Sentirsi anormali, inutili, non riuscire a far nulla.

Mi sento tanto anormale rispetto i miei coetanei. Ho 27 anni e dopo tante depressioni non curate e trascurate, sono ricaduta nell'ennesima depressione che non mi permette di far nulla. Ho terrore della solitudine e del restare sola. Rispetto i miei coetanei mi vedo anormale. Soffro d'ansia, attacchi di panico, digrignamento denti e ossessioni. Sono entrata in uno strano circolo sto davvero male. Come devo fare? Ho provato psicoterapia ma no riesco a credere in nulla. Mi rendo conto che sto sempre male, come se non avessi padronanza di me stessa, del mio corpo. Come se fossi in un circolo vizioso di irrequietezza incapace di rilassarmi. Sto davvero malissimo.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Ho provato psicoterapia ma no riesco a credere in nulla.<<
Nell'ultima richiesta di consulto (qualche giorno fa) ha scritto di essere in cura psicofarmacologica e la Collega le ha suggerito di affiancare una psicoterapia.

Quante sedute ha fatto?
Sta continuando oppure ha interrotto?







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile ragazza

Quali sono glu obiettivi terapeutici fissati?
Quali sono le difficoltá che incontra nel proseguire con la terapia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Dunque, gli obiettivi non sono stati fissati. Ho fatto poche sedute e uscivo dallo studio più nervosa di prima. Non riesco a buttare fuori tutto quello che ho dentro e adesso, capisco che ho avuto delle depressioni trascurate che mi hanno condotta fino a qui. Attualmente non sono seriamente più in grado di manifestare la mia rabbia e per farle capire meglio, non sento la vita. Non riesco ad essere padrona di me stessa, di reagire, di riprendermi la mia vita in mano. Come se stessi morendo dentro e non ho più vita, solo voglia di lasciarmi andare.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Sarebbe opportuno continuare un percorso psicoterapico e magari affrontare le sue difficoltà all'interno del percorso stesso.

Aver cambiato diversi psicologi è un punto sul quale riflettere in terapia, questo per evitare altri fallimenti e iniziare quindi un percorso adeguato e duraturo.







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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
il pellegrinaggio tra un collega all'altro, come ha giustamente fatto notare il Collega, può rappresentare un meccanismo difensivo, cioè evitare di andare a fondo delle sue difficoltà e mantenerle immodificate.

Spesso accade, che i sintomi si difendano e che mantenere in vita la sintomatologia faccia sentire più al sicuro di un possibile cambiamento, anche se in positivo.

Cerchi il Collega che più si adatta alle sue necessità: simpatico, empatico, competente, che la faccia sentire a suo agio e si faccia guidare verso il recupero della sua qualità di vita.

Coraggio, cambiare è possibile.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Cercherò di spiegarvi brevemente la mia situazione. Anni fa,dopo parecchie delusioni ricevute sono caduta in forte depressione senza essermene resa conto. Mi rendevo solo conto che mi sentivo strana, avevo sempre sonno, autostima a pezzi, sempre stanca....ma non ho mai consultato uno specialista in merito. L'unica cosa che ho fatto è stata quella di attaccarmi fortemente alla fede, alle preghiere, alla messa ecc...così ho trovato tra virgolette un appoggio a modo mio. Nonostante tutto, avevo comunque gli attacchi di panico, non beneficiavo di un sonno ristoratore e mi sentivo strana comunque.

Sta di fatto, che a seguito di questo mio avvicinamento alla fede, partecipando per caso ad una messa carismatica, il prete in questione dice che tra di noi c'era una persona affetta da problemi psicologici a sua insaputa e il Signore la sera stessa gli avrebbe dato sollievo mentale. Quella persona a cui faceva riferimento, ero io. E di fatti la sera stessa avvertì un sollievo bellissimo alla mente che non durò molto. Di questo episodio col tempo, me ne dimenticai e continuai la mia vita normale pur avvertendo che c'era qualcosa di strano in me. Di non sentirmi più bene come un tempo.


Tempo dopo, a seguito di un lutto in famiglia sprofondo ancora in una depressione peggiore. Ovviamente, avendo trascurato le altre credo che sarà stato solo il peggioramento di quelle trascorse. Però questa volta si era presentata così: insonnia, mente sempre preoccupata, digrignamento denti, soffocamenti notturni, angoscia e mal di testa costante. E se nelle precedenti riconoscevo che il mio malessere fosse causa dei dispiaceri avuti, sta volta la causa è sul mio fidanzato. Perchè, in quel periodo essendomi appoggiata alla fede così tanto, ho nutrito una speranza che mi avrebbe potuto aiutare a credere in me stessa e potermi sposare. PER FAVORE NON GIUDICATEMI, so che la cosa suona molto strana, ma in quel momento io ho investito le mie emozioni in questa cosa. Così attualmente, mi ritrovo spaesata, senza meta, senza credo e più delusa che mai; al punto da non riuscire a trovare un minimo di appiglio per tirarmi su.

