E' tutto sbagliato

Buonasera, sono un ragazzo di 25 anni. Scrivo perché ho bisogno di sfogarmi.Non so neppure da dove iniziare.Sono uno studente di Farmacia, teoricamente al 5° anno.Vado a rilento, dò esami solo quando sono certo di aver studiato tutto perfettamente, ho paura di fallire, sono molto ansioso, quindi sono a malapena a metà percorso. Sono insoddisfatto di me stesso, so che potrei dare di più, ma mi limito a dare quel misero 50% .Ho pensato che questo mio atteggiamento possa essere dovuto anche al fatto che alle scuole medie, poiché me la cavavo, l'insegnante metteva me ad insegnare al bulletto della classe che non capiva la materia. Venivo preso in giro, ero vittima di bullismo e lui era quello che tra tutti mi opprimeva di più.Quindi pensai di andar male di proposito in modo tale che non mi mettessero più vicino a lui.Quando passai dalle elementari alle medie non mi sentii più accettato, passavo le giornate a chiedermi cosa potessi avere di sbagliato, cosa potessi aver fatto di sbagliato per essere considerato diverso.Ero continuamente tartassato da questi bulletti. Ricordo bene molti episodi.Una volta ricordo che la mia compagna davanti a tutta la classe disse che io puzzavo.Tutti risero,anche l'insegnante. Io avevo le lacrime agli occhi ma mi stampai il solito sorriso sul viso.Si perché io so solo sorridere.Non so arrabbiarmi e so bene perché.Mio padre,quando ero piccolo, era alcolizzato e i viaggi in macchina ogni volta erano un trauma; mia mamma urlava e piangeva per la paura ed io e mia sorellina eravamo terrorizzati.Avrei tanto voluto urlargli contro di smetterla, ma avevo paura. Imparai così a trattenere la mia rabbia e le mie emozioni. Non piango davanti a nessuno, mi dicono che ho un cuore di pietra, è l'opposto,sono sensibilissimo.Penso sempre a quello che gli altri pensano di me.Dicono che sono timido.Dicono si, perché non so se sono timido.Forse faccio il timido solo per soddisfare le aspettative degli altri.Quindi nella mia vita sono il timido, quello che sorride, quello che non piange, quello asociale che non esce mai,quello che non si arrabbia mai nonostante ce ne sarebbero mille di motivi. Ah, inutile dire che non riesco a guardare mio padre negli occhi.Mi sono sempre sentito più maturo rispetto ai miei coetanei, non ho mai fatto nulla di trasgressivo, stupido od infantile.Però mi piacerebbe essere come gli altri, sono stanco di essere diverso, sarebbe tutto più facile.Eppure, sono diverso.Mi sento spesso inadeguato ed inferiore rispetto agli altri, nonostante sappia di essere più maturo. Ne comprendo i motivi ma mi ci sento comunque. Ho pochi amici.Quei pochi che ho li ho allontanati. Non sono stati presenti quando ne ho avuto bisogno.Mi sono sentito solo, ma questo forse da sempre. Un anno fa la mia fidanzata mi ha lasciato dopo 3 anni. Ancora penso a lei.La mia gelosia l'ha allontanata da me.Non so come progredire, non so come e cosa fare, sono sempre insoddisfatto e triste.
Ho già seguito una psicoterapia.Grazie per l'ascolto.
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

pare che Lei abbia già individuato gli aspetti su cui dovrà necessariamente intervenire per cambiare le cose.

A tale scopo dovrà utilizzare la forza d'animo che già ha dentro di sé, che è la componente fondamentale, e cominciare a sviluppare una certa sicurezza in se stesso.

Il che richiede un certo tempo e molto impegno da parte Sua, ma sarà il fulcro del processo di cambiamento.

Per quanto riguarda le emozioni non è corretto reprimerle; vanno invece espresse, pur nella maniera adeguata.

Non è chiaro se abbia interrotto o terminato la psicoterapia, che dovrebbe aver considerato anche gli aspetti sopracitati.



