Travestitismo

Buongiorno a tutti, spiego subito il perché scrivo: ho 39 anni, convivo con la mia compagna da 8 anni e abbiamo due figli. Sin dall'adolescenza, dagli 11 anni circa, ho cominciato ad indossare indumenti femminili nonostante sentissi comunque ben chiara la mi appartenenza al genere maschile e l'attrazione per le ragazze. Crescendo ho avuto storie sempre eterosessuali ma il travestitismo non mi ha mai abbandonato e l'ho sempre praticato tra le mura domestiche senza mai desiderare di espormi pubblicamente. Verso i 29 anni, dopo che mi sono lasciato con la mia ex fidanzata, ho avuto alcune esperienze passive con i transessuali e le ho trovate molto appaganti. Al tempo stesso ho continuato ad avere rapporti eterosessuali soddisfacenti. Diciamo che io non provo attrazione per il corpo maschile, l'uomo di per se non è fonte per me di stimoli sessuali ma sicuramente mi sento molto attratto dall'organo sessuale maschile con il quale mi piace avere contatti orali e anali. Attualmente convivo con la mia donna da diversi anni e lei sa di questa mia passione avendogliela confessata prima che nascesse la nostra relazione e mi capita spesso di andare a lavoro indossando intimo femminile e di avere fantasie sessuali in cui mi ritrovo in abiti femminili ad avere un rapporto sia con transessuali ma anche con uomini di cui non vedo mai il volto ma la mia attenzione è totalmente focalizzata nella fantasia sul pene e sul mio ruolo di donna nell'atto. Volevo chiedervi se questo mio aspetto è più ascrivibile ad una parafilia da travestitismo o all'autoginefilia e se con una terapia, pur non provando affatto disagio nello stare da donna, si può correggere ed attenuare o seppure una terapia potrebbe eventualmente determinare un'emersione di questo mio aspetto ed un suo consolidamento.
Grazie delle risposte
Saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
La disamina della sua condizione clinica non può essere effettuata online e non è possibile sapere da quì se questa può rientrare con una terapia.
sarebbe utile sapere, in sede di diagnosi clinica, se il suo disagio è ego sintonico o ego distonico, oltre che conoscere altri aspetti della sua vita intima e di coppia, oltre elementi che correlano alla sua infanzia e prime esperienze sessuali.

Consulti un professionista, saprà aiutarla sicuramente
Le allego delle letture



https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa Randone per la sua risposta. Le letture le ho trovate interessanti ed in effetti, leggendole, non credo sia una semplice parafilia nel senso che per avere rapporti sessuali non ho necessità di travestirmi ma è più una cosa che riguarda, come dire, lo stare solo con me stesso. Credo che in quest'ottica sia più ego distonico il mio disagio o almeno mi rendo conto che nella pratica del travestitismo è come se io fossi al tempo stesso l'oggetto delle mie attenzioni; non ho mai avuto un'intimità mentale e psicoemotiva con gli altri, donne o uomini, nei panni di travestito ma è come se psicologicamente ed emotivamente alzassi una barriera e "usassi" gli altri per focalizzare la loro attenzione sulla mia esteticità di travestito: in questo senso internet rappresenta l'opportunità di espormi senza implicare un contatto diretto (tramite webcam o creazione di blog). Cercando di analizzare la mia condizione di travestito, è come se ci fosse la percezione e al tempo stesso la demonizzazione di un senso di solitudine e quindi la richiesta di attenzioni. Ho avuto dei genitori troppo presi dai loro litigi furibondi spesso con violenza fisica oltre che verbale e devo dire che, se cerco di ripercorrere le sensazioni che provavo allora, mi descriverei come un bambino "solo", emotivamente trascurato. Ovviamente c'è da capire perché in me si è sviluppata questa reazione che in altri bambini che vivono uno stesso contesto familiare non si sviluppa e si innescano dinamiche diverse. Con me stesso da travestito sto bene, il limite vero è il contatto con gli altri, quindi mi piacerebbe capire se è un mio blocco o se in fondo non l'ho mai esternato perché non è nelle mie reali esigenze e nella mia inclinazione.
Grazie ancora, cordiali saluti