Compagna insodisfatta

Buongiorno, oggi per l'ennesima volta sento la mia compagna fredda, silenziosa, distante, anche un po' ostile. In poche parole: mi ha messo il muso. Da sempre questo atteggiamento si ripete ciclicamente nella nostra relazione, a volte senza che io ne comprenda la causa, altre per delle motivazioni che mi sembrano di pochissimo conto (una frase, una battuta, uno sguardo, il modo di fare una cosa...) A volte, come questa, il muso si prolunga per giorni e si ingigantisce come una valanga ad ogni piccola incomprensione o incidente di percorso. Questo nonostante il più delle volte io abbia imparato a "tirare dritto" senza dargli troppo peso. Di fatto, molto spesso il tutto si chiude solamente quando io esplodo e si arriva al litigio. Perché un po' si sopportano i "momenti no" ma poi c'è un limite. Così non c'è serenità e non ci si gode la vita. Per cosa poi?
Premetto che tante volte ho cercato di dialogare con la mia compagna sulle sue esigenze nella vita di coppia e che su molti aspetti ritengo di esserle venuto incontro, in alcuni casi pur non condividendo "la richiesta". Forse per certi aspetti non coincido con il suo uomo ideale, sono un po' riservato, non esterno con facilità i miei sentimenti. Non credo però di essere diverso da tanti uomini. E soprattutto non mancano da parte mia il sentimento, le attenzioni, la passionalità, la presenza e una buona dose di pazienza. Non abbiamo particolari problemi economici, familiari ecc. Stiamo insieme da due anni, da uno conviviamo, siamo entrambi over 30 e abbiamo progetti di famiglia insieme. Le basi per una relazione solida, insomma, ci sono. Nonostante questo sento di avere accanto una persona che "mi soffre", che non mi accetta per quello che sono, che patisce molto alcuni lati della mia persona e che drammatizza i miei limiti/difetti. La risposta più semplice che mi viene da darmi è "in fondo non mi ama". Poi però non comprendo come possa scegliere di vivermi accanto, di progettare un futuro insieme e dirmi (quando è con le buone) "ti amo". In definitiva un compagno/a o lo si apprezza/accetta o lo si lascia. Non capisco questa via di mezzo logorante per entrambi.
Ne abbiamo parlato, ho chiesto un atteggiamento più responsabile e di evitare di allontanarci per banalità. Ma, seppur più raramente, il problema si ripresenta. Non riesco a vedere una via d'uscita. E queste continue cadute mi tolgono serenità e voglia di futuro. Cosa posso/possiamo fare? Grazie in anticipo
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Le incomprensioni, stupide o simboliche, rappresentano il primo segnale di un processo separativo in atto oppure di una coppia talmente differente che non trova un punto d'incontro.

Il muso ed i silenzi poi peggiorano la situazione

Le suggerisco, nel caso il suo partner fosse favolerove, di intraprendere una terapia di coppia o almeno una consulenza.

La consulenza di coppia è un luogo simbolico, accogliente, non giudicante dove poter analizzare le divergenze e le conflittualità

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Randone, grazie per la risposta. Ho già valutato la terapia ma la mia compagna non è favorevole.
Viviamo una situazione ambivalente o meglio così la vive lei, da una parte i sentimenti che dice di provare e dall'altra l'incapacità di accettarmi. Oggi, dopo il terzo giorno di muso, ho preteso delle spiegazioni, mi sono arrabbiato e siamo arrivati al solito litigio al limite della rottura. In cui addirittura lei ha ipotizzato di annullare le vacanze insieme per passare un periodo di "riflessione" separati. Io sono rimasto malissimo, anche perché abbiamo parlato delle vacanze per tanti mesi, facendo entrambi degli sforzi e delle rinunce per ritagliarci il tempo. Mi sembra da irresponsabili buttare tutto per aria così, per cosa poi non si è capito.
Mi rimprovera di essere provocatorio, di agire appositamente in un dato modo per farla arrabbiare. Ogni volta si parte da un episodio stupido e invece di superarlo con una battuta, un rimprovero ironico o semplicemente con la pazienza, ci si costruisce intorno un castello. Io ho i miei difetti e il mio carattere, come tutti. Non credo poi sia così pessimo. Nelle mie relazioni passate sono sempre stato valutato come un compagno presente e affidabile. E credo di esserlo anche in questa relazione. Mi tormenta il fatto di sentire di impegnarmi al massimo e di ricevere in cambio musi e critiche. Ho imparato a dargli un peso relativo, ma alla fine ci sono periodi in cui la quotidianità diventa claustrofobica e anche un po' umiliante per entrambi. Sono stanco di essere messo in croce o ricattato psicologicamente. L'amore è amore anche nei momenti no. Questa cosa di "mettere tutto in stop" quando c'è qualcosa che non va è secondo me inaccettabile. Significa mettere al primo posto il proprio orgoglio e rinunciare al bene della coppia. Devo accettare la proposta di vacanze separate e, di fatto, la fine delle relazione? Grazie ancora per l'ascolto
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Le famigerate vacanze sono un momento simbolico e, spesso, di grande tensione

