Non capisco. cosa ho di sbagliato?

salve... ho un problema che vorrei sottoporre la vostra attenzione, un problema che da anni ho e ho sempre accantonato o ignorato senza mai provare a dare una soluzione.
Ma l'avanzare degli anni inizia a farsi sentire, come anche questo macigno.
Sono un ragazzo di 31 anni, e da anni sostanzialmente solo, senza amici, fuori corso ben 10 anni all università.
Da sempre un tipo solitario, introverso, ma l'eccessivo mio essere orgoglioso mi ha portato in questa situazione.
Avevo solo l università, andavo benissimo, l unica cosa che mi facesse essere ottimista per il futuro.
Poi è venuta meno anche quella, i, ritrovarmi solo, senza nessuno con cui parlare mi decomcentrava dallo studio.
Risultato, un periodo depressivo culminato con xanax, lexotan e sedute da uno psicologo.
Dopo mesi, non chiedetemi come, ho trovato la forza e il coraggio di reagire, abbandonando antidepressivi, sedute e buttandomi in una nuova avventura lavorativa.
Per qualche tempo sono riuscito a non pensare, ma quel problema certi giorni, certe notti, si ripresentava prepotentemente: perché non ho amici?
A questa età nessuna ragazza?
Ancora vergine... Probabilmente anche eccessivamente dipendente dalla pornografia per appagare i miei bisogni sensuali.
E forse da qui anche un certo timore delle donne, di parlarci, di essere scartato.
Poi vedo in giro miei coetanei insieme ad amici, fidanzate, e mi viene da deprimermi.
Per non parlare quando vedo ragazzetti 15enni che già si danno da fare con le ragazze.
E allora penso: perché loro si e io no?
Cosa hanno loro che io non ho?
Ho da qualche mese iniziato un percorso di miglioramento fisico con allenamenti, corse ecc... i risultati iniziano ad arrivare, certo non sono un modello ma mi ritengo nella media.
Ma poi penso, faccio tutto ciò ma per cosa?
Per chi?
Vedo in giro che sono tutti felici, escono, si divertono, ragazzi che nel giro di poche ore incontrano, conoscono ragazze e sicuramente ci fanno anche altro.
Il invece no, alla mia età è diventato ormai pesantissimo questo mio confrontarmi con loro, ne esco perdente anche contro i 15enni, figuratevi.
Mi arrovello il cervello, ma poi penso che a quasi 32 anni dove devo andare più?
Non posso recuperare ciò che non ho fatto, gli anni della spensieratezza sono passati.
A cosa servirebbe ritornare dallo psicologo?
50 euro a seduta per sentirmi dire che devo cercare di parlare con gli altri.
Nessuno sa di questo mio problema, me lo tengo per me.
Credetemi qui al sud, la gente che non ti vede MAI in compagnia di amici, figuriamoci di una ragazza... si mette a parlicchiare... "ma è normale?
" "Ma è gay"?... dico gay per non usare la vera parola.
E poi mi chiedo... e se lo fossi davvero?
Ma chi sono davvero?
Mi piacciono davvero le donne?
O gli uomini?
Sono bisex?
Forse tutto quel porno mi ha dato alla testa, da non sapere cosa voglio.
Vi chiedo... in che guaio mi sono cacciato?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
tutti i problemi che ha esternato nelle sue richieste di consulto si possono compendiare in alcune sue frasi:
"Avevo solo l università, andavo benissimo, l unica cosa che mi facesse essere ottimista per il futuro. Poi è venuta meno anche quella, i, ritrovarmi solo, senza nessuno con cui parlare mi decomcentrava dallo studio".
Il non parlare con nessuno (scelta sua) non deconcentra dallo studio; infatti lei individua la vera causa, solo che inverte i fatti e la scambia per l'effetto:
"Risultato, un periodo depressivo culminato con xanax, lexotan e sedute da uno psicologo".
La depressione le aveva fatto perdere sia il dialogo con i coetanei sia l'impegno verso lo studio. Farmaci e psicoterapia potevano guarirla, ma lei invece cosa fa? Ecco qui:
"Dopo mesi, non chiedetemi come, ho trovato la forza e il coraggio di reagire, abbandonando antidepressivi, sedute e buttandomi in una nuova avventura lavorativa".
In altre parole, ha "reagito" non alla malattia, ma alle cure, rinunciando al recupero della salute!
Nell'ultimo consulto il dottor Pacini ha scritto che deve effettuare una visita psichiatrica: l'ha fatto? Se non l'ha ancora fatto, si chieda perché.
Quanto alla psicoterapia, ecco di nuovo le sue parole:
"A cosa servirebbe ritornare dallo psicologo? 50 euro a seduta per sentirmi dire che devo cercare di parlare con gli altri".
Lei invece ritiene di non aver bisogno di parlare con gli altri, dopo che sopra ha scritto che ha abbandonato l'università perché "ritrovarmi solo, senza nessuno con cui parlare mi decomcentrava dallo studio"?
Caro utente, come molti che girano a vuoto intorno alla diagnosi e alla terapia senza mai fare un passo per raggiungere il centro del problema, lei continua a consultare gli specialisti, in presenza e online, ma si guarda bene dall'accogliere i loro responsi.
A mio avviso lei può decidere se vuole curarsi, o accettare questo stato di perenne insoddisfazione.
Se invece intravede una terza soluzione, che a noi sfugge, ce lo faccia sapere.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com