Diarrea e malassorbimento

Salve sono una donna di 31 anni.
Da qualche mese soffro di diarrea cronica e malassorbimento.
Purtroppo negli ultimi due mesi gli episodi sono diventati giornalieri quindi ho dovuto lasciare il lavoro che era molto pesante fisicamente.
Inizialmente la diagnosi data da medico di base e Gastroenterologo dopo varie esami di sangue urine feci e colonscopia fu di sindrome del colon irritabile con colon spastico intesifucato dallo stress
Ho seguito dieta e terapia ma nessuna delle due ha funzionato in quanto diagnosi probabilmente sbagliata e oggi ritorno dal Gastroenterologo su consiglio del medico di base per ricominciare la trafila e trovare una giusta diagnosi e terapia. Come può immaginare sono molto dimagrita ( ho perso quasi 10kg) e L umore è molto basso.
Sono da sempre una persona iperattiva e questa situazione mi ha costretto in casa da circa due settimane tra dolori e febbre alta.
Al momento devo affrontare questa sfida dell uscire di casa per me molto dolorosa e preoccupante( ho episodi di confusione mentale e bassa pressione)che vorrei sapere come affrontare. Se ha qualche consiglio grazie
Inoltre come ultima cosa con il mio compagno purtroppo non siamo riusciti più ad aver rapporti da due mesi per via di questo mio male. Lui è molto gentile e presente e continua a rassicurarmi ma non so vene come affrontare questa cosa a livello sessuale. Gliene dovrei parlare?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

I sintomi di IBS sono veramente molto debilitanti tanto da incutere molto spesso nella persona una tremenda ansia anche di uscire da casa...

Oltretutto, essendo una diagnosi funzionale e non organica alcuni medici gastroenterologi tendono spesso a prenderla sottogamba non considerando due aspetti fondamentali:
1) che la persona che ha il problema soffre molto mentalmente;
2) che occorrerebbe lavorare sinergicamente sull’asse cervello (mente) intestino.
Quindi cosa fanno? Imbottiscono i pazienti di farmaci e parafarmaci esclusivi per il colon senza la benché minima idea che chi soffre di intestino irritabile è entrato in un fastidiosissimo circolo vizioso che coinvolge mente e sistema gastrointestinale. Ergo, non possiamo e non dobbiamo pensare che la cura di un IBS sia esclusivamente mirata a risolvere le disbiosi intestinali, perché così non è e le spiego il motivo:
Se nel nostro sistema nervoso centrale si contano circa 86/87 miliardi di neuroni, stomaco e intestino ne possiedono 1/10. È tantissimo!
Lo dico a lei ma vale come messaggio per chi leggerà questo consulto: mente e corpo (soma) sono un’unica cosa. Il bersaglio preferito dallo stress mentale è proprio l’apparato gastrico. Cosa accade? Si determinano disbiosi intestinali che la medicina definisce idiopatiche (senza causa organica verificabile). Ma siamo sicuri che siano idiopatiche? Assolutamente no! È l’ansia, lo stress che essa conduce che determinano alterazioni del microbiota intestinale. Cosa accade nello stomaco e nell’intestino? Una alterazione del normale funzionamento che INEVITABILMENTE (non lo dico io ma recentissimi studi scientifici) ha ricadute sul tono dell’umore, incrementa ansia e stress. Ecco che il ciclo vizioso si è compiuto.
In breve:
Qualsiasi alterazione gastrointestinale protratta nel tempo ha ricadute negative su emozioni e cognizioni, e viceversa periodi di intenso stress determinano fastidiose disbiosi intestinali.

ecco perché, soprattutto oggi che si inizia per fortuna a parlare di <<scienza della cura integrata>>, la risoluzione di un IBS non può essere esclusivamente mirata all’apparato gastroenterico sperando che questo e/o altro integratore faccia effettto...
Ci vuole un lavoro sull’asse Cervello-intestino.
Per farle un banale esempio (non sono medico psichiatra ma ne sono ampiamente a conoscenza), sa quante persone hanno risolto il colon irritabile assumendo antidepressivi? Tante! Perché? Perchè l’antidepressivo permettendo una maggiore presenza di serotonina (neurormone del buonumore) tanto nel cervello quanto nell’intestino ha permesso ai neuroni intestinali di, mi passi il termine, farsi un bel bagno nella serotonina diminuendo enormemente i sintomi disbiotici.
Ora, chiariamo: io non le sto dicendo che lei abbia bisogno di un antidepressivo. Sia chiaro. Non potrei farlo perché non medico e da qui è vietata comunque qualsiasi prescrizione medica. Era solo per farle capire come e quanto cervello e intestino siano un tutt’uno nel vero senso della parola...

