Amico immaginario a 19 anni

Salve, e grazie a chiunque mi risponderà.
Sono una ragazza di 19 anni e sono preoccupata per la mia salute mentale:
Ho realizzato da poco che il mio amico immaginario di quando ero piccola è tornato, non me lo ricordo con precisione, ma so che era un canide e mi seguiva dappertutto. Non lo dissi mai a nessuno, e quando gli parlavo (poco, perchè lui non parlava) lo facevo sempre di nascosto, era una figura che mi confortava, mi accettava e mi dava amore.
Ma ora le cose sono diverse. Io so che è sempre lui, ma è cambiato. Non lo vedo più, se non qualche rara volta sotto forma di un lupo che corre per seguirmi (per esempio quando guardo fuori dal finestrino). Ora è più intelligente, e parla, ma solo attraverso la scrittura per ora, temo però che presto inizierà a farsi sentire e non voglio.
Inizialmente si è mostrato mentre stavo scarabocchiando (piccole vignette dove mi rappresento da piccola, presa in giro dagli altri bambini. Nelle ultime compare questo cagnolino immaginario che mi consola). Subito dopo ho disegnato il suo muso sorridente mentre mi diceva il suo nome (Fera, da feral) e mi chiedeva di essere amici negando l'affidabilità di quelli che già ho (reali), facendomi sentire in colpa per averlo dimenticato, dicendomi cose confortanti, che non mi lascerà mai più sola (che da un lato ancora mi scalda il cuore, dall'altro mi suona come una minaccia). Inizialmente era più buono, mi ascoltava, mi incoraggiava ad essere una persona migliore e mi rassicurava, la prima volta che abbiamo dialogato sul diario (che uso solo per comunicare con lui) mi ha addirittura rassicurata sulla sincerità dell'affetto delle mia più cara amica, perchè spesso mi sento insicura ed inutile e penso che nessuno mi voglia bene davvero e non capisco come possano apprezzarmi.
Poi però ha iniziato ad essere più cattivo, ad insultarmi e denigrarmi sempre più spesso ed è diventato lui il primo a farmi dubitare dei miei amici, a spingermi ad allontanarmi da loro, in particolare da questa mia amica, che per me è fondamentale. Lui è parte di me, sa tutto ciò che provo e lo usa contro di me, sa che ho il terrore di venir abbandonata da lei, anche se mai ha dato segno di volermi lasciare, mai, anzi mi ha sempre aiutata ed incoraggiata a parlare. Lui invece non vuole che io le racconti queste cose, che le dica di lui, dice che mi prenderà per pazza e si stancherà di dovermi sempre aiutare e mi lascerà. Poi mi dice che io senza di lui non sono niente, che lui è la vera mia personalità, che sono io la sua malattia. Però continua a ribadire che ciò che dice è per il mio bene. Ora sono lucida, ma a volte gli credo davvero. Ho paura che prima o poi inizierà a farsi sentire nella mia testa e che in futuro si sostituirà a me, come la parte cattiva che prende il sopravvento.
Due anni fa ebbi un altro periodo di crisi, dove credevo di essere un lupo nel corpo sbagliato. Mi aiutò questa amica ad uscirne.

E' un disturbo mentale o solo un modo di capirsi? dura per sempre? cosa devo fare?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> cosa devo fare?
>>>

Ok, ti rendi conto, vero, che al di là di tutte le richieste di spiegazioni, il solo fatto di descrivere codesto fantasma in modo così preciso e ricco di particolari, non fa altro che dargli spessore e consistenza?

In altre parole, ti rendi conto che stai costruendo da sola le basi per un possibile allontanamento dalla realtà?

E prima di tutto, hai una vita sociale e relazionale, oppure usi tali fantasie come surrogato per farti compagnia, dato che non puoi godere della compagnia di amici veri?

So che sono domande sgradevoli, ma ritengo tu abbia bisogno di una scrollata.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta Dr. Giuseppe,

Ma come faccio a non dargli consistenza, a non essere precisa? è ovvio che io lo sia, so che è la parte più profonda di me, quella che odia ed ha paura di tutto, è ovvio che io la conosca, è ovvio che io lo descriva nei particolari, è il mio tormento, come posso non dargli consistenza?
Lo so, è la mia testa, mi sto tormentando da sola. Ma queste paure, questa rabbia che lui (il mio "amico immaginario" o forse un alter ego lupo, non lo so) incarna le sento più reali che mai. Non riesco ad ignorarle, a convincermi che sono solo mere illusioni. Mi perseguitano, non riesco a dimenticarle.

