Ottimismo. Voglia di fuggire via. Felicità

Vorrei essere più felice.
Potrei finire con questa unica frase la mia richiesta di consulto.
Sono mesi, se non anni ormai, che non riesco più ad essere felice o quantomeno sereno.

Mal sopporto le responsabilità, eppure le ho sempre affrontate e superate. Molti mi riconoscono ottime qualità, e forse proprio questo è un aspetto che mi pesa! è come se dovessi mantenere uno standard di qualità elevatissimo senza poter mai sbagliare. Un ansia, questa, dalla quale sono schiacciato! Sono sempre alla ricerca di conferme. Devo avere il controllo di tutto.
E non vivo bene. Mi sembra di essere sulla soglia della depressione.
Convivo con l'ansia. Dormo male. Alle 5 ogni notte mi sveglio e comincio a pensare.

Vorrei fuggire via, per riprendere tutto da zero in un posto dove nessuno mi conosce e nessuno si aspetta nulla da me.

Eppure ho tutto quello che serve per essere felice. Ho un lavoro (sono un libero professionista). Una bellissima famiglia.
Ma non riesco a godermi il buono che mi circonda.
Vorrei essere più felice.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio,

mi sento di dire che sta cercando un modo per affrontare un malessere che vive da tempo. Ho letto anche il consulto precedente di circa un anno fa in proposito. Le sue parole evocano in me alcune suggestioni, che provo a lasciarle.

Vorrebbe darsi il diritto di sbagliare, alleggerire alcuni pesi che sente troppo carichi, vorrebbe affrancarsi da un gravoso senso del dovere. In modo incisivo, potremmo dire poetico, dice: “Vorrei essere più felice”.

Sento nelle sue parole il desiderio di essere se stesso. Di non dover essere sempre irreprensibile e di non doversi assumere qualsiasi responsabilità, ma di poter coltivare quelle qualità e assumere quelle responsabilità che sente e riconosce sue. È come se ponesse una distinzione importante tra doveri e autenticità.

A volte capita di sentire schiacciata la propria autenticità e questa mancata espressione di sè può comportare un senso di mortificazione e impotenza. Potremmo dire di infelicità. Non so se in questa chiave potremmo intendere la “soglia della depressione”, di cui parla.

In questa sede mi sono chiesto se la difficoltà di cambiare possa essere collegata, almeno in parte, al fatto di dover rinunciare alle conferme e al controllo. A volte avere conferme e rispondere adeguatamente e in modo conforme alle aspettative degli altri può farci sentire al sicuro e darci un senso di riconoscimento. Questa però può essere anche un’illusione, se noi perdiamo di vista noi stessi. Può diventare una gabbia dentro cui abitiamo, avendo indossato una maschera che non ci consente di trovare la chiave.
È senz’altro un discorso complesso e delicato, che può riguardare il suo mondo interiore e le sue esperienze affettive, che devono essere approfondite in una sede idonea.

Quando dice di voler fuggire via, credo che possiamo intendere in senso simbolico il suo sentire, come desiderio di cambiare ed essere altro, provando appunto a essere più felice. Credo che potersi riconoscere questo desiderio sia un passo iniziale per portare avanti la sua preziosa ricerca e non rinunciarvi.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
grazie dottore
non lo so...so solo che è pesante vivere così. sia chiaro, non sono depresso, ma sento un malessere quotidiano.

quanto alle responsabilità. io voglio assumermele e so anche che sono riuscito a svolgere bene i compiti (anche gravosi) che fin qui mi sono stati affidati.
E poi il mio lavoro è fatto di assunzioni di responsabilità. non posso certo sottrarmi, salvo io non cambi mestiere. non a caso spesso dico che il mio lavoro non mi piace.

Il "fuggire via" è in realtà il desiderio di ricominciare altrove dove nessuno mi conosce e si aspetta qualcosa da me. ma ovviamente è una cosa impraticabile.

Vorrei assumere la capacità di sopportare le responsabilità senza farmi inutili e pessimistici pensieri su conseguenze verosimili ma improbabili. Ecco si questo vorrei imparare.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Mi sembra di capire che da una parte sente importante non sottrarsi alle sue responsabilità, da un’altra parte però ci sono aspetti della sua vita che non le piacciono del tutto, come il suo lavoro ad esempio.

Non so se condivide che forse potrebbe vivere un conflitto interiore. Da una parte forse desidera cambiare, dall’altra potrebbe sentire questa possibilità impraticabile, non so se per certi versi pericolosa.

Devo dire che la sua narrazione mostra vissuti delicati e complessi che necessitano di un dialogo dal vivo.
Ci tengo allora a concludere soltanto dicendole che personalmente non ho l’impressione che i suoi siano “inutili e pessimistici pensieri”, che deve imparare a sopprimere. Mi sento anzi di dirle che è importante che possa trovare una sua dimensione, attraverso questa sua ambiziosa e creativa ricerca, senza sacrificare se stesso. Può essere faticoso, anche molto, ma non è impossibile.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie ancora.
Ma non riesco a capire se a Suo parere esiste la speranza di poter assumere la capacità di sopportare le responsabilità, oppure se davvero sono destinato a dover "fuggire" dallo stato attuale. Sinceramente vivrei questa seconda ipotesi come un fallimento.
Possibile che non si possa "allenare" la serenità?
Sono le 7.30 del mattino e io come tutte le mattine ho un bruciore nello stomaco...senza un motivo vero.
Grazie ancora
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