Rappresentano un momento durante il quale si sente la necessità di riposare e di divertire e quando la coppia scricchiola diventano spesso una punizione più che un premio

Le vacanze separate solitamente sono il punto di non ritorno, la pausa di riflessione non esiste ed è solo un'anticipazione, apparentemente indolore, di una imminente fine.

Mi scusi se sono così chiara

Spesso le coppie non sono né felici, né tristi ... E non riescono a lasciarsi e nemmeno a stare bene insieme
Dal limbo però si può venir fuori con aiuti specialistici
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa, anche per l'essere diretta.
Sono d'accordo sul discorso della tensione da vacanza (in passato ci è già successo di non godercele a pieno). Ma per me il periodo estivo, con più tempo noi, era appunto un banco di prova per vedere se riusciamo a trovare più serenità e a concentrarci di più su di noi in senso positivo.
Poi anche io non credo nelle pause. Per questo la proposta mi ha fatto così male. Mi sembra a volte che la mia compagna voglia mettermi alla prova: minaccia la rottura, per vedere se io cerco di ricomporre. Cosa che ho fatto anche questa volta. Ma è un gioco che abbiamo fatto troppe volte... Dico gioco, perché vedo in lei una grande mancanza di senso della responsabilità. Le rotture non si minacciano. O si fanno o non ne si parla nemmeno. Sembra una guerra in cui si mostrano i muscoli per vedere cosa succede, ma la vita di coppia non è questo. Ci si viene incontro. Se c'è un problema si pensa a risolverlo insieme, non ad accusare o ad attribuire una colpa.
E' vero siamo in un limbo. Io ho sentimenti forti e desideri per il futuro insieme. A suo dire, anche lei. Ma questo continuo tira e molla ci ha cristallizzati in un eterno punto interrogativo sul domani. Non si possono fare progetti. Bisogna sembra parlare al futuro mettendoci un forse davanti. Davvero poi per rivendicazioni che assomigliano tanto a capricci. Vuole qualcosa, la ottiene, poi non ci fa nemmeno più caso e passa a qualcos'altro. E' dura amare una persona e vedere che non vuole essere razionale, che si perde nel suo orgoglio e nelle sue paranoie. Ho impostato tutta la mia vita su questa relazione, com'è giusto che sia, ma questo non le basta. Cerca sempre qualcosa di impalpabile che manca.
Mi scoppia la testa, non c'è senso... né via di uscita che non sia la rottura.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Comprendo il suo sentire ed il suo disagio, ma un amore non si subisce ...

Quando non ci sono più margini di recupero, anche ae trattasi scelte dolorose che sono più spesso lacerazioni più che separazioni, la rottura è l'unica strada percorribile


Si protegga da questo amore che sembra ormai essere tossico

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei scrive: " L'amore è amore anche nei momenti no"
Ehm... mica facile però... Lo sa che uno psicologo psicoterapeuta che si chiama Aaron Beck ha scritto un libro dal titolo "L'amore non basta" e che il Suo racconto mi ha fatto venire in mente?
Sa perché? Perché ciò che Lei descrive è la soluzione, o meglio un maldestro tentativo di soluzione o di gestione ad un problema che ENTRAMBI i partner mettete in atto.

