Semplicemente rabbia, vuoto e dolore

Gentili signori medici,
il titolo che ho appena scritto sintetizza perfettamente il modo in cui mi sento. La goccia che a fatto traboccare il vaso è stata una telefonata che ho ricevuto oggi in cui una selezionatrice di un colloquio che ho fatto la scorsa settimana ha esordito dicendomi "il tuo profilo professionale è troppo alto per ciò che richiediamo noi.So che può sembrare una frase fatta, ma a noi basta davvero molto meno."Mi sono sentita talmente arrabbiata che avrei voluto mandarla a quel paese. Io sono troppo???Semmai, sono troppo poco. Lo dice la realtà dei fatti: per quanto io mi sforzi con tutta me stessa di non sprofondare, mi rendo conto di essere un fallimento su tutta la linea: non ho nulla e, soprattutto, non sono nulla. Ho 30 anni e la quasi totalità delle mie coetanee è sposata (qualche atea convive), ha dei figli e un lavoro. Non passa giorno in cui, in un modo o nell'altro, io non venga a conoscenza dell'ennesimo matrimonio, dell'ennesima gravidanza, dell'ennesima assunzione, magari a tempo indeterminato. Ed eccomi di nuovo a essere vittima innocente di un bombardamento a base di foto che ritraggono giovani donne raggianti in abito bianco oppure di profilo con un pancione di 9 mesi, con il loro bimbo appena nato o sulla porta di una nuova dolce dimora. Io, in tutto questo, non sono che un'inerme spettatrice: per me una vita così non solo non esiste oggi, ma è anche molto lontana dal realizzarsi. Nel mare di ansia, rabbia, paura, impotenza, rassegnazione in cui affogo non posso che chiedermi che cosa ci sia di sbagliato in me. Probabilmente ho sbagliato facoltà ed ecco perché da oltre 3 anni (pur essendomi brillantemente laureata, parlando fluentemente 3 lingue straniere e avendo diversi anni di esperienza) non riesco a trovare un lavoro stabile. E se non sono sposata probabilmente è perché non ne sono degna, non ne sono all'altezza,non riesco a farmi amare davvero da nessuno. E'tutta colpa mia,non sarei mai una brava moglie perché non so stirare, non so cucinare,non sarò mai una casalinga perfetta, non sarei una brava madre perché non so fare niente di ciò che concerne la crescita e l'accudimento di un bambino. Da questa serie di negazioni dovrebbe almeno emergere, per esclusione, ciò che sono, ma dalla mia analisi non emerge assolutamente nulla. Dentro di me c'è solo un immenso, infinito, indefinibile senso di inferiorità nei confronti di tutto e tutti e un'indicibile, irrefrenabile, incontenibile rabbia nei confronti di chi affonda ogni giorno il proprio dito nelle mie profondissime piaghe a suon di inviti a matrimoni, battesimi, adii al nubilato. Fortunatamente negli ultimi anni mi sono talmente chiusa in me stessa che sono rimasta completamente sola e questo incessante valzer di abiti bianchi, culle e fedi nuziali dovrebbe presto lasciarmi in pace.
Non mi resta che attendere il giorno in cui potrò festeggiare alla notizia del primo divorzio.
Ma fino ad allora quante volte dovrò sentirmi meno di zero?Grazie infinite!!!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente

Isolarsi, arrabbiarsi e aspettare sono strategie disfunzionali. Più che essere indegna e probabile che la strategia e la modalità siano sbagliate.

Studiare e laurearsi può essere più semplice rispetto alla ricerca di lavoro o al relazionarsi per alcune persone.

Ha fatto bene comunque a scriverci: che cosa ne pensa di parlare direttamente con uno psicologo psicoterapeuta di persona?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

visto che ha tempo e che comunque ha delle brillanti capacità di apprendimento, perchè, se vuole fare la brava casalinga, non si cimenta nelle faccende domestiche e si crea il bagaglio di esperienza di cui sente la mancanza?

Poi scrive di non avere marito... ma cosa fa per cercare marito?

