recuperare terreno per poi continuare nella sua opera di "demolizione" così come la chiama lei.
Non ci dice da quanto siete insieme e in precedenza come si comportasse, né come lei faccia fronte a queste squalifiche.

<provo una profonda prostrazione, tristezza, sensazione che tutti mi facciano del male, rabbia, impotenza, senso di indegnità. > E' comprensibile il suo sentire e anche la sua delusione nel prendere consapevolezza della situazione, sembra evidente che continuare in questo modo le faccia male e occorrerebbe trovare soluzioni per cambiarla, in un modo o nell'altro.

E' appunto la consapevolezza di quanto sta accadendo che la può aiutare in questo.

Quali sentimenti prova per il suo compagno? Da quanto dura questa situazione? In precedenza come si comportava il suo partner con lei? Ci sono altri comportamenti oltre a quelli citati di lui che la preoccupano?

In merito alla violenza di genere le segnalo questo articolo per approfondimenti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1768-quando-il-partner-e-violento-la-violenza-di-genere-nella-coppia.html

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Gentile dottoressa Rinella,
la ringrazio molto per la sua risposta. La nostra relazione è nata da un'avventura di capodanno, seguita da alcuni incontri sporadici (anche se ci conosciamo dai tempi del liceo e ci siamo rincontrati solo un paio di anni fa). Lui non voleva impegnarsi, allora io mi ritraevo. Dopo alcuni mesi di tira e molla è stato lui a decidere di voler investire in questa relazione (questo circa sei mesi fa). Io ho un'autostima bassa, sulla quale sto cercando di lavorare, quindi ho accettato la sua iniziale mancanza di entusiamo, ma vedevo anche come poco a poco si legava sempre più a me. Ho la sensazione che il processo di svalutazione sia iniziato quando lui ha iniziato a provare dei sentimenti per me e quando di è reso conto che non ero solo una poverina con poca autostima, ma anche una donna con dei talenti e piuttosto determinata in altri campi (in me convivono strettamente sicurezza e insicurezza). Ho creduto molto a questa relazione, ho avuto una pazienza mai avuta prima. Lui ha degli aspetti che amo parecchio, ma questa nuova consapevolezza mi ha davvero abbattuta...Anche lui ha una scarsa autostima e credo proprio che con questi atteggiamenti voglia rinforzarla. Una parte di me spera che questo possa cambiare (lui non è del tutto cosciente dei meccanismi che mette in atto, ma a volte se ne rende conto e capisce di sbagliare), un'altra parte teme di investire ancora tempo ed energie in una persona che forse non le merita.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Violenza psicologica?<<
noi non possiamo saperlo, ma lei evidentemente la percepisce in questo modo.

Il suo compagno si può permettere di avere questi atteggiamenti nei suoi riguardi per un motivo molto semplice, perché lei accetta tutto questo. La scarsa autostima le impedisce un confronto diverso che purtroppo alimenta questo "sadismo" nei suoi confronti.

Probabilmente il suo compagno si sente "minacciato" e non accetta le sue competenze, una donna con molti interessi, che lavora e guadagna di più di lui ecc. tutto questo però non giustifica i suoi atteggiamenti che assomigliano di più a quelli di un padre autoritario e castrante.

Che rapporto ha o aveva con i suoi genitori?
Suo padre era una persona comprensiva che la spingeva e incoraggiava nelle sue attività?
Sta facendo un percorso di psicoterapia?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Dottor Del Signore, ringrazio moltissimo anche lei per la sua risposta.

Riguardo ai miei genitori posso dirle che mio padre era una persona molto chiusa e all'antica, incapace di fare complimenti o esprimere approvazione. Sapeva solo alzare la voce e qualche volta le mani quando qualcosa non andava. Tuttavia è stato l'unica persona da cui ho avuto una qualche manifestazione d'affetto durante l'infanzia: ricordo lui che tutte le sere mi metteva il pigiama e mi dava il bacio della buonanotte. Solo lui qualche volta mi ha portata al parco a giocare. Mia mamma è stata completamente assente nella mia infanzia, se non per proibirmi ogni cosa e per svalutarmi. Ancora oggi mi svaluta, spesso inconsapevolmente. Non mi ha mai incoraggiata a fare nulla se non a studiare e anche nello studio mi citava in continuazione ragazze migliori di me.