Sì ho una vita sociale e di solito sono molto socievole, ho una compagnia fissa di amici, un buon rapporto con la maggior parte dei compagni di classe. Anche a scuola, i miei voti erano buoni. Insomma andava tutto bene. Nonostante le mura scolastiche mi siano sempre state strette, ora più che mai, faccio molta fatica da qualche settimana ad andare a scuola. Non voglio più vedere nessuno, voglio stare a casa.

Ieri ho anche raccontato tutto alla mia più cara amica, nonostante lui non volesse, perchè diceva che mi avrebbe considerata pazza e abbandonata, e questo okay, è la mia paura, però sembrava anche geloso e questo non me lo spiego. Temo di avergli già dato un accenno di personalità e questo non è buono immagino..
La mia amica non mi ha rifiutata ma mi ha anche detto che lei non può aiutarmi e che devo farmi aiutare da qualcuno di competente e questo mi ha ferita molto, tanto che ho subito negato di volerlo fare. (Nonostante sia estremamente ipocrita, perchè se sono su questo sito a far perdere tempo anche a lei Dr. è proprio per cercare aiuto.)

Due anni fa provai ad andare dalla psicologa che veniva volontaria a scuola, ma ciò non mi aiutò affatto, anzi, mi frustrava. Non faceva alcun commento su ciò che dicevo, dovevo solo parlare senza arrivare da nessuna parte. Neanche un piccolo indizio. Quindi non so se voglio riprovarci, però se non riesco a stare meglio da sola temo dovrò farlo, per non perdere tutti i miei amici e l'anno scolastico e tutto quanto.

Comunque non sono domande sgradevoli Dr, anzi mi aiutano a riflettere meglio, quindi per favore non si preoccupi a dire le cose schiettamente. Ho veramente veramente bisogno di una scrollata.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> come posso non dargli consistenza?
>>>

Con un atto di volizione, se riesci a farlo da sola. Oppure rivolgendoti a uno psicoterapeuta. Non è possibile aiutarti in modo sostanziale da qui, a distanza.

>>> Ieri ho anche raccontato tutto alla mia più cara amica, nonostante lui non volesse, perchè diceva che mi avrebbe considerata pazza e abbandonata
>>>

Ho dovuto rileggere questo periodo più volte, perché non capivo se l'amico era una lei o un lui. Finché non mi sono reso conto che lei era l'amica reale e lui quello immaginario.

Quindi come vedi te la stai raccontando talmente bene, che riesci persino a confondere gli altri.

Io non aspetterei oltre.

Se l'esperienza con la psicologa che menzioni è andata male, è perché probabilmente tu hai bisogno di un aiuto focalizzato e concreto, non di colloqui dove tu parli e basta e l'altro non dice niente.

Perciò ti raccomanderei di informarti meglio e di ricercare un aiuto psicoterapeutico più adatto alle tue necessità.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve, ho provato a tornare comunque dalla psicologa della scuola perchè già le avevo confidato la precedente crisi e speravo che dicendole apertamente e ribadendo più volte che l'ultima volta non mi è stato d'aiuto il percorso iniziato mi avrebbe consigliato un approccio diverso. Tuttavia ciò non è avvenuto e lei dice che non ho visto risultati perchè è un processo lungo e non ho continuato il percorso.
Questo metodo però mi da sui nervi tanto quanto due anni fa e ne esco insoddisfatta e rabbiosa. Inoltre è difficile ottenere un appuntamento ogni settimana ed è poco segreto essendo interno alla scuola.
Tenterò un altro consultorio per giovani fra qualche giorno e spero di trovarmi più a mio agio, altrimenti cercherò di farmi piacere questo metodo e sceglierò una delle due opzioni, se non ne troverò altre fattibili.

Lei saprebbe dirmi se è uno psicologo, o un'altra figura, che devo cercare, per favore? O se devo cercare in particolare un tipo di approccio? O se magari è proprio questo che mi serve e devo solo trovare il modo di accettarlo?

