Mese lavoro in un ristorante e quando arriva l'ora x cioe' all'arrivo dei clienti entro in panico
SALVE A TUTTI! DA UN MESE LAVORO IN UN RISTORANTE E QUANDO ARRIVA L'ORA X CIOE' ALL'ARRIVO DEI CLIENTI ENTRO IN PANICO: MI BLOCCO, NON SO PIU' CHE FARE, SUDO, IL BATTITO ACCELLERA, NON RIESCO A RESPIRARE BENE, HO DEI LEGGERI TREMORI. A TUTTO QUESTO QUALCHE SABATO FA SI E' AGGIUNTO IL VOMITO TANTO CHE NON HO POTUTO FARE IL SERVIZIO.
UNA MIA AMICA MI HA DETTO CHE PUO' ESSERE ANSIA DA PRESTAZIONE...
SECONDO VOI CHE COS'E'?
E' NECESSARIO CHE CAMBI LAVORO?
GRAZIE IN ANTICIPO PER LE VOSTRE RISPOSTE
UNA MIA AMICA MI HA DETTO CHE PUO' ESSERE ANSIA DA PRESTAZIONE...
SECONDO VOI CHE COS'E'?
E' NECESSARIO CHE CAMBI LAVORO?
GRAZIE IN ANTICIPO PER LE VOSTRE RISPOSTE
Gentile utente
Con i chiari di luna che ci sono in giro di questi tempi, personalmente aspetterei ancora prima di lasciare qualunque lavoro!
Ma a parte questo, se i suoi sintomi si manifestano soltanto in concomitanza di particolari e prevedibili situazioni, come l'arrivo dei clienti, potrebbe effettivamente trattarsi di un problema d'ansia.
Ad ogni modo il condizionale è d'obbligo e le suggerisco di verificarlo per bene attraverso una visita specialistica, che nel suo caso potrà essere psichiatrica o psicologica. Può recarsi ad esempio allo sportello CUP della sua ASL di residenza per richiedere questa visita.
Se, com'è probabile, dovesse trattarsi di un disturbo d'ansia, sappia che potrà essere curato molto bene, con una cura farmacologica, psicoterapeutica o in entrambi i modi.
Cordiali saluti
Con i chiari di luna che ci sono in giro di questi tempi, personalmente aspetterei ancora prima di lasciare qualunque lavoro!
Ma a parte questo, se i suoi sintomi si manifestano soltanto in concomitanza di particolari e prevedibili situazioni, come l'arrivo dei clienti, potrebbe effettivamente trattarsi di un problema d'ansia.
Ad ogni modo il condizionale è d'obbligo e le suggerisco di verificarlo per bene attraverso una visita specialistica, che nel suo caso potrà essere psichiatrica o psicologica. Può recarsi ad esempio allo sportello CUP della sua ASL di residenza per richiedere questa visita.
Se, com'è probabile, dovesse trattarsi di un disturbo d'ansia, sappia che potrà essere curato molto bene, con una cura farmacologica, psicoterapeutica o in entrambi i modi.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Gentile utente, anche io la penso come il collega. Visto che però la visita non sarà sicuramente immediata (agosto) e lei in ogni caso si trova a lavorare, la invito a seguire alcuni pratici consigli che sicuramente non sono risolutivi ma potranno perlomeno ridurre l'effetto ansiogeno: ogni volta che si presentano manifestazioni di ansia, provi a isolarsi per un paio di minuti e concentri tutto il la sua energia nella respirazione. Faccia dei bei e continui respiri profondi, si bagni la faccia con acqua bella fresca a cerchi di prendere (quando preparato) il coraggio di uscire al servizio. E' bene, se ha confidenza con i suoi colleghi, che li renda partecipi della sua problematica. Lo spirito di gruppo, specie se è un gruppo affiatato, potrà aiutarla ad affrontare il suo problema. Cordialmente.
Dr. Cristian Livolsi
Psicologo/Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico
www.cristianlivolsi.com
cell. 3387425971
Ex utente
GRAZIE AL DOTT. RIVOLSI E AL DOTT. SANTONOCITO PER AVERMI RISPOSTO COSI' VELOCEMENTE!
QUINDI QUESTO MIO PROBLEMA POTRA' ESSERE RISOLTO O DOVRO' CONVIVERCI?
LA CURA FARMACOLOCIGA PROVOCA DIPENDENZA?
E LA CURA PISCOTERAPEUTICA VUOL DIRE CHE DEVO METTERMI SEDUTA IN UN LETTINO A PARLARE DEL MIO PROBLEMA CON UN PISCOLOGO?
NON HO ANCORA PARLATO CON I MIEI COLLEGHI NE' CON IL MIO DATORE DI QUESTO PROBLEMA PERCHE' HO PAURA CHE MI CACCI O CHE MI PRENDANO PER SCEMA...
QUINDI QUESTO MIO PROBLEMA POTRA' ESSERE RISOLTO O DOVRO' CONVIVERCI?
LA CURA FARMACOLOCIGA PROVOCA DIPENDENZA?
E LA CURA PISCOTERAPEUTICA VUOL DIRE CHE DEVO METTERMI SEDUTA IN UN LETTINO A PARLARE DEL MIO PROBLEMA CON UN PISCOLOGO?
NON HO ANCORA PARLATO CON I MIEI COLLEGHI NE' CON IL MIO DATORE DI QUESTO PROBLEMA PERCHE' HO PAURA CHE MI CACCI O CHE MI PRENDANO PER SCEMA...
Gentilissima, senza averla mai vista e senza avere indicazioni specifiche è impossibile rispondere alla sua domanda. Il tipo di terapia farmacologica viene decisa da uno psichiatra, quindi una sfera di competenza sulla quale non mi è consentito esprimermi. Per quanto concerne la terapia psicoterapica, questa varia e può essere di vari tipologie, tutte ugualmente efficaci. Si ricordi inoltre, che se lei ha un contratto di lavoro dipendente, il suo datore di lavoro, oltre che non poterla cacciare per questa sua manifestazione ansiogena, è tenuto a preservare la sua salute fisica e psicologica (L. 626), mettendo in atto una serie di misure per aiutarla a gestire il suo problema. Certo non può scambiare il rapporto con il titolare con quello verso un genitore, ma quello che le voglio fare presente è che parlarne potrebbe aiutarla a togliersi un peso molto grosso. Mi faccia sapere. Cordialmente.
Ex utente
GRAZIE DEL CONSIGLIO CERCHERO' DI PARLARNE CON IL MIO DATORE DI LAVORO...
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.4k visite dal 30/07/2008.
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