Per quanto riguarda l'ultima domanda, sì, sono seguita da uno psicoterapeuta, ma ultimamente ho diradato le sedute per motivi economici. Dopo l'ultimo avvenimento, tuttavia, ho intenzione di chiedergli di riprendere con le sedute settimanali, risparmiando su altri fronti, perché credo di averne un gran bisogno.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

concordo con le sedute di psicoterapia, ma se lei cerca di migliorarsi e si impegna nel cambiare la sua condizione, cosa fa in tutto questo il suo compagno?
Voglio dire che forse bisognerebbe parlare apertamente con lui per discutere le cose che non vanno, altrimenti rischia di trovarsi in casa con un "sostituto" di sua madre.

Le relazioni affettive tendono a ripetersi in maniera del tutto inconsapevole, anche se sono disfunzionali. Questo succede perché i rapporti genitoriali, positivi o negativi, sono il prototipo di ciò che cercheremo in futuro nel confronto con l'altro.





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dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Dott. Del Signore, lei ha ragione, devo parlarne anche con lui. Gli ho accennato qualcosa e dobbiamo incontrarci per parlarne. Tuttavia mi sento molto confusa. Devo lasciarlo o no? Se lui è fatto così potrà cambiare? E' come pretendere da me che domani mi svegli e sia una persona sicura di sé stessa..forse se lui è così devo solo allontanarmi. Sono molto spaventata, mi sento come se avessi avuto le bende sugli occhi fino ad ora, non mi fido di me stessa e del mio giudizio, ho paura che possa manipolarmi..Non so cosa fare. La cosa peggiore è che credo di aver perso la stima che avevo per lui. Ma ho anche paura di sbagliare.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Devo lasciarlo o no? Se lui è fatto così potrà cambiare?<<
noi non possiamo scegliere per lei. Le persone non possono cambiare il loro carattere (possono cambiare dei tratti, ma questo implicherebbe una psicoterapia e una discreta motivazione), al limite si possono fare degli "aggiustamenti" in relazione al rapporto di coppia, ma bisogna comunque essere motivati e comprendere il punto di vista dell'altro, ossia "accettare di fare qualcosa perché qualcosa possa cambiare".

>>E' come pretendere da me che domani mi svegli e sia una persona sicura di sé stessa..<<
deve prendere coscienza che questo non succederà mai. A volte ci si illude che "magicamente", con il tempo, le persone possano cambiare (non si sa come), ma non è così.

Comunque se vuole cercare di migliorare il suo benessere di coppia, non può prescindere dall'altro, perché questo non avverrà semplicemente nel suo percorso individuale.






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dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Dottor del Signore, la ringrazio molto per le sue risposte, mi ha dato degli ottimi spunti di riflessione. Settimana prossima vedrò il mio psicoterapeuta e cercherò di chiarirmi le idee. Grazie ancora e buon lavoro.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Ci tanga informati se lo ritiene necessario.






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dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Gentili psicologi,
approfitto nuovamente della vostra gentilezza per chiedere un'altra informazione. Ho parlato con il mio compagno di come mi sento, gli ho riferito quasi tutto quello che ho scritto a voi e lui, dopo una notte e un pomeriggio di riflessione, mi ha proposto di consultare insieme un terapeuta di coppia. Ora, visto che io seguo una psicoterapia e lui è seguito di tanto in tanto con un sostegno psicologico, a chi sarebbe bene rivolgerci? a una dei due professionisti che si occupano di noi oppure a un terzo specialista? la terapia di coppia potrbbe interferire con i nostri percorsi individuali?

Ringrazio anticipatamente chi vorrà rispondermi.

