Ipocondria, terrore malattie

Buongiorno, vi scrivo perché non ne posso più di essere sempre in ansia ed in apprensione.
Tutto è iniziato qualche mese fa, da un semplice tremore alle mani che poi si è risolto spontaneamente ho iniziato a pensare alla SLA (ed è durato qualche giorno), poi sono passata al terrore della sclerosi multipla perché avevo un fastidio alle gambe, poi ho smesso e ho iniziato a temere l'embolia polmonare dopo che ho iniziato ad assumere la pillola anticoncezionale per regolarizzare le mestruazioni. A seguito di una diarrea ero terrorizzata dall'infarto intestinale, infatti ho fatto anche un post su Medicitalia. Per un po' ho anche temuto la morte cardiaca improvvisa perché mi ero resa conto di essere tachicardica, ed ora dopo aver letto di casi di persone in coma o morte dopo l'assunzione della Zoely (la mia pillola anticoncezionale) temo tantissimo l'emorragia cerebrale.
Mi rendo conto di essere eccessiva, apprensiva, esagerata, ma non riesco a dominare i miei pensieri. Sono passata da un estremo all'altro e non capisco perché: a fine 2016 ho fatto diversi accertamenti perché i medici avevano motivi per sospettare un liposarcoma, poi si è scoperto che il mio problema aveva altra origine. Io non mi sono mai sentita spaventata, non temevo la morte, anzi ricordo addirittura con piacere il giorno in cui sono venuti dei parenti in ospedale e abbiamo fatto colazione insieme.
Ogni minimo sintomo, un lieve mal di testa, la nausea, di tutto, per me è sinonimo di qualcosa di grave. Sono stata dallo psicologo e mi sono calmata soltanto un pochetto. Mi dice di non controllarmi ossessivamente, ma io non mi controllo. Ciò che temo di più sono le malattie che compromettono o la respirazione o le facoltà cerebrali, ad esempio l'emorragia cerebrale, o l'embolia o anche la SLA e il tumore al cervello.
Cerco di distrarmi, ma non sempre è facile. Sullo sfondo c'è sempre il timore che da un momento all'altro stia per accadermi qualcosa e che io possa stare malissimo.
Potete aiutarmi in qualche modo? Qualche suggerimento, qualsiasi cosa per calmarmi? Mi dicono che sono giovane e che non mi accadrà nulla, che non è l'età per preoccuparmi delle malattie. Ma penso che ci sono bambini con i giorni contati e mi sembra tutto ingiusto.
Vi chiedo scusa per aver scritto così tanto e vi ringrazio di cuore per tutto ciò che vorrete dirmi. Se avete consigli da darmi, li seguirò alla lettera. Grazie di cuore.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, mi domando se Lei possa aver assorbito in famiglia la tendenza ad auscultarsi continuamente, a problematizzare ogni piccolo evento fisico ingigantendolo.. ci ha raccontato molte cose, ma niente della sua storia , dell’educazione ricevuta , del rapporto con i suoi genitori.. noi siamo la nostra storia è da lì bisogna partire.. vorrei anche sapere se continua ad andare dallo psicologo, che mi auguro sia anche psicoterapeuta. Con questo Collega potrebbe ricordare e chiarire tante cose.. alla sua eta’ sarebbe opportuno avere dei progetti di lavoro e di studio e spostare su questo lo sguardo.. ci riscriva, potremmo aiutarla in modo migliore..!

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio moltissimo per la sua gentilezza. Davvero tanto!
Sono pienamente d’accordo con lei quando scrive che noi siamo la nostra storia. Penso sia proprio a causa della mia storia che ora ho questi problemi. Mi riferisco al fatto che in famiglia c’è sempre stato un grande clima di paura per qualunque piccolo sintomo, in parte legato al fatto che ho convissuto per gran parte della mia infanzia con il fratello di mia madre, che aveva una grave malattia genetica e dunque non poteva neppure prendere un’influenza senza avere ripercussioni. Ovvio che allora se avevo io un semplice mal di gola, si creava una situazione di allarme!
Non ho mai avuto alcun rapporto con mio padre, ma non me ne sono mai fatta un cruccio. I miei nonni, mia madre, mi hanno però insegnato a fare attenzione ad ogni segnale del mio corpo. E probabilmente a temere anche il peggio, sì. Il rapporto con mia madre è buono, ed anche con i miei nonni, che sono il mio secondo punto di riferimento (soprattutto mia nonna). Credo però che l’apprensione per tutto sia nata da loro.
Sto continuando ad andare dallo psicologo, che è anche psicoterapeuta. Ma finora è servito soltanto a “spostare l’attenzione”: non penso più ossessivamente ad una patologia, ma poi passo ad un’altra. Anche se in linea generale mi sono un po’ calmata.
So che dovrei avere progetti di studio e lavoro e vivere una vita diversa, ma non riesco a farlo. Ho progetti, comunque, legati al futuro, e ci sono diverse attività che mi piace svolgere, ma quando penso a programmare il mio futuro, di ‘sottofondo’ c’è sempre il pensiero: e se dovessi ammalarmi nel frattempo? Se morissi prima?
La ringrazio davvero tanto per la sua risposta, è stata molto gentile con me. Se vuole sapere altro me lo chieda, ovviamente.
A presto e grazie ancora.
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