Ansia depressione

Faccio seguito ad alcuni mie richieste effettuate tra il 2010 e l'anno scorso più o meno inerenti le medesime problematiche cercando di fare un po' il punto della situazione e ponendo alcune domande a voi specialisti del settore.
Ho 54 anni e dopo un fallimento matrimoniale ho passato un lungo periodo di ansia e depressione. In questo periodo, anche con supporti psicoterapeutici, sono arrivato alla conclusione che la maggior parte delle mie componenti ansiose ante matrimonio e post separazione siano state causate quasi esclusivamente da un mio ESTREMO disagio ambientale specificatamente nella mia città natale.
Cerco di sintetizzare e spiegare meglio il problema a cui avevo accennato anche nei miei precedenti interventi. Fin da bambino ho provato estremo disagio e difficoltà ad ambientarmi nella mia città natale, una classica metropoli italiana. Fondamentalmente ci stavo male, odiavo i palazzi, le strade e l'ambiente in genere. Crescendo e iniziando a viaggiare provavo sollievo e soddisfazione quando mi trovavo in città diverse, più piccole, vivibili e a misura d'uomo. Quando mi trovavo anche per motivi di lavoro in piccoli centri spariva l'ansia, il nervosismo e miglioravo drasticamente nell'umore e nelle relazioni sociali. Ancora giovanissimo questa particolarità si è andata accentuando, quando mi ritrovavo nella mia città mi calava l'umore, l'ansia e il nervosismo prendevano il sopravvento ero irritabile e scontento. Mi infastidiva la quotidianità, il dialetto della mia città, e qualsiasi attività che in altri ambienti mi dava invece grande soddisfazione. Iniziai sempre di più ad allontanarmi appena possibile e a cercare con insistenza la possibilità di trasferirmi in altre zone d'Italia. Nel frattempo coltivavo amicizie e relazioni con donne che puntualmente avevano termine poiché mal sopportavo l'idea di viverle in una città che mi innervosiva e tendevo a scappare e ad essere me stesso solo quando mi trovavo a km di distanza.
Ora la mia domanda è questa: di che tipo di problematica si tratta questa di cui ho sofferto e continuo a soffrire ? Perché questo estremo disagio e di contro un cambio repentino di tranquillità nel momento che mi allontanavo dal problema ?
Grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

ci chiede "..di che tipo di problematica si tratta questa di cui ho sofferto e continuo a soffrire?.."

Ci torna difficile risponderLe,
anzi impossibile considerato che si tratta di una diagnosi che online non si può proprio fare.

D'altra parte,
Le interessa più dare un nome alla "cosa" di cui soffre,
oppure di superarla
rendendo possibile una vita affettiva?

Per questo motivo Le suggerisco di riprendere la psicoterapia.

Come mai in tutti questi anni non ha trovato un lavoro lontano ... dal problema?


Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott.ssa Brunialti, piacere di risentirla. Ricordo di aver già collloquiato con lei.
Mi chiede "..Come mai in tutti questi anni non ha trovato un lavoro lontano ... dal problema?.."
Gentile dottoressa, potrei rispondere in maniera molto semplice dicendole che "ho sbagliato". In realtà avevo un buon lavoro nella mia città, con l'eventuale possibilità di chiedere un trasferimento in altra città. Purtroppo spesso si seguono consigli degli altri, magari dei genitori, che cercano di convincerti che stai sbagliando, che non si va via da una grande città che ti offre tutto, che poi si sta da soli, che lasci amicizie e affetti, che poi non si può tornare indietro. Pressioni psicologiche secondo me e, di contro, da parte mia, il credere che con il tempo potrei riuscire ad adattarmi e a pensare che potrei riuscire a coronare il mio sogno insieme con una donna. E ancora a lasciarmi ingannare dal fatto che trasferendomi in una località a qualche km di distanza dalla mia città potrei riuscire a risolvere il problema.
Tutte cose sbagliate: una donna di oggi non la sradichi da una metropoli e certe scelte devi quindi farle da solo
Morale della favola ho optato per il pendolarismo a qualche km dalla mia città insieme a mia moglie. E in realtà ero riuscito a trovare un equilibrio ma avevo tutti contro, tutti ad accusarmi di aver fatto la scelta sbagliata, di pensare a me stesso e a cercare di convincermi che avrei dovuto tornare sui miei passi. Con il risultato che ho visto fallire il mio matrimonio essendosi creati malintesi che nulla avevano a che fare con il rapporto di coppia.
Inutile sottolineare che la fine della mia storia ha causato in me una forte ansia e depressione nonché senso di fallimento e rabbia per aver gettato alle ortiche la mia vita per non aver esaudito ciò che il mio istinto mi suggeriva.
Non cerco una diagnosi dottoressa, ma un nome a questa mia problematica "ambientale" che mi ha impedito di vivere come la maggior parte delle persone. Ne parlavo sempre con tutti ma nessuno sembrava capire il mio disagio, perché tutti bene o male si adattavano e solo io vivevo questa situazione con angoscia.
Lei mi suggerisce di riprendere la psicoterapia. Ci ho provato per anni dottoressa, cambiando anche psicoterapeuti, con il risultato di farmi sfogare ma non di risolvere il problema.
Desidero tanto una vita affettiva, una condivisione più che altro, ma la vedo dura, soprattutto perché continuando a vivere nella mia città non faccio altro che incontrare donne che a differenza di me vivono bene o quantomeno senza particolari sofferenze la loro realtà.
Trasferirsi in altra città a 54 anni e ricominciare da zero è una bella sfida. Direi impossibile trovare lavoro ed estremamente difficoltoso ottenere un trasferimento.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

