Nostalgia crescente

Buongiorno, penso di avere bisogno di un po di supporto. Preciso che sono andata per anni da una psicologa molto valida, che purtroppo ho dovuto lasciare per questioni di orari incompatibili. Sono sempre stata piuttosto introversa e nostalgica (già da piccola), nulla di male anzi mi piace questo lato di me, ma in questi ultimi anni la nostalgia verso il passato sento che sta come prendendo il sopravvento ingombrando il presente, che in qualche modo mi sfugge e non mi soddisfa. Penso sia molto legato alla scomparsa di mia mamma nel 2013, per un tumore, anche se è dal 2000 circa che a causa di una forte depressione non curata e relative problematiche fisiche non è più uscita di casa. Insomma questi ultimi 20 anni circa sono stati difficili, ci sono stati tanti momenti positivi ovviamente, ma rimpiango sopratutto il periodo della mia infanzia, in cui lei stava meglio. Ero spensierata, fortunata, allegra, ho attaccamento per tutto ciò che riguarda gli anni 90, in particolare fino al 1993, quando è mancata la mia nonna materna, a cui ero molto affezionata. Tengo tutto, foto, ricordi, oggetti di quel periodo o antecedenti. Poi mi mancano tanto i pochi momenti sereni che ho trascorso con mia mamma negli ultimi anni, tengo tutti gli oggetti o vestiti che mi suscitano un bel ricordo. Il risultato è che ho una marea di oggetti vari, carte.. Situazione presente: l'anno prossimo mi sposo, e sono così attaccata alla mia casa d'origine che viviamo qui da gennaio, papà (sono legata molto anche a lui) ha venduto la sua parte al mio compagno e ha comprato casa a circa 5km da noi che condivide con la nuova compagna. Il problema è che la vedo sempre come la nostra casa, della mia infanzia, dei miei genitori, ogni angolo mi ricorda qualcosa e sento una fitta al cuore quando si vuole cambiare o buttare qualcosa. Forse da un certo punto di vista era meglio se papà fosse rimasto qui, e noi avessimo preso una casa nostra, ma bisogna dire che la casa è davvero bella, grande e luminosa, con balconi e giardino grande condominiale, perfetta per una famiglia con bimbo come vorremmo noi, quindi è stata una scelta dettata non solo dai ricordi e dall'attaccamento. Vorrei solo imparare a convivere con tutto questo, con il mio passato, con i ricordi, staccarmi un po da mio papà (che è buono e mi aiuta su ogni cosa), fosse per me passerei molto più tempo con lui e mi fa molto piacere quando sta in casa. Abbiamo in comune l'accumulo di oggetti vecchi e nuovi, forse a riempire un gran vuoto che entrambi sentiamo.
Per concludere, ho da poco lasciato il lavoro di tata che facevo dal 2013 (nostante una laurea appena presa in ambito scientifico) per lavorare in un asilo, mi sono anche riscritta all'università per avere l'abilitazione talmente mi piace questo settore. Avrei altre cose da scrivere, ma le aggiungerò in caso di risposta a questo post.
Spero di aver descritto al meglio la situazione, so che non è semplice a distanza ma spero potrete darmi qualche buon consiglio. Grazie.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

la casa in cui vivete ora è bella, grande, luminosa, ecc... ma di solito viene sconsigliato di continuare a vivere nella casa paterna anche dopo il matrimonio, soprattutto per le persone nostalgiche come Lei.

Si tratta di un nuovo inizio, per entrambi.
Non è necessario accumulare cose per continuare a voler bene alla mamma e a ricordarla: Lei in cuor Suo la amerà sempre e sarà sempre legata a lei, perchè Le ha insegnato tutto ed è stata sempre con Lei.

Se anche buttasse tutto oggi, non cambierebbe l'amore che nutre per Sua mamma.
Spesso tenere o accumulare oggetti che possano ricordare una persona servono per tentare di tenere vivo il ricordo, per gestire la propria preoccupazione a riguardo, ma anche per macerarsi nel dolore.

Ma La capisco. Magari Le serve tempo per elaborare tutto ciò e probabilmente, dal momento che anche il papà funziona come Lei, in casa avete da sempre questa abitudine per ricordare.

La nostalgia è il dolore per il ricordo.
In fondo un po' tutti ne proviamo un po' guardando vecchie foto o ricordando momenti con persone che non ci sono più.
Ma a mio avviso potrebbe anche guardare tutto ciò da un'altra prospettiva.
Con la psicologa in passato non ne aveva mai parlato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, La ringrazio per questa preziosa risposta. Con la psicologa più recente (ne ho avute diverse fin dal liceo) avevo parlato principalmente dell'elaborazione del lutto e della nostalgia del passato, mentre il fatto della casa e della convivenza non era ancora avvenuto. Ci siamo concentrate molto sulle differenze (esaltandole) e sulle cose che accomunano me e mia mamma, perché pensavo di soffrire anch'io di depressione come ne soffriva lei. Inoltre abbiamo parlato molto del rapporto con il mio compagno, che in quel periodo aveva dei suoi problemi personali, e mi ha aiutata a concentrarmi su me stessa, perché ho sempre dedicato fin troppe energie alle persone che avevo attorno mettendo in secondo piano i miei bisogni e desideri. Disse che avrei provato sempre dolore per la mancanza di mia mamma, ma che mi avrebbe dato forza per ricordarla e per vivere affrontando con più consapevolezza e con meno difficoltà altre situazioni di vita.
Sul fatto della nostalgia in realtà non ricordo una risoluzione, perché secondo lei "funziono così" caratterialmente ed emotivamente,
anche lei la vedeva come una cosa non negativa in sé, ma ricordandomi di vivere sempre giorno per giorno e di crearmi dentro una sorta di bagaglio personale con tutti i ricordi e le emozioni provate, scrivendo anche un diario.
Il fatto del tenere gli oggetti mi aiuta a ricordare, ho davvero una buona memoria ricordo dettagli della mia infanzia che anche mio papà si stupisce, toccando o guardando gli oggetti che li evocano, annusandoli, e ho paura che buttando tali oggetti potrei perdere quel ricordo per me tanto importante. Ho pensato di fare delle foto e descrivere le sensazioni provate ma temo non sarebbe la stessa cosa. Banalmente un oggetto più costoso ma che non mi ricorda nulla riesco a darlo via più facilmente. Ammetto a volte di cedere al dolore nostalgico, ma avviene quando sono debole emotivamente (sopratutto nel periodo premestruale); in genere vedere foto e oggetti-ricordo mi dà la carica per iniziare la giornata. A volte questo "meccanismo" funziona, altre no e divento triste, vorrei trovare equilibrio su questo.
Riguardo alla casa c'è un'altra particolarità : inizialmente si era pensato che in casa potessero rimanere a vivere papà con la nuova compagna (a cui voglio bene), ma in realtà a nessuno di noi piaceva questa idea, per motivi diversi. Allo stesso modo nessuno di noi ha mai voluto venderla a estranei. Quindi lui stesso mi ha detto che, se io ci tenevo, sarebbe stata una buona soluzione che rimanessimo io e compagno, se anche lui fosse stato d'accordo (cosa che è), ne sono stata felicissima ovviamente è una cosa che desidero da sempre, desideravo restare in questa casa anche quando c'era ancora mia mamma (se loro avessero voluto andare in un'altra casa ovviamente).
Mi consiglia di vedere tutta la situazione da un'altra prospettiva, cosa intende esattamente?

Grazie ancora, buona giornata
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