Saluti
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Dal mio punto di vista sarebbe opportuno un terzo specialista, per lavorare in campo neutro, evitando potenziali sbilanciamenti che potrebbero giocare a sfavore di un percorso, informando i curanti.
Indicato l'orientamento sistemico-relazionale.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Getile Utente,

>>a chi sarebbe bene rivolgerci?<<
è opportuno rivolgersi ad un terzo professionista per evitare soggettivismi legati ai trattamenti pregressi o attuali che potrebbero compromettere una visione equilibrata delle dinamiche di coppia.

>>la terapia di coppia potrebbe interferire con i nostri percorsi individuali?<<
solo in senso positivo, sempre ammesso che vi rivolgiate ad un terzo professionista.




[#13]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Gentili specialisti: io e il mio compagno non andremo da un terapeuta di coppia. Il mio terapeuta non ha espresso particolari opinioni a riguardo, mi ha semplicemente dato il nominativo di una sua collega specializzata in terapia di coppia. La psicologa del mio compagno, invece, gli ha sconsigliato di ricorrere a un terzo specialista, ha detto che in quel caso dovremmo interrompere i nostri percorsi (?) e che noi due pensiamo già troppo, quindi dobbiamo cercare di fare qualcosa insieme e risolvere da soli i nostri problemi. A me, onestamente, sono cadute le braccia quando lui, in alternativa, mi ha proposto un corso di ballo. Ma forse il problema non è questo. Il problema è che io provo una rabbia fortissima verso di lui e da 3 giorni non faccio che trattarlo male. E' come se dovessi fargli pagare tutte le volte in cui mi ha trattata meno bene di quanto volessi e non sono stata capace di rispondergli a tono. Sono molto confusa, riconosco le mie responsabilità e mi chiedo se, cambiando atteggiamento, riuscirò a farmi trattare come desidero o se una storia che inizia in una certa maniera non può cambiare.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>ha sconsigliato di ricorrere a un terzo specialista, ha detto che in quel caso dovremmo interrompere i nostri percorsi (?)<<
onestamente non comprendo questa posizione. Fare due percorsi di psicoterapia individuale è chiaramente utile, ma evitare gli incontri di coppia mi sembra un modo per rimandare (o evitare) la soluzione del problema.

>>..che noi due pensiamo già troppo..<<
pensare troppo non significa necessariamente pensare in "senso funzionale".

Il corso di ballo potrebbe essere molto utile, come tante altre cose da fare insieme, ma di sicuro non è più utile di una consulenza di coppia.

"Cambiare" una persona ex-novo, i suoi atteggiamenti, i suoi comportamenti e i modi di relazionarsi, non credo sia possibile. I tentativi vanno fatti, soprattutto se si tiene alla relazione, ma ad un certo punto bisogna comprendere quale possa essere la strada migliore da percorrere. Adeguarsi o separarsi.




[#15]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Certo, io non voglio cambiare lui in toto, vorrei cambiare un po' gli equilibri della relazione che finora, mi rendo conto, è stata un po' sbilanciata, ma in questo momento mi sento come se i miei sentimenti fossero svaniti di colpo. Questa improvvisa consapevolezza ha spezzato qualcosa. Non ho rapporti con la mia famiglia d'origine proprio perché non riesco a perdonare il modo in cui sono stata trattata e ora, rendermi conto di questa dinamica, mi ha fatto sentire nuovamente tradita; l'attacco di panico mi ha fatto sentire debole; il calore che mi trasmetteva questa relazione si è improvvisamente trasformato in gelo.
Grazie per l'ascolto
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Dr.ssa Laura Termini Psicologo, Psicoterapeuta 40 5
Cara Signora,
volevo che lei riflettesse su una cosa che mi ha colpito subito leggendo la sua lettera.
Lei ha esordito con delle scuse! "mi scuso in anticipo per questo consulto, ma " Noi tutti siamo qua per nostra scelta e le sue richieste sono lecite in quanto utente aderente che ha sottoscritto le condizioni. Mi chiedevo se questo non fosse un suo modo di approcciarsi alla vita, come di chi non è legittimata a...
Chiede scusa a prescindere o si mette nelle condizioni di DOVER chiedere scusa e si perché, o entrambe?
Se entra nelle relazioni allo stesso modo chiaramente collude con la necessità di un partner probabilmente insicuro o narcisista che ha bisogno di svalutare l'altro per sentirsi importante.
Ricordi, non esiste una vittima pura ed un carnefice puro, più spesso ci sono situazioni in cui si creano degli incastri tra i rispettivi bisogni e si creano situazioni di co-dipendenza in cui l'uno, pur nella sofferenza, non riesce a far a meno dell'altro.
Prendere coscienza della situazione è un primo indispensabile passo. Ma concordo nella necessità di una terapia di coppia.

