Piango se penso all'operazione

Salve,
la settimana scorsa ho subito un'operazione al seno per la rimozione di un fibroadenoma. Tutto é andato bene, non ho sentito dolore ma solo tanta ansia e preoccupazione, che mi hanno fatto compagnia dal momento in cui sono partita per l'ospedale fino a quando mi sono addormentata per l'anestesia. Il tutto si è svolto in un giorno con un team di dottori davvero bravi e simpatici. Oggi appena ho rivissuto quella giornata nei miei ricordi sono scoppiata in lacrime, in particolar modo quando penso al mio risveglio, accanto ad un ragazzo/infermiere che mi teneva la mano stretta e mi guardava mentre io piangevo nel mio letto. Quella è stata l'ultima volta che l ho visto ed é anche un'immagine confusa perchè stavo in quel momento svegliandomi.
Non ho tante amiche, anzi pochissime e con le quali non ho nemmeno uno stretto rapporto. Sono fidanzata, ma sembra non interessarsi al mio stato d'animo.
Frequento l'università ma non riesco a studiare e dare tanti esami come vorrei. Mi sento sola, mi sento una fallita, sento di vivere una vita senza senso. Ma non riesco a capire perchè piango quando ripenso al giorno dell'operazione, al mio risveglio e ogni parola e sensazione che ho vissuto in quelle ore.
Questo è tutto, non so perchè mi comporto così, eppure non è cambiato niente da prima dell'operazione e mi sento bene fisicamente.
Cosa dovrei fare?
Grazie di avermi donato del tempo, attendendo una risposta che possa migliorare la mia situazione.
Cordiali saluti
Giulia
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta 123 2
Gentile Utente,
l'operazione è avvenuta appena una settimana fa, quindi aspetterei un po'. Sembra preoccuparsi eccessivamente del fatto che questa mattina, ripensando all'operazione, sia scoppiata in lacrime. Provi a vivere questa cosa che le è successa come una normale reazione emotiva dopo un periodo (immagino) di forte stress. A volte è importante accettare le proprie emozioni come tali, senza renderle fonte di ulteriori preoccupazioni. Si dia tempo, e se questo suo sentirsi fallita dovesse continuare, allora sarebbe il caso di contattare un collega per capire cosa la fa sentire così e come riuscire a superare il problema.

Con i migliori auguri,

Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per l'attenzione e la sua risposta.
Mi darò tempo per cambiare le cose, e cercherò di farle cambiare.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Giulia,

subire un intervento chirurgico può rappresentare un'evenienza traumatica sia per le preoccupazioni che comporta (andrà tutto bene? mi sveglierò dopo l'anestesia? e se mi trovassero qualche brutto male?), sia per la natura stessa della situazione (totale passività, soprattutto sotto anestesia totale, e dipendenza dall'opera di professionisti a volte del tutto estranei).
Di conseguenza è possibile che, dopo aver tenuto dentro pensieri ed emozioni sfogate solo in parte con il pianto in ospedale, lei stia ora vivendo le conseguenze dello stress accumulato in prossimità dell'intervento.

Per quanto riguarda questo problema può darsi ancora del tempo per vedere se sfogando le emozioni tutto torna come prima o meno.

Per quanto riguarda invece il quadro generale che ha fatto della sua esistenza credo che un aiuto psicologico sarebbe molto utile e appropriato per superare il senso di solitudine e di fallimento.
Non è oltretutto da escludere che lei ora stia male anche perchè sta ripensando a quelle presenze così positive e partecipi incontrate in ospedale (i dottori bravi e simpatici e l'infermiere che le ha tenuto la mano), nonostante non si trattasse di suoi amici o conoscenti, e che questo le faccia sentire ancora più acutamente l'insoddisfazione per la sua vita.

Un caro saluto e tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Gentile dr.ssa Massaro ringrazio anche lei per la risposta e per il tempo dedicatomi.
Dopo aver scritto questo consulto, nella giornata di oggi mi sono sentita meglio non solo perché mi sono sfogata su questo sito ma anche perché ho ricevuto delle risposte, anzi soprattutto per questo. Per questo motivo ringrazio di nuovo la dr.ssa Mazzaro e il dr. Epifani.
Questo sentire meglio mi ha calmata e fatto riflettere un po'.
Mi sono resa conto che non piangevo e piango tuttora per l' operazione in se, ma per quel ragazzo che quando mi sono svegliata mi teneva la mano, che anche con pochi gesti dolci ha tranquillizzato una persona che nemmeno conosceva. Questo mi commuove nel profondo del cuore fino a farmi piangere, accrescendo la mia voglia di incontrarlo e sapere il suo nome. Riflettendo ancora, ho capito che il rapporto col mio ragazzo non è come lo vorrei, ovvero fatto di gesti semplici e dolci come quelli del ragazzo in ospedale.
Ora come dovrei comportarmi? Devo tener conto che può essere solamente un'emozione momentanea?
Vi ringrazio di nuovo, che con le vostre risposte mi avete indirizzato verso la riflessione.


Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Più che un'emozione momentanea potrebbe trattarsi di un campanello d'allarme che riguarda la sua insoddisfazione per il rapporto con il suo ragazzo, che non è affettuoso come lei vorrebbe e che ci ha detto "sembra non interessarsi al mio stato d'animo".
Penso quindi che si tratti di qualcosa su cui riflettere attentamente e che nulla le vieti di contattare quel'infermiere per ringraziarlo.
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dopo
Utente
Utente
Forse sarà così. Mi sento sola e non amata pensando al giorno dell'operazione durante il quale quasi tutti i medici erano impegnati a estraniarmi da quella situazione tanto ansiosa per me, dandomi tante attenzioni e, in un certo modo amore, ed ora mi sento triste perché non ce le ho più.
Vorrei tanto contattare quel ragazzo, ma come posso fare? Non conosco ne nome, ne il paese in cui vive, soltanto l'ospedale in cui lavora e il suo volto che mai dimenticherò. Magari lei, o chiunque legga, sa se c'è un modo per rintracciarlo tramite un albo dell'ospedale o un altro modo? Ne sarei davvero felice.
La ringrazio ancora dr.ssa Massaro.