ragazzo di 13 anni COMPLETAMENTE ISOLATO

Buonasera,
sono la mamma di un ragazzo di 13 anni completamente isolato dai coetanei. Mio figlio, il secondogenito, purtroppo, da sempre ha avuto difficoltà nel relazionarsi con gli altri, dalla scuola dell'infanzia in poi è stato isolato, preso in giro, attaccato dagli altri, ha sempre fatto da capro espiatorio in certe situazioni. Capisco che questa descrizione possa apparire esagerata ma sfortunatamente è reale. Da anni io e mio marito abbiamo iniziato una sfinente (anche finanziariamente ma poco importa) via crucis alla ricerca del professionista che potesse aiutarci ma non ci siamo riusciti. Abbiamo bussato ad ogni porta, abbiamo fatto terapia familiare, solo noi genitori, solo nostro figlio e noi separatamente ma non ha portato a nessuna soluzione, temo di non aver trovato lo specialista / la branca di psicologia giusta .
Questa situazione mi ha portato ad un lungo periodo depressivo dal quale, spero, di esserne uscita, ha segnato la fine del mio matrimonio ma anche questo poco importa.
So che ad occhi estranei la difficoltà possa sembrare banale, minima ma vi assicuro che non è facile ritrovarsi con tutto il gruppo classe che esce e lui non viene invitato, non è facile essere esclusi da tutti i compleanni e ritrovarsi soli a giornate.
Mio figlio sembra quasi non accorgersene, forse è un meccanismo di difesa.
Non ha il "classico" (classico nell'immaginario dei non specialisti) atteggiamento del ragazzo vittima di bullismo / esclusione, è sempre solare, ha l'energia che gli scorre nelle vene (qualità che gli invidio profondamente) e minimizza le difficoltà anche se nei momenti di stress spesso dice "ce l'hanno tutti con me".
Vorrei dire "il problema è degli altri, sono tutti cattivi, maleducati", che in parte può anche essere vero ma so che non è questo il nocciolo del problema, mi sembra che lui metta in atto, quando è con i coetanei, atteggiamenti che lo portino ad essere escluso. E' vero che è immaturo in alcuni ambiti, poco organizzato e poco furbo ma sinceramente non mi sembra che faccia cose così gravi da dover essere evitato. Vorrei che qualcuno mi aiutasse a vedere quello che non vedo, a capire come provare ad aiutarlo.
Grazie in anticipo per le Vostre eventuali risposte
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Signora,

in quello che riferisce non c'è nulla di "banale" e il suo racconto sicuramente non è "esagerato": alcuni ragazzi (e ragazze) non riescono a integrarsi nel gruppo dei pari e per questo vengono isolati e presi di mira, anche se apparentemente (almeno agli occhi di un adulto) non hanno nulla di particolare che possa motivare l'aggressività degli altri nei loro confronti.

Quando però un certo comportamento altrui si ripete in ambienti diversi si può essere certi che il problema è nel ragazzo, che suscita sempre le stesse reazioni, più che negli altri e nel gruppo.
Come capirà da qui e senza conoscervi è impossibile darle una mano e andare oltre a qualche riflessione, ma spero che possano esserle comunque utili.

Che tipo di percorsi psicologici avete effettuato?
Per quanto tempo?

Per cosa viene preso in giro suo figlio? Come reagisce? Risponde a tono o appare mortificato?
E' isolato dal gruppo e non ha nemmeno un'amicizia o ha almeno un amico o due?
Come giudicherebbe la sua autostima?
Il padre lo ha sostenuto negli anni o lo ha fatto sentire inadeguato e/o imbranato?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
è difficile farle notare qualcosa di più, lei mi sembra una mamma molto attenta.

Posso chiederle se le difficoltà sono soltanto scolastiche?
Pratica uno sport?
Se si, quale?
Ha un hobby?
Ha mai avuto una fidanzatina?

E, soprattutto, che rapporto ha con la figura paterna?

Siete andati voi in terapia, o lui?

Provi a leggere questo mio scritto, e mi faccia sapere se rivede tratti di suo figlio.

