Padre oppressivo e paura del cambiamento

Buonasera, sono una ragazza di 23 anni, al momento studio e vivo con la mia famiglia.
Il problema è che purtroppo non mi sento libera di fare le mie scelte nonostante io sia ormai adulta. Fin dalle medie non ho mai fatto gite o viaggi-studio perché mio padre ha paura che possa succedermi qualcosa.
Ho sempre vissuto in modo passivo, non mi sono mai ribellata al volere di mio padre, ho una vita sociale limitata ed è proprio questo l'atteggiamento che mi ha fregata. Ad oggi mi rendo conto di non aver fatto nulla per cambiare la mia situazione per paura della reazione di mio padre.
Lui è una persona molto buona, ci ha sempre spronati a studiare per non dover soffrire e faticare come fa lui oggi per mantenerci, ma ha un carattere forte e non ama ricevere critiche. Secondo me tutto ciò è insensato perché non si può pretendere il massimo dai propri figli nella vita professionale e personale se li si limita per paure irrazionali, che sono più scuse che altro. Questo a mio parere si chiama tarpare le ali alle persone ed è ingiusto perché come lui ha fatto le sue scelte e le sue esperienze, anche io ho diritto a fare lo stesso.
Inutile dire che spesso sono giù di morale, spesso mi sveglio con un'ansia indescrivibile.
Negli ultimi tre mesi ci sono stati episodi di "scontro" con mio padre che mi hanno aperto gli occhi e che mi han fatto capire che devo prendere in mano la mia vita. Il tutto è iniziato con il criticare dettagli del mio modo di vestire (cosa che non succedeva da anni) per poi tramutarsi in critiche sul fatto che studio in università e non a casa, sul fatto che mi sono trovata un lavoretto part-time che potrebbe ostacolare lo studio, pressioni sul finire al più presto gli esami e laurearmi come se fosse una cosa semplice. Quando lui mi critica mi sento bloccata e infatti non rispondo.
Ne ho parlato a mia mamma e mi ha detto di portar pazienza e che è il suo carattere.
In generale ultimamente evito di parlarci proprio perché ho un blocco nei suoi confronti e so che se anche rispondessi non servirebbe a nulla.
Ora penso di andare a vivere da sola, ma so che se glielo dicessi non mi lascerebbe andar via, tant'è che ho pensato di farlo avvisandoli solo in un secondo momento. So che questa idea non è delle migliori e mi sentirei in colpa, ma non saprei come fare altrimenti.
So che non sarà facile mantenersi, lavorare e studiare allo stesso tempo, ma il mio bisogno di autonomia e di vivere veramente la mia vita sono ora la mia priorità.
Mi spaventa più la reazione dei miei genitori che le responsabilità a cui dovrò far fronte. Ho paura del cambiamento e di ciò che questo comporterà nella mia vita e nella mia relazione con i miei genitori, in particolare con mio padre.
Mi scuso per la lunghezza del testo e Vi ringrazio anticipatamente per gli eventuali consigli.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

sembra che Lei stia vivendo in ritardo la ribellione adolescenziale;
con in più una concretezza nelle decisioni cha fa parte positivamente della sua attuale età.

I genitori fanno generalmente per i figli il massimo possibile,
naturalmente quello che loro percepiscono come tale.

Non sempre i figli condividono.

Quando essi diventano autonomi (psicologicamente, economicamente)
prendono in mano la propria vita e la "ristrutturano" utilizzando alcuni dei "materiali" ricevuti da genitori,
buttandone altri.

Tutto ciò è evolutivo,
non è aggressivo verso i genitori.

Abbisogna da ambedue le parti
.di una certa energia,
.di coraggio,
.di accettazione del conflitto come maturativo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/