mi sento inutile

sono un frate di 40 anni. a 18 anni entro in convento e a 20 esco perchè innamorato. 5 anni di fidanzamento, gli anni più belli della mia vita, ma poi un incidente stradale me la porta via. dal dolore preferisco tornare in convento. il motivo del mio rientro è dovuto dalla mia convinzione che io sia destinato ad amare ed essere amato.durante i miei studi ho conosciuto 2 ragazze con le quali potevo instaurare un rapporto, ma il timore di perdere ciò che amo mi ha bloccato e ho lasciato. chi mi conosce vede un frate allegro, disponibile e bravo, ma paradossalmente più sento l'inferno dentro di me, più riesco a fingere una serenità e una gioia che non m'appartengono.
poco tempo fa in un forum di amicizia ho conosciuto una ragazza, sposata che mi ha detto la sua frustrazione per essere trascurata dal marito. iniziamo a scriverci, sentiamo di essere attratti l'uno dall'altro, ma poi ho scoperto che tiene relazioni con tanti uomini, e questo mi ha dato una profonda delusione.
oggi a 40 mi rendo conto che questa non è la mia vita, sento una forte inutilità, non mi interessa più niente, nel mio ministero mi limito a fare l'essenziale, ho iniziato a lasciare le terapie che devo seguire a seguito di un intervento e ultimamente ho pensieri di suicidio.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

da quanto ci racconta sembra che lei abbia percorso la strada della consacrazione a Dio per scelta non sua, ma a causa della tragica perdita della sua fidanzata: questo lutto ha forse creato in lei la convinzione che fosse meglio ritirarsi nuovamente in convento perché esporsi al rischio di innamorarsi ancora e poi perdere l'amata non era un'opzione praticabile e una prospettiva tollerabile. Quando si subisce una perdita grave come la sua, infatti, non è semplice ragionare come se questo pericolo non incombesse anche sulle relazioni future e non regolarsi di conseguenza.

Ora che ha compiuto un'età importante come molti sta forse facendo un bilancio della sua esistenza e sentendo più la mancanza di quello che ha perso rispetto alla gioia per quello che ha avuto e che ha costruito in questi anni.
Non è da escludere che presenti una forma depressiva, ma deve essere uno specialista consultato di persona a porre un'eventuale diagnosi e le consiglio sicuramente di rivolgersi ad uno psicologo o psichiatra appena possibile.

Ha parlato con un superiore o con un referente spirituale di come si sente?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it