Disperazione e angoscia pre-esame

Gentilissimi, sono qui per chiedervi aiuto per una situazione che mi angoscia e mi toglie la voglia di vivere. A prima vista il motivo che mi sta gettando nella più cupa disperazione sembrerebbe molto banale, eppure nel mio caso sta letteralmente inficiando la qualità della vita di questi ultimi giorni, rendendola l'inferno sulla Terra. E' una situazione troppo gravosa da sopportare. Tra pochi giorni dovrò sostenere la prova orale di un'esame di abilitazione professionale. Si tratta di una prova abbastanza impegnativa, per la quale comunque sto studiando da molti mesi. Vengo al dunque: mancano pochi giorni e sono angosciatissima. Non dormo, mi sveglio di notte in preda all'angoscia, mangio a fatica, non ho voglia di parlare con nessuno - tanto meno con i miei familiari - tutto mi dà fastidio, ho voglia solo di scomparire. Più studio più mi vedo oberata di lavoro e più entro nello sconforto. E' una sensazione odiosa: mi vergogno molto a dirlo, ma addirittura pur di non sopportare tutto questo sono arrivata al punto di pensare che preferirei dover affrontare un male incurabile piuttosto che questa prova... Provo molta vergogna per ciò che ho pensato, ma credo dia la misura del disagio che provo in questo momento. Giorni fa riflettevo sul fatto che quest'angoscia, questa disperazione, questo buco nero, mi ha sempre attanagliato anche quando dovevo affrontare gli esami universitari: ogni volta era uno stillicidio... Depressione e prostrazione mi prendevano puntualmente, e a causa di questo stato d'animo molte volte rimandavo gli esami (pur avendo studiato) perchè era tutto insopportabile per me. Ho trascorso momenti d'inferno nel periodo universitario. Preciso comunque che sia la scelta universitaria, sia della facoltà in particolare,sono state assolutamente personali e dettate da sincera passione. Anche questa prova che affronterò tra pochi giorni è la conseguenza di una scelta lavorativa voluta. So che l'ansia pre esame prende un pò tutti, ma nel mio caso è assolutamente debilitante: piango sempre, sono nella più cupa disperazione, e ho la paura che, arrivata nell'imminenza della prova, possa mollare tutto a causa di questi pensieri, che mandano in tilt la mia mente. Cosa posso fare per "calmarmi"? Come posso fare per vivere questi giorni più serenamente? Potrebbe essere l'ansia (mia madre è un tipo molto ansioso e ha trasmesso questa cosa anche a me) la causa di tutto ciò? Sono davvero disperata, le parole non rendono l'idea del buco nero nel quale mi trovo. Grazie per l'attenzione.
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Psicologo attivo dal 2015 al 2018
Psicologo
Gentile Utente,
le Sue parole invece danno chiaramente l'idea "del buco nero in cui si trova".
Si tratta senza dubbio di una situazione delicata, che merita un'adeguata considerazione.

Dalle Sue parole mi sembra di capire che vada avanti da anni. Sbaglio?
Pensa di poter ricollegare l'insorgenza di questi disturbi ad un particolare evento scatenante?

È un problema che riguarda solo quest'ambito della Sua vita?

Saluti,
[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Gentile Dott.ssa De Marco, grazie per la sua risposta.
E' proprio così, va avanti da anni. In passato mi ha causato disagi molto pesanti da sopportare, come dicevo a causa di questa sorta di "blocco" pre esame la mia mente andava in corto circuito e a pochi giorni da un esame universitario, talvolta anche a poche ore, il mio cervello si paralizzava, sopraffatto dalla più cupa disperazione, e non mi presentavo all'appello. E' un problema che ha iniziato a presentarsi solo all'università: sono sempre stata un pò emotiva, ma non mi era mai capitato nulla del genere al liceo o ancora prima. Ho notato che che questo buco nero mi inghiotte solo quando la prova da affrontare è orale. Non so se sia un problema di autostima, di ansia paralizzante o altro, ma è davvero dura: vorrei solo stare tranquilla e vivere questi momenti come tutti gli altri, ovvero con tensione, si, ma non così eccessiva come la vivo io. Anche perchè quest'angoscia che non mi lascia è controproducente agli stessi fini della mia preparazione... Vivo questi momenti come fossi una condannata a morte, mi chiedo come mai dovesse capitare proprio a me una cosa del genere
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dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Aggiungo che nella vita sono una persona fondamentalmente timida ma molto caparbia. Diciamo che non amo espormi o stare al centro dell'attenzione, parlare in pubblico mi mette ansia e frustrazione. Ma solo in questo ambito raggiungo tali livelli di ansia e malessere.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Utente,

sembra di capire che quindi quest'ansia pre-esame era comunque una "costante" anche nel periodo universitario, tuttavia, pur con molto malessere e fatica immagino, è riuscita a concludere il percorso, ma ora si trova nella medesima situazione.

Ha mai pensato di richiedere un consulto psicologico durante gli anni di studio?
Le dico questo perché ora, di fronte a un nuovo esame, l'ansia è ancora maggiore e avere una soluzione nel giro di pochi giorni non è così semplice; tuttavia la inviterei a riflettere sul significato che questo esame di abilitazione ha per lei, cosa rappresenta, di quante e quali aspettative è stato investito, nel senso che da queste considerazioni dipende in parte anche il "peso" che darà alla riuscita o meno del risultato e a come potrà viverlo.

