Depressione e ansia dopo due anni dalla fine di un

Gent.mi Dottori,
sono una donna di 29 anni che da quando aveva 17 anni soffre di ansia e attacchi di panico.Per colpa di questi fastidi nel corso della vita so di aver fatto delle scelte molto spesso di comodo per evitare che gli episodi di ansia e angoscia mi travolgessero.Se pur con il massimo dei voti mi sono per esempio diplomata con il serale, mi sono laureata in Scienze dell’Educazione con lode solo due anni fa..ho pochissimi amici, non riesco ad andare ovunque da sola, ho lasciato molti lavori e riesco a sostenere solo qualche ora di ripetizione e di pulizie.A periodi alterni e soprattutto nelle fasi più acute mi sono fatta aiutare da uno psichiatra che mi ha sempre sostenuto ma negli anni non mi ha permesso di uscire da questo vortice.Assumo ansiolitico regolarmente ogni giorno.A luglio 2017 una settimana dopo la laurea il mio ragazzo con cui stavo da 10 anni mi lascia, dicendomi che non prova più lo stesso sentimento.Perdo 10kg, vado in depressione netta.Esco grazie ad un’ amica che mi sostiene come una mamma e piano piano riprendo il via.Ho avuto un paio di conoscenze dove mi sono concessa ma tornava l’angoscia, quindi o mollavo io o mollava l’altra persona.Tre mesi fa grazie al latino americano (unica medicina che mi aveva permesso di alzarmi dal letto)conosco L. mi corteggia, gli racconto la mia storia, mi rispetta, forse si, spinge un po’ troppo ma mi fa sentire viva...con il freno a mano (a detta sua ) mi butto in questa conoscenza, lui dedica molto tempo al ballo, aiuta la scuola e 5sere su 7 è impegnato, io nel frattempo accuso seri problemi al ginocchio (sono in attesa di una seconda risonanza ) e riduco, tanto so che il mio benessere ora è lui, e lui c’è, vuole esserci.Poi però gli incontri diminuiscono,io mi lamento, lui chiude, io confesso i miei sentimenti..lui parte per un viaggio a Cuba dicendomi che al ritorno avremmo evidenziato insieme le reciproche intenzioni.Sparito.Io non lo cerco perché mi sono sentita dire che la nostra conoscenza é nata in maniera malata (lui usciva da pochissimo da una convivenza, io gli parlavo del mio ex) e che gli ho attaccato il sentimento su tutti i fronti .
Ho ricercato il mio ex perché questo secondo abbandono mi tormentava, avevo perso il controllo(e con lui da gennaio 2019, giorno del mio compleanno in cui si è presentato comuna rosa rossa senza voler dare troppe spiegazioni al gesto, fatto se non per affetto, ci siamo promessi di cercarci nel momento del bisogno nulla di più ).Lui mi ha risollevato per qualche giorno poi ho capito che sentirlo mi riapriva tutte le ferite( il suo tradimento mi ha logorato) e ho deciso di non avere più contatti, le sue bugie anche attuali sono divenute insostenibili. Ora L. é tornato dal suo viaggio e non mi ha cercato, io la notte sogno il mio ex e il giorno penso a L. a quanto sono inutile come persona, che non riesco a lavorare, a farmi rispettare, ad avere rapporti normali, a stare bene fisicamente e mentalmente.Sto sempre chiusa in camera con il mio dolore.Sto davvero troppo male stavolta.Il mio Dott tempo fa mi parlava di una forma di ansia di cui secondo lui soffro, di tipo abbandonico.Premetto che abito con mia madre, mio padre non c’è, non c’è mai stato se non per gli alimenti che ha versato fino a qualche mese fa, ora legalmente interrotti.Nom trovo più il senso di nulla, della mia vita.Cosa devo fare?
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Dr. Massimiliano Iacucci Psicologo, Psicoterapeuta 146 4 20
Mi ha colpito la frase iniziale con cui si è presentata "Per colpa di questi fastidi nel corso della vita so di aver fatto delle scelte molto spesso di comodo per evitare che gli episodi di ansia e angoscia mi travolgessero".

Io penso che le sarebbe di fondamentale importanza iniziare a lavorare da qui con una psicoterapia.

Spesso chi soffre di attacchi di panico e d'ansia sente di non potercela fare da solo e cerca qualcuno a cui poggiarsi per "tirare avanti".

Sebbene io sia fortemente convinto che siamo essere sociali e relazionali e che il bisogno di stare con l'altro è del tutto naturale, credo che le scelte migliori possiamo farle quando le facciamo liberamente e non quando le prendiamo condizionate da un disturbo.

Affrontare e risolvere queste problematiche d'ansia porta ad un aumento della propria autostima e del proprio senso di auto-efficacia (il sapere di saper fare) che possono ridursi di molto a causa degli insuccessi sperimentati nei tentativi di superare le proprie fobie.

Credo seriamente che una psicoterapia le sarebbe di profondo aiuto e potrebbe aiutarla a fare scelte di vita più soddisfacenti.

Forza e coraggio.

Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/

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