Problemi con la mia vita: solitudine, ansia, blocco esami.

Salve,
sono un ragazzo di 25 anni.
Studio all'università ma da qualche anno, nonostante mi piaccia studiare e quello che studio, ho davvero un blocco. E' come se evitassi di studiare proprio durante il giorno. Con il risultato che ho conseguito pochi esami.
Da un 3-4 anni sono in una situazione di stress ed ansia. Vado in ansia sulle minime cose. Anche ad esempio un semplice litigio con una persona, magari anche stupido, mi causa evacuazioni e mal di pancia.
Spesso tendo a fissarmi sulle cose e molte volte mi vengono in mente pensieri "intrusivi" che tendono a ripetersi tipo parti di preghiere o altro che comunque mi distraggono durante lo studio o le mie attività piacevoli.
Non è sempre stato così, ma dopo i 19 anni ho iniziato molto gradualmente ad andare in questa direzione.
Non so se possa anche c'entrare il mio background: quando avevo 13 anni i miei genitori si sono separati. Mio padre non ne ha mai voluto sapere di responsabilità ed ancora oggi mi reputa un famigliare lontano. Alla stessa età, prima che i miei si separassero, mia mamma è scappata via da casa con un mio cugino che all'epoca aveva 20 anni, senza dire niente a nessuno. Mi ricordo che mi svegliai e vidi che non riuscivamo più a trovarla. Successivamente, mia mamma è ritornata a casa (ora vivo con lei e suo marito) e poi i miei si sono separati, ma non per questo motivo; è accaduto perchè mio padre era violento contro di me e aveva atteggiamenti persecutori: contava quanti minuti restavo in bagno, se usavo l'acqua calda per lavarmi o quella fredda. Mi dava punizioni tipo: ti regalano una cosa e te la tolgo il giorno stesso. Quindi, in un certo senso, forse è stata una liberazione per me.
Nello stesso periodo, la mia prima fidanzatina mi ha lasciato senza spiegazioni; ma allora ero tredicenne e per me si rivelò una vera e propria ingiustizia tutto quanto. Per fortuna che i miei nonni si sono comunque presi cura di me e mi hanno sostenuto negli studi. Sento un peso enorme nei loro confronti. Perchè vorrei dargli e darmi la soddisfazione di una laurea per la quale sia io che loro stiamo lottando, ed invece non riesco a studiare.
Ho iniziato il liceo a settembre di quell'anno e l'ho conseguito a pieni voti nel 2010.
Mi sono iscritto all'università e i primi anni sono andati benissimo. Ho addirittura cambiato facoltà perchè oltre a sembrarmi troppo semplice la precedente non mi attirava molto, sebbene avessi la media del 30.
Ora sono qui, nella mia stanza a piangermi addosso. Mi sento senza forze. E vi chiedo, a voi che leggete tutto in chiave scientifica, se tutto questo mio "resistere" ora mi abbia sfondato col suo stesso peso, in una buca nera.
Cosa ne pensate? Avete una vostra interpretazione di tutto questo? Grazie mille e scusatemi per questo "testamento" ma è la prima volta che racconto tutto questo. Non avrei mai potuto confessare a un amico queste cose. Me ne sarei troppo vergognato. Grazie.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
La Sua vita Le ha riservato molte difficolta` e penso che Lei disponga di un carattere forte ad avere cercato di fare la Sua vita comunque.
Ora che ha 25 anni certamente inizia ad avere una maturita` che potrebbe consentire una elaborazione seria e profonda dei Suoi temi esistenziali.
Le occorrerebbe una selazione analitica e terapeutica che possa consentirLe di ripercorrere i momenti difficili vissuti nell'infanzia e ristrutturarli con la maggiore forza dell'Io che oggi possiede.
Ci pensi! Potrebbe essere molto importante per il Suo futuro!
Che ne dice?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei,

vorrei dirle che lo spirito con il quale ho letto il suo racconto è prima di tutto umano, e ci tengo a comunicarle che le sue parole sono state importanti. Con il suo racconto ha espresso la sua storia ed è stata una ricchezza confrontarsi con essa, con tutto il vissuto emotivo che è riuscito a trasmettere.

Il senso di vergogna che vive a mio parere è ingiusto, ma probabilmente fa parte della sua esperienza. A volte capita quando non ci riusciamo ad essere noi stessi.

Questo vissuto potrebbe essere coerente con il racconto legato al suo passato. Sembrano esserci stati tanti momenti in cui non ha vissuto un senso di vicinanza e di stabilità, come se non ci fosse costanza ma imprevedibilità nelle sue relazioni.

Non trovo che lei si stia piangendo addosso, tutt'altro. È molto coraggioso a parlare e a fermarsi ad ascoltare, chiedendo un confronto, anche se per il momento ancora online.

Quando si chiede se "tutto questo mio "resistere" ora mi abbia sfondato col suo stesso peso, in una buca nera", penso stia facendo una riflessione molto preziosa. Ma in quella buca nera, profonda e buia, che può disorientare e fare paura, ci sono molte verità e, forse, qualcosa di sé di autentico che chiede di emergere alla luce del sole, senza più vergogna.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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