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5925-hikikomori-emergenza-giovanile-chiusi-tra-quattro-mura-e-perennemente-connessi.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
In risposta alla dott.ssa Massaro. Intanto grazie per aver colto la difficoltà della situazione e la sofferenza che c'è dietro. Non sempre è così. Abbiamo seguito un percorso sistemico relazionale, uno cognitivo comportamentale, uno di strategia breve e lui ha fatto un percorso di life skills (non so se è corretta la definizione) ma a mio parere nessuno di questi ha colto la difficoltà. Quello che è emerso è uno stato di ansia nelle relazioni con gli altri (solo con i coetanei non con gli adulti) facilmente intuibile visto che da sempre subisce rifiuti. I percorsi sono durati diversi mesi in media.

Per cosa viene preso in giro ora non lo so. Vista l'età non mi è più possibile "osservare" le relazioni. In passato non veniva "calcolato" preso sul serio, qualsiasi cosa dicessa era o risultava inappropriata. Sicuramente c'è una base di immaturità.

Non ha nemmeno un amico.

A sentirlo parlare sembra che abbia una forte autostima (aumenta a parole le sue prestazioni) ma in realtà temo che sia molto bassa

Il padre è poco "macho" non gli ha "insegnato" la mascolinità e temo che lo abbia fatto sentire inadeguato
[#4]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie per la risposta dott.ssa Randone.

Sì, temo di essere una mamma attenta e forse non aiuta.

Mio figlio ha difficoltà scolastiche, è un DSA, bravino nonostante il disturbo ma sempre e comunque DSA.

Sì, fa sport, ne ha provati diversi e in nessuno di questi emerge particolarmente, non che voglia un figlio "campione" ma penso che essere bravi in qualcosa aiuti.

L'unico hobby che ha sono i giochi elettronici, cerchiamo di limitarne l'utilizzo.

Ha avuto una fidanzatina, è un bel ragazzo, ma è stato mollato dopo pochi giorni .

Ha rapporto con la figura paterna, il padre è attento ma c'è, temo, poco feeling. Mio marito non è un "macho" e penso che anche questo nella società in cui viviamo non aiuti

Nel testo che mi ha inviato non rivedo mio figlio, lui ha voglia di stare con gli altri, di avere rapporti, sono gli altri che non lo vogliono.

Sono alla ricerca di uno specialista, un centro, una figura che si occupi di queste cose. Io credo che lui metta in atto alcuni meccanismi che lo portino ad essere poco gradito ed io non sono in grado di capire in cosa "sbaglia"

[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La figura paterna è sicuramente fondamentale per l'autostima dei figli, perchè è quella che agevola il loro ingresso e inserimento nel mondo sociale, quello esterno all'intimità e all'affettuosità della famiglia.

Penso che il problema non sia tanto che il padre non è sufficientemente "macho", ma che forse è carente in altri aspetti relazionali nei quali avrebbe dovuto essere un modello per il figlio.

Voi due come genitori e come singoli individui siete inseriti socialmente?
Avete delle amicizie? Il ragazzo vi ha visti interagire con altri e quindi ha fatto esperienza da spettatore di come si ha a che fare con i pari e gli amici?

Riguardo alle terapie, quelle che avete seguito:

"Abbiamo seguito un percorso sistemico relazionale, uno cognitivo comportamentale, uno di strategia breve e lui ha fatto un percorso di life skills"

appartengono a una macro-area che va dalla Terapia Cognitivo-Comportamentale (social skills training incluso) alla Terapia Strategica, tutti interventi che si concentrano essenzialmente sui sintomi e non sulle cause più profonde del disagio.
Lo stesso in parte vale per la Terapia Sistemica che avete effettuato come famiglia, che forse avrebbe dato dei frutti se fosse stata effettuata contemporaneamente ad altri tipi di trattamento.

Le consiglio di valutare il ricorso ad uno psicologo psicoterapeuta di orientamento psicodinamico/psicoanalitico e quindi di cambiare decisamente approccio, in modo tale da avere risposte radicalmente differenti al problema.
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