Mi sento bloccata e sono presa dai rimpianti che mi procurano ansia

Buongiorno,
Sono una studentessa universitaria di 22 anni.
Ormai da tre riesco a dare pochissimi esami in modo discontinuo e molto lentamente.
Se prima ero veloce a studiare, adesso no.
Cerco ogni cavillo e mi sorge un’ansia che spesso mi porta a saltare le sedute.
Nella mia mente penso che non sono in grado di affrontare gli esami sopratutto quelli più complessi.
Questa mia ansia mi ha provocato veri e propri crolli nervosi.
In particolare la scorsa estate dovevo dare un esame lo stesso giorno della laurea del mio ragazzo.
Tutto il tempo della preparazione, aggiungo, soffrivo di crisi di ansia che mi causavano una sensazione di soffocamento.
In ogni caso avrei fatto in tempo a partecipare sia alla seduta che a sostenere l’esame previsto.
Il giorno prima però sono crollata psicologicamente tanto che non solo non ho dato l’esame ma non ho nemmeno partecipato alla seduta di laurea.
Vi racconto questo episodio perché mi ha profondamente segnata.
Spesso quando studio infatti mi torna in mente e mi sento logorata dal rimpianto per essere mancata in un giorno così importante e di non aver dato nemmeno l’esame.
Questo ricordo mi fa sentire una fallita, mi procura ansia ed è una ferita costante.
È come sale su una ferita aperta.
La mia mente non fa altro che ripropormelo costantemente, forse come prototipo di tutto ciò che ho perso, del tempo e delle esperienze che questo mio blocco mi ha fatto e mi sta facendo perdere.
Ma in questo modo non riesco neanche a concentrarmi sullo studio.
Non so se sono stata abbastanza chiara, mi sento molto male e non riesco a capire come allontanare questi rimpianti.
Aggiungo che già da un anno seguo una terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra.
Grazie a chi risponderà.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
partendo dal fondo del suo post, le domando con quale frequenza incontra lo psichiatra che le ha prescritto la terapia farmacologica e se ha già parlato con lui delle criticità che ha esposto qui, così da eventualmente ricalibrarla in modo che risulti maggiormente efficace. In un anno gli effetti si sarebbero già dovuti riscontrare, perciò meglio parlarne con lui.

Le continue ruminazioni mentali relative al passato la tengono ancorata a quel periodo difficile, impedendole di vivere diversamente il presente e condizionando negativamente il futuro, in un circolo vizioso di pensieri ed emozioni negative che si autoalimenta.
Se da sola non riesce ad interromperlo, sarebbe opportuno non attendere oltre ed affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicoterapeutico.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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