Probabile depressione, tristezza continua e senso di vuoto

Salve, sono uno studente iscritto al primo anno di fisioterapia. Tuttavia, ho tentato due volte il test di medicina perchè sento che è è quello che voglio fare nella mia vita, sento di non essere portato per nessun'altra cosa se non per il contatto con la sofferenza umana, che mi rende "vivo". Il problema è che anche quest'anno non ho superato il test, credevo di non avere problemi e invece sono stato respinto. La mia ragazza lo tentava per il primo anno e lo ha superato subito, tutti gli amici che lo provavano con me lo hanno superato, e io sono sprofondato in un senso di vuoto e di incapacità che non riesco a superare.
Ho sacrificato molto per prepararmi, non uscivo la domenica se c'era il sole ad esempio, la sera rimanevo in casa e studiavo, mentre chi si è divertito tranquillamente per tutti questi mesi lo ha superato senza problemi. Io ho dei problemi con la gestione dell'ansia, non riesco a essere calmo quando devo fare una cosa come un test di quel calibro che decide la mia vita, non riesco a rimanere calmo e ad avere la mente fredda, e questo mi ha penalizzato. Io ora non ho più lo stimolo per studiare, mi sento completamente abbattuto, a terra, mi è crollato il mondo addosso. La cosa peggiore forse, è che non poss sfogarmi con nessuno, perchè tutti ti dicono che sono dispiaciuti inizialmente, ma poi per loro la vita continua e odiano avere a che fare con chi è triste, perchè rende triste pure loro stessi. Mi trovo in difficoltà con la mia stessa ragazza, lei ha tutto in questo momento, è al settimo cielo perchè anche per lei superare il test era una specie di sogno, e mi sento male a doverle dire quanto male sto per tutto quello che mi circonda. Ho sempre basato tutto sulla scuola, non so fare altro, non ho manualità, non ho nulla, sono cresciuto con la convinzione che mi sarei riuscito a realizzare solo con la scuola e con lo studio. Ora non riesco ad aprie i libri, mi ci metto davanti e li fisso, e penso. La notte non dormo, soffro da morire. Mi guardo intorno e vedo tutta la gente della mia età cosi serena e felice, e poi mi guardo allo specchio e vedo la mia apatia verso il mondo. Non riesco a trovare i lati positivi in tutto questo, non riesco ad uscirne, non riesco ad essere felice e spensierato come vorrei vivere. Volevo rendere fieri i miei genitori per una volta, volevo far vedere a tutti quello che valgo, ma ho fallito e non me lo riesco a perdonare..ho ripreso a fumare quasi un pacchetto al giorno, quasi per autopunirmi di tutto quello che mi sta accadendo..
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
> Io ho dei problemi con la gestione dell'ansia, non riesco a essere calmo quando devo fare una cosa come un test di quel calibro che decide la mia vita>,
Gentile Ragazzo,
l'ansia è una cattiva compagnia per la concentrazione e le prestazioni. Quando la sua quota è troppo elevata rischia di inficiare prove alle quali ci si è coscienziosamente preparati.
Fermo restando che il test di medicina è oggettivamente difficile da superare, partire con aspettative assolute, non aiuta, anzi.
Addirittura lei ha forse scrificato troppo per questa prova, privandosi dei tempi necessari al riposo, allo svago, a liberare la mente dai doveri e dalle preoccupazioni.

i paragoni che fa con gli altri, con la sua ragazza, sostengono e alimentano il suo senso di fallimento, fallire la prova ha significato per lei aver fallito in tutto. Ma non è così, ciò che è successo occorrerebbe accettarlo dato che poi non lo si può cambiare,.ci è permesso anche sbagliare.
E' il significato che lei dà a ll'accaduto che andrebbe rivisto, così come la severità che ha verso se se stesso, alcune convinzioni che la accompagnano.

Sembra evidente che quanto accaduto abbia avuto un impatto sulla sua autostima e sul tono del suo umore , ma in precedenza quanta fiducia riponeva in sé?

<Ora non riesco ad aprie i libri, mi ci metto davanti e li fisso, e penso. La notte non dormo, soffro da morire.>

Probabilmente continua a rimuginare sull'accaduto e darsi colpe, il che non fa altro che sostenere e alimentare il suo malessere e il blocco che sta sperimentando.

Proverei a sentire uno psicologo, ad esempio presso lo sportello di ascolto della sua facoltà se presente, o al Consultorio amiliare ASL Spazio Giovani del suo territorio, non occorre prescrizione medica.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
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