Affrontare il dolore della fine di una relazione

Salve, 2 settimane e mezzo fa ho chiuso con la mia ex ragazza.. venivamo da una relazione di 3 anni e mezzo. I problemi sono sorti a partire da febbraio, quando ho iniziato ad avere ansia ed attacchi di panico
apparentemente immotivati. Dopo esserci lasciati la prima volta, il primo mese ho vissuto bene: spensierato, niente più ansia o attacchi di panico. Successivamente mi iniziò a mancare, da lì iniziammo a riscriverci e cominciò l'inferno.. da quel momento ci siamo allontanati altre 3 volte (comprendendo quest' ultima fresca di poche settimane fa). La decisione la prendevo sempre io, perché ci vedevamo pochissimo e ogni volta il pensiero di vederla mi faceva stare davvero male (mi riveniva di nuovo l'ansia). Grazie ad un altro consulto che avevo chiesto qui sono riuscito a capire che l'ansia che avevo non era determinata da lei in sé e per sè, ma da una mia mancanza di assertività (in pratica si era creata una situazione in cui vivevo insieme a lei e ai suoi genitori, che erano onnipresenti. Avevamo poca intimità di coppia e ogni volta che andavamo fuori sede c'erano sempre i suoi genitori ad accompagnarci). Ora non so come superare la cosa, sento sempre che è tutta colpa mia, che è lei ad averci guadagnato nell'allontanamento.. anche perché prima di lasciarci mi ha fatto sentire proprio male con alcune cose che mi ha detto, del tipo "ti sono stata dietro tutto questo tempo, chi me lo ha fatto fare" "ti auguro di trovare una persona come me" "tu eri il più bel dono che la vita mi avesse dato" "ti consiglio di farti sentire da uno psicologo perché non voglio che qualcun'altra ci passi come me".. in pratica mi ha fatto credere a me stesso che fossi "pazzo".. e mi ha fatto ancora più male vedere che nei giorni seguenti sui social si comportava come se non fosse successo nulla (feste, frasi etc..). E io ora sto proprio male per tutta la situazione, ho l'autostima sotto le scarpe perché penso di essere io il problema. Ora il 90% della giornata la passo pensando a lei e sto male al pensiero di vederla con un altro, di vederla che si sta rifacendo una vita mentre io sono qui a disperarmi. Come posso superare tutto questo? Il pensiero di non trovare più un'altra persona oltre a lei mi pervade costantemente.. così come il pensiero che magari lei possa essere cambiata e quindi che ho sbagliato a lasciarla.. però dall'altra parte penso che se una persona è così non cambierà mai nei suoi modi, di conseguenza anche se dovessi tornarci insieme risponderebbero gli stessi problemi.
L'unica cosa positiva in tutto questo è che mentre le 3 volte precedenti per debolezza le scrissi, oggi resisto perché penso che sarebbe solo peggio e che mi tornerebbe l'ansia al solo pensiero di incontrarla.. sono veramente tanto confuso.. aspetto un vostro consiglio su come affrontare tutto questo. Grazie e buona giornata!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

anche se la sua impressione è questa:

"sento sempre che è tutta colpa mia, che è lei ad averci guadagnato nell'allontanamento.. "

le ricordo che quando ha preso le distanze dalla ragazza la sua ansia si è notevolmente affievolita e direi quindi che è più lei ad aver guadagnato da questa rottura, se di "guadagno" possiamo parlare.

Il fatto che la sua ex stia tranquillamente proseguendo con la propria vita a pochi giorni di distanza dalla fine del vostro rapporto indica che non era poi così innamorata e nemmeno coinvolta, quindi è stato meglio che la vostra storia finisse perchè non erano presenti i presupposti perchè durasse.

E' comprensibile che sapendo che la ragazza esce, va avanti con la propria vita come niente fosse, si diverte come se non vi foste appena lasciati, le rimanga l'amaro in bocca e si senta "perdente" perchè non sta facendo altrettanto, ma in questo momento ciò che conta è che si concentri su sè stesso e cerchi di risolvere i problemi che l'hanno portata a stare male, che nascono dentro di lei e presumibilmente dalla sua storia di vita.

