Pensieri altalenanti sulla morte.

Buongiorno, volevo esporre qui una mia questione, e chiedere il vostro parere. Sono una ragazza di 20 anni. Premetto che sono di natura spesso ansiosa e un po' insicura, ed estremamente sensibile, tutti fattori che ovviamente contribuiscono. La questione per cui scrivo è che di tanto in tanto, non così raramente purtroppo, un pensiero negativo viene a far visita la mia mente, quello della morte. Più nel dettaglio, mi viene in mente quando la vita finirà e questo mi angoscia; mi viene in mente quando non ci saranno più le persone che amo, quando dovrò perderle, ad esempio penso che un giorno dovrò perdere il mio ragazzo... Ciò mi getta in un'angoscia infinita. Una mia spiegazione che mi sono fatta è che amo in maniera smisurata la vita e vorrei fosse più lunga, così come non riesco ad accettare di dover perdere alcune persone. Ovviamente cerco di godermi il più possibile il presente e di essere contenta, proprio perché conscia della bellezza della vita non sono così sciocca da lasciarmela scappare in questo modo. Questi pensieri mi sfiorano nell'attimo e poi li allontano immediatamente, e mi trovo in un periodo tendenzialmente sereno; io credo però che se ne vadano in apparenza, che apparentemente non ci penso, ma che nel più profondo siano inconsciamente presenti e contribuiscano forse a possibili miei stati di malumore o di ansia. Quindi, oltre a questi miei tentativi di autocontrollo mentale volevo chiedervi qualche altro consiglio per pensarci il meno possibile, ma soprattutto per far sì che anche quando ci penso, io ci pensi in una maniera meno angosciata. Insomma, una maniera per riuscire finalmente ad accettare l'inevitabile.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

dal punto di vista psicodinamico lei ha ragione: quei pensieri che apparentemente durano poco, ma che la angosciano molto, sono sempre presenti nel suo inconscio e generano con tutta probabilità lo stato d'ansia che riferisce.

Per questo motivo non avrebbe senso cercare stratagemmi per "gestire" la situazione, ma è necessario un lavoro più approfondito che le consenta di non sentire più emergere tutta l'angoscia che sta provando, oltre che di non vivere più lo stato d'ansia che è comunque spesso presente in sottofondo.

Si rivolga a uno psicologo di orientamento psicodinamico, che possa aiutarla ad elaborare l'angoscia e a vivere più serenamente.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it