Dipendenza alcool e depressione

Buongiorno mi trovo a scrivere qui perché la confusione oramai è tanta. Sono una donna di 41 anni e da anni soffro di stati di ansia e depressione mai stata curata. Ho assunto inizialmente lormetazepam con alprazolam e citalopram ma appena mi sono sentita meglio ho smesso il regolatore dell umore. Sono passati più di sei anni da episodi quali richieste di aiuto al pronto soccorso con brevi ricoveri durati solo qualche ora.
Sto attraversando un periodo un po complicato sono tornata a vinerenti con mia madre dopo suoi due infarti dopo 25 anni di vita da sola
Ho avuto dei momenti di crisi molto forti da quando sono qui e ho deciso di parlare con uno psichiatra x rivedere la mia terapia. Io bevo vino tutte le sere pasteggiando e non ho mai smesso di prendere le gocce x dormire. Ora la nuova terapia prevede il reinserimento della paroxetina ma credo che forse avrebbero dovuto prima farmi diminuire il consumo di alcool
Ho trovato unulla ottimo lavoro e ho pauna di perderlo anche perché proprio una settimana fa mia madre che era autosufficiente è caduta ed ora non ha voglia di fare nulla perché faccio tutto io.
Il problema principale è che non so come gestire le due cose...
Ho appuntamento con una psicologa alla quale parlerò ma ho sempre sonno non ho voglia di uscire da quando sono qui.. E più faccio così più mia madre ne abusa. Ho perso molti chili
Ma sono lucida x ora ho solo bisogno di capire come posso fare per rendere utile la terapia non sono a mio agio qui vorrei essere da sola senza nessuno a cui pensare se non me stessa
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 579 67
Gentile utente,

nel tepo di attesa della risposta
Lei avrà avuto la prima seduta dalla Sua Psicologa e Le avrà raccontato - di persona - quanto scritto a noi.

E dunque solo qualche riflessione.

Quando i figli - le figlie per la verità -
diventano "care giver"
si accollano un grosso impegno,
che rischia di espropriarle della loro vita personale
per essere risucchiate nella vita del familiare.

Complice di ciò da una parte è il loro perfezionismo,
dall'altra il non rendersi conto di un elemento importantissimo:
nel malato occorre che ad ogni costo venga mantenuta tutta l' "autonomia residua"; questa dizione tecnica significa che in tutto quello che il genitore è in grado di fare, non deve essere sostituito, bensi incoraggiato e eventualmente aiutato.

Ciò espone a possibili sensi di colpa le persone che non hanno competenza specifica nelle "relazioni di aiuto", perchè si sentono "cattive".

E dunque anche per questo mi fa piacere che abbia una Specialista con cui confrontarsi.

Se Lei avesse bisogno anche di psicoterapia,
tenga conto che Le occorre una Psicologa che sia però anche Psicoterapeuta. Solo così è autorizzata a curare.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/