Detto questo, tornando alla questione psicologici. Ho pellegrinato perchè mi era stato detto che quindi avevo la vocazione da suora. Ed io più impaurita di prima, scappavo per i seguenti motivi:
-A) la mia autostima era ed è così in terra che se anche fosse, mi sento così atterrita che non so se reggerei una simile esperienza.
- B) mi viene sempre da piangere, da non credere in nulla senza parlare dell'autostima che nutro verso me stessa: pari a zero.

A questo,poi si è aggiunto un altro problema. Dall'ultimo psicologo a cui mi sono rivolta, con cui mi sono trovata bene e "sembrerebbe" avermi capita, mi ha detto guarda che adesso si in forte stress. I farmaci, ti hanno aiutata con la depressione, ma attualmente il tuo voler dormire, sentirti sempre stanca, il non riuscire a far nulla è tutto dipeso dallo stress. Fin qui ok. Peccato che mi ritrovo con un autostima distrutta, voglia di piangere, stanchezza, mal di testa, digrignamento denti e sola. Mi resta solo il mio fidanzato e se perdo anche lui. Mi ritrovate al cimitero. Spero di aver spiegato la mia situazione difficile....

PS: a questo nutro profondi complessi di inferiorità, mi sento sempre una bambina, anormale, diversa, senza una meta, senza sapere cosa voglio, mi piace....cioè dirmi: ok sei suora. Mi fanno solo scappare....
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Il sentimento religioso è qualcosa di intimo e profondo, rientra nelle scelte personali. Non è interesse della psicologia clinica, ma credo sia importante per lei comprendere che il suo disagio non può essere "curato" con le preghiere o con la devozione.

>>Ho pellegrinato perchè mi era stato detto che quindi avevo la vocazione da suora.<<
Un Collega le ha detto questo?
Per quale motivo secondo lei?

Ammesso che sia così come lei dice, non è detto che lo debba diventare (suora), soprattutto se non lo vuole e se ha scelto un percorso di vita differente.

Sta continuando con il Collega con il quale si è trovata bene?






[#8]
dopo
Utente
Utente
Perchè in seguito ad un'esperienza vissuta durante un pellegrinaggio, ho provato una strana sensazione. Come se avessi sentito una specie di chiamata a lasciare il mio fidanzato. Parlandone con la psicologa, ha dedotto questo. Premetto: sensazione che mi ha lasciata molto amareggiata. Molto triste. Non ho provato sentimenti di gioia, al contrario molto disagio.

Non penso assolutamente di voler intraprendere un percorso religioso, però ammetto che ho sviluppato delle vere e proprie ossessioni su Dio. E credo che queste cose, condizionino molto la mia ansia e depressione.


Attualmente lo psicologo a cui mi rivolgo, ha detto che al momento la depressione è andata via e mi resta ancora molto stress motivo per cui digrigno i denti la notte e anche di giorno. A dire il vero concordo, ma ci sono ancora delle situazioni in cui io provo "angoscia" e poi, non mi sento più me stessa e libera di esprimere rabbia, gioia o qualsiasi emozione se non apatia, paura o terrore. Mi sento come fossi in gabbia. Detto questo, chiedo altre informazioni. Mi capita anche di sentirmi stra-stanchissima e ho notato che ho ridotto il movimento. Come se non fossi più in grado di sentirmi libera di muovermi, per timore paura di dormire profondamente e quindi soffocare e stringere i denti. Cioè mi sento ancora molto agitata e abbastanza in ipervigilanza. Se dovessi dire di aver superato veramente la depressione direi di no. Inoltre, mi capita di avere forti attacchi di rabbia (isteria? Chiedo.) Rabbia che rivolta contro me stessa e mi impedisce di svolgere tutto e poi, minaccio di voler morire. Pazzia? Follia?
[#9]
dopo
Utente
Utente
PS: ovviamente, si aggiungono altri sintomi come:

- senso di irrealtà, mi sembra di vivere in un sogno a volte
- forte ansia
- vergogna eccessiva
- confusione esagerata (mi pare di essere diventata scema)
- dimenticanze
- non riuscire a credere in nulla
- mente senza riposo (frullano un sacco di idee)
- non avere interesse per nulla
- e mi pare di fare cose contro il mio volere (come per esempio non riesco a scrollarmi dal mio fidanzato. Tant'è che ho pensato di soffrire di dipendenza affettiva, motivo per cui probabilmente in quel luogo santo ho sentito una chiamata che mi invitava a lasciarlo.