Inoltre, se lei è preparata, è da diversi mesi che studia, credo sia importante che lei lo affronti e piuttosto che prefigurarsi scenari catastrofici del tipo "non mi ricorderò nulla, ..." o peggio, rinunciare già in partenza, potrebbe invece cercare di immaginarsi un esito positivo che non è così irrealistico, bensì coerente con il fatto che comunque è preparata.

Cordialmente

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Psicologo attivo dal 2015 al 2018
Psicologo
Come Lei stessa riconosce,un livello d'ansia troppo elevato influisce negativamente sulla performance nello svolgimento di un compito, in quanto il tentativo di controllo sul proprio stato emotivo interferisce e limita fortemente la lucidità necessaria ad affrontare la prova.

>>Diciamo che non amo espormi o stare al centro dell'attenzione, parlare in pubblico mi mette ansia e frustrazione. Ma solo in questo ambito raggiungo tali livelli di ansia e malessere.<<
Da quello che scrive, si potrebbe pensare ad una fobia specifica, connessa principalmente a ciò che riguarda il "parlare in pubblico".
Sicuramente il problema si amplifica maggiormente durante un esame, in quanto i pensieri negativi circa la Sua prestazione vengono incentivati dalla successiva valutazione.

Come consiglia la collega, limitatamente alla prova imminente, potrebbe concentrarsi sull'oggettività della Sua preparazione e sul ricordo di pregresse esperienze in cui, pur essendo convinta di non riuscire a farcela, ha superato con esiti positivi le prove. Questo La aiuterebbe a scacciare via i pensieri negativi e a credere di più nelle Sue potenzialità.

Per quanto riguarda il futuro, un percorso psicoterapeutico sarebbe decisamente consigliabile, per riconquistare la Sua serenità.

Intanto Le consiglio questa lettura:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html

In bocca al lupo!
Ci aggiorni pure, se Le va.

Saluti,
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, sappiamo ben poco di Lei , sarebbe interessante sapere che tipo di educazione ha avuto , che rapporti col padre .. autoritario, severo, esigente ?e con la famiglia tutta.. Ho visto molti casi di ragazze soprattutto , terrorizzate degli esami ,dei professori , vissuti come " padri" giudicanti, severi, avevano tutte problemi aperti appunto col genitore , si trattava non necessariamente di genitori rifiutanti , ma severi, anche ansiosamente centrati sul proprio ruolo di educatori..
Tutti gli esami precedenti li ha superati, supererà anche questo, ma pensi che sarebbe opportuno seguire un percorso ad approccio psicodinamico, la sua storia parte da lontano e va riletta..
Le faccio molti auguri , ci riscriva se crede,restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#7]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Gentilissime dottoresse, grazie a tutte voi per le preziose risposte.
I vostri consigli - concentrarmi sull'attuale preparazione e sul ricordo degli esiti positivi delle passate prove - li metterò da subito in pratica.

Dott.ssa La Manna, grazie per le rassicurazioni. Negli anni universitari, consapevole ormai che il mio problema avesse assunto contorni abbastanza gravi, ho pensato innumerevoli volte di accedere ad un aiuto psicoterapeutico. Tuttavia, per codardia, pigrizia, o chissà cos'altro, ho sempre scioccamente rimandato. Ma adesso voglio farcela, so che non è più possibile rimandare: la mia qualità della vita lo richiede.

Dott.ssa De Marco, mi sono ritrovata in molti punti della descrizione di chi soffre di fobia sociale. Avevo intuito che il mio problema potesse essere quello, e ormai ne sono sempre più convinta. Farò come lei dice per l'immediato, e mi riprometto di chiedere aiuto a chi di competenza per risolvere il mio problema.

Dott.ssa Muscarà Fregonese, per rispondere alla sua interessante domanda, che ha aperto in me molti spunti di riflessione, devo dire che con mio padre ho sempre avuto uno splendido rapporto. Non è per nulla autoritario, anzi, il suo più grande "difetto" è proprio quello di non esserlo per nulla. E' sempre stato molto buono e disponibile, sia con me e mio fratello che con gli altri. Non si impone mai con nessuno, non ha mai alzato la voce, è una persona molto tranquilla, docile, non parla mai e, mi spiace molto dirlo, ma credo che in giro passi anche per debole. Non mi ha mai fatto sentire protetta, ed anzi credo che il suo atteggiamento sia all'origine di molte mie insicurezze che mi porto dietro da bambina. Tuttavia, autoritaria, severa ed esigente lo è sempre stata mia madre. Con lei ho un rapporto fatto di alti e bassi, l'ho sempre ammirata per la forza del suo carattere ma è ed è sempre stata anche una mamma molto ingombrante. Ad ogni modo credo sia veramente giunto il momento di chiedere un aiuto da parte di un professionista: spero di incontrarne uno con la stessa gentilezza e cordialità con cui tutte voi dottoresse mi avete risposto. Grazie ancora.
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Psicologo attivo dal 2015 al 2018
Psicologo
Felice di esserLe stata in qualche modo d'aiuto.
Troverà sicuramente un valido professionista e, anche grazie alla disponibilità e apertura al cambiamento che si evincono dalle Sue parole, otterrà presto degli ottimi risultati.

I migliori auguri per il nuovo anno e per la Sua vita.

Saluti,