Infatti quando Lei scrive: "...mi ha messo il muso. Da sempre questo atteggiamento si ripete ciclicamente nella nostra relazione, a volte senza che io ne comprenda la causa, altre per delle motivazioni che mi sembrano di pochissimo conto..." ci credo davvero che le cose stiano così come Lei le descrive, ma se proviamo a cercare il senso e a capire che cosa è successo davvero alla Sua compagna per comportarsi in questo modo, dubito che ciclicamente faccia apposta a comportarsi così.
Il problema è che non solo a Lei sfuggono i significati che la Sua compagna attribuisce a ciò che Lei fa (o non fa, non sappiamo oppure in cui Lei non c'entra neppure nulla, ad esempio un episodio accaduto al lavoro e che la Sua compagna si porta a casa insieme al malumore...), ma che la Sua compagna non li condivide con Lei.

Ad esempio per Lei che scrive una Sua battuta o una motivazione è di "pochissimo conto", ma non lo è per la Sua compagna. In questa maniera si rischia di peggiorare addirittura la situazione, sa perché? Perché oltre alla motivazione "di pochissimo conto", potremmo aggiungere il fatto che la Sua compagna non si senta capita proprio dalla persona dalla quale se lo ASPETTA di più e che quindi le sue ASPETTATIVE, oltre ai suoi desideri ecc.. vengano deluse. Tutto ciò genera un escalation che poi rischiate di non recuperare né fermare più e di degenerare in litigi e discussioni che non portano ad un chiarimento...

Ovviamente la stessa cosa succede a Lei perché Lei parte in buona fede nell'approccio con la Sua compagna, ma quando la vede col broncio e non ne capisce le ragioni, ci resta male. Addirittura, come soluzione al problema (ovviamente una soluzione disfunzionale), adesso si discute di non fare le vacanze insieme...

A mio avviso è solo uno dei tanti esempi che potrebbero essere presi in considerazione in una eventuale psicoterapia della coppia, previa valutazione, per capire che il problema non sono le battute, le motivazioni insignificanti, dove andare in vacanza e con chi, ma il modo in cui voi comunicate e vi relazionate.

Bisogna tenere presente che in tutti noi ci sono degli schemi automatici e quindi inconsapevoli (ma spesso disfunzionali) che, se diventano consapevoli, ci aiutano a gestire in maniera diversa la sequenza critica che prima Le ho descritto.

Ad esempio, un eventuale chiarimento tra voi dovrebbe essere il più possibile "pulito" e senza fantasmi che potrebbero far pensare che in realtà il partner stia accusando. Purtroppo o per fortuna anche il non verbale e il paraverbale ci vengono in aiuto in situazioni del genere, ma anche una premessa nella quale possiamo spiegare le nostre intenzioni.

Io però credo che sia importante una consulenza specialistica per capire bene il problema e risolverlo e il mio suggerimento è che sia Lei che scrive a cominciare a chiedere aiuto, se la Sua compagna adesso non è propensa a farlo.
Non escluderei infatti che, iniziando a modificare alcuni piccoli dettagli, quali atteggiamenti, tono di voce, ma anche apertura a comprendere di più lo stato mentale altrui, già si possa generare un importante cambiamento nella coppia.
Poi, non è mica da escludere che in un secondo tempo potrà essere coinvolta la Sua compagna oppure che sia proprio lei a sentirne l'esigenza...

Per questa ragione, direi anche io che l'amore non basta per andare "d'amore e d'accordo", ma che stare nella coppia è molto impegnativo e richiede sforzi che diversamente non dovremmo fare.
Tenga anche presente che gli esseri umani imparano a stare con gli altri: senza alcuna offesa, anche perché siete in buona compagnia visto il numero di coppie che chiedono aiuto a noi psicoterapeuti pur amandosi tanto, una volta in coppia si fa quotidianamente fatica per stare con l'altro e l'amore non è magico da trattare anche questi problemi. E' meglio metterli a fuoco e risolverli nella coppia. Eventualmente con un po' di fatica e pazienza, per imparare poi a stare meglio con il partner.
Forse l'idea che ha Lei viene dal passato, dove i problemi di coppia quasi non esistevano perché non se ne parlava nemmeno e tutto DOVEVA filare liscio...

