Dubbi, paure, necessità, mezzi...

Salve a Tutti gli Psicologi...
Sono una persona che cerca un equillibrio nella vita. Non mi vedo capace in tante cose che faccio, anche se "mi butto sempre" e cerco di fare il mio meglio, pensando, naturalmente, che avrei potuto fare di più... Insomma, in tutto ciò, nonostante io abbia coscienza di tante cose "non a posto" in me, ho sempre l'idea che sono una persona che ha volontà di fare per il bene stesso e altrui... Non so se sono però insicura per via della mia familia di origine in cui mio padre non ha mai dato il dovuto valore a mia madre e lei continua a sopportare tutto. Siamo cattolici e concepiamo il matrimonio per tutta la vita. Ma io, nella versione più giovanile, mi domando se il mio matrimonio, essendo i dolori causati da mio marito, se sono "obbligata" a vivere per sempre...
Mi sono sposata qui in Italia ed ho una bimba di 5 anni e mezzo. Ho paura di influenzare negativamente mia bimba, in dare esempi non validi per la sua autostima che lei diventi o si stia "formando" insicura come me per quello che vivo con suo padre. Certo, devo dire che se è vero che scegliamo persone disagiate per sposi e cose simili per via di quanto sono stati o sono i nostri genitori e tutto che abbiamo visto e vissuto, come detto in "Donne che Amano Troppo", non posso che non aver paura per lei. Mio marito mi sminuisce sempre (all'inizio sembrava una persona sensibile, altruista, intelligente e responsabile -i dui ultimi lo è-, buona... insomma, una persona "da sposare", ma si è dimostrato proprio il contrario, atribuendo a me tutte le sue azioni negative, ossia, che lui non è come si presenta, ma lo sto facendo diventare io.... il che mi fa' ricordare anche di un libro in cui mi sono vista dipinta "La Principessa che Credeva nelle Favole", in cui suo marito era identico al mio, faceva dei "giochi" uguali a quelli che fa' mio marito con me, con, forse, il "falso" elogio con succesive pesanti accuse, offense, umiliazioni a non finire, il che mi fa' davvero essere più triste della norma, visto che non esiste la felicità al cento per cento) e mi trovo a non ridere, a non avere forza per dedicare momenti di molta gioia con mia bimba, la quale vivenzia momenti di sconforti miei nelle liti, rimproveri di mio marito...
Dopo tanti anni di volontà di avere altri figli, tra problemi di salute di mia bimba (ringraziando DIO, risolvibili), problemi di ricerca di un lavoro fisso, da circa 3 anni ce l'ho, anche se con poche ore, non ho mai smesso di lottare con quello più difficile, (forse con le "arme" sbagliate) con la violenza psicologica. Ero incinta due mesi fa, dopo arrivo di momenti che sembravano migliori, ma nella pratica è stato un incubo! Ho finito col raschiamento per aborto ritenuto e sensa appoggio... Mio marito e suoceri, che si comportano come una sola persona, mi hanno sempre abbandonata nella mia speranza vana. Dovrei dentro di me trovare la soluzione come mi ha detto la Psicologa dell'ospedale... Leggo, rifletto... Vorrei altri consigli... Grazie!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
I consigli non servono a nulla nemmeno erogati de visu.
Se è arrivata a quarant'anni insoddisfatta, insicura e -forse con qualche probema coniugale- sarebbe il caso di consultarlo veramente uno psicologo .

I libri se pur utili, nei quali spesso ci identifichiamo, non bastano a curare.

Una diagnosi certa del suo malessere ed un sostegno psicologico adeguato, anche di coppia eventualmente .

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile signora,

talvolta le convinzioni che abbiamo possono crearci qualche problema.
Ad es. possiamo avere la convinzione che non stia bene parlare quando c'è un problema in casa o un problema nella relazione con qualcuno.
Se è così, magari perché lo abbiamo imparato da qualche parte o perché abbiamo visto nella vita di tutti i giorni che sembra ci siano meno intoppi se stiamo zitte, non è detto che non si possa imparare a rapportarsi in modo diverso agli altri.

Sembra che si stia ripetendo la storia che Lei, da bambina, ha già visto nella coppia genitoriale e che adesso Lei mette in atto con Suo marito.
Il punto fondamentale, in un lavoro psicologico, è questo: va bene, gli altri attorno a lei fanno delle cose e la trattano in un certo modo, ma Lei che scrive qui a noi che cosa fa per farsi trattare così o per NON lasciarsi trattare così?