scrive: "...Lei mi suggerisce di riprendere la psicoterapia. Ci ho provato per anni dottoressa, cambiando anche psicoterapeuti, con il risultato di farmi sfogare ma non di risolvere il problema. ..."

E' sicuro di averci messo tutte le Sue energie per il cambiamento?
Alcuni ritengono che andare dallo psicologo consista nel parlare e sfogarsi.
Invece è una vera e propria esperienza di cambiamento,
ma solo se la persona fa la propria parte.
Altre volte la persona interrompe il percorso appena si sente meglio,
salvo tornare immediatamente al punto iniziale.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera Dott.ssa Brunialti. Non ho smesso quando mi sentivo meglio perché in realtà meglio non mi sono mai sentito.
Ho intrapreso un percorso psicoterapeutico per cercare di capire dove sbagliavo e soprattutto da dove scaturiva l'ansia che mi attanagliava al di là del trauma post divorzio.
Non sono riuscito a carpire altro se non una estrema difficoltà di adattamento alla quotidianità, alla dispersione e al modus vivendi della mia città natale che non si confacevano al mio modo di intendere la vita e che ha contribuito in maniera determinante al fallimento del mio matrimonio e a bloccarmi in altre scelte di vita.
Il cambiamento nel mio caso in cosa consisterebbe ?
Grazie per la sua cortesia
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gli obiettivi vanno decisi assieme al/la Psicoterapeuta curante,
in considerazione del disagio che il paziente porta.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Dott.ssa Brunialti, grazie di nuovo per il suo intervento.
L'obiettivo era cercare di capire IL PERCHE' del mio disagio. E almeno in parte penso di esserci riuscito. Volevo solo sapere che nome dare a questo tipo di disagio.
Certo, l'obiettivo primario sarebbe stato quello della risoluzione del problema, ma in questo caso la vedo molto difficile se non impossibile. Nessuno ha la bacchetta magica, figuriamoci poi per quanto riguarda la modifica di un problema interiore che va in estremo contrasto con l'ambiente esterno.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Dare un nome significa fare una diagnosi.

Cosa impossibile online.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott.ssa Brunialti e sempre grazie per la sua cortesia.
Non credo che la mia sia una richiesta di diagnosi.
Cerco di spiegarmi meglio: se mi trovo la glicemia digiuno a 118 chiedo ad un medico qual è il nome di quella malattia che può essere causata da valori elevati di glicemia. Se il medico mi risponde che il nome di questa è il diabete non ha fatto una diagnosi nei miei confronti.
Faccio un esempio diretto riguardante la mia problematica:
Qualche settimana fa, mi trovavo in un parco situato in una estrema periferia della mia città. Stare in quel parco mi causava ansia, angoscia e nervosimo. E il solo pensiero di pensare di continuare a vivere questo tipo di quotidianità mi creava estremo disagio.
Dott.ssa Brunialti come può essere denominata quella problematica in cui un soggetto provi questo tipo di disagio/ansia/nervosimo/angoscia di fronte a un determinato ambiente ?
Grazie mille !
[#9]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Quanto era possibile online
è già stato detto.
Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

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dopo
Utente
Utente
Dott.sa Brunialti
Sinceramente credevo fosse tutto più semplice. Volevo solo capire di cosa potesse soffrire una persona con simili problematiche. Che non vuol dire fare una diagnosi.
Comunque va bè, non fa nulla. Grazie lo stesso per la sua gentilezza.
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