Dr.ssa Laura Termini
Psicologa - Psicoterapeuta

[#17]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Non ho rapporti con la mia famiglia d'origine proprio perché non riesco a perdonare il modo in cui sono stata trattata e ora, rendermi conto di questa dinamica, mi ha fatto sentire nuovamente tradita;<<
trova delle corrispondenze tra i rapporti conflittuali con la sua famiglia di origine e la sua relazione di coppia? Lei è una persona che tende ad accumulare o a "subire" passivamente certe situazione per poi distaccarsene quando sente di essere arrivata al limite?






[#18]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Gentile dott.ssa Termini: lei ha colto nel segno, sono stata educata dalla mia famiglia a credere di non meritare niente e che ciò che mi veniva dato era una concessione fatta per gentilezza altrui. Sono stata educata a credere che disturbavo ed eo un peso. Grazie alla psicoterapia sono cosciente di queste dinamiche, so che il 50% di responsabilità del comportamento del mio compagno è mia. Ma che fatica cercare di cambiare! Tuttavia, ce la sto mettendo tutta.

Dottor Del Signore, lei ha colto un tratto fondamentale della mia personalità: assolutamente sì, io accumulo e poi esplodo ed elimino le persone dalla mia vita. In passato questo tratto della mia personalità era evidentissimo, ora si sta sfumando, ma fa comunque parte di me, in tutti i rapporti, anche quelli di amicizia. I rapporti d'amore li ho quasi sempre interrotti io, di punto in bianco, dopo aver accumulato tensioni e negatività
[#19]
Dr.ssa Laura Termini Psicologo, Psicoterapeuta 40 5
Altro che, cara signora, crescere e cambiare è sfiancante! Ma sono davvero compiaciuta della sua voglia e della sua forza di andare oltre. Conservi ciò che di buono ha avuto dalla sua famiglia di origine ed anche della sua relazione con il suo compagno, ma non abbia timore di dire "no" a quanto la sminuisce e le procura sofferenza.
Coraggio.
[#20]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>I rapporti d'amore li ho quasi sempre interrotti io, di punto in bianco, dopo aver accumulato tensioni e negatività..<<
è verosimilmente quello che sta succedendo nel suo rapporto di coppia. Riuscirà a "subire" sino al momento in cui l'ultima goccia farà traboccare il vaso.

Credo sia importante comprendere questa sua modalità di relazionarsi perché è legata a ciò che in psicologia dinamica viene definita una "coazione a ripetere", ossia un modello di interazione con l'altro da sé legato a schemi antichi (prime relazioni affettive) che continuano a ripresentarsi (anche se disfunzionali) e in maniera del tutto inconsapevole.

Poi la gestione dell'emotività potrebbe essere paragonata ad una "pentola a pressione", che raggiunto il livello massimo da origine a risposte impulsive (ad es. rottura del legame).






