Stare insieme o lasciarsi?

Sono stata fidanzata per 8 anni con un ragazzo con cui ho avuto un rapporto bellissimo, fatto di complicità, sostegno ed amore.
Conosciuti il primo anno di università, a 18 anni, abbiamo affrontato il percorso universitario insieme. Per me è sempre stato un punto di riferimento ed una spalla che mi dava la forza e mi spronava a dare il meglio nei momenti difficili. Durante questi anni e fin dall'inizio della relazione, si sono manifestati però problemi legati alla sfera sessuale. Nel momento in cui provavamo a stare insieme, il mio ragazzo non riusciva a mantenere l'erezione o il rapporto durava pochi secondi senza che io provassi nulla. Dentro di me con il tempo è nato un senso di frustrazione ed angoscia durante il quale ho iniziato a pormi tante domande. Mi chiedevo se la mancata reazione fosse dovuta ad una mancanza di interesse o ad un problema fisico/ psicologico suo. Con il passare degli anni, abbiamo attraversato periodi in cui i rapporti erano meccanici e brevi ed altri in cui erano totalmente assenti. Questa mancanza fisica da parte sua però è stata sempre compensata dalle mille attenzioni e dalla sua presenza costante. Circa 1 anno fa, gli ho proposto di rivolgersi ad un medico il quale ha detto che il suo problema è psicologico. L'anno scorso dopo la visita medica abbiamo iniziato a parlare apertamente del problema e nel momento in cui si manifestava cercavo di rassicurarlo ma la situazione non è cambiata molto. La mancanza di un'intesa sessuale e di rapporti fisici soddisfacenti hanno fatto nascere dentro di me delle insicurezze e un blocco con lui. Ogni volta che uscivamo insieme, cercavo di farmi vedere sempre perfetta e se non mi sentivo al massimo, rifiutavo qualsiasi approccio. Da settembre dell'anno scorso non abbiamo avuto più rapporti fisici pur vedendoci quasi ogni giorno, nel momento in cui provava ad avere un approccio con me, perdeva l'erezione ed ogni volta che ci incontravamo desideravo da lui solo affetto. A gennaio abbiamo avuto una crisi forte e ci stavamo per lasciare, ma il 27 gennaio ho conosciuto un altro ragazzo molto interessante che mi ha proposto di uscire. La paura di perdermi qualcosa mi ha portato ad accettare l'uscita ed è stata una delle serate più belle della mia vita, questo ragazzo mi ha fatto sentire donna ed apprezzata, pur non essendo successo niente (neanche un bacio). Questa persona non l'ho più sentita ma il giorno dopo i sensi di colpa e le emozioni contrastanti mi hanno portato a lasciare definitivamente il mio ragazzo. Sono stata sincera ed ho raccontato tutto e lui mi ha capito e si è dato le colpe della fine della nostra relazione. Oggi continua a farsi sentire e abbiamo molta paura di prendere le distanze, dal momento che era diventato un rapporto simbiotico. Ma mi trovo qui, che sono confusa, sento la mancanza e la paura di non trovare uno come lui e allo stesso tempo ho paura a 25 anni di non poter vivere un rapporto appagante e procrastinare in una storia già scritta.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

ci chiede se è il caso di "Stare insieme o lasciarsi?",
immagino riferito alla Sua relazione storica di 8 anni
che peraltro è già conclusa.

E' difficile pensare che possa proseguire una storia in cui ".. Da settembre dell'anno scorso non abbiamo avuto più rapporti fisici pur vedendoci quasi ogni giorno .." .
Peraltro è anche comprensibile che dopo anni abbiate paura nel prendere le distanze da un rapporto che Lei definisce "simbiotico".
E al contempo c'è però la necessità concreta di darsi reciprocamente dei segnali quotidiani che non siete più insieme, ad es. rarefacendo i contatti.

Qui è il caso di parlare di elaborazione del lutto,
della necessità cioè di attraversare il dolore, la rabbia, la delusione,
per giungere poi finalmente all'accettazione della fine.

Quali tentativi state facendo al proposito?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/