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Grazie ad entrambe per la risposta.
Rispetto al parere della Dott.ssa Pileci, vorrei fare alcune precisazioni. Ovviamente tutto è relativo, quindi ci sono questioni che per alcuni sono molto importanti e per altri meno. Me ne rendo conto. Qui però parliamo dell'insofferenza verso frasi del tutto neutre o verso il modo di fare un gesto ecc. Io non mi ritengo né un maleducato né una persona priva di sensibilità. Tutto il contrario. Gli amici a cui parlo di questi problemi si stupiscono molto dell'immagine che la mia compagna ha di me. Quindi sono certo di me stesso quando dico di avere di fronte una persona ipersensibile che drammatizza qualsiasi piccolo inconveniente quotidiano o qualsiasi atteggiamento che non corrisponde al suo ideale. Questo l'ho imparato e me ne faccio carico, per quanto a volte dubiti se si tratta di carattere o di assenza di amore verso di me. Ma sopporto fino ad un certo punto... Se per una parola in più o in meno mi si fa la guerra per 3 giorni e si minaccia di far saltare tutti i nostri progetti... Beh, posso dire che si tratta di un'esagerazione irresponsabile? Di fronte ad un problema, se ha un livello di importanza tale da valerne la pena, mi aspetto che se ne parli, si provino a capire le intenzioni reali dell'altro e a trovare una soluzione. Invece io sono sempre e solo etichettato come quello che sbaglia, che provoca... quasi godessi a rovinare la sua vita e di conseguenza pure la mia. Ma come si può vedere le cose in questo modo? Io non gioco con le persone, sono capace di ascoltare, di confrontarmi e di accettare la diversità degli altri rispettandola.
Se poi ci si vuole lasciare per il tono di voce senza nemmeno ascoltare quello che una persona ha da dire, allora vabbè, forse non ho capito io quali sono le cose importanti della vita. Per altro dall'altra parte ho una persona che è tutt'altro che zucchero e miele. Quindi come io passo sopra certe cose senza farne un dramma dando maggior peso agli aspetti positivi del rapporto, desidero che si faccia lo stesso con me. O forse, lo ripeto, sono io che non capisco come funziona la vita di coppia e bisogna passare la vita a rinfacciarsi come ci si è salutati il mattino o come uno cammina per strada.
Sono molto arrabbiato e profondamente deluso.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Ma vede che conferma quanto ho detto?
Se questa donna "ha bisogno"di drammatizzare anche le più piccole cose della vita ci sarà una ragione che risiede nei significati personali che attribuisce a questi fatti.
Se non riesce a passarci sopra a maggior ragione ha bisogno di un aiuto specialistico proprio per imparare a prendere le distanze e vivere serenamente la relazione.
Intanto però s ospenderei il giudizio da parte Sua. Lei infatti fa fatica a capire a comprendere il punto della Sua compagna e viceversa. Ad esempio nel domandarsi "ma come si fa a....". Tutto è possibile ma proprio per questo ritengo sia importante iniziare ad impostare diversamente la relazione con l ' aiuto di un terapeuta, esplorando l ' aspetto delle convinzioni e dei significati personali e di come questi possano influenzare il nostro modo di fare e pensare.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Il dialogo non l'ho mai rifiutato, anzi... La terapia l'ho proposta, è stata bocciata.
Ripeto: se c'è un problema e lo si vuole risolvere non è più semplice comunicarlo al proprio compagno piuttosto che piantargli il muso o attaccarsi a episodi senza significato per sfogare la propria insofferenza?
In questi anni, ho dovuto farmi scivolare addosso il fatto di non volermi impegnare in un rapporto serio. Quando io ho proposto la convivenza e successivamente ho espresso in modo chiaro il mio desiderio di costruire una famiglia.
E' stata messa in dubbio la mia fedeltà, basandosi su zero prove o elementi concreti. Cosa mi ha costretto a rinunciare a tutte le mie amiche (e non intendo amicizie ambigue, ma persone che conosco da una vita o colleghe di lavoro da 10 anni).
E' stato messo in dubbio la mia capacità di dare priorità alla coppia, quando per questo rapporto ho messo in secondo piano lavoro, amicizie e persino la famiglia. Ero una persona ricca di legami e di interessi. Per me oggi, e non me ne pento, praticamente c'è solo la mia compagna e tutto il tempo extra lavoro lo passo con lei.
Per non parlare poi delle piccole e grandi esigenze a cui sono venuto incontro e che un minuto dopo aver ottenuto il risultato cessavano di avere importanza. Senza nemmeno un cenno di apprezzamento. Capriccio puro. Non mi dai questo, lo voglio. Me lo dai, mi trovo qualcos'altro che mi manca.
Non ho difficoltà a mettermi in discussione, ma a tutto c'è un limite. Se una persona non ti piace o lo sopporti, che cosa ci stai insieme a fare? Per torturarla con tutte le manifestazioni di fastidio o per cambiarla dalla testa ai piedi?
Più ci penso e più la realtà nuda e cruda mi sembra che o la mi compagna non mi ama o è del tutto impreparata alla vita di coppia. In entrambi i casi per me in questa relazione c'è solo frustrazione e sofferenza. Farei bene a troncarla e spero di averne la forza.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"non è più semplice comunicarlo al proprio compagno piuttosto che piantargli il muso o attaccarsi a episodi senza significato per sfogare la propria insofferenza?"