La mancanza di assertività, l'insicurezza, la probabile tendenza a sentirsi inferiore agli altri, il ricorso alla rimuginazione e lo sviluppo di attacchi di panico sono punti che deve affrontare con l'aiuto di uno psicologo facendosi seguire di persona e non chiedendo semplicemente consulti online.
Ci rifletta e mi faccia sapere.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta tempestiva. In questo periodo così difficile ci ho pensato a riferirmi ad uno psicologo per cercare di risolvere i miei problemi di ansia e attacchi di panico, pertanto credo che lo farò anche se effettivamente provo vergogna nel dirlo ai miei genitori.. perché in tutto questo loro mi vedevano star male a febbraio e non volevano che vedessi più questa ragazza.. poi nei mesi successivi la sentivo a loro insaputa quindi provavo ancora più ansia rispetto a quella che già provassi per un ipotetico ritorno con lei. Quindi ad oggi dire ai miei che ho bisogno di uno psicologo per risolvere i miei problemi non so che reazione potrebbe suscitare in loro.
Comunque se c'è una cosa che ho capito in tutto questo è che quando faccio qualcosa che in realtà non mi va di fare il mio inconscio reagisce facendomi venire questo nodo alla gola, inizio a sentire alcuni battiti.. non saprei, certe volte penso di aver sbagliato a trovare nella nostra relazione il mio principale problema di ansia, però se è andata via allora ci deve essere un motivo (tant'è che anche ora mi viene raramente nella giornata, prima era un continuo.. non lo so, certe volte appena inizio a pensare a lei il respiro si inizia a fare pesante e sento i battiti.. anche ora che sto scrivendo questo mi sta accadendo questa cosa).
Un'altra cosa di cui volevo parlare e per la quale credo di necessitare, a maggior ragione, di essere seguito da uno psicologo, è il fatto che a volte mi chiedo se in futuro io possa avere problemi con altre ragazze al riguardo.. ovviamente però farei delle premesse e cercherei di non farmi "mettere sotto".. perché il carattere della mia ex era abbastanza forte quindi per non sentirmela e per accontentarla le dicevo sempre di si a tutto e quindi questo mi ha portato ad essere qui. Consulterò uno psicologo, ma secondo voi potrebbe ripresentarsi il problema con un'altra ragazza anche con le dovute premesse e avendone scelta accuratamente una più solare e semplice, che mi ascolti di più e che mi sostenga? Grazie mille e buona serata!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Per non avere gli stessi problemi con altre partner in futuro è necessario che lei cambi e diventi quindi "compatibile" con un altro tipo di ragazza, diverso da quello con cui non riusciva a rapportarsi se non sottomettendosi:

"il carattere della mia ex era abbastanza forte quindi per non sentirmela e per accontentarla le dicevo sempre di si a tutto e quindi questo mi ha portato ad essere qui".

Ha ragione a pensare che non tutto dipenda dalla sua ex, perchè se lei oggi ha questo tipo di personalità e di reazioni è sicuramente rintracciabile una causa (o una sere di cause) nella sua storia di vita.
Probabilmente l'incontro con una ragazza di quel tipo ha fatto semplicemente (ri)emergere difficoltà e angosce che arrivano da lontano, cioè dalla sua infanzia, che potrebbe anche non ricordare.

