Ipocondria o possibile problema fisico?

Buongiorno, vi scrivo per chiedere dei consigli su come gestire una situazione riguardante una persona a me molto cara.
Sono ormai più di due anni che questa persona soffre di un problema al cuore.
Mi spiego meglio: il problema sono delle aritmie che insorgono con l'aumento dei battiti del cuore e che provocano quindi molto disagio a questa persona tanto da costringerla ad adattare la sua vita a questo problema privandosi di qualsiasi attività che possa provocare un innalzamento dei battiti.
Questo problema apparentemente sembrava collegato, secondo pareri medici, ad una condizione di ansia tanto che sono stati somministrati degli ansiolitici/antidepressivi che però non hanno avuto alcun effetto.
Questa persona, infatti, continuava ad essere convinta che questo problema fosse fisico (assumeva un medicinale per abbassare i battiti cardiaci) e non psicologico al contrario dei medici che affermavano l'esatto contrario.
Questa persona è, infatti, molto emotiva ed ansiosa, consapevole di esserlo, e tutti pensano che sia anche un po' tendente all'ipocondria perchè anche i segnali di questa possibilità sembrano portare a ciò (es.
sfiducia nelle diagnosi dei dottori, paura di avere sempre qualcosa di letale/incurabile, rifiuto che possa essere un male psicologico, ecc.) . Alla fine, però, è stato riscontrato un problema di tachicardia/aritmie ed è stata effettuata un'ablazione.
Il problema quindi c'era di fatto, tuttavia non è sparito nonostante l'operazione.
Ed ecco il mio dubbio: questa persona sicuramente stava/sta male fisicamente (altrimenti non sarebbe stata operata) ed è anche consapevole della sua tendenza ad essere ansiosa (quindi con conseguente impatto sul cuore in certi casi), ma io non riesco a escludere totalmente che si tratti di ipocondria... ormai non so più come gestire la situazione perchè tratta questo argomento sempre con grande preoccupazione, è drammatica e vuole a tutti i costi dimostrare a tutti quanto sia male anche facendo cose per dimostrarlo. Ma se si sta male, non serve volerlo dimostrare a mio parere.
A breve avrà una visita di controllo post operazione e non ci sono stati miglioramenti di nessun tipo, anzi, a suo dire solo peggioramenti e un umore molto a terra. Mi chiedo perciò è possibile che si tratti di ipocondria? E se sì, come posso gestire questa situazione che si sta riflettendo anche molto su di me? E se nel caso non fosse un problema psicologico, come potrei gestirlo? Mi sento impotente, preoccupata e non so come fare a volte. Ho provato con le "maniere forti" senza risultati, ho provato con la comprensione e l'incoraggiamento sempre però cercando di metterla di fronte alla realtà delle cose, ma a volte mi sembra di gettare benzina sul fuoco nonostante tutto...
Spero si capisca il quadro generale e vi ringrazio in anticipo
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

noi di regola ci occupiamo unicamente edelle problematiche di chi ci scrive.
Ma un chiarimento in questo caso va a vataggio dei tanti che ci leggono.

Considerato che il disturbo c'è *veramente*,
la persona non si può definire ipocondriaca.

Ma è *l'origine* del disturbo (cardiaco in questo caso) l' "oggetto del contendere":
i cardiologi affermano (così Lei riferisce) che l'origine sta nell'ansia,
il paziente non vuole (o non sa) accettare la diagnosi proprio perchè essa contiene una causa psicologica.
E dunque insiste nel curare il corpo (ablazione), anzichè curare la radice del disturbo cardiaco (l'ansia).
L'esito finale non può essere che deludente.

E chi sta vicino? Cosa può fare?
Assai poco, come Lei ha sperimentato:
è impossibile aiutare chi non vuole (o non riesce).

Una visita psichiatrica potrebbe forse essere utile.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la tempestiva risposta dottoressa.
Secondo lei come potrei far capire a questa persona, senza farla innervosire o rifiutare, che sarebbe il caso di curare l'aspetto psicologico?
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Hanno inutilmente cercato di farlo i Cardiologi,

la persona si è sottoposta ad un intervento chirurgico pur di non accettare l'ipotesi psicologica,

ha provato Lei stessa varie strategie, con il risultato che "a volte mi sembra di gettare benzina sul fuoco nonostante tutto..".

Dispiace dirLe che non sembrano esserci molte possibilità di convincerla dall'esterno.
Non si può escludere però che capisca da sola. A tal fine è consigliabile smettere il pressing.

Dott. Brunialti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima, un ultimo dubbio: dopo l'operazione diceva di sentirsi diversa, appariva felice, credeva di aver risolto. Qualche ora dopo il problema è riapparso facendola ripiombare nello sconforto fino ad oggi. I medici hanno detto che poteva volerci un recupero di 10 gg. Può esserci dubbio che sia fisico o è più probabile che questa condizione sia molto radicata?
La ringrazio ancora di cuore
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
".. dopo l'operazione diceva di sentirsi diversa, appariva felice..."
E' quello che accade anche a fronte delle rassicurazioni in caso di ansia,
ma dura pochissimo purtroppo.

Lei ci chiede inoltre se "...Può esserci dubbio che sia fisico o è più probabile che questa condizione sia molto radicata?"
O che forse, aggiungo io, la causa sia quella che i Cardiologi hanno posto a suo tempo e che Lei ha riferito nel testo del consulto:
"..Questa persona, infatti, continuava ad essere convinta che questo problema fosse fisico (assumeva un medicinale per abbassare i battiti cardiaci) e non psicologico al contrario dei medici che affermavano l'esatto contrario."..?
Online non è possibile sciogliere questo dubbio, che riguarda una vera e propria diagnosi relativa ad una eventuale ricaduta.

Il parere dei Cardiologi è importante
ed altrettanto quello dello Psichiatra.

A Lei consiglio di "mollare la presa", di smettere di interrogarsi,
solo così la persona si renderà conto che non deve dimostrare niente a nessuno,
e dunque potrebbe smettere di dover "dare prova" di essere veramente malata.

Grazie dell'apprezzamento per il nostro servizio, sempre gradito.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
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