Reflusso e ansia

Buongiorno.
Ho 26 anni e soffro di reflusso gastroesofageo. Prima di arrivare a questa conclusione, il medico di base mi aveva fatto eseguire esami degli ormoni tiroidei (tutto nella norma) e ecg (anche qua tutto normale) per escludere problemi cardiaci dato che durante gli attacchi di reflussi ho extrasistoli.
Solitamente, nell'orario di cena, inizio ad avvertire un po di bruciore, accompagnato dalla sensazione del cuore in gola con talora la sensazione che il cuore "salti un battito". Non appena riesco a digerire passa il tutto per un pò di tempo e, in caso di pasti pesanti, si presenta invece per un periodo più lungo: capita che a letto, debba alzarmi più volte per digerire prima di prendere sonno.
Il tutto è forse accentuato dal fatto che, soffrendo di sinusite, talvolta sembra che tutto rimbombi a partire dal collo e salendo in testa.
Come devo comportarmi? Di mio ho iniziato a diminuire di molto la cena, mangiando comunque alimenti che trovo facili da digerire..
La dottoressa sostiene che molto sia dovuto al mio modo di essere (molto emotivo e tendo a interiorizzare molto ciò che mi capita intorno) e quindi mi dice di stare più calmo.. non appena riuscirò a essere più tranquillo diminuirà anche questo sintomo!
grazie
Marco
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Quello che descrive potrebbe essere un problema psicosomatico.
Lo stomaco infatti ha una innervazione autonoma che risente in modo significativo dell'emotivita' e degli stati d'animo che sperimenta colui che deglutisce.
Il reflusso che descrive potrebbe attivarsi in vari modi, sia a livello propriamente gastrico che a livello precedente: potrebbe infatti Lei deglutire aria insieme al cibo. E quest'aria una volta nello stomaco dare origine al reflusso gastro-esofageo.
Come vede i meccanismi fisiologici sono piu' di uno e andrebbero indagati singolarmente e con cura.
Ma alla base sembrerebbe esserci comunque il livello delle sue emozioni.
In base all'approccio psicodinamico la funzione del cibarsi e' simbolica e le modalita' potrebbero essere espressione di carenze molto precoci.
Il bambino infatti nel Suo vitale bisogno di ricevere nutrimento dal seno materno spesso tende a ingurgitare con foga, e a introdurre aria insieme al latte materno.
Sono ipotesi da vagliare, come Le dicevo, tramite uno psicoterapeuta dinamico che operi con metodologie psicosomatiche per trovare delle soluzioni.
Le porgo i migliori saluti e spero di averLe dato degli spunti utili.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Marco,

è normale e comprensibile che, sapendo di soffrire di questo disturbo, lei sia più attento e vigile nei sintomi somatici e anche a quanto e quale cibi mangia (probabilmente per "tenere sotto controllo" tali sintomi).

Tenuti in debita considerazione gli accorgimenti che ha ricevuto dai medici per il disturbo da reflusso, credo che quello che sia importante è che comunque questo suo modo di "controllare" quello che mangia non diventi per lei così condizionante fino ad arrivare ad escludere determinati nutrienti.

E poi quello che può influire sui sintomi che avverte è il fatto di "aspettarseli" nel senso di avvicinarsi all'ora del pranzo o della cena ed immaginarsi che "ecco adesso inizierò a sentire bruciore ... oddio il cuore ..." (con conseguente aumento dell'ansia) pensieri ad esempio come questi.

Vede bene che questo non fa altro che aumentare l'attenzione sulla sintomatologia (e quindi la percezione dell'intensità degli stessi) e, di conseguenza,a voler ridurre il più possibile il cibo.

Quindi credo sia importante che lei segua quello che le è stato suggerito per il disturbo da reflusso, ma che si avvicini all'ora del pasto in modo più sereno, rischia se no di trasformare questo momento importante di nutrimento in un momento di forte ansia.

Cordiali saluti

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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