Sua madre e suo padre che carattere hanno?
Si potrebbe dire che la sua ex ha qualcosa in comune con sua mamma (o con suo papà)?
Da piccolo ha ricevuto incoraggiamenti e lodi o è stato portato a reprimere desideri ed emozioni e a ritenersi "inferiore" agli altri?
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dopo
Utente
Utente
Dal mio punto di vista 2 cose potrebbero aver determinato in qualche modo la mia ansia, che poi sarebbe rimersa nel rapporto con la mia ormai ex ragazza:
1) i miei genitori in generale si sono dimostrati sempre affettuosi nei miei confronti.. mia madre fa la parte della più "buona" (non che mio padre non lo sia, anzi) mentre mio padre ovviamente si arrabbia qualora combiniamo qualcosa di grosso. Quindi credo ci sia equilibrio.. secondo me però questa "inferiorità" di cui lei parla potrei averla sviluppata, in parte, anche durante i weekend. Infatti abbiamo una campagna e quando andiamo lì di solito lavoriamo.. quindi lì, anche con la presenza dei miei nonni, il clima diventa più "pesante" e se sbaglio qualcosa mi capita di sentirmi qualche strigliata o simili. Può questo essere collegato al fatto che la mia ex avesse un carattere un po' altezzoso, irascibile e anche un po' lunatico? Cioè lei non mancava di momenti di dolcezza e spensieratezza, però in alcuni periodi era davvero ingestibile (del tipo che si disperava e si metteva sul letto a piangere e a urlare.. successivamente a questi eventi era abbastanza difficile gestirla e farle tornare il sorriso)
2) nel 2010 sono venuti a mancare mio nonno e uno dei miei 2 fratelli (quest'ultimo aveva una malattia congenita, è venuto a mancare a 21 anni). Mio nonno invece è morto d'infarto. Da quando è successo questo duplice fatto (nell'arco di un mese) mi è iniziata a balenare per la testa l'idea che potesse succedere anche a me qualcosa del genere, soprattutto al cuore (infatti dormo sempre solo a pancia in giù con una mano portata al petto, come per sentirmi sicuro che non mi accada nulla). Ora, il fatto è che anche la mia ex ha una malattia congenita al cuore anche abbastanza grave (ha un solo ventricolo) e anche il fratello della mia ex ha sofferto di cuore, a soli 28 anni infatti ha dovuto sostituire una valvola mitrale. Ecco, prima che la lasciassi (a dicembre-gennaio, quando già avevo qualche attacco di panico e ansia) il fratello era stato appena operato e la mia ex dovette andare 2 volte in ospedale perché diceva di sentirsi una tachicardia fortissima. Io nonostante la mia ansia e tutto la accompagnai e tutto, gli stetti vicino anche dentro il pronto soccorso mentre la visitavano (fin quando le dissero che era una "tachicardia psicologica" e quindi la dimisero). Non molto tempo più tardi, prima di lasciarla la prima volta mi venne l'attacco di panico più forte che io mai avuto in vita mia.. avevo il cuore a 30000 e lo sentivo in gola che stava quasi per esplodere. Da lì capii che non era normale e che qualcosa non funzionava nella mia vita: l'università non era, perché già l'avevo cambiata poco prima.. quindi pensai che forse era dovuto alla situazione con lei, difatti dopo esserci lasciati dopo 2 settimane circa l'ansia e gli attacchi di panico diminuirono notevolmente fino a quasi scomparire.
Ora, secondo lei tutto ciò può avere un collegamento con l'ansia e gli attacchi di panico? Quando ci eravamo sentiti nei mesi successivi, la mia ansia prima di vederla poteva essere data da una paura nel tornare alla situazione oppressiva di cui ero vittima? (Era una situazione talmente oppressiva che io non avevo più amici.. esistevamo solo io e lei.. le dava un po' fastidio se qualche volta uscivo per conto mio con un amico e non con lei. Ma io a lei non ho mai precluso uscite con le sue amiche, anche se pure lei le vedeva poco, molto poco, però non mi ha mai dato fastidio, anzi). Mi aiuti a cercare un senso in tutto questo, capire la mia ansia e a vivere più sereno. Grazie mille e buona serata!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Riguardo al suo essere poco assertivo - e quindi passivo - è possibile che anche gli eventi accaduti in campagna con i suoi nonni abbiano avuto un ruolo, ma si tratta con maggiore probabilità di una questione dalla cause più complesse, che vedono anche un ruolo da parte dei suoi genitori (che sono le figure di riferimento principali durante la crescita).

E' poi possibile che la malattia di suo fratello e della sua ex abbiano contribuito, assieme all'infarto che ha colpito il nonno, a sollecitare dei vissuti ansiosi e ipocondriaci che non ha ancora elaborato, ma si tratta di una questione a parte rispetto a quella dell'assertività/passività.