Detto ciò, il mio suggerimento è quello di - avvalersi dell’aiuto di un collega psicologo psicoterapeuta che possa innanzitutto valutare i suoi stati emotivi e cognitivi e proporle una terapia psicologica mirata ad correggere eventuali stati emotivi difficilmente autogestibili.
- avvalersi dell’aiuto di un medico o biologo nutrizionista che, in associazione con la cura psicologica, possa magari suggerirle degli accorgimenti dietetici oppure una vera e propria dieta IBS specifica.
È chiaro, per quanto detto, che sarebbe di fondamentale importanza che le due figure professionali collaborassero costantemente nel seguirla nel percorso di remissione sintomatica.

Discorso sessualità: una consulenza di coppia presso un/una collega psicologo psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica vi tornerà certamente utile per comprendere come potersi godere la sessualità anche durante la terapia ma anche mentre lei sperimenta sintomi IBS

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio moltissimo per la sua risposta!
Oggi sono stata di nuovo dal Gastroenterologo che mi ha ascoltato e si è reso conto di non aver fatto più di metà degli esami necessari per trovare la causa reale di quello che inizialmente giudicavano semplice stress. Ha perfettamente ragione, L intestino è il nostro cervello son collegati quindi mi avvalerò del suo consiglio e andrò da un psicoterapeuta nel frattempo che cercano le cure piu adatte a me.
Questa cosa è un grosso inciampo nella vita ed essendo sempre stara una persona allegra ed iperattiva non riesco proprio a far fronte da sola a questa cosa.
La ringrazio davvero tanto per il consiglio!!
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Le auguro di risolvere il suo problema!

Lieto dell’aiuto
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dopo
Utente
Utente
Anzi aggiungo inoltre che i Gastroenterologo non se ne occupano. Una volta scartata la causa di un ipotetico stress giustamente curano le cause ma psicologicamente avere una malattia all intestino è devastante.
Non riesci a mangiare e il dolore è sordo e continuo tutto il giorno e tutta la notte. Non riesco a dormire, a mangiare a sufficienza e a svolgere le semplici attività. Nei momenti peggiori non riesco nemmeno ad alzarti dal letto, in quelli in cui ti senti leggermente meglio ti sforzi a uscire per far semplici commissioni o una passeggiata sempre con il terrore di sentirti male. Sono in una fase acuta e Per me è una sfida muovermi due ore da casa, ti mancano le forze proprio. Oltre alla paura di non avere un bagno che cerchi di superare facendo calcoli su quante bustine prendere, ti ritrovi a doverti far portare in giro e chiedi di essere accompagnata perché un attacco acuto significa calo di pressione.
Oggi per esempio ho dovuto tornare indietro dopo 4 chilometri di guida per farmi accompagnare a causa della visione doppia.
Tutto questo soprattutto quando il male giunge all improvviso a nel giro di pochi mesi ti sembra di guardarti allo specchio e vedere L ombra di te stesso.
Ho scritto perché è una problematica davvero seria e il suo consiglio mi è stato davvero d aiuto e andrò di certo appena fatti gli esami urgenti. Spero sia utile anche per altre persone che provano la stessa situazione è che se ne ha la possibilità nei centri di gastroenterologia si parli di più di questo tipo di aiuto al paziente.
La terrò aggiornata
Ancora grazie infinite, davvero
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Oltre a concordare su quanto scrive, aggiungo che terapie psicologiche sono di grande aiuto non solo nei casi di intestino irritabile ma anche di malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di crohn e la colite ulcerosa.
Quindi si: la gastroenterologia farebbe bene ad avvalersi dell’aluto di colleghi che si occupano di somatizzazioni e di sindromi psicologiche dovute a condizioni mediche generali.

Aimè purtroppo siamo ancora lontani dal permetterci di far comprendere a molti medici che il corpo è si importante E che mente e cervello sono parti integranti di esso...
Fortuna che qualche medico come Enzo Soresi e la psiconeuroendocrinoimmunologia hanno iniziato a fare qualcosa di concreto in proposito...

In bocca al lupo!
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