[#21]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Gentili specialisti,

mi ritrovo a scriverVi per avere una dritta, una linea interpretativa di ciò che mi sta succedendo, perché sto perdendo il controllo di me stessa. A partire dagli eventi che mi hanno condotta a scrivere il primo post del 25 gennaio, è iniziata una sorta di china discendente: si sono risvegliati in me tutti i sintomi di una dipendenza affettiva che avevo dimenticato, o che forse in passato interpretavo come un insieme di mancanze del partner. Dopo aver visto il mio compagno dispiacersi per il suo comportamento e mostrare il desiderio di migliorare il rapporto, io ho reagito inizialmente trattandolo molto male, poi con un netto calo del desiderio. Alterno il disinteresse nei suoi confronti a un desiderio morboso di averlo accanto, il desiderio di lasciarlo al terrore che mi lasci lui, l'indifferenze alla paura che mi stradisca e smetta di amarmi. Non so più cosa provo, oscillo costantemente tra un senso di rifiuto mio e la sensazione che a rifiutarmi sia lui. Dov'è finito l'amore? Mi rendo conto ora che questo meccanismo è entrato in gioco in tutte le mie relazioni passate. Non lo provavo più da tre anni. Perché gli ultimi avvenimenti l'hanno risvegliato in modo così potente? Distruggerò la mia ennesima relazione per la mia incapacità di amare e di essere amata? Il mio psicoterapeuta potrà aiutarmi o sono condannata a restare per sempre sola perché questo è il mio imprinting? Vi prego, cerco un minimo di speranza...
[#22]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>si sono risvegliati in me tutti i sintomi di una dipendenza affettiva che avevo dimenticato, o che forse in passato interpretavo come un insieme di mancanze del partner.<<
questa mi sembra un'ottima riflessione. Dimenticare nel suo caso significa "rimuovere" e non elaborare (cosa molto più impegnativa). Ciò che è rimosso continua ad influenzare il comportamento attuale e chiaramente in maniera del tutto inconsapevole.

>>Perché gli ultimi avvenimenti l'hanno risvegliato in modo così potente?<<
perché il conflitto di base non è stato affrontato ne risolto. La psicoterapia, soprattutto ad indirizzo psicodinamico, è molto utile per queste sue difficoltà, che non hanno nulla a che vedere con l'imprinting.

Non so se ha notato che siamo passati da una "presunta" violenza psicologica ad un meccanismo relazionale "complessuale", ossia che riguarda entrambi come coppia.






[#23]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Gentili psicologi,

torno a scriverVi per farvi sapere che, purtroppo il mio compagno ed io ci siamo lasciati. Tutte le fasi precedentemente raccontate, sono poi sfociate, per quanto mi riguarda, in una rabbia sconfinata, una rabbia che stupiva anche me, che non riuscivo in nessun modo a controllare. Urlavo e cercavo il litigio in ogni modo possibile. Mi rendo conto solo ora che tutto il mio gridare altro non era che una richiesta di attenzioni. Ho cercato di spiegarglielo, ma era troppo tardi. La nostra relazione non ha retto a questa furia.

Una parte di me, tuttavia, crede che non abbiamo fatto tutto il possibile per salvare la nostra relazione. Credo che l'unica possibilità fosse davvero la terapia di coppia, che ci avrebbe aiutati a sciogliere alcuni nodi. Anche il mio terapeuta era d'accordo...ma tutto è andato in fumo per l'opinione contraria della psicologa nel mio ex.

Sono molto abattuta...forse meno distrutta rispetto ad altre rotture, che mi avevano lasciata dolorante, ma convinta di aver fatto la cosa giusta. Ora il dolore non mi distrugge, ma provo un enorme rimpianto perché credo che abbiamo perso qualcosa di prezioso.



[#24]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

credo sia importante affrontare questo suo modo di relazionarsi, un po' come ho descritto nella mi replica #20.

Non credo debba provare rimpianto, lei ha fatto il possibile, se poi le cose non vanno è inutile incaponirsi.




[#25]
dopo
Attivo dal 2012 al 2020
Ex utente
Dottor Del Signore,

la ringrazio moltissimo per la sua gentilezza, la sua competenza e le sue risposte Mi sono servite molto come spunti di riflessione. Ora tornerò a fare riferimento al mio terapeuta.

Grazie ancora e buon lavoro.
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