Saluti
Dr, Fernando Bellizzi

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore a entrambi per avermi risposto. Rispondo al dott.Bellizzi: so che nel momento in cui una persona si dichiara "in cerca di lavoro", come ho fatto io, si pensa automaticamente che abbia una marea di tempo libero a disposizione. Sarà così per gli altri, ma non per me. Vivo tra due città, la mia e quella del mio "ragazzo" (ha quasi 38 anni, per cui è un uomo...). Dal martedì dopo pranzo fino a venerdì dopo pranzo sto dai miei, dal venerdì al martedì da lui. Il sabato, domenica, lunedì e martedì mi alzo alle 5 e 45 e dalle 7 alle 14 lavoro nella sua attività (aperta 7 gg su 7). Il venerdì, sabato e lunedì pomeriggio do lezioni delle lingue di cui sono interprete nella sua sua città. Il martedì pomeriggio torno quindi nella mia città e il martedì stesso e il giovedì lavoro in una cooperativa di aiuto allo studio per ragazzi delle scuole superiori. Il martedì, mercoledì e giovedì dalle 18 alle 23 vado all'università (mi sono iscritta a un corso di laurea attivato negli ultimi anni anche in modalità serale). Il mercoledì pomeriggio do lezioni nella mia città. Come è facile intuire lavoro quasi tutti i giorni; gli unici momenti "liberi" che ho sono il mercoledì, giovedì, venerdì mattina e la domenica pomeriggio, in cui studio e provvedo a lavarmi e riordinare le mie cose. In più spesso mi chiamano a lavorare come interprete per fiere, convegni, ecc. e quindi per 2-5 giorni consecutivi lavoro a tempo pieno. Quanto tempo veramente libero mi resta per dedicarmi ad apprendere le faccende domestiche?Non ne ho e non ne ho mai avuto il tempo, anche se forse sarebbe stato meglio,ma purtroppo più lavoro, più mi sento attiva, meno mi deprimo e meglio sto. Stare reclusa in casa per me vuol dire sentirmi sepolta viva. In un modo o nell'altro ho sempre studiato e lavorato da quando avevo 14 anni. Economicamente parlando, non chiedo un centesimo a nessuno da quando avevo 22 anni. Che cosa faccio per cercare marito?E' da quando avevo 15 anni che sono sempre stata impegnata in 3 storie quasi consecutive, lunghe e l'una più impegnativa dell'altra: 5 anni e mezzo, 4 anni e, quella attuale, quasi 5 anni. Nel primo caso l'ho lasciato io perché ho scoperto di avere al io fianco un ragazzo violento, bigotto, maniacalmente geloso e possessivo. Nel secondo caso mi ha lasciata lui dopo 4 anni perché io volevo che o ci sposassimo o convivessimo, ma lui ha preferito rimanere incollato alla sottana di mammà. Oggi come oggi il mio attuale "ragazzo" quasi 38 enne si limita a ospitarmi a casa sua 4 gg su 7, ad avermi inserita come socia nella sua attività e a dirmi che mi ama, ma di matrimonio o di una convivenza a tempo pieno non se ne parla e temo la colpa possa essere mia.

Per la dottoressa Pileci: non mi sono isolata volutamente. E'successo e basta. Non ho mai avuto più di una o due amiche, non ho hobbies, sono molto sola. La mia affermazione "aspetterò il primo divorzio" era ironica: statistiche alla mano, la metà di queste giovani neo-sposine sarà presto formata da...neo-divorziate. E io sarò quella che una volta si chiamava una zitella.
Mi piacerebbe poterne parlare con qualcuno dal vivo, ma negli ultimi 5-6 anni ho speso migliaia di euro in psicoterapia e oggi non ho soldi da spendere. Saprebbe indicarmi cortesemente se esistono servizi gratuiti o mutuabili?
Grazie infinite a entrambi e buona giornata.
[#4]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente, vita piena, allora!
Capisce che molte delle risposte alle sue domande sono nella risposta che lei ha fornito a me, o forse ha fornito a se stessa, con la scusa di darle a me...

Su una cosa la inviterei a riflettere.
> temo la *colpa* possa essere mia.

