Desiderio di morire

Salve
Sono uno studente. Ho 24 anni. Desidero esporvi il mio problema.


Ho sempre avuto grossi problemi relazionali col prossimo. Ho sempre tenuto nascoste le mie emozioni. Sono sempre stato timido ed introverso.
Di conseguenza ho vissuto la mia vita sessuale in moto traumatico e non salutare. Per molto tempo sono stato dipendente dalla pornografia(instaurando, tra l'altro, un sentimento di vergogna). Sui venti anni ho avuto una storia d'amore che si è poi conclusa in modo non felice, impedendomi di avvicinarmi per altri tre anni all'altro sesso.

E vengo al dunque.
Ho conosciuto ora una ragazza con cui ho iniziato una relazione. Il primo periodo è stato molto bello stare insieme. Ma ora il nostro rapporto si è incrinato. Io sono troppo geloso e ossessivo. Voglio sapere tutto di lei, con chi esce, dove va. Il pensiero di un suo tradimento(a mente lucida sicuramente infondato) non mi fa dormire la notte, sento dolorose fitte allo stomaco. sto veramente male. In poche parole non stiamo bene insieme. Ma non riesco a lasciarla. Il solo pensiero mi fa sentire depresso, mi sento fisicamente malissimo, il mio corpo reagisce in maniera veramente dolorosa. Non parliamo dell'evenienza che sia lei a farlo per prima...

Inoltre da tempo non riesco più a studiare, passo le mie giornate nell'ozio. Sono completamente incapace di affrontare i miei impegni.

Per questi due motivi, e a causa dei miei problemi relazionali in genere, mi sento un fallito. Mi sento un inadatto alla vita. Penso che ormai l'unico modo per uscirne sia il suicidio. Salgo le scale sino all'ultimo piano, guardo giù ma non riesco a trovare il coraggio. Piango molto spesso da solo. Mi sento fragilissimo, mi sento incapace di svolgere qualsiasi funzione della vita quotidiana. Mi sento incapace di far valere me stesso e i miei diritti, i miei bisogni.

In questo momento mi trovo all'estero.
Cosa posso fare? Io voglio vivere, ma non così, in questa maniera così tormentata.

Vi ringrazio per il vostro tempo
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,

Lei ci esplicita delle sensazioni e delle emozioni molto complesse... dolorose e pericolose.

Credo sia opportuna una consulenza psichiatrica, per valutare il suo reale ed attuale stato depressivo da un punto di vista farmacologico che, immancabilmente può essere associato ad un percorso di psicoterapia, che l'aiuti a confrontarsi con questo senso di inadeguatezza.

Una diagnosi clinica è necessaria.

Comprenderà che non è semplice poter gestire una condizione simile senza una giusta presa di coscienza.

Inizi col parlarne al suo medico di fiducia e si affidi...

Un caro saluto... Rimanendo in ascolto.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, anch'io come la Collega penso che lei deve farsi aiutare, ha bisogno di una psicoterapia supportata da farmaci, senza paura , ci sono farmaci nuovi efficaci che le cambiano lo sguardo sul mondo, cominci col prendere contatto con un medico.. Tutto il suo stato d'animo è accentuato , amplificato dall'essere all'estero, come lei ben sa.. e con tutte le sue sicurezze familiari, relazionali lontane.. Si dia aiuto, con intelligenza e coraggio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottoresse.
Desidero esprimere gratitudine per il vostro intervento. Ora contatterò i miei riferimenti qui dove mi trovo.
Se ripenso alla mia vita mi vengono in mente tutte le volte che ho finto che le cose stessero andando bene, come io abbia sprecato il mio tempo a negare l'evidenza, a vivere in un mondo tutto mio, che oggi crolla in frantumi.
Non desidero più seguire questa strada. Non vorrei affatto sottopormi ad una terapia farmacologica perché non voglio vivere ancora in un sogno, in una vita sfuocata e indistinta, per poi svegliarmi nella realtà dura e cruda, nella quale sono un mezzo uomo.
Io voglio sconfiggere le mie ansie, voglio che il mio corpo sia dalla mia parte, anziché combattere contro di me. Non desidero mettere sotto il tappeto i miei problemi.
Ma è possibile tutto questo con la terapia farmacologica?
Non fraintendetemi, non sono un patito della medicina omeopatica.
Il fatto è che mi sono proposto degli obbiettivi nella vita, e anche se tutti noi abbiamo dei sogni che non riusciamo a realizzare, mi sento come, al contrario, io non ne abbia realizzato neanche uno. Non posso sopportare questo gap con i miei coetanei. Non desidero vivere affatto, se devo vivere diverso, in un gradino inferiore.
Come funziona dunque la terapia farmacologica? Ovviamente chiederò a chi di dovere, ma devo sapere almeno in linea di massima, se si tratti di un percorso che conduce ad una perdizione di se stessi, oppure che permetta di avere ancora uno sguardo lucido sulla realtà, per mettermi in gioco, e magari di avere ancora qualche soddisfazione dalla vita.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Ci chiede se la terapia farmacologica conduca alla " perdizione di sè stessi ".Calma.. giri la domanda a Psichiatria, comunque noi psicoterapeuti collaboriamo spesso con gli psichiatri, una giusta attenta terapia farmacologica migliora il contatto con la psicoterapia , ecco tutto..
Niente tragedie se vuole uscirne, avrà in questo modo " uno sguardo lucido sulla realtà per mettersi in gioco.." appunto .
Le faccio molti auguri, cerchi di avere coraggio e decidere di svoltare.
Questo può farlo solo lei..