Evidentemente sì ed evidentemente voi due non avete imparato insieme a farlo.
Probabilmente c'è una parte di Lei che collude con questo modo di fare sella Sua compagna.

Di solito il primo step in una consulenza o terapia è cercare di comprendersi e di cercare di risolvere. La separazione è l'ultima spiaggia se si capisce che non c'è alcuna compatibilità e non c'è più neppure amore tra i due partner.

In ogni caso, si lasci aiutare anche individualmente da uno psicologo psicoterapeuta.

Cordiali saluti,
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Utente
Utente
la terapia di coppia sono pronto a farla da domani. da solo non vedo un'utilità per la coppia e forse nemmeno per me.
molto probabilmente contribuisco anche io a tutto questo. di errori posso averne fatti, per carità. non ritengo però di meritare questo atteggiamento da scontro frontale.
se qualcuno ti spara perché l'hai guardato in un modo che non gli piace. la colpa è di chi guarda o di chi spara? anche al relativismo e al mettersi in discussione ritengo ci sia un limite.
se deve essere terepia di un singolo, non credo di dover essere io a farla.
grazie in ogni caso per l'interesse e l'ascolto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Vedo dai consulti precedenti che in realtà la terapia di coppia era già stata intrapresa in passato. Poi che cosa è successo? Come mai è stata interrotta?
In ogni caso mi pare che siate in due ad essere insoddisfatti ma che Lei che scrive abbia lo sguardo solo sulle reazioni della Sua compagna: più s'impegnerà per soddisfarla e più perderà il controllo della situazione.
Quindi avete bisogno di aiuto per riequilibrare la relazione.

Cordiali saluti,
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dopo
Utente
Utente
È stata interrotta perché il terapeuta mi ha detto che, al di là dei problemi di coppia, la mia compagna avrebbe bisogno di un percorso individuale. Il terapeuta ha proposto di arrivarci per gradi vedendola molto sulle difensive. Lei non appena ha percepito che si stava scavando su di lei un po' più a fondo, lei ha reagito male e mi ha chiesto di chiudere la terapia.
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Utente
Utente
Torno a scrivere, pieno di angosce e di dubbi (persino su me stesso). La vacanza è stata un susseguirsi di litigi e di scenate con minacce di interrompere tutto.
Tema dei litigi il mio presunto "guardare le altre e flirtare con loro". L'accusa si è ripresentata con frequenza e convinzione tale che l'esasperazione mi porta a mettermi in discussione oltre i limiti di quello che avrei pensato possibile. Ho avuto alcune relazioni importanti nella mia vita e altre meno. In nessun caso sono stato mai accusato di essere un "uomo-cacciatore" al limite del maniaco. Ma tralasciando il passato, mi chiedo: c'è qualcosa di male nel camminare per strada a testa alta? Nell'osservare gli esseri umani (uomo, donna, giovani, anziani, bambini...) che si incrociano con un minimo di curiosità? E poi sì, si è dei maniaci se ogni tanto scappa uno sguardo istintivo su una donna particolarmente attraente... Non dico fissarla per ore, ammiccare o cose simili, ma vedere qualcosa di bello e osservarlo per un'istante, quasi senza pensarci? Sono diverso o peggiore degli altri uomini? Questi atteggiamenti nascondono un desiderio di tradire o di abbandonare la mia compagna che nemmeno io riesco a percepire razionalmente? Mi scoppia la testa.