[#2]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazzo,
concordo con quello che scrive il mio collega, dr. Repici.
Una delle chiavi per innescare il cambiamento è proprio l'immagine di se stesso, che percepisce come estremamente negativa. Vede tutti noi siamo un po' diversi da come gli altri ci vedono; in linea di massima abbiamo tutti una "maschera" sociale, una pluralità di identità. Il problema è che a lei il suo "Io" non piace. Non avendo stima in se stesso, sembra tendere a catastrofizzare le conseguenze di ogni evento, e quindi a fuggire a meno che non sia sicuro al 100% (come nel caso degli esami), sicurezza assoluta che difficilmente esiste....
Forse, anche se ha terminato la precedente terapia, sarebbe opportuno che si rivolgesse ad uno psicologo di persona, dato che sembra un periodo estremamente stressante.
Le invio un link sulle caratteristiche familiari nei casi di depressione.
Non credo lei sia depresso, anche perché è impossibile e poco serio stabilirlo on line; tuttavia ci sono degli aspetti, legati alle dinamiche familiari, che le potrebbe essere utile leggere:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1815-la-famiglia-del-depresso-origini-familiari-di-una-patologia.html

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio per le celeri risposte.

Allora, la psicoterapia è stata interrotta da parte mia. Non mi sentivo a mio agio, avevo sempre l'ansia prima dell'appuntamento. L'ultima volta vidi la psicologa guardare l'orologio e mi sentii un peso, quindi smisi di andarci, dopo circa una decina di sedute, che comunque mi aiutarono a capire tutto quello che ho riportato sopra. Mi rendo conto che il problema è riconducibile ad una scarsa autostima e che basterebbe semplicemente imparare ad avere fiducia nelle mie capacità; quel che non comprendo è come fare per aumentare questa autostima.

Ho letto l'interessante articolo che mi ha linkato. Mi sento depresso, mi sono sempre sentito depresso. Dall'articolo intravedo molti atteggiamenti della mia famiglia e conseguentemente anche molti dei miei. Il rapporto instaurato con la mia ex ragazza, era vissuto costantemente con il timore della perdita. Infatti questo ha provocato la mia gelosia, dovuta anche alla scarsa autostima,che l'ha allontanata. La paura dell'abbandono l'ho sempre avuta, forse anche perché ho subito diversi abbandoni. A volte abbandono per non essere abbandonato. Ad esempio, con i miei amici ora mi rendo conto che si è rotto qualcosa, che non abbiamo nulla più in comune, ma nessuno vuole chiudere questi rapporti. Io invece vedo che quei rapporti stanno morendo e ho fretta di chiuderli, come sto facendo.

Mi sento costantemente sbagliato e sono stanco di sentirmi così. Non so da dove partire per star meglio. E' un periodaccio. A mia sorella è stata diagnosticata recentemente la Sclerosi multipla. Da alcuni sintomi che ho, penso di avercela anche io. La visita che ho prenotato me lo confermerà o meno. Se l'esito sarà positivo perlomeno avrò una psicologa con cui parlare. Non posso permettermi una psicoterapia. Sono uno studente, non lavoro e non voglio gravare sulle tasche vuote dei miei genitori.
[#4]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

e non può diventare uno studente lavoratore?
Almeno avrebbe un alibi credibile per la durata degli studi.
O no?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentile dottore, ho provato spesso a cercare lavoro ma questo non è fattibile per diversi motivi:
-alcune materie hanno obbligo di frequenza e durano 2 semestri;
-non si trova lavoro perché viene richiesta esperienza che non permettono di farci(parlo dei giovani) fare;
-ritarderei ancora di più gli studi.

Lavoro d'estate quando trovo lavoro, però coincide con la sessione d'esami e ovviamente ritardo ancora di più.

E' un brutto circolo vizioso da cui non riesco ad uscire. Forse dovrei solo buttarmi nello studio e terminare con l'università, peccato che la forza di volontà scarseggi.
Bullismo

Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).

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