Quando è lecito cambiare psicoterapia?

Buongiorno,
come da titolo del consulto vorrei sapere se c'è un modo per capire se sia giusto o meno cambiare psicoterapia.
Il rapporto che si instaura con una psicoterapeuta non è come quello col dentista, per cui è necessario essere cauti al riguardo.

Sono in cura da tre anni e nulla sembra cambiare all'orizzonte. Nessuna delle "richieste" fatte all'inizio della terapia ha trovato una risposta, né sento di avere acquisito consapevolezze ulteriori.
Da un anno a questa a parte mi lamento del mio terapeuta, continui ritardi, sensazione di superficialità nelle risposte, ma soprattutto la sensazione dopo la seduta di aver chiacchierato con un conoscente piuttosto che aver davvero affrontato il problema.
A questo si aggiunge un'antipatia personale nei confronti di questa persona che ho però sempre cercato di mettere in secondo piano.

Forse sono io poco collaborativa, forse non so affrontare gli argomenti cruciali per il mio problema, forse sono pigra, forse non mi fido..
Non saprei, una cosa è certa, è che adesso provo quasi rabbia nei confronti di qualcosa che mi sta portando via soldi senza darmi alcun tipo di beneficio. se volessi semplicemente sfogarmi chiamerei un'amica.
Mi è stato fatto notare che tendo ad autosabotarmi e probabilmente ho sabotato qualche mia terapia passata. Adesso non vorrei davvero attuare questo meccanismo perverso. Tuttavia non sto arrivando a pensare questo dopo 3 sedute, ma dopo 3 anni e sul piano di realtà non posso davvero permettermi di spendere soldi per qualcosa che reputo inutile.
Riconosco che qualcosa in questi anni posso aver capito, ma è davvero misero in confronto all'investimento sia di tempo che economico intrapreso.

Ora ho preso una pausa dalla terapia;
Da sola però non riesco a reggermi e sto pensando di rivolgermi a qualcun altro. é sbagliato? cosa ne pensate?
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

Rispetto alla Sua domanda
"Quando è lecito cambiare psicoterapia?",

1.
io ritengo che una terapia non abbia come obiettivo il capire,
bensì il cambiare.

Lo stare meglio rispetto ai disturbi,
il sentirsi soggettivamente meglio,
il provare una sensazione di maggiore autorealizzazione,
sono dal mio punto di vista alcuni degli indicatori del funzionamento della psicoterapia.

Certamente essa ha bisogno però del massimo impegno da parte del pz.: il terapeuta da solo non giunge a nulla, per quanto bravo possa essere.
Se dopo tre anni non è scatta l'alleanza terapeutica, dubito potrà accadere in seguito...

2.
Un secondo motivo risiede nel fatto che non sempre una psicoterapia è la via migliore per un certo disturbo.
In risposta ad uno dei Suoi consulti precedenti, ad es., cercavo di far capire che nei disturbi del comportamento alimentare la psicoterapia da sola NON è sufficiente:
ad un problema multi fattoriale occorre mettere mano attraverso un approccio multi disciplinare (per chi ci legge: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/670126-bulimia.html ).
E dunque talvolta si lascia per intraprendere una nuova strada, più valida nei confronti di *quel* certo problema.

Cosa ne pensa?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

La ringrazio molto per la sua risposta.
In realtà non credo sia l’approccio terapeutico ad essere sbagliato perché sono seguita in contemporanea da altri specialisti ( psichiatra, nutrizionista) sebbene non con continuità per mancanza di risorse economiche.

Quella che è venuta a mancare è quella che jri ha chiamato alleanza terapeutica. Ed è qui che mi chiedo: è colpa mia?

Grazie
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Nessuna delle "richieste" fatte all'inizio della terapia ha trovato una risposta, né sento di avere acquisito consapevolezze ulteriori."

Gentile Utente,

quali sono gli obiettivi di questa terapia? Quale diagnosi?

Tre anni di psicoterapia in linea generale sono tanti, ma se non ho capito male Lei ha interrotto anche altre terapie in passato. Dico bene?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

ci scrive:
"sono seguita in contemporanea da altri specialisti ( psichiatra, nutrizionista)
sebbene non con continuità per mancanza di risorse economiche":

il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di Centri per i Disturbi alimentari (gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti - nutrizionista, psicologo, psichiatra, endocrinologo, ecc. - sono a disposizione in forma "integrata", cioè coordinati tra loro (SOLO TICKET o GRATUITO)
come potrà leggere qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .

La mappa nazionale dei Centri la troverà nel link sopra, divisi per regione.

E questo indipendentemente da altri approfondimenti.
_________

A proposito di "alleanza terapeutica" ci chiede:
"è colpa mia?".
COLPA non è un termine adeguato,
dato che Lei non ha voluto intenzionalmente danneggiare alcuno.
Se Lei si domanda quali siano le Sue *responsabilità* in tutto ciò,
nessuno meglio del Suo Terapeuta potrà aiutarLa ad identificarle,
con l'auspicio che ci lavori nel prossimo percorso.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.

Leggi tutto