Non riuscire a lasciare il partner

Gentili dottori
Ho 26 anni, sono gay e dallo storico noterete che ho già chiesto Vostri pareri in altre occasioni. Lo scorso giugno ho incontrato il mio attuale fidanzato dopo un lunghissimo periodo di solitudine fortemente voluto dopo una relazione con un narcisista patologico. Sebbene con titubanza e senza avvertire un sentimento travolgente mi sono imbarcato in questa storia con molto entusiasmo, cercando di dare il massimo e impegnandomi con l'aiuto di uno psicologo a superare gli strascichi che venivano dalla mia precedente relazione. Tuttavia avvertivo dentro di me un senso di disagio che non sapevo ben definire, ma data la situazione difficile con la mia famiglia alla quale non ho mai confermato la mia chiara omosessualità, mi sono sempre detto che erano piccole paure che con il tempo sarebbero passate. Tutto fila liscio fino a settembre, il rapporto diventa molto intenso e lui mi integra completamente nella sua vita facendomi conoscere i suoi amici e i suoi genitori. Mi dice anche che avrebbe atteso il tempo necessario acciocchè mi dichiari apertamente ai miei genitori e mi dà tutto il suo appoggio. A questo punto inizio nuovamente ad avvertire ansia, nel mio intimo ho capito sin dall'inizio che non ero innamorato ma vigliaccamente mento a me stesso e attribuisco il malessere ad altre cause esterne e alla mia imminente laurea. Nonostante tutto continuo la relazione, lui mi riempie di attenzioni e mi sta vicino in ogni modo arrivando a regalarmi un viaggio all'estero per festeggiare insieme il mio compleanno. Da qui in avanti comincia la discesa. Arrivo a rispondergli male per qualsiasi sciocchezza, inconsciamente evito di vederlo tanto spesso, comincio ad avvertire ansia ogni qualvolta siamo insieme e il viaggio che con tanto amore mi ha regalato si rivela un disastro a causa delle mie arrabbiature improvvise (e totalmente ingiustificate). Attualmente sono nel caos più totale. Non capisco i miei comportamenti, le mie arrabbiature, a mia mente si affolla di domande. Mi chiedo perchè non riesco a lasciarlo pur provando questi sensazioni di per sè molto chiare. Mi chiedo come sia possibile che dopo aver subito tante cattiverie da parte del mio ex fidanzato io non sia capace di apprezzare e godermi l'amore puro e incondizionato di questa persona. Il pensiero di lasciarlo mi fa sanguinare il cuore, so benissimo cosa si provi ad essere l'asciati e pensare di passare da vittima a carnefice mi toglie il respiro. So che quando mi deciderò a dirgli tutto lui soffrirà e naturalmente non vorrà più vedermi. Pensare di perderlo e non sapere più nulla della sua vita mi sembra terribile. Non soffro al pensiero di rimanere da solo, ciò che mi affligge è il pensiero di farlo soffrire e di dargli una delusione così forte dal momento che non ho mai esposto i dubbi. Dovrei farmi aiutare da uno psicologo, ma nell'immediato cosa potrei fare? Chiedere una pausa o lasciare che trovi qualcuno più meritevole del suo amore? Grazie per l'attenzione
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

Sì, potrebbe/dovrebbe farsi aiutare da un nostro Collega, di persona.
Occorrerebbe approfondire i meccanismi di attaccamento, i legami affettivi, e tutto quanto lo Psicologo Psicoterapeuta riterrà opportuno approfondire.

Già nel luglio 2009 il nostro Collega glielo consigliava.
Sono trascorsi vari anni; lo ha poi fatto?








Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
forse lo stringersi della relazione, il coinvolgimento della famiglia del suo partner , la richiesta di conoscere a propria volta i suoi genitori all'oscuro di tutto, potrebbero aver concorso al malessere che attualmente vive a livello personale e nel rapporto, stante la precedente sua condizione già trattata in terapia e forse non del tutto risolta. Da considerare poi anche la sua titubanza all'inizio del rapporto.

Il suggerimento è quello di contattare il suo curante per una rivalutazione e una eventuale ripresa della terapia.

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le celeri risposte. Ho intrapreso una terapia all'inizio di quest'anno ma ho sempre pensato non fosse stata del tutto risolutiva, infatti ho pensato di cambiare approccio e magari fare una terapia cognitivo comportamentale dal momento che quella precedente ad andamento dinamico non ha dato molti risultati. Sono conscio anche dei miei problemi con l'ansia che rendono l'intera situzione ancora più complicata. Spero di potercela fare. Grazie
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