A mio avviso sarebbe molto utile che Lei riuscisse a recuperare o a sviluppare, se ancora non lo ha fatto, la capacità di essere maggiormante in controllo della Sua vita e che recuperasse un certo potere su se stessa: ha già un'indipendenza economica grazie alla quale non dovrà dipendere da nessuno nè stare a mano tesa verso Suo marito o chicchessia, ed è stata molto brava. Ora, nella stessa maniera, deve lavorare, meglio se con uno psicologo psicoterapeuta, per la Sua indipendenza psicologica, altrimenti sceglie di avere il rapporto che la Sua mamma aveva col papà con Suo marito, cioè di sottomissione.

Dalla violenza psicologica si deve scappare.
Si rivolga con molta urgenza ad uno psicologo oppure ad un centro che si occupa di questo, magari può essere utile Doppia Difesa: Le daranno tutte le indicazioni che cerca.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Qui trova i contatti:

http://www.doppiadifesa.it/?page_id=2692

Il primo step di solito è la tutela legale, che permette di tranquillizzare la donna che può sentirsi vessata.

Se vuole, faccia sapere in futuro.
Cordiali saluti,
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Si faccia aiutare, gentile utente, concordo con la Collega Randone, lei, secondo me, ha bisogno di sentirsi supportata , accolta e di rileggere gli aspetti affettivi della sua vita per avere idee più chiare su cosa è opportuno fare o non fare ed anche forse per gestire diversamente i rapporti con suo marito, con lucidità e capacità di farsi rispettare, il che dipende anche da noi, dalla nostra sicurezza, essere sensibili e gentili non vuol dire lasciarsi calpestare..
Restiamo in ascolto...

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Salve, Dottoresse.
Vi chiedo scusa se provo ancora a fare un commento su questo mio primo consulto. Per inesperienza, non riuscivo a capire come rispondere nello stesso spazio del consulto, ho dovuto aprire uno nuovo, in qui facevo "un po' di riflessione" in quello che avevo scritto e ricevuto come risposta...
Insomma, quasi un mese dopo, sono ancora qui. Ho gia' fatto tante altre domande ed avuto tante risposte valide. Benche' letto tanti articoli interessanti.
Si, so di aver bisogno di aiuto... Purtroppo, la mia indipendenza economica e' parziale, lavoro poche ore al giorno e con anche due mesi senza ricevere e due che ricevo meta' stipendio per via delle sospensioni scolastiche visto lavorare per una mensa. Sto ancora cercando di risolvere delle pendenze economiche per poter portare avanti un aiuto psicologico che mi possa veramente aiutare, anche se non so se per me sara' sufficiente che vada io, purtroppo, andando da sola o con una participazione senza interesse da parte di mio marito, ha fatto che non siamo mai riusciti ad uscirne fuore di una vita sofferta.
Tutti i 3 psicologi con cui ha parlato mio marito di persona, hanno detto a lui di intraprendere un lavoro psicologico per aiutarlo -e aiutarci- ad uscire della situazione disagiata, ma a tutti i tre, o forse solo a due, lui ha risposto di non aver bisogno, usando le frase del tipo "Con tutto il rispetto del Vostro lavoro..., ma ritengo che noi riusciremo da soli..." e lui sa che non riusciamo da soli... E' sempre depresso e vive male, mi fa' vivere male, fa' vivere male la mia figlia ed anche i suoi... Purtroppo, lui stesso tante volte riconosce, ma dopo un attimo dice che non e' cosi' e inizia a buttare tutta la colpa a me, al suo lavoro e problematiche, al viaggio di casa al lavoro e vice-versa... Insomma... Ho letto anche di storia in cui delle donne volevano insistere in un relazionamento, non matrimonio, e si dicevano frasi: "Secondo lei, e' giusto rincorrere quest'uomo...?" o cose del tipo come che sembrava che fosse una situazione di ossessione... Ma, nel mio caso, a parte il fatto del matrimonio che come cattolica mi pesa il fatto di doverlo rompere, ma, c'e' differenza o devo pensare veramente, perche' continuare con lui? Anche se dopo non vado a cercare nessuno, ma per il fatto che non sono felice numa relazione in cui mi sento sempre buttata giu'... E per mia figlia, come posso sapere che andare via di qua sara' la soluzione migliore?
Quando ho giurato davanti a DIO, nell'altrare che "... Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia... per tutti i giorni della mia vita", sarebbe stato il mio matrimonio accanto a mio marito, pensavo nel dolore e malattia non causati da lui oppure anche da me, ma esterni..., anche perche' lui diceva lo stesso, quindi, anche se puo' sembrare stupido questo pensiero, mi domando come gia' fatto prima, perche' devo stare con una persona che mi provoca il dolore, che mi causa situazioni di malattia nel senso anche se solo psicologico o psicossomatico? Fin quanto e' lecito un matrimonio basato su questo? Ho una amica psicologa -non lo piu' vista da tanto, che mi ha detto che anche i suoi genitori avevano un matrimonio come il mio e che lei ha sofferto molto, magari per questo, non mi ricordo se me l'ha detto, ha fatto psicologia..., e riteneva che il nostro matrimonio aglio occhi di DIO, piu' o meno cosi', non era affatto un matrimonio. Lei e' uscita fuori di tutti i drammi vissuti da bambina e adolescente dopo anni e anni di terapia e oggi e' felicemente sposata. L'ho conosciuta nel corso pre-parto per il suo primo figlio, l'ultima volta che l'ho sentita aveva avuto il secondo...
Sto rilegendo tutto quanto ho scritto nei miei consulti e le risposte sperando di trovare una conclusione...
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dopo
Utente
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Appena di inviare l'altro messaggio, ho subito telefonato a questa mia amica... Insomma, mi sono detta, perche' non lei? Magari possiamo aiutarci a vicenda... Lei mi fara' un buon prezzo sapendo delle mie condizioni... e gia' ci conosciamo e abbiamo parlate come amiche... Il suo telefono era irraggiungibile, ma ho lasciato un messaggio dicendo che avrei bisogno di parlarne e quando potra', cerchero' di spiegare le mie necessita'.
Per ora Vi ringrazio la collaborazione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile signora,