Alla sua domanda:

"la mia ansia prima di vederla poteva essere data da una paura nel tornare alla situazione oppressiva di cui ero vittima?"

non posso che rispondere dicendole che, se pensa di essere stato così terrorizzato dalla semplice idea di incontrare di nuovo la sua ex da sviluppare di nuovo intensa ansia e panico, è veramente probabile che il rapporto fra voi fosse estremamente squilibrato e improntato alla sua sottomissione, quindi da questo punto di vista è un bene che il rapporto sia finito.
[#6]
dopo
Utente
Utente
La nostra relazione ha iniziato a prendere questa piega da quando abbiamo iniziato ad entrare in intimità, conoscendo i suoi genitori e stando anche a casa da lei. Lì l'ho conosciuta proprio a 360 gradi. D'altronde non si finisce mai di conoscere una persona..

Riguardo la mia mancanza di assertività, è che effettivamente alcune volte mi sento in difficoltà quando qualcuno mi inveisce contro. Non scappo dalla discussione, però comunque se mi trovo di fronte ad una persona che non capisce quello che voglio dire e mi continua a dare contro allora in quel caso inizio a subire. Questo accade nelle discussioni con mio padre. È accaduto, per esempio, quando ho voluto cambiare facoltà all'università che dovessi subire molto questi suoi momenti "autoritari". Però al di fuori di questi momenti quando la situazione è normale mi tratta più che bene, benissimo. Non lo so, forse sono io col mio carattere un po' timido e introverso che ho subìto di più questi eventi, segnandomi.

Si, effettivamente col passare degli anni sono diventato un po' ipocondriaco.. per dirle, se ora dovessi fare un ECG o cose del genere andrei in ansia. O meglio, già lo sono al pensiero di farlo.

Tornando al rapporto con la mia ex, ogni qualvolta dovevo vederla in questi mesi tra febbraio e ottobre più si avvicinava il giorno in cui dovevamo vederci e più mi saliva l'ansia. Una volta rimandato l'appuntamento mi sentivo incredibilmente sollevato. Così come mi sentivo sollevato dopo che ci vedevamo, quelle poche volte che ci vedevamo... era come se mi togliessi il peso di un dovere. Poi però il giorno dopo iniziavo di nuovo a pensare di doverla rivedere e ricominciavo tutto da capo. C'è stato un periodo in cui nell'arco di 3 settimane ci siamo visti anche abbastanza spesso, ma io davvero non ce la facevo più a reggere l'ansia. Sentivo tutto il peso della situazione sulle mie spalle e anche se lei diceva che le dispiaceva e non voleva che pensassi fosse solo colpa mia, di fatto si alterava ogni volta che ero costretto a rimandare per l'ansia. Quindi litigavamo spesso.. oltre che per questo motivo, anche per delle sciocchezze. Questi continui litigi possono aver alimentato la mia ansia compromettendo il fatto di vederla? Non so, magari anche questo aspetto ha contribuito a portarmi alla mente i vecchi ricordi brutti? Perché prima di vederla la sensazione non era quella che hanno i ragazzi alle prime uscite che, emozionati, hanno paura di non piacersi. Io avevo paura e basta.. paura di tornare a quella situazione oppressiva, paura di subire altri forti attacchi di panico e anche paura che i miei mi vedessero con lei(perché vedendomi stare così male mi dissero, dopo esserci lasciati, di non ricascarci.. qualche volta ci hanno visti insieme e mio padre mi ha strigliato un po' effettivamente). Quindi era una continua ansia, ansie che alimentavano altre ansie.. ora comunque sto bene, solo raramente durante la giornata mi viene l'ansia (es. Se bevo un caffè o se faccio esercizio fisico, dato che sento il cuore andare veloce). Grazie di nuovo e buona serata. Tutto questo già lo sto trovando utilissimo. Non sarebbe possibile adottare una sorta di "terapia a distanza" con lei?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Questi continui litigi possono aver alimentato la mia ansia compromettendo il fatto di vederla?"

L'ansia era presente già prima: può essere peggiorata con i litigi, ma non esserne stata causata.

La ringrazio per la fiducia, ma può trovare tranquillamente un bravo psicologo anche dalle sue parti e farsi seguire di persona.
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