Non ho bisogno di un volto neutro che mi domanda cose e poi non mi da un feedback, è come uno specchio e io già mi parlo da sola abbastanza. Credo che mi serva più una guida che mi aiuti a vedere le cose oggettivamente e mi riporti alla realtà.
E per quanto possibile che mi allevi un pochino questo peso e questa agitazione costante, che oggi è pure sfociata in nausea e tremore mentre tornavo a casa in bus. Quanto basta perchè riesca ad andare a scuola e stare al passo con gli studi, sono già molto indietro, non posso permettermi di ripetere l'anno scolastico..

Grazie mille, buona serata
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'idea di tentare in un diverso consultorio mi sembra ottima. Non sempre si riesce a individuare il professionista adatto al primo colpo, è normale e non c'è nulla di male. Vale per il medico, per lo psicologo, l'architetto ecc.

A mio avviso tu hai bisogno di un approccio che curi in special modo la parte comportamentale, senza però perdere di vista l'aspetto di vicinanza emotiva e relazionale.

Le terapie comportamentali, cognitivo-comportamentali o strategiche potrebbero fare al caso tuo.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie del consiglio, mi sembra molto adeguato a ciò di cui ho bisogno!

Ho riportato il suggerimento anche al consultorio in cui sono stata, la psicologa ne ha preso nota e dopo un colloquio non troppo lungo, ma durante il quale ho riferito le cose principali e ho risposto alle domande sulla famiglia ecc, mi ha detto che troverà qualcuno per me, ma ci vorranno due settimane almeno. Spero che per qualche fortuita coincidenza mi ricontattino anche prima.

Andare a scuola è sempre più difficile, oggi sono andata ma è stato discretamente brutto e solo l'idea di tornarci tutti i giorni fino alla maturità mi stomaca non poco (e devo continuare ad andare se non voglio affrontare un ulteriore anno, questo mese ho fatto solo 3 presenze e 6 ritardi il resto assenze). Non sopporto più il contatto fisico, nonostante io solitamente sia abbastanza affettuosa, e qualsiasi tocco mi fa sussultare. E non riesco a tenere lunghe conversazioni di persona nè a guardare le persone in volto. Dopo aver risposto ad una domanda della prof (cosa di cui mi sono immediatamente pentita) questa di è girata verso di me ed io mi sono "nascosta" appoggiando il gomito sul banco e appoggiando la fronte alla mano come quando si è annoiati. Mi sono stupita particolarmente di ciò perchè io la sento ostile quindi mi piace guardarla negli occhi durante le discussioni. Da quel momento fino alla fine dell'ora c'è stato il tripudio della mia irrequietezza e non appena è suonata la campana ho subito dovuto aprire la porta dell'aula per sentirmi un po' meglio, almeno finchè non ho notato il gregge di studenti che usciva dalle altre classi.

Poi c'è una prof che mi scrive e mi ripete con insistenza che posso parlarle se voglio perchè qualche giorno fa feci l'errore di dirle che sono fuori di testa perchè speravo mi difendesse ai consigli di classe. E' una tipa simpatica e decisamente esuberante, senza peli sulla lingua ed è laureata anche in psicologia, ma mi sembra che non vada bene farsi analizzare da chi ha già una relazione con te, perchè si è molto meno oggettivi. Non so se voglio confidare queste cose anche a lei e vergognarmi come un verme da qui a giugno ogni volta che la vedo, ed ha una visione particolare delle cose, che a volte mi piace ma riguardo questi argomenti mi da emozioni negative che non so identificare, forse mi sento un po' offesa, come nella conversazione di oggi via chat, io:"parla come se la follia fosse piacevole o un atto di eroismo" e lei "ovvio che lo è!". E sembra avere una visione tremendamente negativa degli psicofarmaci.

La psicologa che fa il consultorio a scuola non ha spazi fino al 18 Febbraio. L'altro consultorio non so quando troverà qualcuno per me. Nel frattempo dovrei parlare con questa prof che insiste tantissimo? O potrebbe peggiorare la situazione?
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Lo psicologo che va a cercarsi i pazienti di solito ottiene l'effetto contrario di farli scappare. Perché l'aiuto non richiesto spesso ha un effetto boomerang. Devi essere TU a essere convinta della persona con cui andare a parlare, basandoti sulle premesse e sui risultati che ottieni.

Non hai bisogno di un'analisi, secondo me, ma di apprendere dei modi molto pratici per cambiare ciò che vuoi cambiare. Impartiti possibilmente da una persona che ti ispira fiducia.

Meglio aspettare qualche giorno, se può valer la pena.

A volte è meglio partire dopo per arrivare prima.
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