Post aborto

Salve dottore,     Sono una ragazza di 18 anni un mese fa ho dovuto scegliere di abortire perché I miei mi hanno detto chiaramente se non fai l operazione non tornare più a casa...io e il mio ragazzo lo volevamo ma non avendo lavoro purtroppo nn potevamo visto che neanche I suoi genitori soprattutto sua mamma non lo voleva e mi ha detto che sarei stata un peso io e mio figlio...io volevo tanto tenerlo ma non abbiamo trovato una soluzione..adesso io non riesco più ad andare avanti non faccio altro che pensare a mio figlio a come sarebbe stato e a quanto mi avrebbe resa felice ogni volta che vedo un bambino o una donna incinta piango...purtroppo nessuno mi capisce mia mamma mi dice che devo essere forte quando mi vede piangere ma tutti fanno finta che non sia successo niente nessuno mi chiede come sto nessuno si rende conto che ho perso mio figlio e non lo riavrò mai più e io penso solo che morire è la cosa migliore..ho già provato a farmi del male ho preso un po di  medicine ma non ha funzionato,  ho provato a tagliarmi le vene ma non ci sono riuscita e adesso non so cosa fare..io le chiedo un consiglio perché non so cosa fare. Grazie. 
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazza,
un aborto non è facile da affrontare. Non lo è per una donna di 30 anni, forse ancora piu difficile alla sua giovane età. Non deve essere semplice chiedere sostegno alle persone che le hanno consigliato di abortire.
Tuttavia si conceda del tempo, i lutti per essere superati ne hanno bisogno.
Forse sarebbe utile rivolgersi ad uno psicologo di persona, proprio per elaborare l'accaduto ed affrontarlo in modo diverso.
Che ne pensa?
Si faccia coraggio.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
anche io, come il Collega, le dico che l'IVG, non è affatto, un'esperienza semplice da elaborare e soprattutto indolore….
dovrebbe farsi aiutare da uno psicologo.

L’esperienza dell’aborto, rappresenta il fallimento degli antichi desideri inconsci di maternità e rappresenta il conflittuale bivio tra una realtà emozionale e psicologica ed una realtà sociale, a cui la donna spesso si vede costretta ad aderire.

L’intervento chirurgico infatti, rappresenta e la risoluzione momentanea ed apparente di future complicanze emozionali, familiari, sociali ed ovviamente economiche, ma sancisce l’inizio di un doloroso processo di elaborazione del gesto esperito e del lutto subito dalla donna, unica protagonista assoluta dell’aborto.


Le riporto qualche brano di un mio articolo sull'ivg…

" Dal punto di vista dell’immaginario, la sessualità femminile è scarsamente disgiunta dall’aspetto procreativo, anche se la storia e l’avvento della terapia orale per la contraccezione ha rappresentato per la sessualità femminile, una tappa epocale e strategica, al fine di garantire alla coppia e, soprattutto alla donna la capacità di vivere la propria sessualità, scevra dalla sfera procreativa.
Un fallimento contraccettivo o un “incidente di percorso”, fa riemergere dall’inconscio femminile l’atavica, ancestrale correlazione tra sessualità e procreazione, il corpo femminile è sempre stato a servizio della prosecuzione della specie.
La sessualità femminile con la terapia orale per la contraccezione, ha finalità ludiche e non esclusivamente procreative, le donne possono accedere a ruoli sociali e lavorativi potenti ed ambiti (in passato ricoperti solo dall’uomo), perché la nascita dei figli viene desiderata, programmata e spesso procrastinata, non più subita.
La gravidanza, nel tempo, ha mutato significato, proprio a causa del “ruolo di genere sociale”, che è diventato lentamente, ma costantemente ambiguo. I ruoli maschili e femminili, non sono più separati,ma fusi e confusi in mansioni che a livello simbolico si intersecano.
La contraccezione divide la donna tra il suo potere decisionale ed il suo corpo femminile portatore di capacità fecondative.
L’aborto va considerato sempre, anche se voluto, come un evento traumatico in quanto produce un marcato stress ed evoca elementi mortiferi, azzera inoltre gli elementi di identificazione con il bambino, mediante la negazione della gravidanza.
La sintomatologia psicosomatica che insorge nelle donna che hanno abortito, ha caratteristiche simili al “disturbo post traumatico da stress” (DSM IV), i disturbi possono insorgere subito dopo l’intervento o dopo un lungo periodo di incubazione psichica a livello inconscio.
I disturbi comprendono disturbi neurovegetativi, disturbi d’ansia, del tono dell’umore, del ritmo sonno veglia,dell’affettività, della sessualità,dell’alimentazione, del flusso ideico.
Una donna che non ha potuto elaborare dal punto di vista simbolico ed emozionale l’aborto, lo interpreta come se avesse ucciso il suo bambino in maniera premeditata e cosciente.
Il processo riproduttivo e procreativo deve essere considerato in tutta la sua complessità, senza trascurare soprattutto il “valore dell’elaborazione simbolica”, oltre che dell’evento biologico.
La genitorialità racchiude in sé il grande progetto di “proiettare nel tempo” la propria identità, biologica, psicologica e sociale. La decisione di abortire, nega comunque la genitorialità e crea nella donna, nuclei indelebili di dolore e lutto, misti a vergogna e colpa, che devono obbligatoriamente essere rielaborati all’interno di setting psicoterapici, al fine di una sana ed adattiva ristrutturazione di personalità della donna."

Un aiuto specialistico andrebbe valutato…
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

può rivolgersi al consultorio di zona e chiedere sostegno lì.
Inoltre, sempre al consultorio può trovare tutte le informazioni necessarie per poter programmare la prossima gravidanza per quando ci saranno le condizioni opportune con il suo compagno.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le risposte proverò ad andare al consultorio anche se è difficile per me perché l ultima volta che sono andata ero incinta.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

indubbiamente, ma sciogliere i blocchi, le paure, i sensi di colpa o qualunque emozione Lei stia provando è necessario per poter scegliere cosa fare in futuro, a maggior ragione avendo subito pressioni ed essendo stata costretta a fare delle scelte.

E riappropriarsi della propria capacità di scelta è importante, a maggior ragione se si hanno solo 19 anni!