se la Sua amica è una psicologa, non può aiutarLa perché il nostro Codice Deontologico lo vieta espressamente.

Tuttavia, ha preso in considerazione l'idea di rivolgersi al Centro Antiviolenza, come Le avevo suggerito?

Ciò che Lei ha descritto qui fa pensare al cosiddetto "ciclo della violenza" che è costituito dall'alternarsi di fasi in cui l'uomo apprezza la donna, poi la svaluta (es "non sei una buona madre", "non vali niente" ecc...) e dove può arrivare anche alla violenza fisica, per poi tornare a fare mille promesse quando la donna magari minaccia di andarsene. Alla prima occasione utile, tuttavia, quest'uomo torna ad essere maltrattante.
Nel frattempo la donna si fa mille problemi: sull'accudimento dei propri figli, sulle promesse fatte davanti a Dio, ecc...

Questo è un fenomeno trasversale e può coinvolgere tutte le fasce di popolazione.
Per questa ragione Le suggerivo di rivolgersi con sollecitudine.
L'assistenza psicologica in questi Centri è spesso gratuita.

Cordiali saluti,
[#8]
dopo
Utente
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Grazie, Dottoressa.
Non sapevo che non si puo' fare il servizio se si e' amici... oppure solo conoscenti... Insomma, ci siamo conosciute nel corso pre-parto e ci siamo viste qualche volte... Lei e' venuta da me col bimbo, ci siamo viste da altre parti, ma non so fino quando si puo' considerare questo impedimento per amicizia... Comunque, lei puo' sempre dirmi qualcosa...
E' esattamente cosi', Dottoressa, sembrava mio marito a dirmi le frasi che lei ha messo tra virgolette... Tutto quanto! Ho anche scritto in altri consulti, se Lei potesse andare a leggere, cose che complementano quanto detto fin'ora in questo...
Io sono frequentante, quando posso, dal Telefono Donna, ma li' e' molto imparziale, e' piu' per ascolto. Certo, mi aiuta sempre. Quanto al Consultorio, gia' detto in altri consulti, non esiste piu' da me, ho finito di confermare circa 5 giorni fa', mi hanno detto che e' proprio finito. C'e' quello col ticket che ho gia' fatto una volta, ma ora guadagno un terzo di quanto guadagnavo prima ed ho degli impegni con mio stipendio e per ora sarebbe difficile... Certo, sto valutando anche la possibilita' del Ucipem che si paga un contributo per mantenimento... E' di minimo 20 euro, per me e' gia' considerevole visto che finisco sempre i soldi ogni mesi per via degli impegni... Ossia, ho un'assicurazione fatta per azzerare il conto, la boletta del telefono nel mio nome, la mensa di mia bimba, anche se puo' pagare mio marito ma e' nel mio nome... Ho anche un debito da pagare che non e' esattamente mio ho fatto Fede che sarebbe stato pagato e sto restituendo anche se gia' passato del tempo e cosi' dopo saro' libera e quando potranno mi restituiranno... Insomma, e' complicato ora, vorrei liberarmi, ora ne manca poco, grazie DIO!
Ah, gli altri consulti sono> "Un po' di riflessione" e " Continuo a insistere nella mia relazione... se qualcuno puo' ancora dirmi qualcosa", ora non sono certa di che sia esattamente cosi', ma e' praticamente, avro' sbagliato magari qualche termine...
La ringrazio immensamente...