Se le chiedessi di trovare un vocabolo alternativo a *colpa*?
[#5]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Il suo stato d'animo dopo la notizia ricevuta oggi e' normalissimo.
Anzi. E' riuscita a fare anche dell'ironia che e' un meccanismo di difesa molto evoluto.
Non distrugga tutto quello che Lei e' solo perche' non e' stato apprezzato per ottenere quel lavoro.
Purtroppo oggi succede: non si aspira piu' alla qualita' in nulla. Basta guardarsi intorno per capirlo.
Ho persino visto un film in cui un laureato si "scusava" di essere laureato al colloquio di selezione. Forse cercava di fare sorridere davanti ad una realta' amara!
Non getti la spugna! Il/I valore/i che possiede sono Suoi e nessuno puo' sottostimarli.
Per il lavoro forse occorre una rete di contatti, un po' di serenita', accontentarsi. Sperare.
In bocca al lupo! "Domani e' un altro giorno" diceva la protagonista di un grandissimo film quando purtroppo doveva constatare una sconfitta. Lo dica anche Lei a se' stessa!
I miei saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie a entrambi per avermi risposto e auguri di una felice Pasquetta!
Rispondo al dottor Bellizzi: ho bisogno di avere una vita piena, ne va della mia salute mentale e non sto scherzando.
Per me, l'ozio è davvero il padre non già dei vizi, ma delle malattie! Se avessi del tempo libero, non farei altro che pensare ai miei problemi...certo mi fa rabbia, tantissima rabbia, fare una vita al limite del frenetico e...non concludere niente di significativo, provare un profondissimo sconforto ogni volta che la X o la Y si sposano, hanno un bimbo, trovano lavoro...e soffro come un cane. Non posso che ritrovarmi a pensare " e perché io no?Dove ho sbagliato/sbaglio?"
In questo contesto un sinonimo di "colpa" potrebbe essere "responsabilità" ...ma non so in che modo potrei far evolvere la situazione. Mi sento bloccata, incastrata, impotente...ormai sono 3 anni che la mia vita ristagna, mente quella degli altri va avanti.E soffro tanto. Sarebbe riduttivo e improprio dire che sono invidiosa di chi è sposata, ha un lavoro e magari anche dei figli...non sono invidiosa, al massimo le ammiro e mi chiedo come abbiano fatto, ovvero che cosa abbiano fatto in più di me. L'ultima volta che ho fatto pressione a un uomo perché ci decidessimo a convivere o a sposarci lui è scappato a gambe levate adducendo una serie di scuse. Ho sofferto terribilmente, sono piombata nella più profonda fase depressiva della mia vita e non voglio rifare lo stesso errore, anche perché so che non sarei felice se P. (mio ragazzo) mi sposasse o mi chiedesse di vivere con lui solo perché l'ho costretto io...sarei nuovamente infelice. Non vedo una via d'uscita, posso solo aspettare, ma che senso ha aspettare di diventare vecchia e guardare la mia vita trascorrere mentre il resto del mondo vive?
Per la dottoressa Esposito: crepi il lupo!Il problema è che se io non fossi una fallita da almeno un punto di vista...francamente me ne infischierei!Se avessi un lavoro, ma non fossi sposata o viceversa sentirei di avere raggiunto un qualche obiettivo nella mia vita, ma così io mi sent svuotata, debole, stupida e inutile.
Buona giornata a entrambi.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Scusatemi se scrivo senza che nessuno mi abbia risposto, ma ho davvero bisogno di un consiglio su come far fronte alle crisi di sconforto e pianto in cui piombo un giorno sì e uno no al sentirmi dare le notizie di cui sopra. Scusatemi, immagino che ci siano molti casi più gravi del mio, ma oggi sto proprio male. Grazie.
[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Personalmente ho avuto la sensazione che Lei sia in grado di farcela.
Come mai questo sconforto?
Ha bisogno di un'altra persona per sentire di potere "esistere" ed "essere felice"?
Sarebbe disposta a questo?
Io Le consiglio davveeo di riscuotersi da questo stato d'animo.
Cerchi le sue dimensioni. Piacevoli, interessanti, gratificanti. Autonome. Soprattutto autonome.
Lo sa che la prima condizione necessaria e sufficiente per stare con gli altri e' stare bene cn se stessa?
Pensa che essere sposata sia un viatico di valore?
[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie infinite per avermi risposto.
Forse sì, forse a causa della mentalità antiquata della mia famiglia d'origine (in cui una donna non sposata e che non ha figli vale meno di zero) io mi sento uno straccio.
E forse sì, ho sempre avuto bisogno di un uomo per sentire di valere qualcosa. Mi rendo conto di essere io stessa vittima dell'arretratezza che ho sempre rimproverato ai miei genitori e probabilmente è per questo che soffro così tanto.
Lei giustamente mi sprona all'autonomia e sono consapevole della correttezza di tale visione, ma io, purtroppo, sono tutto tranne che autonoma. Da dove posso iniziare per stare meglio?Grazie.
[#10]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signorina,
Mi rendo conto che possa essere non facile per Lei svicolarsi da una mentalita' familiare della "donna dipendente" dall'uomo che Le da' la dignita' di essere donna di valore proprio.
Ma temo che ora debba cercare di adeguarsi ad una mentalita' moderna.
Nel tempo antico la donna era una "dipendenza" dell'uomo: Pensi che nei Paesi a religione musulmana non esiste e non puo' esistere una donna autonoma, sola.
Perche' la cultura musulmana non concede alla donna la capacita' di essere autonoma. Se la donna si sposa ok! . Se non si sposa dovra' adattarsi a vivere comunque in una famiglia "condotta" da un uomo: Un fratello, un cognato. O sarebbe insidiata dal primo che la vede sola.

Si rende conto quanto questo sia inaccettabile per noi? Abituate ad essere indipendenti nella mente e nel comportamento. Perche' mature e capaci di esserlo.

Tuttavia puo' restare in fondo alla psiche di una donna questo "problema" di non essere stata "prescelta" come un'onta. Un marchio di inadeguatezza!
Ma la crescita di una donna come "persona" comporta sapere che non e' necessario essere "scelta" da un uomo per avere valore.
Perche' attribuire tanta importanza all'uomo? Metterlo su un piedistallo che e' un retaggio sociale piu' che reale?
Se capitera' di trovare un uomo giusto per Lei ben venga e ben accetto!
Ma se non capitera'.. dovra' guardare la Sua vita con occhi moderni.
Per la nostra Societa' una donna puo' essere sola ed essere rispettata! Dipendera' da Lei. Da come vivra' la Sua autonomia!
Rifletta su questo!
Ma se dovesse avere delle difficolta' si faccia aiutare da uno psicoterapeuta con cui elaborare le Sue convinzioni profonde.
Potrebbe richiedere un po' di tempo sapere imparare ad assaporare la liberta'. Ma forse vale la pena tentare piuttosto che stare a disperarsi per una cosa che forse neanche desidera davvero..
Che ne pensa?
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