Claustrofobia... oppure no?

Gentili dottori, all'età di 7 anni ebbi il mio primo contatto con l'acqua, presso la piscina della scuola elementare che frequentavo, con esiti disastrosi: non appena ficcai la testa nell'acqua fui colto da un fortissimo attacco di panico. Da allora non sono più riuscito a superare la paura dell'acqua.
Tuttavia questi sintomi si ripropongono anche in contesti diversi: dal parrucchiere durante lo shampoo; in ambienti angusti come una tenda, come ebbi modo di sperimentare durante il mio primo campeggio; camere da letto scarsamente illuminate, se non buie
Ma la cosa più assurda è che provo una forte ansia - anche se non è mai sfociata in panico - anche all'aperto, oppure in contesti sociali; ma se sono accompagnato da parenti o amici, l'ansia si riduce sensibilmente. Insomma due fobie apparentemente agli antipodi. Qual'è il mio problema.

Cordiali Saluti



[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, stiamo sicuramente parlando di problemi di ansia. non importa che si tratti di fobie completamente opposte tra di loro, esse nascono da una stessa matrice. Il fatto che la sua ansia si riduca in presenza di amici o parenti altro non è che l'espressione classica di questo tipo di disturbo che andrebbe sicuramente trattato mediante un intervento psicoterapeutico. In questo caso di orientamento strategico o di tipo cognitivo-comportamentale.

cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente

Il suo problema, quale che sia, non potrà essere risolto solamente conoscendone la definizione.

Dalla sua descrizione sembrerebbe trattarsi di una fobia specifica e quindi situazionale, che magari la porta a evitare determinate situazioni per paura che si possa scatenare un nuovo attacco.

In ogni caso, la soluzione potrà ottenerla attraverso un percorso specialistico psicoterapeutico. Alternativamente, se è una persona dotata di grande determinazione, potrebbe anche riuscirci da solo. Ma se non c'è riuscito in 37 anni è probabile che dovrà farsi aiutare.

Intanto può leggere quest'articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/125-l-evitamento-nei-disturbi-d-ansia-e-nelle-fobie.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Utente,

Quando è all'aperto c'è anche la paura dell'acqua? O solo dello spazio aperto?

Perché allora le fobie sono due: quella dell'acqua, e quella degli spazi aperti ed affollati che è l'agorafobia.

Comunque deve andare da uno psicologo e se la diagnosi sarà quella della sofferenza di un'ansia generalizzata, o almeno che si manifesta in due diverse situazioni, occorre intraprendere un percorso psicoterapeutico.

Cordiali saluti ed auguri.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto, grazie per le vostre risposte. In passato, più volte, ho cercato di affrontare il problema dell'acqua, facendo delle mini-immersioni durante il bagno, ma niente da fare.
Irrazionalmente vivo la situazione come una minaccia senza scampo, con un irresistibile senso di oppressione che sfocia inevitabilmente nella fuga.
Lo stesso, però, accade in luoghi angusti e/o bui senza punti di riferimento come una tenda o una camera senza neanche uno spiraglio di luce: lo stesso bisogno di fuga con il panico alle porte.

Per quanto riguarda l'altra fobia, devo scusarmi con tutti voi per aver omesso
parecchi dettagli importanti.
Sono sempre stato ansioso, ma non al punto da avere impedimenti di natura sociale. Sei anni fa l'ansia diventò così acuta, da compromettere sia la sfera sociale che quella lavorativa: da allora lavoro in modo discontinuo.
In seguito mi fu diagnosticata una fobia sociale e mi sottoposi presso Villa Turro a un programma di terapia cognitivo-comportamentale, ma senza risultati apprezzabili. Forse il Dr. Santonocito ha ragione ad avanzare riserve sulla mia determinazione.
Se poi a questo si aggiungono problemi a carico dello apparato uditivo (vedere precedenti consulti), capirete come la situazione sia diventata un po' pesante.
Vi capitano spesso soggetti con più di una fobia?

P.S: grazie per l'artico Dr. Santonocito

[#5]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Certo che capitano.

[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, ne capitano.

Se lei è una persona dotata di scarsa determinazione, rivolgersi a un terapeuta esperto in questo tipo di problemi potrebbe aiutarla a supplire in qualche modo alla sua mancanza. Ma non so se sarà il suo caso.

Se ha già provato una terapia e non è andata nel modo che si aspettava, ciò non significa che lei è inadatto alla terapia, ma solo che QUELLA terapia e/o quel terapeuta non sono stati in grado di risolverle il problema.

Ma può sempre provare a cambiare. Se ha trovato utile il primo articolo, allora può provare a leggere quest'altro:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=76

Cordiali saluti
[#7]
Dr.ssa Mirella Caruso Psicologo, Psicoterapeuta 52 1
Gentile Utente,
come le hanno scritto i colleghi, non è tanto importante definire se la sua ansia assume le forme di claustrofobia, agorafobia o fobia specifica e situazionale.A volte l'ansia puo' anche esprimersi come "ansia somatica" e impegnare la persona nella continua auscultazione di un possibile danno a carico di uno o piu' organi. Dal punto di osservazione della psicologia dinamica (psicoanalisi) l'agorafobia, la claustrobia, alcune fobie legate all'acqua, hanno la loro origine in una paura profonda che accompagna la vita dell'essere umano:la paura della morte.Una paura che filosofi, teologi,poeti hanno tentato di razionalizzare, fornendone una spiegazione. Se lei avesse l'interesse di sottoporsi ad un trattamento psicoanalitico, potrebbe capire se e come nella sua storia evolutiva, ha costruito questa paura.In generale, si ritrovano minacce di aborto durante la gravidanza, situazioni di rischio reale o presunto, assenza di punti di riferimento affettivi, ecc.
Spero di averle offerto qualche ulteriore spunto di riflessione.Saluti.

www.mirellacaruso.it

Dr.ssa Mirella Caruso www.mirellacaruso.it
Milano: via A. Stradivari, 6.
Bologna: via Malvolta, 3.

[#8]
dopo
Utente
Utente
Dr. Santonocito;
Non sono sicuramente un cuor di leone, ma in passato mi è capitato di non scappare davanti a un problema e anche di risolverlo. A mia discolpa posso solo dire che il senso di oppressione che provo in queste circostanze è superiore alla mia capacità di sopportazione, tanto da annullare il mio raziocinio. Ritenterò con un altro terapeuta non appena le mie condizioni economiche me lo permetteranno.

Dr.ssa Caruso:
Tra le mie fobie, per fortuna, non posso annoverare l'ipocondria: il mio problema all'orecchio (con relativa riduzione dell'udito) è un fatto clinico, anche se ben lungi da avere una diagnosi. Le assicuro che l'autofonia è un sintomo molto fastidioso, snervante.
Il suo riferimento alla paura della morte è molto interessante,e penso che indagherò anche in questa direzione.

Grazie a tutti per la vostra disponibilità e pazienza.

Cordiali saluti


[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Non deve discolparsi, perché non c'è nessuna accusa da cui difendersi. È solo per farle presente che quando non si riesce a risolvere un problema da soli, farsi aiutare è una delle possibilità.

Se ha problemi economici, le rammento che anche il servizio pubblico fornisce supporto psicologico, con costi molto modesti.

Cordiali saluti
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